La bisbetica domata
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"LA BISBETICA DOMATA"

di William Shakespeare

traduzione e adattamento di Angelo Dallagiacoma

con

Nathaly Caldonazzo -Nicola Pistoia -Glauco Onorato - Beatrice Luzzi

e con

Massimiliano Franciosa - Antonio Sarasso - Nicola di Pinto - Mario Scaletta

Natale Russo - Alessio Sardelli - Francesco De Rosa

Scene Costumi: Franco Vanorio Vera Cozzolino

Musiche: PFM a cura di Flavio Premoli

Regia:Alessandro Capone

 

 

LA BISBETICA DOMATA – Padova siamo alla fine del 1500, Caterina e Bianca, figlie di Battista Minola, ricco gentiluomo, sono l'una l'esatto opposto dell'altra, la prima scortese, maleducata e, addirittura, insopportabile, la seconda, gentile ed silenziosa. Caterina una donna testarda e prepotente, che vuol sempre avere l'ultima parola. Arguta e passionale, se stuzzicata non teme di apparire grossolana. Bianca, dal carattere dolce e tranquillo, insieme alla bellezza che la contraddistingue, attira gli spasimanti come il nettare attira le api e in questo momento ci sono due gentiluomini di Padova che chiedono la sua mano: Ortensio, il giovane, e Grumio, l'anziano. Bianca ha incontrato per caso un giovane sconosciuto che ha acceso in lei il fuoco della passione. Il suo nome è Lucenzio, ma si presenterà nelle vesti di un precettore, sotto il falso nome di Cambio. Ognuno di questi cercherà di trovar marito a Caterina, poiché, il padre delle due ragazze è fermamente deciso a non concedere la mano di Bianca se prima non ha trovato un marito per Caterina. Sarà irremovibile da questa decisione. L'attenzione si focalizza, quindi, sull'atteggiamento di Petruccio e Caterina, che, dopo il matrimonio, cambia bruscamente: il marito usa cortesia e affabilità per attirare a sé la giovane, ma, una volta ottenuta la sua mano, lascia uscire la prepotenza e l'astuzia con cui intende "domarla"; Caterina (la bisbetica), che, da ragazza indisponente e scortese, una volta convertita, diventa totalmente sottomessa al marito, tanto da affermare, nel monologo del V atto: "la sottomissione che un suddito deve al suo principe, una donna la deve al proprio marito".

 

WILLIAM SHAKESPEARE (1564-1616). Poeta e drammaturgo inglese. Appartenente a un'agiata famiglia, si trasferì ben presto a Londra, dove entrò a far parte, come attore, autore e comproprietario, della compagnia, protetta dal lord ciambellano, i "Lord Chamberlain's Men". La sua produzione letteraria come autore, oltre ai poemetti: "Venere e Adone", "Lucrezia" e ai "Sonetti" elenca delle commedie di stile farsesco come: I due gentiluomini di Verona, Sogno di una notte di mezza estate, La commedia degli errori, Le allegre comare di Windsor, Molto rumore per nulla. Per incontrare i primi personaggi di un certo spessore drammatico bisogna che si giunga al "Mercante di Venezia" e al "Enrico IV". Ma il genio di Shakespeare tocca l'apice nella fase delle tragedie cupe e violente da dove usciranno personaggi immortali: eroi portati dal loro tormento interiore al limite della disperazione. Nomi quali Otello, Amleto, Re Lear ecc., evocano ancora oggi degli archetipi ancestrali della natura umana.