Logo Repubblica.it home

back






TANO DA MORIRE

Palermo come Broadway
e la mafia diventa canzone


Un musical sulla mafia, un cast di attori non professionisti presi dalle vere strade di Palermo, canti e balli nel celebre mercato della Vuccirìa, scenografie a colori smargianti tra omicidi e affiliazioni al crimine, una lunga serie di brani cantati non in siciliano ma nel più musicale dialetto napoletano. Una lunga catena di "eresie", sia culturali sia più specificamente cinematografiche, che avrebbero potuto rendere difficile la vita (nelle sale) di Tano da morire, fortemente voluto e poi diretto dala milanese Roberta Torre. E invece, come a volte accade, la realtà smentisce le previsioni: il film, presentato a Venezia, ha avuto un'accoglienza trionfale, ed è stato molto apprezzato sia dal pubblico che dalla critica. Tanto da rendere insifficiente il numero di bobine già pronte per l'uscita sul grande schermo: le richieste dei gestori di cinema hanno abbondamentemente superato le aspettative dei produttori.

Il film prende ispirazione dalla vera vicenda di Tano Guarrasi, mafioso di medio calibro morto ammazzato a Palermo una decina d'anni fa. Esponente della famiglia di Passo di Rigano, fu ucciso da sei colpi di pistola nella sua macelleria alla Vuccirìa. Ma a descriverne la vita, invece del cinema-verità e in (falsa) presa diretta, ci sono i testi e le musiche di un uomo che di vita da strada se ne intende: Nino D'Angelo, erede della scenggiata e della tradizione napoletana alla Mario Merola in salsa più fresca e moderna.

Molte le scene di culto: ad esempio, quella in cui il film scherza sui codici di Cosa Nostra, mostrando la cerimonia di affiliazione del
protagonista con una atmosfera da "Febbre del sabato sera"; per non parlare del rito del bacio tra i boss, che diventa il pretesto per presentare mafiosi-gay dalle camicie improbabili. Molto forte anche la scena finale del "Rap di Tano", in cui fruttivendoli e pescivendoli della Vuccirìa ballano e cantano in coro il ritornello del film. Qua e là spuntano citazioni da celebri musical, come "West side story": il tutto in un'ambientazione dai colori sgargianti, che rimanda alle pellicole dell'eccentrico regista John Waters ma anche a "Libera" di Pappi Corsicato.

Tanta ironia e tanto gusto cinefilo, insomma, che fanno colpo sul pubblico. Roberta Torre, milanese innamorata della Sicilia, aveva già diretto "La vita a volo d'angelo", film sul cantautore che ha preparato la colonna sonora di "Tano". E che è entusiasta dell'esperienza: "Sono un ragazzo del sud - ha spiegato - me ne intendo dei codici e delle regole della malavita".

Scheda tecnica

Cast: attori non professionisti, tra cui spiccano Ciccio Guarino ed Enzo Paglino

Diretto da: Roberta Torre

Fotografia: Daniele Ciprì

Esordio: alla "Settimana della critica" del Festival di Venezia.

(6 settembre 1997)


Tano
da morire

Reazioni
a Palermo

Scugnizzi
e canzoni

Altri film
sulla mafia