I suoceri
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I SUOCERI

da l’ Hecyra di Terenzio

con

ENZO GARINEI

ADRIANA RUSSO e SERGIO FIORENTINI

e con

Titta Graziano Lorenzo Alessandri Sonia Topazio

Maurizio Annessi Filippo Centrone Francesca Paonessa

Scene Costumi Musiche originali

Gianluca Amodio Marianna de Leoni Giacomo Zumpano

Adattamento e regia:Fausto Costantini

 

L’HECYRA - Panfilo sposa Filumena, una ragazza che tempo prima, senza sapere chi fosse, aveva violentato. Durante la colluttazione, le strappa un anello, donato successivamente alla sua "amica" Bacchide, giovane ed avvenente cortigiana. Parte successivamente per una località, su incarico del padre, senza aver consumato il matrimonio. La ragazza scopertasi incinta, per non far sapere nulla ai suoceri, torna alla casa paterna adducendo una malattia che lascia tutti nel dubbio. Tornato a casa Panfilo scopre il parto, rifiutandosi di riprendere in casa la moglie. Mentre il padre dopo le prime accuse alla madre (sua moglie) si convince che forse la colpa è da ricercare nell'amore che il ragazzo prova per Bacchide, che cerca in ogni modo di discolparsi. Bacchide, che da tempo non vede Panfilo, acconsente ad umiliarsi, cioè presentarsi a Filumena dicendole che non ha più avuto rapporti con Panfilo dopo il matrimonio. Mirrina madre di Filumena riconosce nel dito di Bacchide l’ anello che la figlia portava quando fu violentata, così si scopre che il padre del fanciullo era proprio Panfilo. La commedia si chiude con una scena di tenero e nobile addio fra Bacchide e Panfilo.

 

 

TERENZIO Afro, Pùblio (190 ca - Arcadia 159 ca a.C.) Commediografo latino. Condotto schiavo a Roma da Cartagine dal senatore Terenzio Lucano e affrancato per le sue doti intellettuali, frequentò il circolo degli Scipioni rispecchiandone il clima e gli ideali, al punto che fu accusato di essere un prestanome per Scipione Emiliano e Lelio. Scrisse 6 palliate: Andria (La fanciulla di Andro, 166 a.C). Heautontimorùmenos (Il punitore di se stesso, 163 a.C.), Eunuchus (L’eunuco, 161 a.C.), Phormio (Formione, 161 a.C.), Adèlphoe (I fratelli, 160 a.C.), Hécyra (La suocera, 160 a.C.). Tutte sono precedute da un prologo che, abbandonato lo schema narrativo tradizionale, serve all'autore per difendere le sue scelte artistiche, in particolare l'uso della contaminatio degli originali greci, dalle accuse dei detrattori. Ispirandosi a Menandro.