Europa

Turchia

a cavallo tra Europa ed Asia. (2013)

La moschea Azzurra.

Dati geografici
La Turchia, dal punto di vista agricolo, è incredibilmente ricca. Le sue pianure sconfinate ricordano la Francia e fanno impallidire la povera pianura Padana.
Un mondo difficile da concepire, per noi, poveri italiani, abituati a vivere su fazzoletti di terra.
Solo dopo una visita in Cappadocia si riesce a capire come abbia fatto l'Impero Ottomano a diventare così potente da pensare di conquistare l'intera Europa.
A parte l'enorme quantità di terra coltivabile, incuriosiscono anche i grandi campi di papaveri bianchi (quelli dai quali si ricava l'oppio). In precedenza, avevo visto qualcosa di simile solo nel triangolo d'oro.


Ma andiamo per ordine.
Questa volta, Fernanda ed io, abbiamo scelto un viaggio organizzato dal programma un po' ambizioso: "La Turchia in una settimana".
Già la partenza, fissata alle ore 4.00 davanti al Municipio di Como, fa capire che non sarà una passeggiata. Riusciamo nuovamente a raggiungere un letto solo verso le 22.00 (Credo di essere svenuto prima di arrivare al cuscino).
I giorni seguenti il ritmo è sempre, più o meno, lo stesso: Sveglia all'alba; Colazione; Cammina, cammina, cammina; Pranzo; Cammina, cammina, cammina; Cena; Crollo su un letto, più o meno comodo (e chi se ne accorge?).
Alla fine, questo ritmo incalzante, scandito da inflessibili quide, discretamente preparate, produce, veramente, notevoli frutti.

ISTAMBUL
Viaggiando dall'aeroporto verso la città, vediamo nel mare un grosso stormo di gabbiani che sta sorvolando un branco di pesci, ogni tanto qualche uccello si abbassa e ne prende uno con il becco, come se non bastasse, tra le onde, numerosi delfini si aggregano al banchetto. Perbacco, per questi poveri pesciolini la vita sembra piuttosto dura.
Fiancheggiamo le antiche mura di Costantinopoli, costellate di numerosissime torri in gran parte diroccate ed il primo monumento che visitiamo, in città, è la chiesa di San Salvatore in Chora, attualmente trasformata in museo. Si trova in uno strano quartiere dalle case di legno.

Bazar, negozio di Ceramiche.

Dopo un pranzo veloce, non entusiasmante, la cui unica leccornia è costituita da una solitaria fetta di calamaro in pastella (veramente buona), tocca al Topkapi, si tratta del grande complesso di edifici nei quali risiedevano gli imperatori ottomani, è dotato di bellissimi giardini, circondato da lunghe mura difensive e posto su una collina in riva al Bosforo.
Scorazziamo tra il verde e poi cerchiamo nel tesoro il pugnale tempestato di smeraldi che in un vecchio film del 1964, Melina Mercouri, Peter Ustinov e Maximilian Schell cercano, senza successo, di rubare. Esiste davvero!
Ci sediamo nel bar del palazzo, dal quale si gode una vista stupenda e beviamo yogurt acido ma non possiamo riposarci a lungo, il grande battello che ci deve portare in gita sul Corno d'Oro ci attende già sulla riva. Il Corno d'Oro è un lungo fiordo, solcato da innumerevoli imbarcazioni che divide la città. Già il tramonto ne tinge d'oro la riva est, chissà, forse il nome curioso deriva proprio da questo fenomeno.
In fine, il solito pullmann ci porta ad un hotel, di recente costruzione, collocato una viuzza strettissima, segno evidente che la programmazione urbanistica, ad Istambul, non è molto migliore della nostra.

Il giorno seguente tocca alla Moschea Azzurra e ad Agia Sofia, due edifici di culto affiancati, ambedue dalle dimensioni gigantesche. Sono a pochi metri dal Topkapi ma ieri non avevamo tempo per visitarli. Nei pressi si trova anche una cisterna per la conservazione dell'acqua costruita circa 2000 anni or sono. Sorprendono le emormi dimensioni di questo manufatto sotterraneo ma gli elementi più interessanti sono due giganteschi capitelli che rappresentano una medusa, collocati nell'ambiente a scopo apotropaico.
Durante una visita seria di Istanbul non si può evitare un giro nell'immenso bazar. Anche noi ci sobbarchiamo la passeggiata tra questi intricati vicoli, zeppi di piccoli negozi. Qui, è facile perdersi ma io mi fido del sesto senso, di Fernanda, per gli acquisti. In un mercato, è a casa sua.

Cappadocia
Dopo un breve volo sbarchiamo a Kaysery. Un pullmann ci attende per portarci a visitare, nei prossimi due giorni, la valle Rosa, la valle dei Piccioni, il villaggio rupestre di Cavusin, la valle dell'Amore, la valle di Avcilar, Pasabag, chiese rupestri e la città sotterranea di Ozkonak.
In queste valli, grossi massi, in grado di rallentare l'erosione sotto di loro, hanno creato alti funghi di terra. Un fenomeno naturale, in realtà non molto raro e riscontrabile anche a Rezzago, poco lontano da Como. Però, in Cappadocia, è diffusissimo grazie alla presenza di una roccia, di origine vulcanica, molto facile da scavare, simile al tufo. Questi enormi funghi vengono chiamati "Camini delle Fate". Qui, molti paesi sono scavati nella roccia come i famosi "Sassi" di Matera ed esistono, addirittura, antiche città sotterranee dove, in caso d'invasione gli abitanti potevano nascondersi, per poi chiudere ermeticamente gli accessi facendo rotolare enormi sassi, simili a ruote.
Certamente, l'idea di combattere al buio, in un ambiente sconosciuto, deve aver scoraggiato, lungo i secoli, parecchi attaccanti.

Dervisci roteanti.

Mausoleo di Mevlana
A Konya, non perdiamo il mausoleo di Mevlana Celaleddin Rumi fondatore dell'Ordine Sufico, quello dei Dervisci Rotanti, ovvero dei monaci mendicanti che con un ballo scatenato cercano di raggiungere l'estasi mistica.
Il mausoleo si visita con copri scarpe in plastica per tutti e velo per le donne, come quasi tutte le moschee.

Città ellenistico-romane
Interessantissime Hierapolis (Pamukkale) ed Efeso. La prima sorge nei pressi di una sorgente termale, usata per scopi curativi da migliaia di anni. Le acque, ricche di calcio, hanno ricoperto una intera collina con una coltre bianca che, vista da lontano, può essere scambiata per neve.
In Turchia, gli scavi non si limitano a riportare alla luce le vecchie pietre ricoperte dalla terra ma l'intervento prosegue con il rifacimento delle strutture. A Hierapolis, attualmente, è in fase di ristrutturazione un magnifico teatro ricavato sul fianco di una collina.
Efeso è straordinariamente bella e la ricostruzione ne accentua la spettacolarità. Una importante bibblioteca, bellissimi edifici, templi, teatri e persino un curioso gabinetto pubblico sono tornati allo splendore dei tempi di San Paolo, quando questa città portuale era in grado di competere, per bellezza e dimensione, con Roma ed Alessandria.
Assolutamente da non perdere l'antica via lastricata, fiancheggiata da magnifici edifici che scende, attraversando la città, per portare fino all'antico porto. Purtroppo, dopo secoli di abbandono e con la complicità di un fiume, il mare si è allontanato più di dieci chilometri.

Impressioni da turista
I pochi giorni di permanenza non permettono certo di esprimere giudizi incontrovertibili. Tuttavia la mia impressione non è stata particolrmente favorevole, ne per quanto riguarda l'accoglienza riservata agli stranieri, ne per la qualità dei cibi trovati sulle tavole o nei self-service.
Qualche piatto valido, in vero, lo si trova regolarmente ma non posso dire di avere apprezzato particolarmente la cucina turca e spesso il personale dei bar o dei ristoranti si comporta in modo decisamente poco amichevole.
Interessantissime, invece, sia la natura che le bellezze artistiche.



Un magnifico mosaico a San Salvatore in Chora, Istanbul.
Testa di Medusa contro il malocchio, Istanbul.
Camini delle fate, Cappadocia.
Una bella casa in tufo, Uchisar, Cappadocia.
Una citta fatta con il traforo, Uchisar, Cappadocia.
Edificio ricavato nella roccia, Uchisar, Cappadocia.
Ingresso di una chiesa rupestre, Göreme, Cappadocia.
Una porta rotante di città sotterranea, Özkonak, Cappadocia.
Il calcare copre tutto, Hierapolis.
Un ingresso di Hierapolis.
La famosa Nike di Efeso.
Non è carino?


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