Europa

Belgio

mordi e fuggi. (2013)

L'Atomium, sotto la pioggia.

L'inizio di questi viaggi è sempre lo stesso.
Sono quasi le cinque del mattino, alcune figure stralunate salgono, con passi incerti, su un pullman posteggiato davanti al Municipio di Como. Pochi grugniti di saluto e si parte in direzione Malpensa.
Immagino che nessuno riesca a seguire il lunghissimo discorso dell'accompagnatrice che, ogni tanto, mi fa sobbalzare, durante il tragitto per l'aeroporto, poi, nel dormiveglia, saliamo, senza rendercene conto, su un volo low cost che dopo circa un'ora ci scarica a Bruxelles.
Il risveglio inizia in Belgio, sul nuovo pullman, quando la guida locale si presenta. Il programma è ambizioso, visitare Bruxelles, Bruges e Gand, con relativi mercatini natalizi, in tre giorni e due notti.

La corsa inizia subito con un giro veloce della capitale belga in pullman, con descrizioni del tipo:
“A destra la reggia, a sinistra il parco del cinquantenario, davanti il Musee de l'Armeè. Ora scendete (sotto la pioggia) ed andate a fotografare l'Atomium”;
“Ritrovo qui, tra dieci minuti, chi si attarda, la prima volta viene ammonito, la seconda volta viene abbandonato. Il disperso dovrà arrangiarsi a trovare l'hotel da solo”;
“A proposito, prendete nota del numero di telefono dell'accompagnatrice altrimenti sarà peggio per voi (non si sa ancora dove alloggeremo)”.

Negozio liberty, cioccolato per tutti!

Scopriamo presto che la guida italo-belga è ben preparata in storia dell'arte, perché ci fa correre per la cattedrale di San. Michele e Santa Gudula mitragliandoci con notizie complicatissime.
Tutti fingono di prestare attenzione temendo di essere interrogati, siamo viaggiatori navigati e sappiamo bene che molte guide carogne lo fanno per svergognare l'incauto che osa distrarsi. Purtroppo, in una sorta di complicità con gli aguzzini, il malcapitato viene sbeffeggiano anche da tutto il gruppo che spera, così, di salvarsi dalle loro grinfie.
Dopo la snervante corsa in chiesa usciamo ed andiamo, poco lontano, in galleria, dove, finalmente, ci viene concessa una tregua, è l'una ed abbiamo un'ora di libertà per pranzare. Disperati ed affamatissimi ci lanciamo sul primo locale che incontriamo, senza sapere che dietro l'angolo vi è un'intera strada colma di ristoranti molto carini. Fortunatamente non si mangia male ed il prezzo non è particolarmente esoso ma non c'è tempo per il relax, dobbiamo rimetterci in pista.
Ancora un paio d'ore di tortura poi, finalmente, il nostro mezzo ci scarica nell'albergo, dove sbrighiamo rapidamente le pratiche burocratiche e corriamo a riposarci nelle nostre belle camerette.
L'ultimo consiglio della giornata: “Ah, non scordatevi di scendere alle 20 per la cena e alle 22 tutti a nanna che domani vi aspetta una giornata molto dura!”
Trattasi di frase pleonastica, nessuno è più in grado di connettere.

Una notte tranquilla e un'ottima colazione ci rimettono di buon umore, così partiamo per Bruges in grande forma ma appena arrivati incominciano i problemi. Il pullman si ferma abbastanza lontano dal centro e dobbiamo raggiungerlo a piedi, sebbene non si tratti di una lunga passeggiata, a causa del passo di corsa tenuto dalla guida e di qualche fotografia di troppo, il gruppo si allontana e mi perdo per le vie della cittadina.
Potrà sembrare strano, in fin dei conti si tratta di un borgo non eccessivamente grande, ma la calca dei turisti è notevole. Insomma, non avendo preso nota del numero della guida, sono costretto a telefonare a mia moglie per farmi indicare la strada. Ovviamente, devo sorbirmi anche la sua ramanzina.
Quando finalmente raggiungo la carovana, gli altri sono già saliti sul battello per navigare lungo i canali ed io devo prendere il successivo. In vero, il freddo ed il vento, che nel frattempo si è alzato, non mi permettono di godere della gita, forse avrei fatto meglio a rinunciare.
Le guide non mi dicono niente ma vedo che scrivono il mio nome su un libricino nero. Se mi capita un altro impiccio, penso, sono spacciato!

Torre civica di Bruges.

Ora tocca al centro, una bella piazza con un palazzo comunale dotato di una torre gigantesca, qui ci mettono in libertà con l'ordine di tornare entro un'ora. Nel frattempo ci dovremo arrangiare a pranzare. Troviamo un piccolo ristorante che fa al caso nostro e ci riempiamo di cozze e gamberetti poi torniamo sotto le ali protettrici delle guide che ci riportano di corsa al nostro mezzo di trasporto con il quale ci dirigiamo verso Gand.
Chi pensa di poter fare un riposino durante il tragitto si sbaglia di grosso. La guida fanatica d'arte ci distribuisce un'immagine del polittico dell'Angelo Mistico, custodito nella cattedrale di San. Bavone e ci tocca sentire vita, morte e miracoli di tutte le figure rappresentate nei 23 pannelli. Sebbene adori i fiamminghi, il capolavoro dei fratelli Eeyck, dipinto nella prima metà del 1400, mi risulta notevolmente indigesto.
Appena terminata la lezione di storia dell'arte, si comincia con le ricette per cucinare dolci di cioccolato. In questo campo, però, la mia resistenza è più difficile da sgretolare e, sebbene la guida si impegni a fondo, il cioccolato continua a piacermi, come prima.
Dopo un paio d'ore di tortura si arriva a Gand dove scopriamo che il polittico è in gran parte costituito da fotografie in bianco e nero (era meglio il disegno che abbiamo visto in pullman). Personalmente, apprezzo molto di più la passeggiata nel mercatino sulla piazza della chiesa e nei quartieri attorno dove beviamo vin brulé per scaldarci.
Ritorniamo finalmente in albergo per cenare.

Lunedì, ultimo giorno di viaggio, ci dirigiamo, di buon ora, verso il centro di Bruxelles a piedi. Questa volta tocca al quartiere dei fumetti, alla piazza del mercato e al Manneken Pis tre interessanti soggetti che dobbiamo vedere, in vero, un po' troppo velocemente.
Il tempo a disposizione è ormai scaduto torniamo all'aeroporto e verso le 22 siamo nuovamente davanti al Municipio di Como.

Nota

Leggendo questo resoconto viene spontaneo chiedersi quale perversa logica possa spingere un viaggiatore a sottoporsi a questa tortura. Tappe forzate, corse, descrizioni noiose e nessuna libertà d'azione.
L'utilità delle gite organizzate si scopre, però, quando sorge un imprevisto. La prima sera, una signora del nostro gruppo, incautamente, lascia una borsa incustodita su una sedia dell'hotel. Al suo ritorno la borsa è scomparsa assieme ai quattrini ed ai documenti di viaggio. A nulla valgono le ricerche. Poi, le telecamere di sorveglianza confermano che uno sconosciuto è riuscito ad impadronirsene e ad andarsene indisturbato.
Viaggiando da soli questo potrebbe essere un problema veramente difficile da risolvere ma, grazie alla valida collaborazione delle nostre attente accompagnatrici, la signora riesce a tornare a casa assieme a tutti gli altri, presentando la denuncia per furto ed ottenendo dei documenti sostitutivi, in soli due giorni (uno è domenica). Tutto questo senza dover rinunciare a nessuna delle visite in programma.



Beghinaggio a Bruges.
Manneken pis.
Piazza del Mercato, Bruxelles.
Il quartiere dei fumetti, Bruxelles.
Il quartiere dei fumetti, Bruxelles.
Piazza del Mercato, Bruxelles.
Vetrata della cattedrale, Bruxelles.
Magnifico portale, Bruges.
Bancarella con formaggi a Gand.
Piazza della cattedrale, Gand (per capirci,
quella del famigerato polittico).


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