Nell’arte dei punti vitali si evita di “armare” l’attacco (es: ritirare il braccio se non strettamente richiesto da un secondo avversario che attacca alle spalle): l’attacco deve partire da dove si trova il braccio senza richiamo ne fretta alla partenza ; in particolare bisognerà allenarsi nell’uso asimmetrico degli arti che richiede un minimo talento ovvero possedere l’emisfero destro del cervello “liberato”.

L’assenza della preparazione dell’attacco serve per impedire al proprio cervello mammifero di bloccarsi sulla fede negli automatismi creduti benefici e per evitare anche, che il gesto di armare l’attacco o il mettervi energia, allerti il cervello rettile dell’avversario (si tenta di evitare una cosa simile alla trasmissione del pensiero).

Si deve tener presente che un attacco senza segnali preliminari è talmente rapido da non poter essere evitato con una schivata o fermato da un bloccaggio: il processo di decisione-azione che genera l’attacco si contrappone al processo di difesa che prevede occhio-decisione-azione, unica possibilità per evitare un attacco è quindi percepire il segnale preliminare dell’attacco dell’aggressore –se ne fa uno- ed anticipare.

Lo sguardo periferico (in giapponese detto “sguardo della montagna lontana) concede reazioni piu’ rapide dello sguardo diretto che è sicuramente piu’ nitido –con esso di fatto si legge- ma è limitato ad una sola parte della retina. Lo sguardo periferico che osserva da destra a sinistra quasi a 90° si dice sia in contatto diretto con il cervello rettiliano e quindi con l’istinto di conservazione: la percezione del pericolo o un presegnale di attacco avviene con questo particolare tipo di sguardo.

La forza, in questa arte, non è di rilevanza quello che veramente serve è la velocità: piu’ si è veloci piu’ il colpo risulterà essere potente indipendentemente dalla massa muscolare che lo ha generato (in natura si viene attaccati sempre da un “predatore” che sa perfettamente di essere in una situazione di vantaggio).

Per poter sfruttare completamente la potenza del corpo si deve innanzi tutto prendere coscienza del proprio corpo tramite particolari esercizi (insegnamenti detti OKUDEN = nascosti, segreti, che venivano trasmessi solo a pochi e selezionati allievi che avevano raggiunto una grande esperienza) che aiutino a sviluppare la capacità di gesti asimmetrici che concedano di portare, quindi, colpi simultanei sui vari punti (usando per esempio entrambe le braccia ed una gamba per colpire).

Ma anche con questi particolari esercizi il progresso è limitato, la vera padronanza del proprio corpo è difficile da raggiungere senza integrare gli esercizi detti prima con altri che equilibrino i due emisferi cerebrali (derivanti sempre dagli OKUDEN: particolari esercizi con le dita, direzione di sguardi, movimenti di testa o busto, musica, urla “yang” alternate a sibili “yin”, gruppi di praticanti che effettuano azioni sfasate in rapporto a quelle del vicino di fronte e di lato –si deve resistere alla voglia di fare come loro o ripetere le stesse azioni-)

Per occupare il cervello intellettuale, antagonista del risveglio dell’istinto, si può contare, recitare poemi mentre risulta deleterio cantare in quanto non lo si esclude a meno di non cantare come nel teatro giappone “NO”.