Oggetto: burocrazia ed ecologismo

 

Roma, 12 Gennaio 1993

 

 

12 Gennaio u.s., il notiziario radio del mattino ha commentato, tra le altre cose, le recenti misure contro l'inquinamento dovuto al traffico urbano, uno dei più clamorosi paradossi di questo tipo di società.

È stato rimarcato che le marmitte catalitiche, nel traffico urbano, non contribuiscono a risolvere il problema e, ancora una volta, è stato enunciato l'assioma della conversione delle vetture private a carburanti non inquinanti, tipo il GPL o il Metano, o alla trazione elettrica direttamente in fase di produzione.

Poiché l'argomento mi tocca da vicino, come ecologista, proprietario di una vettura a GPL e neo-socio dell'ACI, vorrei commentarne un interessante retroscena.

Più per propaganda che per reale necessità, ho voluto dotare la mia vettura del contrassegno verde che, scivolando a destra e a manca sul cruscotto, con le sue poco pratiche dimensioni distingue le auto con dispositivi quasi-ecologici.

Poiché si tratta di una caratteristica tecnica, mi sarei aspettato che tale contrassegno fosse rilasciato da un Ufficio tecnico della Motorizzazione; per di più, visto che il problema dell'inquinamento esiste da anni, un contrassegno verde efficiente avrebbe dovuto essere disponibile già da parecchio e rilasciato gratis, contestualmente all'omologazione dell'impianto a GPL o a Metano.

Invece, il suo rilascio, come fosse una tassa per cani, è competenza della P. Amm.ne (a Roma, della XIV Rip.ne) e costa all'utenza Lit.42000, di cui 12000 pagabili con coda all'ufficio postale e 30000 in marche: la solita procedura da mafiosi.

Questa procedura, aggiungendosi agli incovenienti tecnici legati all'installazione dell'impianto a gas, alla relativa indisponibilità dei distributori, alla gestione artigiana anziché industriale della manutenzione, alle spese per l'omologazione ed alla rapina legalizzata con il superbollo, non contribuisce certo a migliorare l'aria che respiriamo.

Il primo di Ottobre 1992, l'ACI, Dir. Affari Tributari, mi ha cortesemente informato di aver "recentemente avanzato una proposta in Senato per eliminare tutte le soprattasse e tasse speciali (GPL, metano) gravanti sui veicoli, in relazione al tipo di alimentazione dei medesimi, nell'ambito del piano di riduzione del tasso di inquinamento prodotto da gas di scarico mediante incentivazione all'uso di motori eco-diesel e carburanti non inquinanti".

L'ACI ha anche dichiarato che "sarà cura dell'Ente sostenere tale proposta in un momento in cui la politica del Governo sembra, ancora una volta, andare in direzione opposta".

L'impegno dell'ACI per la difesa degli interessi degli automobilisti s'intona con l'esigenza di salvaguardia dell'Ambiente solo nei limiti in cui quelli, casualmente, coincidono con questa, tant'è vero che l'ACI ha fatto gran rumore sull'ECODIESEL per quanto silenzio ha fatto sul GPL; ma, con gli interessi economici, la demagogia politica ed i troppi papponi che girano, è già una fortuna.

Ma come si può continuare ad affidare alla casualità, o provvidenza che dir si voglia, anche i controlli e le procedure più elementari, relegando nel fondo del cassetto più basso delle responsabilità così serie?

La riconversione industriale è un obiettivo ancora ambiziosissimo; più immediato e logico è consentire ed anzi facilitare ed incentivare l'installazione di impianti a gas, possibilmente a metano, la cui distribuzione è pressoché limitata alle campagne e la cui tecnica di montaggio è pietosa.

Sia dunque soppresso il superbollo; che il verdone sia rilasciato dall'Ente che svolge l'omologazione, o dall'ACI, quando un'auto catalizzata è venduta e che la spesa, peraltro riducibilissima, sia trasparente al proprietario. Cerchiamo di percorrere sentieri semplici e dritti, non italiane tortuosità!

Infine, non dovrebbe pesare sul privato cittadino il dovere di redarguire i possessori di Volvo e OPEL diesel che possono spernacchiare impunemente nere nuvole sulla A24 come e più di un TIR; ma chi lo farebbe, altrimenti? ebbi già occasione di rimarcare presso la Procura della Repubblica di Roma che per la Polizia italiana vale più una infrazione all'obbligo di indossare le cinture di sicurezza che cento violazioni della legge antismog.