Esiste uno svariato numero di punti vitali disseminati sull'intero corpo che causano effetti diversi; tra di essi possiamo distinguere dei punti che causano la morte, altri la sincope, il mutismo, la paralisi... sui punti in questione vengono definite diverse azioni tra le quali il bloccare la circolazione del sangue nelle vene, toccare il percorso del Ki causando paralisi temporanee, toccare i tendini dei muscoli causando paralisi, bloccare la circolazione profonda del ki in certi punti mentre esso è al suo massimo slancio.

Studiando i punti vitali dei dim mak (tocchi mortali) si nota che l'azione su questi punti si divide in tre gruppi:

1. dim ching - azione sui nervi, causa dolore intollerabile e quindi reazioni

2. dim hsueh - azione su una "cavità", interviene sui vasi sanguigni causando sincope o coaguli

3. dim mak - azione mortale, causa arresti funzionali (cuore, respirazione) con relativo effetto ritardato che provoca la morte in alcune ore, giorni o mesi.

Secondo gli iniziati del dim mak perchè il "tocco" abbia effetto bisogna attendere quel particolare stato in cui si controlla e si accumula il proprio Ki, sempre secondo loro esisterebbero tecniche  (comprese quelle respiratorie)  dette mi chung che permetterebbero di chiudere volontariamente un punto vitale per renderlo invulnerabile al tocco mortale.

Il tocco mortale può arrivare al suo fine ultimo solo se vengono attentamente considerati alcuni elementi:

1. una tecnica di attacco corretta

l'ego risulta essere il primo nemico del praticante, la prima regola per chi usa questo tipo di  arma è rifiutare il combattimento accettando di "perdere la faccia"; solo se veramente in pericolo di vita e non si può fuggire si passa all'attacco che deve essere improvviso senza riserva ne gesticolamento: non esistono posizioni di guardia classiche che possono nuocere sia tecnicamente che mentalmente. Risulta quindi ovvio come le schivate debbano essere sviluppate a livelli altissimi.

 2. utilizzare l'arma naturale adeguata

tenendo conto che esistono armi naturali indicate per meglio penetrare certi punti essenziali (vitali detti KYUSHO).

3. corretta direzione di attacco

direzione dell'arma naturale nell'impatto sul punto vitale (ascendente, discendente, laterale, ruotata...)

 4. corretto controllo della respirazione

sia della respirazione dell'avversario che del praticante; bisogna padroneggiare correttamente i livelli di respirazione per colpire sempre al massimo effetto

5.  considerare l'età, il sesso, l'abilità, lo spirito, la corporatura, la razza dell'aggressore

a seconda dell'età certi punti vitali risulterebbero più vulnerabili;

a seconda del sesso certi punti vitali sono più sensibili o possono mancare del tutto (testicoli, ovaie, il seno necessita di tocchi speciali);

in un combattimento in cui si sa che si può perdere la vita non si deve mai sottovalutare l'aggressore: bisogna tener conto della sua abilità nello schivare, bloccare e deviare l'attacco, bisogna notare quanto ha messo in gioco (se si protegge maggiormente per sopravvivere o si è votato all'autodistruzione), quali parti protegge e quali punti vitali invece ha scoperti (eventualmente anche nelle zone che pensa di proteggere), non lasciarsi ingannare dell'avversario;

spezzare lo spirito aggressivo(determinazione ad uccidere) dell'avversario colpendo alcuni punti vitali per portare un attacco definitivo -se non si può fuggire- mentre la sua concentrazione è stata rotta;

bisogna sempre tener presente della taglia, dei vestiti, degli handicap e delle ferite dell'aggressore;

sul piano morfologico lunghezza della braccia e delle gambe, anche, cranio, gabbia toracica differiscono in base alla razza ma anche la resistenza ai colpi è varia a seconda di chi ci si trova d'avanti

6. usare un giusto grado di potenza

la potenza non serve a molto (solo a soddisfare il proprio ego), i punti vitali sono vulnerabili senza utilizzare molta forza anzi rispondono meglio ad attacchi simili a leggere punture o penetranti o a ripetizione: un attacco troppo violento avrà un effetto di spinta senza agire nel profondo.

7. corretto numero di colpi

per alcuni punti essenziali si utilizzano tocchi, urti, brevi colpi a ripetizione; per altri si deve colpire prima un punto per renderne vulnerabile un altro, si devono quindi utilizzare due arti contemporaneamente e anche a diversi livelli, si possono realizzare anche attacchi triplici  (le braccia ed un piede o la testa, per fare questo servono esercizi speciali)

 8. considerare la stagione, la temperatura esterna, ora del giorno

a seconda della stagione alcuni punti vitali divengono più vulnerabili (in base al ciclo vitale proprio del pianeta che influenza la vita dell'uomo);

l'organismo deve mantenere una temperatura interna di 37°C quindi il variare della temperatura esterna causa importanti variazioni biologiche che si ripercuotono sulla sensibilizzazione di alcuni punti rispetto ad altri: quando fa molto freddo i punti sono più vulnerabili probabilmente perchè l'organismo privilegia gli organi interni (tipo il cervello) a dispetto della pelle e delle estremità;

per quanto riguarda l'ora ci si rifà alla scienza dei bioritmi cinesi che constata che ad ogni periodo del giorno e della notte l'organismo arresta o opera rilasci ormonali di neuromediatori e neurotrasmettitori che rendono alcuni organi più vulnerabili o insensibili, i punti vitali sono più ricettivi quando gli organi si attivano.