Itinerari a Como


Tavernerio, l'oratorio di San. Fereolo




Nel comune di Tavernerio, oltre alla chiesa parrocchiale, sorgono vari oratori. Tra questi, senza dubbio, il più interessante ed antico è quello dedicato a San. Fereolo. Si tratta di una curiosa chiesetta ponte, posta a cavallo del torrente Tisone. La presenza dell'edificio è già annotata in una relazione del 1592, redatta in occasione di una visita episcopale, nella quale si fa cenno anche ad affreschi risalenti al 1400.
In estate, su una parete di questo luogo sacro, scorre dell'acqua. Sembrerebbe abbastanza normale, considerando la scomoda posizione e la conseguente umidità della zona ma la tradizione vuole che si tratti del sudore di San. Fereolo ed è quindi uso farsi il segno della croce bagnando la mano in questo liquido. Se non bastasse, sotto il ponte, sgorga anche una piccola sorgente che si dice sia dotata di poteri miracolosi per tutte le malattie della pelle.
Come spesso capita agli eventi molto antichi, si è persa la memoria precisa dei fatti che portarono alla santificazione di San. Fereolo. Tutte le versioni parlano di un martirio ma nella descrizione del tempo e del luogo, la confusione regna sovrana.
Ogni anno, alla festa del santo, nei pressi della chiesetta, si tiene un mercato. La ricorrenza cade la domenica successiva alla Pentecoste, nel giorno della SS. Trinità.

Tavernerio, oratorio di San. Fereolo.

Tavernerio, interno di San. Fereolo.

Tavernerio, San. Fereolo, a cavallo del torrente Tisone.


Tavernerio, la località Casina

Nei secoli scorsi, le famiglie nobili usavano trascorrere le vacanze estive nelle loro tenute, approfittando dell'occasione per controllare l'andamento dei raccolti. Naturalmente, l'uso abitativo da parte di ricchi proprietari, implicava la nobilitazione di una notevole parte dell'immobile.
Salendo da Camnago Volta verso Tavernerio, poco dopo l'incrocio per Ponzate, sulla destra, troviamo un complesso di questo tipo. Si chiama Casina (o Villaggio Cassina), quasi certamente non nel senso di piccola casa ma di cascina.
Anche la località prende il nome da questo antico rustico ma che non si tratti solo di una casa colonica, lo si nota già dall'arco d'ingresso, decorato con formelle fittili sulle quali sono incisi stemmi nobiliari. All'interno, poi, si trovano vari affreschi e nel complesso è compresa persino una piccola chiesa privata.
Dall'archivio della parrocchia di S. Brigida di Ponzate risulta che verso metà settecento, le spese per le funzioni nella chiesetta di Casina sono a carico del conte Alfonso Turcone. All'inizio novecento, questo onere passa ai nobili Crivelli Visconti. Facile dedurne che si tratta dei proprietari della tenuta.
Un libretto della prima metà del Seicento intitolato "Le delizie del Lario" del senese Pier Francesco Minossi dedica alcune pagine, forse le meno barocche dell'intera opera, ad una gita nella valle del Cosia. In tale occasione l'autore visita varie ville, quella di Volpiano Volpi, a Solzago, quella dei Greco a Ponzate, quella dei Pestalozza a Camnago e poi finisce narrando del suo incontro con Pietra, figlia di un possidente di Casina, nella cui casa conclude allegramente la serata.



Un ingresso della località Casina.

Un ingresso della località Casina, particolare.

Un portone con affreschi e stucchi.

Un cortile interno.

Un androne.     La fonte.



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