1) Cantata per la festa dei bambini morti di mafia di Walter Maccari
2) Bambino dell'est di Marilena Rodica Chiretu
3) Guardiamo i bambini negli occhi di Marilena Rodica Chiretu
1)
CANTATA PER LA FESTA DEI BAMBINI MORTI DI MAFIA
I bambini indicano la nascita della vita.
La scoperta magnifica dell'esistenza è nella loro via .
Corrono a quattro zampe come cuccioli,
piangono e ridono delle scoperte improvvise
e per gli sguardi intensi.
Dalle parole che ricevono, captano i suoni,
che diventano verbalizzazione, sgrammaticata e musicale,
che ci fa sorridere, che fa tenerezza.
I bambini, i bambini belli, i bambini grandi,
quelli buffi e quelli piagnucolosi.
Bambini ai quali una volta dovremmo parlare
non solo toccare o guardare.
Sono nostri figli tutti, anche quelli degli altri
e anche quelli che non sono riusciti a crescere.
Proprio loro ricordano la nostra infanzia, un' infanzia difficile per molti;
interrotta e privata della memoria per gli altri, quelli uccisi.
Di mafia, di fame, di violenza, di vendita e sfruttamento.
La prepotenza la subiscono perché i grandi credono ancora che i figli, i
bimbi, gli appartengano; e i grandi coltivano lo stesso modo violento e
possessivo di un tempo, non interrompendo così la spirale perversa, della
sopraffazione.
Loro i figli perduti per strada, quale musica rappresentano?
Le strade costruite dai padri, anch'essi grandi, belli, buffi e piagnucolosi
di quale colore si tingono?
Gli uomini lottano una vita per crescere e mi fanno dire che dei bambini non
ce l'hanno fatta, proprio per colpa dei sogni e degli incubi dei genitori.
Di questi alcuni sono troppo grandi per ricordarsi di quando erano piccoli.
Altri sono troppo piccoli per avere il senso dell'intoccabilità di una vita
che cresce.
La guerra, la paura, il buio, la distruzione hanno seguito la nascita del
lupo cattivo e dell'uomo nero.
I grandi hanno spaventato i parchi e le canzoni si sono trasformate in boati
e pianto, in spari e sangue.
Macchie indelebili sulla nostra coscienza.
walter maccari
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Gira il tempo intorno
al passato,
la storia ha cambiato
il presente,
vestendo nei frutti dell’ infanzia
il futuro.
Il bambino dell’ Est,
non avvolge più la sua età
nel rosso della cravatta,
ma nell’ azzurro del cielo
della libertà.
E’ rimasto però,
lo stesso fiocco di neve
giocando coll’ inverno,
lo stesso raggio di sole
che riscalda la matura estate,
il bucaneve che alza la testa
nel manto della purezza,
sul quale si disperdono
i petali della primavera,
il bambino è
il ricco autunno
dei suoi genitori.
Adesso, è libero
di rubare all’ orizzonte
il sereno e le dimensioni,
di sperare le cime
dei più alti palazzi,
di assaggiare il sapore
della loro ricchezza.
Il bambino dell’ Est,
come qualunque bambino,
è il frutto di un amore.
L’ amore non ha colore,
non ha patria,
non conosce confini!
La ruota della storia
gira e gira,
il bambino perde i passi
del girotondo della vita e
tende la mano
per prendere quella
di un amico lontano
che lo insegni le regole
del nuovo gioco.
Il bambino dell’ Est,
come qualunque bambino,
segue i passi dei grandi e
riceve i giocattoli
costruiti
dai tempi.
Marilena Rodica Chiretu
17 luglio 2005
GUARDIAMO
I BAMBINI NEGLI OCCHI !
Guardiamo i bambini negli occhi
e vedremo il proprio volto,
guardiamo le loro manine
e troveremo la nostra fatica
di averli,
di nutrirli,
di meritarli,
di rallegrarli,
e vivremo la tenerezza
e la nostalgia di una carezza
dell’ amore tondo come la sfera
della Terra!
Guardiamo i bambini negli occhi,
quando cadono le lacrime
e scopriremo in ciascuna
le nostre debolezze,
l’ incapacità
di nutrirli,
la non meritata
generosità
di averli.
Guardate le manine dei bambini
tese alla disperata elemosina
e capirete la propria povertà
e incapacità di accendere
la loro speranza,
il loro sorriso,
sul volto
che è
anche il vostro.
Date alle affaticate manine vuote
il gioco delle tenere carezze
perché loro non sono i giocattoli
di chi ha perso il gioco
delle vane illusioni!
Guardiamo gli occhi dei bambini
quando fiorisce e sfiorisce
la gioia della vita,
perché sono
lo specchio
della vita
stessa!
Marilena Rodica Chiretu- 1 agosto 2005- (tratta dal sito www.liberodiscrivre.it)
Lux
Volano!
Come uccelli, gli Angeli...
Volano!
E così fu.
Nell'Estasi Divina
lei, viveva
e al ritorno non pensava.
Lux, galleggiava...
Il Cielo all'Oceano si unì,
ed ella scoprì che
nell'aria e nell'acqua le stesse
leggi vigono.
Solo le anime leggere
hanno un'invisibile spinta e
galleggiano.
Il Vuoto è pieno per chi è leggero,
regge anche un pesante ma alato aereo!
Rosso e Azzurro si miscelarono,
e come il terzo occhio, Viola
diventarono.
Occhi d'aquila e di delfini s'incontrarono...
Insieme,
planarono e nuotarono...
L'immagine del Cielo
scolpita in viso,
Lux aveva
quando riatterrava.
Ezia Caredda