Parco Regionale Spina Verde

Il castel Baradello

Un simbolo di Como

Un'alta torre, ultimo avanzo di un castello abbattuto nel XVI° secolo, veglia sulla città di Como.

Como è chiusa a sud e ad ovest da una serie di colline moreniche, lasciate dall'enorme ghiacciaio che ha scavato il solco attualmente occupato dal lago.

La città, nel corso dei secoli, crea, attorno a queste alture, un complesso sistema difensivo, del quale, oggi, poco si è salvato. Uno dei resti più cospicui è il castel Baradello, tuttavia, anche di questa importante roccaforte rimangono solo una torre alta 28 metri, una piscina per la raccolta dell'acqua, un piccolo edificio esagonale e poco altro.

La torre del Castel Baradello.

Come si raggiunge

Uno sterrato carrozzabile, porta sino in cima alla collina dove si trovano i resti del castello, però è chiuso da una sbarra ed è permesso il transito solo ai gestori ed ai clienti del piccolo ristorante collocato sotto il mastio.

L'accesso pedonale più facile, quindi, è quello che parte dal piazzale di Camerlata. Si sale lungo la via Santa Brigida e Respaù per poi prendere un sentiero, sulla destra, indicato da alcuni segnavia, che in pochi minuti, raggiunge l'antica fortificazione.
Dentro la torre, recentemente, è stato allestito un piccolo museo visitabile ogni domenica dalle 10 alle 17, da maggio ad ottobre. Dalla terrazza sulla cima, a 28 metri da terra, si può ammirare uno spettacolo eccezionale. L'occhio spazia a 360 gradi su Como, sulle Alpi e sulla pianura padana.

Qui, siamo nel Parco Regionale Spina Verde e quindi possiamo approfittare dell'occasione per visitare qualche altro luogo interessante.
A tale scopo, si può proseguire lungo la via Respaù costeggiando un Parco delle Rimembranze dotato di una acustica particolare.
Raggiunta la cascina Respaù di Sotto, attualmente trasformata in ostello, il fondo della stradina peggiora ma si sale, comunque, senza problemi, fino a Respaù di Sopra. Lo sterrato, ora, ritorna pianeggiante e raggiunge rapidamente Pianvalle dove si trovano alcuni interessanti resti della Como preromana, risalenti, almeno, al VI° secolo a.C. Infatti, la Nuova Como (Nova Comum), in riva al lago, viene fondata da Giulio Cesare, solo nel 59 a.C.
Sebbene si siano incontrati già un paio di ristoranti, si può concludere la passeggiata al monte Croce, anche lui dotato di posto di ristoro.

Tutto il percorso, molto ben indicato e senza forti salite, richiede meno di due ore. Se ci si limita al Baradello, bastano 15 minuti.

Un po' di storia

IL colle Baradello (m. 430) è in una posizione strategica importantissima. Ai piedi di questa altura passano molte vie di comunicazione, compresa quella per Milano. Si tratta di uno snodo vitale per Como e le fortificazioni si adeguano, scendendo fino a sbarrare la strada. Interessante notare che il complesso fortificato comprende le cascine sul colle Respaù, pertanto, dal punto di vista dei rifornimenti alimentari, è completamente autonomo.
Oggi, del caposaldo non rimane più nulla però la località ai piedi del colle si chiama ancora Camerlata (Ca' Merlata = fortezza).

Il castel Baradello visto da Como.

Nel VI° secolo d.C. esiste già, certamente, una fortificazione in pietra che viene distrutta dai milanesi, nel 1127, dopo la guerra decennale (1118-1127).
Circa 30 anni dopo, l'imperatore Federico Barbarossa ricostruisce il Castel Baradello come punto di appoggio per le sue numerose discese in Italia che si concludono con la sonora sconfitta di Legnano, del 1176.
Il 16 agosto 1278, un altro fatto di cronaca, Napo Torriani, dopo essere stato sconfitto nella battaglia di Desio (1277), muore d'inedia in una gabbia di ferro appesa all'esterno della torre.
Nel secolo XIV°, Azzone Visconti fa eseguire vari interventi al castello, il più vistoso dei quali è l'inalzamento della torre di 8 metri.

La fine giunge nel 1527, l'anno del sacco di Roma. Per evitare che cada in mano ai francesi che stanno invadendo il nord d'Italia, Antonio de Leyva, Luogotenente di Carlo V°, ordina di abbattere il castello ed il Governatore di Como, don Pedro Arrias, si affretta ad eseguire, risparmiando solo la torre.

Dopo la distruzione, con le opere difensive ridotte a ruderi, i colli Baradello e Respaù, ritornano di proprietà privata. Inizialmente appartengono ai monaci di san Carpoforo. Nel 1825 sono della famiglia Venini che fa costruire la carrozzabile per la cima e una piccola torre esagonale. Nel 1924, Teresa Rimoldi lascia, in eredità, la tenuta all'Ospedale Sant'Anna il quale, in seguito, cede gli ultimi resti della rocca al Comune di Como.
Nel 1903 la torre viene restaurata da volontari, altri restauri seguono nel 1971 e nel 2011.
Dal 1993, il Baradello fa parte del Parco Regionale Spina Verde.

La cava di Camerlata

Arrivando a Como, da Milano o da Varese, sul fianco del colle Baradello, si vede una roccia sulla quale, spesso, dei burloni si divertono a disegnare o a scrivere. Un tempo si trattava, quasi sempre, dei coscritti e si leggevano messaggi tipo "W il 46" o simili. Oggi si vede di tutto e non sempre si tratta di burle, per fortuna non è più molto di moda.
Tutti conoscono questo sassone ma solo pochi sanno che è la parte più evidente di una antica ed importante cava dalla quale si estraeva una roccia sedimentaria, per sua natura non molto dura e di conseguenza, abbastanza facile da lavorare. Si tratta della famosa "pietra molera" che prende nome dalla sua principale utilizzazione, cioè, la produzione di mole per affilare lame.
Non meno importante era l'uso come materiale da costruzione, un esempio evidente è il vicinissimo castel Baradello, tutto in pietra molera. Quasi certamente proviene da questo luogo anche la "Stele di Prestino", conservata al museo archeologico di Como, sulla quale è incisa una dedica in alfabeto leponzio, la più antica testimonianza di scrittura, trovata, sin ora, nel territorio lariano.
Alla cava si accede, da via S. Brigida e Respaù, tramite un robusto cancello che si trova sulla sinistra dopo un grande serbatoio dell'acquedotto comunale e prima della deviazione per il Baradello. Per le visite, occorre fissare un appuntamento chiamando il numero 031.211.131 del Parco Regionale Spina Verde. Poiché dubito che gli impiegati del parco permettano l'accesso ai burloni grafomani (vedi sopra), evidentemente esistono anche altri ingressi non ufficiali.
Comunque ci si arrivi, sul posto si possono utilizzare delle terrazze che permettono di vedere la cava, con la massima sicurezza, sia dall'alto che dal basso. In pratica, si vede una profonda grotta, le cui pareti portano evidenti segni lasciati da attrezzi per la lavorazione della pietra. Dalla terrazza sopra il roccione pubblicitario si può anche ammirare un discreto panorama.

Buona passeggiata.




Come raggiungere il Castel Baradello.
Panorama su Como, dal Castel Baradello.
L'edificio esagonale.
La N.D. Teresa Rimoldi, ultima proprietaria privata del
Castel Baradello. (Quaderia dell'Ospedale Sant'Anna)


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