Entriamo a Barcellona verso le 11. Fernanda è al volante della sua auto ed io fungo da navigatore con
in mano la mappa della città. Giunti nei pressi della stazione ferroviaria facciamo una spiacevole scoperta, la ruota posteriore sinistra è bucata.
Come d’uso in questi casi, si iniziano le operazioni di cambio del pneumatico, purtroppo tutte le valige sono
nel baule sotto il quale è alloggiata la ruota di scorta. Fatta questa constatazione mi sorge il sospetto
che qualche malintenzionato abbia appositamente forato il pneumatico per costringerci ad una fermata che gli
permetta di rubare il bagaglio agendo con calma, quindi, pur non avvertendola del mio dubbio, dico a Fernanda di stare molto attenta
mentre io cambio la ruota.
Appena metto il martinetto sotto l’auto ed inizio a sollevarla si avvicina un tipo che chiede dove si trovi il
porto, Fernanda lo ascolta ma tempestivamente io la invito a tornare a tenere d’occhio le valige mentre,
sospeso il lavoro, mi alzo per ascoltare questo seccatore che vedendomi con in mano la manopola del
martinetto, perde sorprendentemente ogni interesse sull’ubicazione del porto e si allontana borbottando parole incomprensibili.
A questo punto ricordo a Fernanda che le avevo detto di curare i bagagli mentre lei si è distratta per ascoltare
lo strano turista. Mi risponde che certamente devo essere in preda ad un attacco acuto di paranoia e che non vi
è motivo di pensare che tutti ci vogliano derubare.
La sostituzione prosegue rapida ma appena inizio ad avvitare i bulloni si avvicina un altro
personaggio, questa volta su un motorino, che chiede se siamo interessati ad una officina per la riparazione
di auto, lui ne conosce una non molto lontana, nonostante le mie esortazioni Fernanda si
lascia distrarre un attimo, però si insospettisce non appena si avvede che sul biglietto che le ha dato il ragazzo
non vi e’ scritto nulla ed ancora di più quando si avvede che il giovane, ad un cenno di altri due su una moto poco
distante, improvvisamente parte senza finire il discorso. Solo allora si avvicina all’auto per constatare che la sua
borsa se n’è andata con il sedicente aiutante ed i suoi amici.
Passiamo un momento di confusione durante il quale ne approfittiamo per maledire tutto e tutti, poi torniamo alla realtà,
infatti dobbiamo agire rapidamente per evitare che il danno si aggravi, poiché nella borsa, oltre ai soldi, vi erano
tutti i documenti di Fernanda compresa la carta di credito, il passaporto e la patente.
Il punto di riferimento più vicino è la stazione ferroviaria, pertanto ci dirigiamo la.
Lasciata in auto Fernanda che questa volta si chiude dentro a chiave, entro e trovo un funzionario gentile
che mi permette di telefonare per bloccare la carta di credito e poi mi indica la più vicina postazione di polizia.
Dopo vari giri, finalmente raggiungiamo il comando centrale di polizia che si trova in una laterale della Rambla, qui un
agente annoiato ci chiede se siamo davvero intenzionati a sporgere denuncia perché la giornata è
decisamente buona per i ladri e la coda dei derubati è lunghissima, costretti dalla scomparsa di tutti i
documenti di identità ci sobbarchiamo una coda di 3 ore che sembra essere il tempo minimo necessario alla
polizia spagnola per farci compilare un modulo scritto in italiano e rendercelo timbrato (un ora solo per apporre il timbro).
Solo ora possiamo andare alla ricerca di un alloggio ma scopriamo che tutti gli alberghi del centro sono occupati
dai turisti accorsi per l'imminente festa di santa Tecla. Così lasciamo Barcellona, in vero senza rimpiangerla troppo, per
cercare migliore fortuna nelle cittadine dei dintorni.
Ci sistemiamo a Sitges verso le sei del
pomeriggio.
Europa 2 (2002)
Un altro giro in Europa. Complemento di quello interrotto per motivi famigliari.
|
Francia, le mura di Carcassonne.
| |
Spagna, Santa Tecla a Sitges.
|
Spagna: Sfilata di santa Tecla a Sitges.
| |
Spagna, sfilata di santa Tecla a Sitges.
|