L’argomento "pulizia sensore" non è nuovo in quanto possiamo ormai
contare su esperienze maturate con prodotti presenti sul mercato da più di
cinque anni escludendo le reflex precedenti alle professionali D1. Le reflex
digitali assorbite dal mercato di quest’anno pareggeranno e supereranno quelle a
pellicola e ciò solo per rapportare la discussione ai quantitativi interessati
ed utilizzati nelle più disparate applicazioni della fotografia. Diamo
da subito per scontato che nessuna soluzione hardware resta ad oggi percorribile
da una parte perché non è la “polvere” (quella che comunemente intendiamo e
percepiamo visivamente) il vero “problema” e dall’altra perché qualunque “vetro”
anteposto davanti (più avanzato del filtro al niobato già previsto) al sensore
di immagine costituisce quasi sempre fonte di maggiori ed inaccettabili
compromessi ottici soprattutto se visti in soluzione ad un non problema.
Ricordo a tutti coloro che insistono su una soluzione a “vetro” seppur del più
pregiato e specifico minerale, da anteporre sul sensore per portare in una zona
di fuori fuoco le impurità, che lo stesso provoca inevitabili riflessioni e
rifrazioni troppo prossime al piano focale. Lo stesso vale per la luce riflessa
dal sensore (ricordo che nel sistema Bayer, il sensore riflette quasi il 50%
della luce verde, il 25% di quella rossa e 25% blu e che nei sensori a tre
strati restano comunque da valutare gli altri aspetti “collaterali”) che
ritornerebbe sul “vetro” generando insostenibili abbassamenti di contrasto e
microcontrasto (migliorarli via software non sarebbe la strada corretta). Il
“vetro” sfalserebbe anche tutto il sistema di rilevamento e misurazione TTL
flash oltre a costituire delicatissimo fattore di abbassamento nitidezza. La
soluzione a “vetro” costituirebbe inoltre serio problema su schemi ottici
grandangolari utilizzati in particolar modo su scene ad elevatissimo contrasto
ma soprattutto quando la lente posteriore dell’obiettivo interessato risulta
grande per la luminosità e prossima al piano focale. In questi casi si
aggraverebbe la riflessione della luce di ritorno che produrrebbe un cono
rotondo e colorato della colorazione complementare allo strato antiriflesso,
sovrapposto e sfalsato sull’immagine. La conferma di quanto sopra è data anche
dalla testimonianza di quasi tutti i produttori di fotocamere che NON propongono
tale inaccettabile compromesso.I sensori sono comunque costituiti dal
CCD o CMOS sul quale viene fissato il filtro al niobato di litio (quello
azzurrino visibile in posa "B" o nella fase di pulizia). Il filtro non è a
contatto con il sensore ma fissato a distanza con un calcolato spessore per
costituire una ricercata "camera d'aria" sterile. Il filtro non può dunque
essere sostituito se non assieme al sensore perchè la sua rimozione renderebbe
impossibile il nuovo assemblaggio senza l'infiltrazione di impurità che sul
piano focale diverrebbero visibilissime ma soprattutto assolutamente impossibili
da rimuovere. Ho personalmente investito invano una giornata per verificare se
con mille attenzioni di pulizia (contemplando anche situazioni ambientali
estremizzate) si potevano raggiunfgere risultati accettabili.Un filtro
rigato oppure infiltrazioni di liquidi sotto il filtro richiedono
inevitabilmente la sostituzione del sensore comprensivo di filtro assemblato in
produzione!Da questo punto di vista Nikon ha dato dimostrazione sui
nuovi modelli D2 e D70, di fornire sulle estremizzazioni (non è necessario per
impieghi differenti da still life in studio con fondali uniformi, focali estese
e diaframmi iperchiusi) concrete soluzioni con l'opzione Image Dust Off
supportata dall'opzionale Nikon Capture 4.1 su file grezzi RAW-NEF. Questo primo
percorso è solo il primo passo per la ricerca e lo sviluppo di eventuali
funzioni implementabili a livello hardware (tali applicazioni non sono “solo”
fatti da firmware e memoria cache, ram e buffer ma, per poter essere veloci,
richiedono lo sviluppo e produzione di specifici integrati chiamati ASIC) tipo
l’ormai consolidata funzione di riduzione disturbo “Noise” Noise
Reduction. Se la funzione Noise Reduction trova le origini nel Dark
Frame della fotografia astronomica, l’applicazione Image Dust Off trova
spunti nel “Flat Field” sottratto in alcune specifiche tipologie di
fotografia astronomica. La funzione Nikon Image Dust Off, trova anche
forti similitudini, escluse le variabili infrarosse, a quanto già da tempo
sviluppato per gli scanner e chiamato dapprima “Clean Image” oggi evoluto in
Digital Ice Cube della
Applied
Science Fiction.Qualche informazione sull'applicazione negli scanner
Nikon e presente sul questo forum al
Link...Il fenomeno "polvere" o impurità sul sensore
costituisce una specifica attenzione che gli utilizzatori "digitali" devono
considerare. Una normale cura associata ad una pulizia ordinaria garantirà
immagini "pulite". Per pulizia ordinaria si intende una
saltuaria "soffiata" sul sensore con una "classica" pompetta per lenti
(eventuali setole NON dovranno toccare il sensore perchè ciò vanificherà la
pulizia a secco). Questa operazione descritta sul manuale di istruzioni di ogni
fotocamera richiede l’attivazione della dedicata funzione. La D70 consente
l’attivazione della funzione anche con l’alimentazione a batteria. Questa
operazione non si dovrebbe trascurare anche per una saltuaria “soffiatina” sul
sensore AF posto nella parte bassa del box specchio. Anche questo sensore se
oscurato dalla polvere riduce le capacità di lettura e prestazioni
AF.Con un po' di esperienza si potrà impiegare al posto della “pompetta”
manuale, una bomboletta di CO2 reperibile dai fornitori di materiali e
strumenti per laboratori di assistenza o supporto all'elettronica. Tali
bombolette (quella citata si chiama CO2 Power Clean I, 38 grams of CO2)
dovranno essere impiegate solo dopo essersi accertati dell'assenza di eventuali
sostanze inquinanti. Prima di soffiare sul sensore verificate dunque la purezza
dell'erogazione su una superficie diversa. Le bombolette di CO2 sono
raggiungibili come ricambio anche “on line” presso:
http://www.micro-tools.com/Merchant2/e_solvent.htmCon
molta esperienza sulle spalle si potrà utilizzare anche una comune bomboletta
d’aria compressa ma in questo caso bisogna essere ben certi di sapere come
evitare di spruzzare condensa sul sensore. Questa evenienza potrà essere
risolta solo con una delicata ed approfondita pulizia in laboratorio o, con un
po’ di necessaria esperienza, attraverso i kit specifici per la pulizia con
liquidi dedicati alla pulizia del sensore. L’eventuale impiego dei compressori
deve rispettare rigorosamente la stessa regola sulla condensa!Per
pulizia straordinaria si intende invece la rimozione di quelle particelle
fissate sul sensore e che l'aria (priva di condensa!) o la ricarica di CO2 non
riescono a staccare. Queste si fissano perchè umide oppure perchè lasciate a
lungo e fissate dalla condensa formata sul sensore quando spostiamo la
fotocamera da ambienti molto freddi ad ambienti caldi e carichi di
umidità.Questa situazione produce, ovviamente, anche immagini meno
incise......ma è esattamente quello che avviene sulle lenti degli occhiali
quando in montagna si entra in un luogo caldo per ristorarsi, o quando togliamo
dal frigo una bottiglietta d’acqua. Per restare più propriamente nel settore
succede anche prelevando l’attrezzatura dalla cassaforte quando in essa non si
utilizzano i sali “silica gel” per abbassare il fattore di umidità (i sali
devono raccogliere l’umidità dispersa nell’aria e si devono cambiare o
rigenerare periodicamente) o comunque quando lo sbalzo termico tra i due
ambienti si avvicina indicativamente ai dieci gradi.La pulizia di effetti
causati dalle situazioni legate alla condensa anche se microscopica, ci si potrà
attrezzare di liquido e tamponcino/i dedicato.Queste soluzioni sono vendute
dai produttori di materiale di consumo e reperibili dai grossisti fotografici di
settore oppure reperibili on line anche presso:
http://www.micro-tools.com/Merchant2/e_psi.htm.
Maggiori
dettagli:
http://www.photosol.com/
I prodotti da abbinare per la
pulizia a tamponcini con liquido sono due:
1 il liquido chiamato
Eclipse e dedicato alla pulizia generale di lenti
2 i tamponcini
"sticker swab" dedicati alla Nikon D100/D70.
Eccezionalmente sarà
da prevedere un intervento in laboratorio. Questo solo se non si è in
grado di adottare le procedure sopra descritte ma in particolar modo per una
pulizia davvero "eccezionale" che è ottimizzata nella rimozione di impurità
depositate nelle parti felpate del box specchio, tra le lamelle dell'otturatore
e nelle parti non raggiungibili dall'operatore oltre che ovviamente a quella del
sensore. Ciò per ridurre al massimo le impurità vacanti che verrebbero attirate
dal sensore ad ogni otturazione.Maggiori dettagli su modalità e costi
assistenze:
Link...Questa sarà dunque da prendere in
considerazione di rado... Ogni intervento di pulizia diverso da quello
indicato sul manuale di istruzioni è da farsi sotto stretta e personale
responsabilità. Ciò non perché rischioso ma semplicemente perché sebbene scritto
in mille modi ognuno applica livelli di attenzione e precisione soggettivi e non
prevedibili.Per una soluzione "economica" di CO2 vedere:
Bombolette CO2 & Pulizia Sensore...
Polvere o Riflessi ?
Macchie sul Sensore...
PS: Ammoniamo l'utilizzo della
procedura suggerita nella discussione "Proposta fai da te, io il sensore me lo
pulisco da me" con pennello, cartine ed etere. Ciò perchè sebbene applicabile ha
procurato seri danni con qualche cliente che, inzuppato il pennello, ha
procurato infiltrazioni sotto il filtro al niobato di litio rendendo necessaria
la sostituzione del sensore non in garanzia.La procedura con Eclipse e
Sensor Swab risulta, ad oggi, preferibile in ogni aspetto.
Ultimo Aggiornamento dell'articolo (Gennaio 2006)
Rispolveriamo gli argomenti ed anche il sensore...Questo forum ha ormai
ospitato centinaia e centinaia di messaggi in merito accompagnando la
"maturazione" del fenomeno e con esso le innumerevoli soluzioni
percorse.Penso che anche i più "accaniti" puristi possono asserire oggi
che si parla di un fenomeno e non di un problema. Allo stesso tempo che non ci
sono soluzioni hardware da auspicarsi come risolutive in assoluto ma semplici
precauzioni e autonome saltuarie pulizie. Alla luce di tutto ciò ognuno ha
maturato le personali esperienze messe spesso a disposizione di tutta la
community.Grazie alle precedenti discussioni che in seguito riporto con
i link, abbiamo stabilito che non c'è di meglio di una saltuaria pulizia a secco
con la pompetta anche citata nei manuali di istruzioni delle fotocamere. Abbiamo
anche escluso categoricamente l'utilità di bombolette d'aria o CO2 compresse per
soffiare sul sensore. Al contrario, abbiamo invece visto immettere sul mercato
utili soluzioni che utilizzano bombolette ma per aspirare e NON per soffiare.
Abbiamo altresì accertato che NON bisogna ricercare liquidi speciali per la
pulizia di secondo livello. Il "segreto" di una pulizia a contatto con
tamponcini è liquido sta infatti anche nella manualità di ognuno e non nel solo
liquido e tamponcini usati. Purtroppo la manualità e l'esperienza non sono in
vendita...Riassumendo, "rispolveriamo" quindi in primis le dovute
precauzioni (senza entrare in inutili esasperazioni) evitando di lasciare il
corpo senza tappo o obiettivo e di evitare borse che rilasciano microparticelle
di fibra sintetica, quindi la pulizia a secco con la pompetta senza toccare il
sensore (il filtro anteposto ai sensori), quindi eventuali soluzioni come quella
dell'aspirazione che troverete nei documenti PDF...Se si intende affrontare
la pulizia a "contatto" allora "Sensor Swab" o simili con le innumerevoli
variabili già viste ed in ultimo, la possibilità di inviare in assistenza la
fotocamera per una approfondita pulizia hardware magari da prevedere assieme
alle manutenzioni periodiche previste.Ricordo ancora anche le
potenzialità software offerte da Nikon con la funzione Image Dust Off
applicabile su RAW/NEF da trattare con Nikon Capture.Lascio in evidenza
questa discussione per dar modo ai "veterani" di esprimere le personali
esperienze fatte su diversi fronti, ai "giovani" per lasciar loro spazio di
confronto.
Giuseppe Maio