I MASSIAVELLI Sono sepolture, usate da
personaggi di rilievo, ricavate nei trovanti. Opere d'epoca non precisata, forse tardo romana, si trovano solo in questa zona. Lungo questo tragitto se ne incontrano cinque.
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Torno, il nostro punto di partenza, si può raggiungere con l'automobile (ampi posteggi), con il
battello oppure con l'autobus
C30 SPT.
Arrivando in auto conviene passare piazza Caronti, dove si fermano gli autobus e proseguire sulla S.S. 583 prendendo a destra, dopo un paio di curve, per via de Passeris, dopo averla
imboccata si gira immediatamente a sinistra, per via Pergola, in forte salita. Si prosegue tra strette stradine, con pendenze notevoli, fino a raggiungere il posteggio a monte del paese
che conta alcune decine di posti auto.
Scendendo dal battello, nella bella piazza porto, si prende la scalinata a sinistra della chiesa di Santa Tecla, arrivando rapidamente in piazza Caronti. Dietro alla chiesa si trova un
sarcofago che utilizza una copertura simile a quella che dovevano avere, in origine, anche i massiavelli.
Arrivando in bus, da Piazza Caronti si sale per via Tridi passando accanto ad un bel portone. Si prosegue imboccando sempre la strada più in salita fino a raggiungere il posteggio a
monte del paese.
Dopo il posteggio, una strada asfaltata, molto panoramica, prosegue per una cinquantina di metri poi gira a sinistra con un tornante, dal quale si diramano due vie che portano a destra.
La prima finisce davanti ad un cancello privato, di fianco al quale si trova il masso avello di Caraniso che, mancando della originale copertura, come tutti gli altri, è sempre
pieno d'acqua piovana e si scambia facilmente per un abbeveratoio. Sul lato verso il cancello, il sassone è a raso ma dall'altra parte evidenzia pienamente la sue notevoli dimensioni.
La seconda strada, Via Montepiatto, sale, abbastanza larga, a fianco di un gruppo di casette nuove ma presto si trasforma in una mulattiera selciata. Dopo poco si incontra la cappella
di Someana e poi la stradina sterrata che porta al massoavello di Perlasca (non facile da individuare).
Il massoavello di Caraniso, sopra Torno.
Sebbene la salita non conceda tregue, fortunatamente, non è mai esageratamente dura, così, in poco più di mezz'ora, si raggiunge Montepiatto.
Dopo alcune case sparse, si entra nel vecchio nucleo del paese, dove, girando a destra, in direzione del Monte Croce d'Ardona si trova un vasto piazzale dove un imponente faggio rosso
fronteggia il Crotto Montepiatto (3383911236).
Girando a sinistra, dopo una breve salita, si raggiunge la chiesa di Santa Elisabetta, il cui sagrato gode di un bel panorama sul lago. Ancora quattro passi, da qui, e si trova la Pietra
Pendula, un trovante in equilibrio precario, ormai da millenni.
In fine, proseguendo diritti tra le case, si esce rapidamente dal piccolo centro.
Passato uno sproporzionato posteggio ed alcune case sparse, si raggiunge un incrocio dove la strada a sinistra è la carrozzabile che scende a Torno. La prima strada a destra, in leggera
salita, si perde tra i boschi. Imbocchiamo, quindi, la seconda strada a destra, pianeggiante e percorribile anche con fuori strada, per raggiungere Piazzaga in un quarto d'ora. La stradina
entra ed esce da un paio di valli, la seconda delle quali è abbastanza profonda e con due piccoli corsi d'acqua che si attraversano con un paio di ponticelli.
Dopo una decina di minuti si incontra una salita pavimentata in cemento. Appena prima, si prende a sinistra seguendo un sentiero pianeggiante che presto scende a gradoni verso
l'abitato, ormai non più molto lontano. Arriva in paese anche la strada cementata ma il percorso, sebbene sia più comodo, è decisamente più lungo.
Presto si vedono i primi tetti del piccolo centro, poche case ma dotate di una chiesetta, di un piccolo Crotto, attualmente chiusio (2016).
Sia qui che a Montepiatto, quasi tutte le abitazioni vengono utilizzate solo durante la bella stagione. In inverno, le abbondanti nevicate scoraggiano anche
i più accaniti amanti della natura, comunque, sebbene si possano contare sulle dita di una mano, alcuni coraggiosi abitano qui tutto l'anno.
Dalla chiesetta in fondo al paese si può proseguire a mezza costa, su un sentiero un po' malconcio, fino a Molina di Faggeto Lario per poi proseguire per
Lemna-Palanzo-Pognana oppure scendere a Torno.
Il
ponte di Travaina.
Il nostro itinerario prevede, invece, di prendere la bella mulattiera selciata che attraversa il paese da monte a valle per raggiungere, poi, Torno.
I gradini di questa discesa, con la complicità dell'acido lattico, tendono a lasciare qualche ricordino alle gambe, tuttavia il percorso è interessante.
Sebbene i numerosi rustici, disseminati ai lati di questa antica via di comunicazione, siano, in gran parte, crollati, la mulattiera è un discrete condizioni. Dopo
alcuni tornanti si incontra un sentiero a destra che risale leggermente, si tratta di una deviazione che raggiunge tre massiavelli: Il Massoavello delle Piazze
ed i due di Negrenza.
Purtroppo mancano indicazioni, nel dubbio, si può proseguire sulla mulattiera sino a raggiungere una piccola cappella, nei pressi del pittoresco ponte in
pietra di Travaina.
Qui la deviazione è segnalata, si tratta di un sentiero, a sinistra della cappella, in leggera salita (evitare la discesa), che porta
rapidamente all'antico insediamento agricolo di Negrenza, oggi completamente diroccato, dove si trova il primo massoavello. Basta proseguire, sempre in leggera
salita, per trovare gli altri due.
Continuando, in direzione Torno, poco dopo il ponte, si incontrano i resti di un portone che chiudeva la strada. La posizione è scelta con cura, in questo
punto, sia a valle che a monte vi sono solo rocce a strapiombo, assolutamente non transitabili. Un casa isolata, nei pressi del portone, fa pensare ad un posto
di guardia, creato per controllare questo accesso al paese, forse per motivi di sicurezza o per incassare i dazi.
Si cammina ancora per qualche minuto, fiancheggiati da enormi muraglioni, in pietra a secco e da qualche rustico, ormai fatiscente, fino ad incontrare una
biforcazione, dove sorgono due stalle nelle quali si trovano ancora degli asinelli per il traino delle antiche slitte usate per i trasporti pesanti.
Avendo raggiunto Torno in auto, meglio prendere a sinistra, in piano, per raggiungere, in un attimo, il posteggio. Se, invece, siete arrivati in battello o
in bus conviene scendere a destra.
Camminando a passo lento, escluse eventuali fermate, per il tragitto completo si impegano meno di due ore. Il dislivello è poco più di 300 metri. Insomma,
un percorso abbastanza facile alla portata di tutti.
Con adeguata attrezzatura è possibile salire al tramonto, mangiare in uno dei due crotti (meglio prenotare) e scendere al buio, quando è più facile
incontrare grossi ungulati.
Buon divertimento.
Sempre aggiornato
Un edificio rurale a Negrenza,
ora distrutto da un incendio.
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Il massoavello detto: Sass de Negrenza.
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La mulattiera Piazzaga Torno.
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La pietra pendula.
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Porta di Travaina fortificazione o riscossione dazi.
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Il massoavello di Perlasca.
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Torno, l'asinella Pina con la slitta, pronta per il lavoro.
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Mappa dell'anello Torno, Montepiatto, Piazzaga, Torno.
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