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FEMMINE IN FESTA da " Tesmoforiazuse" di Aristofane con ANDREA RONCATO SIMONA PATITUCCI BARBARA DI PALMA e con e con Jossia Ntat Castaldi e Carin Mc Donald Guerino Crivello e Franco D’Amato Sara Borsarelli Jerry Di Martino Laura Cardillo musiche originali scene e costumi Luciano Francisci Rina La Gioia Regia Livio Galassi
Le TESMOFORIAZUSE hanno un vero e proprio intrigo, un nodo che si scioglie interamente soltanto alla fine, e rappresentano quindi un notevole progresso. Euripide si aspetta (a motivo della ben nota misogìnia manifestata nelle sue tragedie) di essere accusato e condannato durante la festa delle Tesmoforie, dove solo le donne possono essere presenti. Dopo un inutile tentativo di convincere a questa impresa il femmineo poeta Agatone, Euripide traveste da donna il suo già anziano cognato Mnesilico, in modo che sotto queste vesti possa far valere le sue ragioni. Il modo in cui Mnesilico conduce la cosa rende facile scopnre che è in realtà un uomo; così ripara presso un altare e per salvarsi dalla persecuzione strappa ad una donna il suo bambino, minacciando di ucciderlo se non lo lasciano andare. Ma come vuol passare all'azione, si scopre che si tratta di un otre di vino avvolto nelle fasce di un bambino. Poi appare Euripide sotto numerosi aspetti, per salvare il suo amico: prima è Menelao che ritrova in Egitto la sua Elena, poi Eco che asseconda i lamenti di Andromeda incatenata; poi Perseo che la vuole liberare dalle catene. Riesce infine a liberare Mnesilico - legato ad una sorta di berlina - attirando il suo carceriere (un rozzo barbaro) attraverso la seduzione di una suonatrice. Queste scene di parodia, che riprendono le precise parole delle tragedie, sono incomparabili: appena entra in gioco Euripide si può fare affidamento sullo scherno più profondo ed efficace.
ARISTOFANE - Poche e incerte sono le notizie biografiche. Di origine ateniese, la sua cronologia si può collocare approssimativamente tra il 455 e il 380 a.C. Pare che fosse di famiglia agiata e che il padre possedesse terreni nell'isola di Egina. E' assodato che non prese parte direttamente alla vita politica e non militò in nessun gruppo organizzato; tuttavia fu ostile al partito democratico ed agli indirizzi culturali dell'Atene postpericlea come provano i numerosi attacchi contro Cleone, Euripide, Socrate e i Sofisti. Della sua produzione gli antichi conoscevano 44 commedie, quattro delle quali erano ritenute spurie; la prima, I Banchettanti, andò in scena nel 427 sotto altro nome e le ultime due furono rappresentate postume. Noi ne possediamo 11: Acarnesi, Cavalieri, Nuvole, Vespe, Pace, Uccelli, Lisistrata, Tesmoforiazuse, Rane, Eclessiazuse, Pluto. |