Messa a Fuoco o Nitidezza ?

Alla luce delle discussioni nate sovente,circa la messa a fuoco in genere intendo sottolineare alcune variabili emerse.
In una ottimale messa a fuoco sia essa fatta manualmente sia fatta dall'automatismo di messa a fuoco, ricerchiamo il punto di massima nitidezza ottenibile in quelle condizioni di luce, di diaframma e di obiettivo.Molto spesso si vedono infatti confusi i due aspetti che concorrono assieme alla nitidezza percepita a monitor ma portata da cose diverse. L'autofocus della fotocamera può "solo" ricercare il punto di massima nitidezza ed i risultati visivi saranno influenzati dagli aspetti ottici (comprese le aberrazioni cromatiche più o meno marcate), dal tempo di posa (in digitale i tempi lunghi aggiungono il disturbo "Noise"), dal diaframma ed anche dall'eventuale presenza di micromosso che con risoluzioni ed ingrandimenti elevati diviene molto più visibile.Per ciò che riguarda l'obiettivo divengono anche maggiormente percettibili eventuali disassamenti ottici che su obiettivi "caduti" o con giochi apportati dall'usura possono portare alla differente nitidezza distribuita sul fotogramma. Ecco perchè mi sono sempre dichiarato contrario sui filtri di protezione messi davanti alla lente frontale (che abbasano peraltro la nitidezza generale aggiungendo maggiori possibilità di riflessi ed abbassamento di contrasto).
In queste frasi ne faccio ovviamente una mera generalizzazione.La messa a fuoco non può che operare su un solo asse (a parte obiettivi che consentono il basculaggio) e focheggiando su un ipotetico muro si potrà ottenere il "parallelismo perfetto" muro/sensore solo con un preciso e millimetrico allineamento ma anche solo se ogni lente dell'obiettivo risulta perfettamente perpendicolare all'asse ottico (o se si preferisce, parallela ai piani muro/sensore). Resta inteso che un qualunque obiettivo manifesta qualità superiori solo nel centro del fotogramma e producendo variabili in base al diaframma di lavoro.Quanto sopra descritto non è causa del digitale e delle risoluzioni sempre più elevate in gioco ma cosa "normale" da sempre solo che in pellicola in pochi si accingevano a guardare i negativi al microscopio (con lo Zoom di Photoshop e le risoluzioni pari o superiori a 10MP si ottengono ingrandimenti da microscopio appunto). Con le risoluzioni in campo oggi divengono più visibili molti "limiti" o difetti ottici ma, come prima, visibili talvolta solo virtualmente o comunque solo ad ingrandimenti che un tempo non si richiedevano nemmeno al formato 24x36.Poi si aggiungono le variabili digitali.La nitidezza percepita è anche influenzata dal formato di salvataggio usato e dal "motore" di costruzione file. In allegato troverete un file gif (per ottenere la compressione colore ma non il dettaglio che resta tale come in un tiff). A parità di obiettivo e quindi di scatto possiamo ottenere nitidezze diverse. Noterete che un jpeg ottenuto in Nikon Capture da un RAW, potrà essere più nitido di un jpeg "on-camera" anche adottando le stesse impostazioni di nitidezza. Nikon Capture permette anche maggiori nitidezze grazie alla preziosa funzione di controllo aberrazioni cromatiche che "elimina" il "problema" alla radice e cioè rimuovendo lo sfalsamento cromatico anche minimo, prima della costruzione immagine.

Giuseppe Maio