Occidente

Canada

Quasi solo ghiaccio. :)

Su una Ford Taurus 3500 con cambio automatico, dopo alcune brusche frenate, involontarie,partiamo decisi per il centro di Toronto alla ricerca del nostro albergo.
La nostra banca, per incentivare l’apertura di nuovi conti correnti via internet, ha messo in palio dei viaggi in Canada di 15 giorni per due persone che includono volo, alloggio ed auto. Fernanda ed io ne abbiamo vinto uno.
Appena sistemati nel primo albergo previsto dal programma, decidiamo di uscire per la cena. Il febbraio canadese non scherza, pertanto ci mettiamo magliette intime e mutandoni lunghi in fibra speciale, giacca a vento, cappello di pelliccia con paraorecchi, guanti imbottiti e scarponi. Ma il freddo pungente non ci permette di stare all’aperto e siamo costretti a passare da un negozio all’altro per scaldarci. Stremati, torniamo a mangiare nel modesto ristorante del nostro albergo.
Il giorno seguente ci alziamo presto per visitare la CN tower, quella che Megane Gale scala in una nota pubblicità televisiva. Da lassù vediamo il grande lago gelato e tutta la città imbiancata da una neve secca e sottile. Purtroppo non si vedono le cascate del Niagara. Non sono molto lontane ma non abbiamo il tempo di andarle a visitare perché il nostro itinerario prevede un lungo tragitto in direzione nord verso una località poco conosciuta anche ai canadesi.

Ottawa: Il parlamento

Dopo avere percorso centinaia di chilometri su strade semi deserte, nel tardo pomeriggio giungiamo a Huntsville e scopriamo che si tratta di una località sciistica in una zona fitta di foreste. Perbacco, l’unica pista da discesa è lunga solo due o trecento metri e sono veramente pochi per noi, abituati alle piste delle Alpi.
Non abbiamo portato l’attrezzatura per sciare ed essendo fine settimana non si trova più niente nemmeno a noleggio. Pertanto ci limitiamo a passeggiare.
Scopriamo, per via di alcune barche semi sepolte dalla neve, di essere in riva ad un grande lago. Non l’avremmo mai immaginato perché è gelato e la grande massa di neve depositata ne ha completamente rivisto le forme. Inoltre viene attraversato da piste grandi come vere e proprie strade sulle quali corrono veloci slitte a motore che sono il mezzo di trasporto più comune in questa zona.
Durante gli spostamenti notiamo che in mezzo ai laghi sorgono strane capanne di legno delle quali non capiamo il senso. Infatti d’estate si troverebbero proprio in mezzo all’acqua. Chiediamo spiegazioni e scopriamo che sono le postazioni invernali dei pescatori i quali si chiudono nelle capanne, accendono qualche tipo di riscaldamento, scavano un buco nel ghiaccio e pescano. Tutto questo per evitare che il freddo li trasformarsi a loro volta in stoccafissi (tanto per restare in tema).

Passati alcuni giorni un po’ noiosi giungiamo ad Ottawa e da qui dovremmo proseguire per un’altra località sciistica. Rifiutiamo l'idea di andare in un altro paesino sperduto quando abbiamo a disposizione una città, così telefoniamo all’agenzia organizzatrice del viaggio che accetta gentilmente di modificare l’itinerario. Finalmente dedichiamo alcuni giorni allo shopping ed alla visita dei musei della capitale lasciando riposare il nostro mezzo di trasporto.
La cucina canadese non è delle migliori perciò, stanchi di hamburger, insalata e minestroni conditi con kechup, andiamo nella parte francese della città, che si trova sull’altro lato del San Lorenzo, dove speriamo di trovare qualcosa di meglio.
Sotto una neve fitta fitta, attraversiamo il lungo ponte sul fiume, la crosta di ghiaccio che si forma sui nostri vestiti non si stacca e diventa pesante a tal punto che dobbiamo spesso toglierla per alleggerirci. Per fortuna le ottime specialità culinarie franco-canadesi ci ricompensano abbondantemente della faticaccia.

Un giretto in slitta

Il viaggio prosegue per Quebec, probabilmente l’unica città canadese che si possa definire antica, è molto carina e si trova su di uno sperone roccioso fortificato in riva al solito San Lorenzo.
Per festeggiare il carnevale, alla porta nord hanno costruito un bel castello, di notevoli dimensioni, fatto con blocchi di ghiaccio e poi su un grande spiazzo appena fuori le mura hanno riunito una serie di attrazioni legate al freddo.
Quindi troviamo una parete di ghiaccio da scalare, slitte da affittare sia a motore che trainate da cavalli o da cani, un grande cannotto pieno di gente che viene fatto scivolare giù da una lunga discesa, grandi vasche colme di trote che permettono ai bambini di pescare attraverso appositi buchi scavati nella spessa crosta gelata, degli igloo che pubblicizzano un noto albergo fatto interamente di ghiaccio, delle grandi tende che permettono alla gente di ritemprarsi e gustare nel tepore le specialità della zona ed infine il tutto viene abbellito da un concorso che mette a disposizione un cubo di ghiaccio di 3 metri da modellare a piacimento con il risultato che dozzine di sculture, alcune delle quali veramente interessanti, si fanno freddamente ammirare.
La città ha un bel porto colmo di barche da turismo tutte tolte dall’acqua ed impacchettate con plastica saldata a caldo, come le confezioni di bottiglie dei supermercati. Le poche navi non tratte a riva non potranno comunque muoversi sino a primavera inoltrata. Sono bloccate da una crosta di ghiaccio tanto spessa che l'esercito ha potuto piazzarvi sopra le tende per alloggiare i soldati che stanno facendo le manovre invernali in mezzo al porto.

L’ultima nostra meta è Montreal, una curiosa città dove la metropolitana si può percorrere anche a piedi attraverso un fitto intrico di tunnel sotterranei colmi di negozi e grandi magazzini. Li sotto si svolge la maggior parte della vita invernale perché fuori non si resiste.
La neve ed il grande freddo che da noi paralizzerebbero la circolazione sono talmente usuali qui che vengono affrontati con mezzi idonei a limitarne i problemi. Si sparge sale senza economia, pazienza se le carrozzerie delle automobili presentano segni gravi di corrosione anche relativamente nuove. La neve che si stacca dalle scarpe dei passanti lascia eternamente bagnati tutti i locali ai quali si accede dall’esterno ed i depositi di sale rovinano i pavimenti. Per permettere agli spazzaneve di pulire le strade che altrimenti diventerebbero inagibili, durante la notte, dei mezzi speciali rimuovono le auto in sosta poi, a lavoro ultimato, le rimettono al loro posto.
A Montreal il nostro giro finisce, quindi dobbiamo restituire l’auto e prendere il volo che ci riporterà prima a Toronto e poi a casa.
Una attimo di panico ci coglie quando scopriamo di essere andati nell’aeroporto sbagliato. Fortunatamente siamo in notevole anticipo, così riprendiamo la strada e raggiungiamo, in perfetto orario, quello giusto.
Dopo una trasvolata tranquilla, in Italia, finalmente, ci accoglie una temperatura più umana.




Il porto di Quebec.    Fernanda sotto ghiaccio.
Quebec: Trompe l'oeil.    Un castello di ghiaccio.


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