i bimbi degli altri

In questa sezione saranno accolti contributi consistenti in racconti, documenti, relazioni, ecc. sulla condizione dell'infanzia in paesi diversi dal nostro.

Sommario

1) L'infanzia romena tra due regimi politici

 

 

                  L’ INFANZIA ROMENA TRA DUE REGIMI POLITICI

  La ROMANIA è un paese dell’ Est Europa, con una popolazione di circa 23 000 000  di abitanti. La lingua ufficiale è il Romeno, la sola lingua neolatina di questo spazio geografico,  la maggiore parte della popolazione essendo di religione ortodossa.

Un vero anfiteatro naturale, con maestose montagne, altopiani ricchi di giacimenti naturali, dolci colline con frutteti e vigne, delle distese e fertili pianure, uno stupendo delta sul fiume Danubio che sfocia nel Mar Nero, può essere considerato un bello e ricco paese europeo.

La maggior ricchezza dei Romeni sono però, i loro bambini. Chiusi tra le mura del regime comunista  cinquant’ anni fa, i genitori e la gran parte dei nonni di oggi, hanno conosciuto la vera libertà solo dopo la Rivoluzione anticomunista del Dicembre 1989. La loro  gioia erano i  figli  per i quali vivevano la loro vita e faticavano nel loro lavoro. La famiglia era e lo è ancora la forma sociale più valida, così che i piccoli difficilmente capivano la mancanza delle libertà fondamentali.

La scuola era, ed è anche oggi, obbligatoria, fino alla decima classe, comincia a 6-7 anni, con la scuola primaria ed elementare, e continua, a scelta, con gli studi liceali fino a 18-19 anni, in licei di varie specialità o nelle scuole professionali che abilitano ad un  mestiere.

I piccoli frequentano gli asili, fin quando i genitori tornano dal lavoro, o sono lasciati, temporaneamente, alla cura dei nonni. Il tempo libero era organizzato, nel regime passato, dalle istituzioni extra- scolastiche, con carattere politico, ma la maggior parte degli insegnanti, che ci funzionavano, svolgevano delle attività distrattive ed istruttive, in numerosi circoli scientifici, letterario- artistici o sportivi. Non dovevano mancare però, mai le lezioni sulla politica del Partito Comunista ed il suo Dirigente. Tutte le attività erano dunque, politizzate, ciò che oggi è stato eliminato dall’ educazione dei nostri ragazzi.

Io mi occupavo, modestamente , delle attività UNICEF e giornalismo per i bambini più dotati nello scrivere, organizzavo insieme a loro degli spettacoli letterario- musicali in diverse lingue straniere, raccoglievamo dei fondi dalla vendita delle cartoline UNICEF in tutte le scuole del municipio, accoglievamo delle delegazioni arrivate dai paesi ex-comunisti, scrivevamo dei materiali sulla vita e l’attività degli allievi della città, nella “luce” delle indicazioni ricevute dal Partito Comunista e dallo Stato.

Allora, che cosa mancava ai nostri bambini? Mancava il cibo, specialmente  negli anni ’80, i più oscuri e duri della nostra esistenza, mancavano la luce ed il calore nelle case, mancava la possibilità di conoscere e di comunicare con il mondo libero, di pensare e di esprimersi liberamente.

E così, è arrivato il fantastico ed incredibile inverno del 1989, che ci ha portato, sui fiocchi della neve, la libertà non sperata. Nonni, genitori e bambini l’ hanno vissuta in una gioia scatenata,  senza accorgersi delle grandi difficoltà che stavano per affrontare, generate dal radicale cambiamento da un regime totalitario, centralizzato, ad un altro libero, forse troppo libero per un popolo che non sapeva ancora, gestire la libertà. Eppure, tutto il Paese  sta costruendo una nuova società democratica e libera e sogna di entrare nella grande famiglia dei paesi europei.

In conseguenza, sono apparse anche delle dolorose situazioni, in cui hanno avuto da soffrire, prima di tutto, i bambini: la disoccupazione, la povertà, le discrepanze economiche tra diverse categorie sociali, l’ abbandono scolastico.

Il naturale desiderio di conoscere il mondo, ma anche la necessità di  trovare un posto di lavoro, hanno generato nuovi fenomeni negativi , in una società non ancorata  bene nel nuovo regime: bambini rimasti da soli o in cura dei parenti, bambini che, negli ultimi anni sono stati sempre di più nell’ attenzione delle istituzioni nazionali, i più sfortunati essendo ricevuti in moderni centri di accoglienza, dove sono nutriti, educati ed istruiti, esistenti su tutto il territorio del Paese.

I bambini romeni però, sanno giocare e ridere, come qualunque bambino, hanno molto talento e sono molto bravi nelle competizioni artistiche, scolastiche e sportive nazionali e internazionali! I bambini romeni sono i fiori del nostro giardino e, quali che possano essere le difficoltà, li  aiuteremo a crescere e ad istruirsi nelle migliori condizioni, perchè il Romeno, anche oggi, nelle più numerose famiglie, vive e lavora col pensiero e col cuore ai suoi figli!

Prof.ssa Marilena Rodica Chiretu- Romania

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