Lo strano mondo
del vecchio signor Sabatino

 

C’era una volta un vecchio signore che si chiamava Sabatino.
   
         Le giornate di Sabatino trascorrevano sempre uguali, uguali a quelle di tanti altri vecchietti soli come lui: si alzava presto al mattino, usciva per una passeggiata, comprava il giornale e andava a leggerlo al bar. Così, leggendo, chiacchierando e giocando a carte, passava l’intera mattinata.

Nel pomeriggio aveva l’abitudine di recarsi nei giardini dove vanno i bambini dopo la scuola, raccogliersene attorno quattro o cinque e raccontar loro una favola. Sabatino aveva una vivacissima immaginazione, se ne inventava tutti i giorni una nuova, e molti bambini gli correvano incontro appena lo vedevano arrivare. E così per tutto il pomeriggio, orgoglioso e felice, il vecchio Sabatino raccontava, raccontava, raccontava. [...]

            Un giorno, mentre prendeva il caffè con un vecchio amico che si lamentava per la solitudine e la noia, il signor Sabatino gli spiegò come passava allegramente i suoi pomeriggi nei giardini, circondato dai bambini che lo ascoltavano con attenzione:

            “Dovresti provare anche tu.” Suggerì al triste vecchietto che gli sedeva davanti.
            “Ma io non so raccontare storie. - obiettò quello - Non ho fantasia, non saprei che storie raccontare.” 
            “Com’è possibile? - chiese incredulo Sabatino – Tutti hanno la fantasia, tutti hanno storie da raccontare! Basta guardarsi un po’ attorno: il mondo è tutto una storia da raccontare, la vita è tutta una storia! E tu, alla tua età, mi vieni a dire che non sai che storie raccontare?”

Quel giorno, ai giardini pubblici, Sabatino raccontò ai bambini la storia di un vecchietto che aveva dimenticato di quale storia fosse protagonista e si aggirava per il mondo alla ricerca di qualcuno che gliela raccontasse. Ai bambini quella storia piacque molto e uno di loro volle partecipare al racconto:
   
         “Signor Sabatino, se vuoi ti racconto io la storia della quale sei tu il protagonista.”
            “Ma io non ho mica perso la memoria!” ribatté Sabatino ridendo.
            “No, ma forse sentirtela raccontare da un bambino ti può far bene lo stesso.” Disse convinto il bambino, che si chiamava Gabriele.
            “Ma sì – rifletté Sabatino – Gabriele ha ragione: raccontatemi la mia storia, bambini.”

            E così quel giorno i ruoli si invertirono e i bambini del parco raccontarono al vecchio Sabatino la storia di un vecchio mago che, ogni pomeriggio, creava un mondo nuovo: faceva nascere gente, animali, piante e mostri, costruiva castelli e dava in spose bellissime principesse a prodi cavalieri, premiava bambini coraggiosi con doni magici e poi lasciava che tutti andassero per la loro strada e ricominciava da capo a creare un nuovo mondo, con nuovi personaggi, nuovi amori, nuovi castelli…

  “…E tutti i giorni – concluse Gabriele, dopo che tutti i bambini ebbero parlato – il vecchio mago inventa-mondi lasciava vagare liberamente per lo spazio infinito una sua nuova creazione: i suoi molti mondi iniziarono a girare l’uno attorno all’altro, alcuni si scontrarono e si unirono dando origine a mondi più grandi, principesse e cavalieri ebbero molti figli e i figli viaggiarono da un mondo all’altro con astronavi fatte di pagine di libri di fiabe, si scambiarono ricchezze e racconti, si portarono in dono l’un l’altro animali strani e folletti dotati di poteri magici e alberi dai fiori incantati e così, dalle storie del vecchio mago, nacque un universo bellissimo che cresceva di giorno in giorno.”

 Quel giorno, tornando a casa, Sabatino pensava a come sarebbe strana e divertente la vita se tutte le fiabe che raccontava ai bambini fossero state storie vere e a come gli sarebbe piaciuto avere sul serio tutti i poteri che i bambini gli aveva attribuito.

...leggi il seguito in "FAVOSTROCCOLE"!

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