Kant

«V'è un'assoluta differenza fra il dire che la produzione di certe cose della natura, o anche di tutta la natura, non è possibile se non mediante una causa che si determina ad agire intenzionalmente, e il dire che, secondo la particolare natura della mia facoltà conoscitiva, io non posso giudicare della possibilità di quelle cose e della loro produzione se non pensando una causa che agisce intenzionalmente, e quindi un essere che produce analogamente alla causalità di un intelletto. Nel primo caso voglio affermare qualcosa dell'oggetto, e sono tenuto a dimostrare la realtà oggettiva di un concetto che io ammetto; nel secondo, la ragione non fa se non determinare l'uso delle mie facoltà conoscitive, conformemente alla loro natura e alle condizioni essenziali della loro portata e dei loro limiti.»
[Critica del Giudizio, Laterza, Roma-Bari 1982]