Quest'itinerario parte da Guggiate, davanti alla chiesetta di S. Andrea.
Arrivando da Como con la S.S. 583, appena entrati nel comune di Bellagio, dopo la frazione San. Giovanni ed il ponte sul torrente Perlo, si trova, sulla destra, l'indicazione per
Guggiate. La chiesetta è proprio qui, nell'omonima piazzetta, dove si ferma anche il Bus
C30 SPT
(Como - Bellagio) e trovano posto una decina di automezzi.
Guggiate, inizio del percorso
In fondo a piazza S. Andrea, dopo l'ingresso di villa Ciceri, parte una scalinata selciata, via La Derta, che sale su una collinetta. Dai due alti muraglioni che fiancheggiano
questa viuzza, si sbuca, dopo una decina di minuti, a Suira, una graziosa frazione, un tempo sede di un convento. Passato il nucleo antico, proseguendo sempre diritti, si incontra Casate,
dove sorge la cinquecentesca chiesa di S. Antonio e poi si raggiunge la Valassina (S.P. 41), davanti alla chiesa di Visgnola, un'altra frazione di Bellagio.
Imboccata la Valassina, in salita, dopo pochi passi si trova una scaletta, piuttosto ripida, a sinistra, marcata con il segnavia rosso-bianco-rosso n. 3. Porta a Chevrio.
Dopo averla imboccata, dapprima si fiancheggiano dei giardini, poi si entra in una pineta. Qui, il sentiero si riduce ad una traccia che, in caso di pioggia, diventa abbastanza
scivolosa. Per fortuna, su un albero o su un sasso, è sempre in vista almeno un segnavia bianco-rosso. Seguire sempre le indicazioni per Chevrio.
Questa salita nel bosco non è particolarmente bella ma voltandosi, il panorama è stupendo, purtroppo la vegetazione, alquanto fitta, impedisce di apprezzarlo pienamente.
Si arranca quasi per un'ora, quindi si raggiunge una recinzione in rete metallica verde. Subito dopo, si trova una strada sterrata che si prende a sinistra in leggera salita. Ancora
pochi minuti, finalmente, superato l'ingresso di una villa, ecco, sulla destra, il belvedere Makallé (forse Macallé?). Il nome esotico, mutuato dalle guerre d'Africa, non è rappresentato
degnamente ne dal panorama, in parte impedito dalla vegetazione, ne dal luogo, un misero balconcino rotondo circondato da un muretto ricoperto di filo spinato. Decisamente meglio, poco
dopo, il colpo d'occhio dalla Trattoria Baita Belvedere, dove,
volendo, si possono anche mettere le gambe sotto un tavolo.
Visgnola, la scaletta che porta a Chevrio
Dopo la Baita, lo sterrato inizia a scendere. Un paio di tornanti e si incontra l'Azienda Agricola "I Drenn" con vendita di formaggi e marmellata. Subito dopo si trova Chevrio, dove si
gira a destra sull'asfalto e poi, di fronte ad una cappella, nuovamente a destra per scendere sulla S.P. 41, che si deve prendere in salita.
Dopo una cinquantina di metri sulla provinciale, si gira a destra, tra due pilastri, sulla strada, pianeggiante, che porta a Brogno. Passata, con un ponte, la profonda forra dove s
corre il torrente Perlo, si entra tra le poche case della frazione.
Ora si prosegue sul tratto finale della Dorsale del Triangolo Lariano.
Dopo avere incontrato la strada che scende dal monte Nuvolone, si costeggia il trasandato parco di villa Mariani. Ancora qualche minuto e superate le cascine di Begola,
si trova la malconcia mulattiera che scendendo attraverso un bosco, porta in località Mulini del Perlo.
Quando si sbuca, da una scalinata, su una stradina asfaltata, può essere interessante girare a destra per vedere, ad una decina di metri, un vecchio mulino, ormai ridotto a comune
abitazione, con il canale di alimentazione dell'acqua trasformato in un ponticello. Nel cortiletto è ancora visibile una macina in disuso, attualmente con pura funzione ornamentale.
Il nostro percorso, invece, scende a sinistra, con stupendi panorami, fino a raggiungere una vistosa piazzola di atterraggio per elicotteri. Subito dopo si gira attorno ad un rustico,
in ristrutturazione da secoli ed in fine si incontrano alcune case con un piccolo parcheggio, dove si deve girare a destra. Attenzione, questa biforcazione può facilmente sfuggire.
Presa la nuova direzione, si trova immediatamente una piccola scalinata (segnavia 1), Vicolo al Selvetto, che scende verso un ponticello sul Perlo. Attraversato il torrente, si nota,
deturpata da un'orrenda porta colorata con smalto rosso, la bella nevera di villa Ciceri. Percorrendo via Teresa Ciceri si fiancheggiano gli edifici di questa grande proprietà, il cui corpo
centrale è alto più di cinque piani. Alla fine della via ci si ritrova, nuovamente, in piazza S. Andrea, il nostro punto di partenza.
La salita richiede meno di due ore e la discesa circa un'ora. Il dislivello di 400 metri, non è particolarmente impegnativo ed i notevoli panorami, sul promontorio di Bellagio e
sull'alto lago, lo fanno sopportare più facilmente.
Tutto il percorso è compreso nel perimetro del comune di Bellagio che come avrete capito, conta numerosissime frazioni e località. Alcune, di queste, hanno nomi ambigui, oltre a
Makallé, infatti, esistono anche Cernobbio e Gravedona.
Volendo ammirare il panorama, senza sobbarcarsi la camminata, si può accedere al belvedere Makallé anche in auto, prendendo la deviavione per Chevrio dalla Valassina, S.P.41. La
stradina sterrata, a fondo cieco, è facilmente agibile anche con normali mezzi da strada e pochi metri prima della piazzola panoramica si trova un piccolo posteggio, utile anche per
l'inversione di marcia.
Buona passeggiata.
Aggiornato aprile 2015
Panorama dalla Trattoria Belvedere, in primo piano Bellagio ed a destra Varenna.
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Panorama dal belvedere Makallé.
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Panorama lungo la discesa.
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Mappa percorso (Kompass 91).
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