La nascita

 La nascita e, quindi, l'inizio di una nuova vita, è, normalmente, percepito come un fatto stupefacente e meraviglioso.               Ciò non toglie, tuttavia, che il parto rappresenti anche un trauma, sia per la madre che per il bambino.

  Per la madre si tratta di affrontare il travaglio, più o meno lungo, con le dolorose contrazioni, si tratta, sovente, di subire lesioni alla vagina, si tratta, infine, di subire il "distacco" del feto dal proprio corpo. La madre, però, è normalmente una persona adulta e consapevole, che sa quello che le sta accadendo e che ha avuto nove mesi di tempo per preparasi all'evento. Oltre a ciò essa riesce a temperare e a sopportare il dolore fisico con la gioia per la nascita del proprio bambino.                                   

 Tutto ciò fa sì che il trauma del parto venga rapidamente superato senza lasciar traccia. 

  Per il bambino che nasce, invece, il trauma della nascita è di consistenza maggiore. C'è, infatti, il brusco passaggio da un ambiente chiuso e molto protetto a un ambiente dove la luce ferisce gli occhi, i rumori non attutiti feriscono gli orecchi, e il contatto con le cose avviene senza l'interposizione di elementi protettivi (nell'utero c'è il liquido amniotico). C'è, inoltre, il brusco passaggio da un ambiente ove la temperatura si aggira sui 37 gradi centigradi, a un ambiente molto meno caldo. C'è, infine il brusco e faticoso passaggio dalla ossigenazione attraverso il sangue della madre alla respirazione polmonare autonoma. 

 Tutto questo richiede particolari attenzioni. Anzitutto occorre garantire una temperatura ambiente tale da evitare un salto termico eccessivo. Subito dopo la nascita, poi, l'ostetrico provvederà, con apposito strumento, a liberare il naso e la gola del neonato da eventuale muco, onde favorire il regolare passaggio dell'aria nelle vie respiratorie. Il vagito del neonato, tenuto sollevato a testa in basso, indica l'inizio della respirazione polmonare. Si ritiene molto importante, dopo che tutte le operazioni consuete (taglio e legatura del cordone ombelicale, primo bagnetto,ecc.) sono state eseguite, deporre il piccolo corpo sul corpo della madre, di cui riconoscerà il tepore e i movimenti. Si ritiene che questo possa rappresentare un fattore di rassicurazione, in quanto questo contatto dimostra che il distacco non è stato totale e definitivo.  

  E anche la madre trarrà beneficio da questo contatto fisico, che verrà mantenuto a lungo durante i primi mesi di vita del bambino (la madre che allatta il bambino, possibilmente al seno, tenendolo in braccio, la madre che lo addormenta fra le proprie braccia e lo riprende in braccio appena sveglio, la madre che lo manipola per vestirlo, svestirlo, fargli il bagnetto, accarezzarlo, ecc.). 

 Col passare degli anni questo contatto fisico diverrà meno frequente e meno importante. Non perderà mai del tutto, tuttavia, la sua importanza, e rimarrà sempre come una modalità per mostrare affetto e simpatia.

Per approfondimenti:

www.mamma.it/attesa/parto/parto.htm (forum)

www.gin-online.com/psico7.htm

 

 

TORNA ALL'INDICE

TORNA ALLA HOME