Il "modello":
Si tratta di una piccola riproduzione con motore elettrico classe 400
a 6V, sette celle NiCd ed elica spingente.
La costruzione segue la tecnica diffusa in Italia secondo la definizione
"alla Martinucci", in onore alla persona che in particolar modo ha contribuito
alla diffusione di questo tipo di modelli dal bassissimo costo: Maurizio
Martinucci. In realta' Maurizio ha messo lo "zampino" anche in questo
piccolo jet guidandomi e consigliandomi continuamente sin dalla preparazione
del disegno.
Fusoliera:
E' divisa in tre sezioni orizzontali, ricavate da altrettanti blocchi
di polistirene estruso da 4cm.
La parte centrale sostiene il motore e le prime porzioni d'ala, ed
e' rinforzata in corrispondenza dell'ordinata portamotore.
La parte superiore e' quasi completamente amovibile per agevolare l'accesso
all'interno del modello, ed e' dotata di un sistema di sgancio rapido.
La parte inferiore e' rinforzata con fibra di vetro leggera (25g/m2)
per meglio resistere in fase di atterraggio.
La superficie in estruso, per risultare piu' resistente, e' stata trattata
nel tipico modo suggerito da Martinucci: vinavil diluito, scartavetratura
con grana fine, stucco francese (per legno/muro) diluito, ancora scartavetratura
ed infine ultima mano di vinavil diluito.
Ali:
Le ali sono in depron, con bordo d'entrata e d'uscita in balsa. Due
sole centine aiutano a formare il profilo, che almeno nelle intenzioni
doveva essere un NACA 2410. La necessaria rigidita' e' data da un longherone
in balsa duro da 3mm. Data l'elevata rastremazione dell'ala e' stato dato
uno svergolamento negativo all'estremita' di -2°. Gli alettoni sono
mossi tramite tubi di alluminio da 2,5mm che scorrono entro guide di alluminio
da 3mm: le barre di torsione cosi' ottenute fungono anche da cerniere e
recano attaccati gli alettoni in balsa. Le estremita' interne del tubo
sono schiacciate, piegate di 90° e forate per realizzare la squadretta
di comando.
Direzionali
e piano di quota:
I due direzionali sono ritagliati direttamente dal depron ed hanno
il bordo d'attacco e d'uscita sagomato. La parte di depron sagomata e'
stata trattata con due mani di vinavil diluito.
Il piano di quota e' in depron da 3mm ed ha il bordo d'entrata e d'uscita
(mobile) riportato in balsa.
Finitura:
Il modello e' stato completamente dipinto con colore acrilico della
Tamiya (flat aluminum codice XF-16), con delle bande nere sulle ali in
nero opaco (Tamiya XF-1) secondo alcune foto dell'epoca. Mancano le coccarde
e le marche di identificazione: il modello e' stato ceduto prima di questi
tocchi finali....
Apertura alare | 70cm |
Lunghezza | 55cm |
Superficie alare | 9,8dm2 |
Peso ODV | 390g |
Carico alare | 40g/dm2 |
Motore: | Graupner Speed400 6V
Elica Gunther 5"x4,5" |
Batterie | 7 celle NiCd Sanyo 500mA AR |
Ricevente | Jeti 7ch 14g |
Regolatore | Autocostruito 15A, 15g, con BEC |
Servocomandi | 2 Hitec HS55 |
Il volo:
Ovviamente la parte piu' emozionante e sorprendente. Il modello, con
l'elica gunther, prende il volo facilmente e guadagna subito velocita'.
Il basso peso fa si' che la spinta data dal piccolo Speed 400 (circa 220g)
sia comunque piu' che adeguata, cosi' che sotto motore il modello sale
con pendenza di circa 40°.
Le affondate a tutto motore sono impressionanti (almeno per me...)
e il modello e' gia' abbastanza veloce e realistico volando a mezza manetta:
accelerando al massimo e' possibile fare degli ampi loop dal volo livellato.
Con un corretto baricentro il modello e' in grado di volare in modo
stabile anche a bassa velocita' e gli atterraggi sulla pancia risultano
semplici. Anche il vento forte non rappresenta un problema, tuttavia si
nota una marcata tendenza a "scodinzolare", pecie in presenza di raffiche,
a causa delle piccolissime (ma in scala...) derive.
In occasione di un incidente prima della colorazione, a causa di una interferenza tra cervello e pollici, il modello si e' infilato in un campo di mais: data la velocita' ero convinto che avrei raccolto solo briciole, invece il modello si e' agganciato al fusto di una delle piante rovinando solo una presa d'aria e una semiala in depron. Il modello rimane moderatamente fragile, tuttavia negli urti "classici" la bassissima inerzia prevale ed il modello ne esce al piu' con pochi graffi, facilmente occultabili!
Un ringraziamento specialissimo va a Barbara (la "mia" modella col modello...) autrice di tutte queste belle foto.