abbasso la guerra!
tratto dall' "Avanti" del 26/07/1914, quotidiano del Partito Socialista
L'ipotesi terribile che non volemmo formulare ieri perchč un ultimo barlume di speranza ci sorreggeva, č divenuta, oggi, realtą di fatto. Il termine fissato dall'Austria č trascorso e la risposta della Serbia č stata trovata "insufficiente" dal Governo Austriaco. La diplomazia non ha pił nulla da dire o da fare: ora entrano in scena gli eserciti. E' la guerra! Le responsabilitą della catastrofe sono gia fissate. Esse ricadono in massima parte sull'Austria-Ungheria. La Nota consegnata alla Serbia era un ultimatum. Ognuna delle "ingiunzioni" in essa contenute era - dice la consorella "Arbeiter Zeitung"- "una negazione dell'indipendenza della Serbia". Quella nota, prosegue il foglio socialista viennese, non ha precedenti nella storia del nostro tempo. Il Partito militare austriaco voleva la guerra: ecco la realtą. Senza questo obbiettivo, da raggiungersi nel pił breve tempo possibile, le trattative diplomatiche si sarebbero svolte in modo diverso. La situazione dal punto di vista dell'Italia, si presenta in questi termini: se il conflitto rimane isolato fra l'Austria e la Serbia la guerra non potrą durare lungamente. Se l'Italia non avesse una diplomazia la cui inettitudine č ormai riconosciuta da tutti (quel marchese di San Giuliano č un proprio un disastro nazionale!) compito dell'Italia sarebbe quello di adoperarsi a concludere rapidamente il conflitto guerresco e a tenersi intanto in atteggiamento di assoluta neutralitą. Ma se la Russia scende in campo, allora la guerra austro-serba diventa guerra europea. L'Austria sarą appoggiata dalla Germania (le dichiarazioni degli "ufficiosi" tedeschi non lasciano alcun dubbio in proposito) e la Russia dalla Francia. L'atteggiamento dell'Inghilterra č incerto. Da quanto si sa essa non ha impegni formali nč con la Russia nč con la Francia. D'altra parte il linguaggio di molti giornalisti inglesi č tutt'altro che ispirato da simpatia verso la Serbia. E l'Italia? Nel caso deprecato di una conflagrazione europea, qual'č il suo posto? Accanto all'Austria con la Francia? Noi non sappiamo quali siano i patti segreti di quella Triplice che fu cosi precipitosamente rinnovata dai monarchici all'insaputa e contro la volontą dei popoli, sappiamo solo e sentiamo di poterlo dichiarare altamente, che il proletariato italiano straccerą i patti della Triplice se essi lo costringeranno a versare una sola goccia di sangue per una causa che non č sua. Anche nel caso di una conflagrazione europea, l'Italia, se non vuole precipitare la sua estrema rovina, ha un solo atteggiamento da tenere:neutralitą assoluta. O il governo accetta questa necessitą o il proletariato saprą imporgliela con tutti i mezzi. E' giunta l'ora delle grandi responsabilitą. Il proletariato d'Italia permetterą dunque che lo si conduca al macello un'altra volta? Noi non lo pensiamo nemmeno. Ma occorre muoversi, agire, non perdere tempo. Mobilitare le nostre forze. Sorga dunque dai circoli politici, dalle organizzazioni economiche, dai Comuni e dalle Provincie dove il nostro partito ha i suoi rappresentanti, sorga dalle moltitudini profonde del proletariato un grido solo, e sia ripetuto per le piazze e strade d'Italia: "Abbasso la guerra". E' venuto il giorno per il proletariato italiano di tener fede alla vecchia parola d'ordine: "Non un uomo, nč un soldo!". A qualunque costo!
Benito Mussolini