Prometeo
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PROMETEO

di Eschilo

con

GIAN PAOLO MAI

e con

Luigi Tani Francesca Corba Daniela Galea

Elena De Gennaro e Simona Gamberini

Percussioni dal vivo Costumi Luci

Iginio De Luca Elda Martinelli Alberto Solofria

Regia

Gian Paolo Mai

 

PROMETEO - Macigni desolati, nella Scizia polare. E' l'orlo del mondo. Sulla scena è Prometeo, gigante marmoreo doloroso. E' carne come morta, tramutata nel sasso, nell'acciaio dei nodi. Ulula alto il suo male ed il peccato: il dono furtivo del fuoco all'uomo amato più degli Dei del suo sangue. Nel duetto con le Oceanine, figlie d'Oceano, Prometeo svela il nodo, l'intrigo motore del dramma. Zeus è ora dittatore, ma il suo trono vacilla. Una mano è in agguato a strappargli il potere. Solo Prometeo, il Presago, conosce il segreto che lo può salvare, ma non lo chiarirà finché il despota non lo avrà sciolto dai ceppi. E' qui la cellula tragica, in quest'assurdo urto tra un vinto che cela l'arma del suo riscatto ed un vincitore, minato da un rischioso insondabile domani. Zeus manda Ermes, suo messaggero, con l'ordine a Prometeo di parlare e la minaccia,altrimenti,di precipitarlo in un abisso di fiamme. L'eroe non cede ed il dramma si chiude con la scomparsa di Prometeo nel nero Tartaro, inghiottito dalla terra. Prometeo: la tragedia Attica per eccellenza, la grandiosità del mito trattato, il nucleo dal quale si è sviluppata tutta la drammaturgia greca del V sec. a-c.

 

ESCHILO - Nacque ad Eleusi, non lontano da Atene, intorno al 525 a.C. da famiglia antica e proprietaria di terre. Fu molto religioso, ma non è certo che sia stato iniziato ai misteri di Demetra. Combattè nel 490 a Maratona e, dieci anni dopo - pare - a Salamina; l'esperienza di «maratonomaco» fu così radicale nella sua vita che fu l'unica ad essere ricordata nell'epitafio tombale scritto per sé.

Sappiamo dagli antichi che le sue opere, fra tragedie e drammi satireschi, erano circa 90 e che vinse 13 volte. A noi sono pervenute 7 tragedie e cioè: i Persiani (472), i Sette a Tebe (467), la trilogia dell'Orestea (458), comprendente l’Agamennone, le Coefore, le Eumenidi, e infine le Supplici e il Prometeo (di datazione imprecisata).