LA STORIA
Il Calcetto ha le sue origini nell'Uruguay del 1930.
E'
nel piccolo paese sud americano che il calcetto muove i suoi primi passi quando
il calcio raggiunse uno sviluppo estremo per le strade di Montevideo. Grazie
anche ai successi mondiali della compagine nazionale, la voglia di giocare a
calcio raggiunge livelli mai visti e l'esigenza di nuovi spazi in cui giocare
promuove le prime trasformazioni della disciplina originaria.E' stato il
Professor Juan Carlos Ceriani ad accorgersi che i ragazzini di Montevideo -
vista la penuria d'impianti liberi di calcio - erano costretti a giocare a
calcio nei campi da pallacanestro. Per risolvere questo problema, comprese che
l'idea di avvicinare il calcio a campi più piccoli destinati ad altre attività
sportive, avrebbe potuto essere vincente.
Ceriani, utilizzando le regole della pallanuoto, del calcio, della pallacanestro
e della pallamano, scrisse le prime regole di gioco che annunciarono la nascita
di una nuova disciplina sportiva, il calcio a cinque.
Dalla pallacanestro prese il numero dei giocatori (5), il tempo di gioco (40
minuti) e il posizionamento in campo di alcuni elementi. Per quanto riguarda il
pallone si scelse un modello non troppo leggero e che aiutasse il gioco a terra
piuttosto che quello aereo.
Dalla pallamano s'ispirò per la regola che permette ai giocatori di tirare
soltanto una volta superata la metà campo, così come per le misure del campo.
Dalla pallanuoto prese invece tutte le regole relazionate ai portieri.
"Il calcio da sala", come si cominciò a chiamare, causò gran
sensazione in Uruguay, da dove passò velocemente in Cile, Brasile (dove ci
erano già stati dei precedenti di calcio giocato a 5 ma sulle spiagge),
Argentina, Perù sino a giungere, poco dopo, in Spagna. Dopodiché si sviluppo
in tutto il resto del mondo.
Questa disciplina rivela subito le sue differenze rispetto al calcio
convenzionale, essendo una coniugazione di differenti discipline - come abbiamo
già visto - incluso, ovviamente, il calcio stesso.
Da altri sport si sono prese non soltanto regole ma anche tecniche di gioco; ad
esempio i blocchi dalla pallacanestro e le rotazioni dall'hockey su rotelle.Il
calcetto si dimostra subito come uno sport per giocatori di buona abilità
tecnica, ai quali piace imporre il proprio dominio sul pallone e le proprie
capacità di palleggio.
Quasi contemporaneamente cominciò a svilupparsi anche in alcuni paesi
dell'Europa settentrionale come Belgio ed Olanda dove gli inverni molto rigidi
spinsero le squadre di calcio a 11 ad allenarsi disputando tornei di calcio
indoor o "five side".
La reale nascita del calcetto o del fusala (come viene solitamente chiamato a
livello non amatoriale) a livello europeo è comunque da riconoscere nella
maniera in cui il calcio veniva giocato nei collegi di buona parte del
continente, dove per la mancanza di spazi e per la necessità di svolgere
l'attività fisica in luogo chiuso, si permise inconsciamente lo sviluppo di una
disciplina ibrida.
In Italia, i primi segnali della diffusione di un nuovo sport, si hanno
all'inizio degli anni 50', quando - con inizi molto dilettantistici (i primi
calci furono dati sui campi da tennis della capitale convertiti a piccole arene
calcistiche), si trovano i primi praticanti di questa disciplina presto definita
"calcetto".
La prima competizione di un certo rilievo si disputò nel 1961 con il nome di
Coppa dei Canottieri di calcio a cinque, riservata ai più prestigiosi circoli
sportivi capitolini. Tale competizione rappresentò il definitivo lancio della
nuova disciplina.
Mancavano però una regolamentazione ed uno statuto in grado di garantire uno
sviluppo ulteriore delle competizione e del movimento.
Nel 1978 è creata la "Federcalcetto" che si occupò di regolamentare
la giovane disciplina sino alla nascita della FIC (Federazione Italiana
Calcetto) da cui derivò, in base ad una scissione interna, la LIC (Lega
Italiana Calcetto).
Tra la fine degli anni settanta e l'inizio degli ottanta, si disputano due
campionati sino a quando nel dicembre del 1983 si realizza l'entrata del
calcetto nella F.I.G.C.
Il Comitato Nazionale Calcetto, gestisce tutto il calcio a cinque dal 1983 sino
al 1989 con l'organizzazione di regolari campionati.
Nel novembre del 1989 , la prima Assemblea Nazionale delle società di calcio a
cinque, decreta la delega della gestione di questa disciplina alla Lega
Nazionale Dilettanti con la creazione di una Divisione Calcio a cinque. A questa
Divisione viene affidata la competenza dei Campionati Nazionali, con i
Campionati Regionali oggetto invece dell'attività dei singoli Comitati
Regionali.
LE REGOLE
Il calcio a 11 e il calcetto, se consideriamo le
dimensioni del campo ma anche il modo in cui le due discipline vengono
praticate, potrebbero sembrare - ad un primo approccio - assolutamente diverse.
In realtà, se le differenze sono molte, sono anche tanti i punti in comune e di
contatto.
Ma andiamo con ordine e partiamo con il riassunto di alcune parti di regolamento
fondamentali, premettendo che il calcio a 5 rispetto al calcio a 11 è molto
meno "conservatore" a proposito di regole, tanto che frequentemente
vengono apportate piccole modifiche, soprattutto con lo scopo di aumentare il
livello di spettacolarità del gioco.
Per quanto riguarda il terreno di gioco le misure sono alquanto diverse.
Calcio a 5: misura da 32 a 42 metri di lunghezza e da 16 e 22 metri di larghezza
Calcio a 11:misura da 90 a 120 metri di lunghezza e da 45 a 90 metri di
larghezza
Porte
Calcio a 5: 3 metri di lunghezza per 2 metri di altezza
Calcio a 11: 7.32 metri di lunghezza per 2.44 metri di altezza
Pallone
Calcio a 5: il più adatto è il numero 4
Calcio a 11: numero 5
I cambi
Calcio a 5: sono "volanti", cioè senza interruzione di gioco, eccetto
per il portiere, la cui sostituzione avviene a gioco fermo e chi esce può
rientrare in partita.
Calcio a 11: 3 giocatori + un portiere; una volta fatti i cambi il giocatore
sostituto non può più rientrare
Scarpe
Calcio a 5: si usano scarpe da calcetto (con piccoli tacchetti) o scarpe da
ginnastica.
Calcio a 11: le tradizionali scarpe da calcio con tacchetti fissi (di plastica)
o intercambiabili (alluminio, alluminio rivestito in plastica).
Calcio di punizione
Calcio a 5: può essere diretto o indiretto; deve essere eseguito entro 4
secondi dal fischio e la barriera deve essere posizionata ad un minimo di 5
metri.
Calcio a 11: può essere diretto o indiretto; deve essere eseguito dopo il
fischio dell'arbitro nel caso venga richiesta verifica della distanza o
liberamente una volta che il pallone è stato opportunamente fermato. La
distanza degli avversari è di minimo 9,15 metri.
Calcio d'angolo
Calcio a 5: si esegue con i piedi nei tempi stabiliti per la punizione; è
valida la rete segnata direttamente da calcio d'angolo.
Calcio a 11: si esegue con i piedi dopo il fischio dell'arbitro; è valida la
rete segnata direttamente da calcio d'angolo.
Rimessa laterale
Calcio a 5: viene effettuata con i piedi nei tempi stabiliti dal regolamento (4
secondi); si esegue con il pallone posto sulla linea laterale nella posizione
dove è uscito; non è valido segnare una rete direttamente da rimessa laterale.
Calcio a 11: si effettua con le mani; il movimento deve rispettare delle regole
ben precise e non è infrequente il caso di ripetizione della rimessa stessa.
Rimessa dal fondo
Calcio a 5: viene eseguita obbligatoriamente dal portiere con le mani nei tempi
stabiliti dal regolamento (4 sec.).
Calcio a 11: viene effettuata con i piedi dal portiere o da un qualsiasi altro
componente della squadra. Tale passaggio deve essere ricevuto da un altro
componente della squadra al di fuori dell'area di rigore.
Fuorigioco: nel calcio a 5 non esiste.
In generale, oltre a quanto menzionato, il calcio a 5 si caratterizza rispetto
al calcio a 11 per i seguenti elementi:
il numero dei contrasti di gioco è maggiore nel
calcio a 5;
ogni giocatore durante una partita di calcetto ha la possibilità di giocare
il pallone un maggior numero di volte;
i passaggi vengono fatti in maniera più rapida sia nelle azioni offensive che in quelle difensive;
l'esecuzione dei gesti tecnici è molto più veloce;
la tattica di gioco cambia notevolmente (tutti attaccano e tutti devono difendere, pigri compresi);
il punteggio può cambiare molto più velocemente e generalmente le partite (specie quelle amatoriali) finiscono con punteggi più alti rispetto a quelle del calcio a 11;
il calcio a 5 si può considerare propedeutico del
calcio a 11, infatti le qualità tecniche necessarie sono le stesse,
eccettuato il gioco aereo.
IL DECALOGO... (10 REGOLE D'ORO!!!)
Prima
Non si deve mai restare fermi. Si deve essere in movimento continuo lungo
tutta la estensione del campo.
Seconda
Si deve saper giocare anche quando non si ha il possesso palla e
specialmente se qualche compagno di squadra lo è (dare appoggio, fare
finte, effettuare blocchi, occupare spazi liberi, ecc…..)
Terza
Il pallone non deve mai essere considerato perso.
Quarta
Quando la squadra avversaria attacca, tutti i giocatori devono difendere
posizionandosi dietro la linea immaginaria descritta dal pallone.
Quinta
Non si deve mai perdere di vista il pallone.
Sesta
Tutti i giocatori devono mostrarsi molto generosi nei confronti dei propri
compagni in quanto a passaggio palla. E' preferibile passare ad un
compagno, piuttosto che fallire un tiro verso la porta avversaria o
perdere pericolosamente la palla per aver tentato un'azione individuale.
Settima
I passaggi tra compagni devono avvenire "rasoterra" (a livello
del terreno) per facilitarne il controllo da parte dei riceventi, ma con
buona velocità affinché gli stessi, non vengano intercettati. I passaggi
orizzontali non devono mai essere fatti al limite della propria area. Si
devono quasi sempre utilizzare passaggi diagonali e verticali.
Ottava
L'azione dell'attaccante va sempre bloccata, senza però entrare per
rubargli la palla, a meno che la gamba d'appoggio al suolo
dell'attaccante, sia in quel momento quella con la quale abitualmente
gioca il pallone.
Nona
Il giocatore più arretrato (in gergo, quello che "chiude") non
gioca mai la palla perché nel caso la perdesse potrebbe causare un gol a
nostro sfavore.
Decima
Si deve avere molta pazienza quando si comincia a giocare. Si consiglia di
fare una lunga e fitta serie di passaggi tra i diversi membri della
squadra. Senza dubbio per finalizzare con successo le giocate tutti i
gesti tecnici devono essere eseguiti con la maggior velocità possibile.
Meno secondi vengono utilizzati nelle giocate maggiori possibilità si
hanno di conseguire tiri verso la porta senza ricevere l'ostacolo degli
avversari stessi.
TECNICA
IL TIRO
Tra tutti i gesti tecnici che sono patrimonio di ogni buon giocatore di calcetto, calcio a 7 e a 8, l’atto di calciare è sicuramente tra i più importanti e allo stesso tempo più difficili. Quando questa azione si traduce in un calcio verso la porta avversaria il gesto assume la denominazione di tiro. L’esecuzione del tiro ha insite una serie di componenti che ne distinguono la tipologia a seconda di alcuni parametri fondamentali:
Questi parametri, rendono il tiro, uno dei gesti più complessi ma anche tra i più apprezzati da parte del pubblico. Nel calcio a 5 in particolare, a differenza del calcio a 11, tutti i componenti della squadra devono essere in grado di compiere questo gesto tecnico in maniera efficace e pericolosa per il portiere avversario. Il gesto si svolge in 4 momenti successivi, che assumono importanza differente a seconda della situazione di gioco e dell’attore dell’azione stessa:
1) La rincorsa
2) L’arresto e il caricamento
3) L’impatto con la palla
4) La prosecuzione del gesto
1) La rincorsa
Questo momento può non risultare fondamentale considerato che il
tiro può essere realizzato anche da fermo; ovviamente maggiore
risulta essere l’energia derivante dallo spostamento più
elevata sarà la forza con cui la palla verrà calciata durante
l’impatto.
2) Arresto e caricamento
Si tratta di due movimenti che devono avvenire
praticamente in contemporanea; nel momento in cui il giocatore
arresta la sua corsa comincia anche la fase di caricamento in
piegamento della gamba portante e la flessione all’indietro
della gamba preposta a colpire il pallone. Importante è la
posizione che assume il piede d’appoggio che dovrà fermarsi a
fianco del pallone, con il ginocchio leggermente piegato.
3) L’impatto con la palla
4) La prosecuzione del gesto
Un’altra componente importante è la posizione dell'avversario
nel momento in cui il tiratore decide di calciare verso la porta
avversaria; infatti il tiratore può trovarsi:
In generale, tutti i giocatori che si vengono a trovare in una zona utile al tiro non devono mai rinunciare al tentativo di farlo, a meno che non esista un compagno smarcato e in posizione più vantaggiosa.
IL PASSAGGIO
Con questo termine si descrive l’abilità dei giocatori di trasferire il
possesso del pallone da un componente all’altro della propria squadra. Questo
gesto, se nell'ambito del calcio a 11 può non avere un carattere fondamentale
viste in particolare le differenti dimensioni del campo, nel calcetto assume
carattere pregnante perché in una sola azione di attacco possono esserci
moltissimi passaggi tra i componenti di una stessa squadra (a somiglianza di
quanto avviene, ad esempio nella pallamano, che non a caso è stata una delle
discipline di riferimento agli albori del calcio a 5 stesso).
La trasmissione della palla da un giocatore all’altro è il fondamento su cui
si basa lo sport di squadra e di conseguenza è il processo tecnico su cui
lavorare maggiormente in fase di allenamento e di preparazione tecnico/tattica
delle partite.
L’importanza del passaggio è relazionata al fatto che è la maniera più semplice e rapida per effettuare gli spostamenti della palla sul campo di gioco.
La realizzazione di un
corretto passaggio è importante poiché permette di:
Deve essere effettuato in maniera: rapida, semplice e precisa
Quando è il momento giusto per il passaggio?
Le variabili sono diverse ma sicuramente l’abilità dei giocatori
interessati è di agire in contemporanea e di leggere uno con
l’altro le intenzioni reciproche. Vi deve essere infatti una sorta di
richiesta da parte del ricevente che avviene tramite un movimento/smarcamento
dello stesso; l’uomo assist deve quindi essere in grado quasi di
prevenire questo movimento.
Altra peculiarità del gesto è la modalità con cui viene effettuato a seconda se ci si pone l’obbiettivo di effettuare un passaggio sui piedi del compagno o se di farlo nello spazio creato dallo stesso. In entrambi i casi, saranno fondamentali gli atteggiamenti, sia dell’esecutore del passaggio sia del ricevente. Specie nel secondo caso, sarà colui che riceve a dover dare sicurezza all’assist man e non rischiare quindi di far perdere il pallone alla propria squadra.
La superficie del piede che viene a contatto del pallone può essere:
Particolare attenzione va riservata all'esecuzione dei passaggi chiamati trasversali . In tali frangenti, quando la traiettoria del pallone attraversa il campo per il largo, si corre il rischio di subire una intercettazione avversaria che è il preludio per pericolose azioni di contropiede.
IL DRIBBLING
Letteralmente è l'azione che ci permette di condurre il pallone mantenendone il controllo ed evitando gli avversari ("saltare come birilli").
Questa è una delle opzione che ogni giocatore è in grado di scegliere una volta che ha ricevuto o conquistato la palla. Può opzionare il passaggio a un suo compagno di squadra, tentare un tiro verso la porta avversaria oppure "avventurarsi" in un dribbling, cioè il superamento dell’avversario diretto restando in possesso passa.
Una delle qualità principali per il buon dribblomane è di avere un buon equilibrio coordinativo. Il dribbling riuscito, nel calcetto e nel calcio a sette, diventa un'arma molto pericolosa, creando la superiorità numerica, perché l’avversario saltato è ormai - considerate le piccole dimensioni del terreno di gioco - tagliato fuori rispetto allo sviluppo dell’azione.
Dal punto di vista di una disamina tecnica approfondita, il dribbling si può
considerare come una amplificazione del possesso di palla (inteso come fase di
guida e protezione della stessa) e consiste nell’evitare la marcatura operata
da uno o più avversari.
Nell'attuazione di questo gesto il protagonista dello stesso deve cercare di non
fare capire al rivale le proprie intenzioni per "beccarlo" di
sorpresa al momento dell’azione con l'obiettivo finale di neutralizzare o
ridurre al minimo le sue possibilità di difesa.
In merito a questo è opportuno ricordare che ad ogni azione dell’attaccante corrisponde una reazione del difensore; per tale motivo il possessore di palla deve essere in grado di poter osservare ed analizzare le reazioni dell’avversario alle sue provocazioni al fine di poter modificare eventualmente il proprio progetto motorio. Tra i dribbling più diffusi e spettacolari, si possono citare il doppio passo, il tunnel ed il cappello.
I fattori che determinano la predisposizione del calciatore a questo tipo di azione sono in particolare di tipo Tecnico-Coordinativo-Condizionale, e non ultima la Personalità dell'individuo.
La Personalità dell'individuo è un fattore importante e pluri-composito: le qualità psicologiche ricoprono un ruolo fondamentale, il calciatore intelligente, capisce quando, se e dove effettuare il dribbling.
Ad esempio, durante un'azione di Pressing ultraoffensivo avversario, a
ridosso della zona pericolosa, sarebbe molto rischioso effettuare il dribbling,
potrebbe essere più opportuno optare per un lancio con l'intento di scavalcare
la zona del Pressing. E' invece più consigliabile effettuare il dribbling in
fase di finalizzazione, anche come contromossa al Pressing difensivo. Il
"dribblatore" deve possedere equilibrio emotivo, e fiducia in se
stesso, deve cioè essere conscio delle proprie possibilità senza però
sopravvalutarsi.
Deve sapersi prendere delle responsabilità sapendo a cosa si espone, sia in
senso positivo che in senso negativo. A tal proposito nei bimbi, con la dovuta
progressività metodologica, sarà opportuno curare il dribbling partendo dal
gesto fine a se stesso, anche attraverso l'uso di conetti ed evidenziatori, fino
a giungere all'applicazione nella situazione di gioco, il tutto con spazi e
tempi rapportati alle qualità e alle caratteristiche del bimbo.
Se ben attuato, questo gesto tecnico diventa fatale per la squadra che subisce l'attacco. Infatti, le statistiche riportano che il 30% circa dei goal sono realizzati subito dopo un’azione di dribbling.
IL COLPO DI TESTA
Grazie ai recenti cambiamenti del regolamento , anche nel calcio a 5 il
colpo di testa ha assunto una importanza discreta. Se infatti prima, l'impossibilità da
parte del portiere di rinviare il pallone oltre la metà campo con le mani,
limitava di molto le occasioni da parte dei giocatori di controllare, stoppare,
passare e specialmente concludere con questa parte del corpo, adesso, invece,
specialmente il giocatore più avanzato (l'attaccante a livello amatoriale, il
pivot in gergo calcettistico), viene molto più sollecitato.
Ovviamente, allo stesso tempo, sono anche i difensori a trovarsi spesso nelle
condizioni di dover controllare e rinviare la sfera con la testa e quindi praticamente tutti i componenti di una squadra devono possedere
le doti tecniche necessarie e allenarsi per migliorare questo colpo.
In partite in cui la dinamicità è molto elevata si possono avere altre situazioni in cui diventa importante saper gestire il pallone anche colpendolo con la testa . Vi sono infatti, spesso, azioni in cui pallone schizza in aria a seguito di tiri rimpallati, contrasti e di conseguenza intervenire di testa non è diventato - anche nel calcio a 5 - così raro.
Una classificazione del tipo di colpo di testa viene fatta considerando la parte della testa con cui avviene l'impatto; avremo così il colpo:
In generale il colpo di testa avviene sia tenendo saldamente appoggiati i piedi al terreno di gioco sia compiendo un'elevazione rispetto al suolo. In tal senso non sempre un giocatore di alta statura gode dell'innata capacità di elevarsi al di sopra degli avversari, in quanto esistono anche persone di bassa o media statura in grado di effettuare salti notevoli, grazie alla spinta delle gambe e ad un adeguato movimento a molla (giusta combinazione di tempismo, buona elevazione e potenza muscolare).
TATTICA
IL POSSESSO PALLA
Proprietà comune a tutte le discipline calcistiche in cui si distinguono in misura diversa i giocatori di una squadra a seconda del ruolo ricoperto in campo e delle personali capacità tecniche. In pratica tale proprietà consiste nel saper correre con la palla al piede realizzando piccoli e morbidi passaggi a se stessi. Si tratta di una pratica fondamentale, specie nel calcio a 5 dove le proprietà di palleggio di una squadra sono fondamentali per la buona riuscita delle azioni di attacco e la realizzazione di segnature.
Il giocatore, una volta ricevuto il pallone da un compagno o averlo rubato all'avversario, può decidere se effettuare un passaggio, liberandosi subito del possesso o se in alternativa, farsi carico della conduzione dell'azione. Essere in grado di gestire tale possesso, significa controllare il pallone anche ad una velocità elevata di corsa e cambiando spesso la direzione del proprio movimento. E' interessante capire quale sia il giusto atteggiamento posturale per toccare il pallone in maniera leggera. Infatti, si consiglia di tenere la caviglia non troppo rigidamente, correre con passi brevi e veloci, rimanere in posizione raccolta con il baricentro basso.
Per quanto riguarda le modalità di condurre il pallone nel calcio a 5, si prediligono i seguenti gesti:
Trattasi di uno tra i gesti tecnici fondamentali nell’ambito del calcio a 5 che prelude poi anche la fase di possesso palla e di conduzione della stessa. Per fare in modo che tutto questo processo avvenga nel migliore dei modi bisogna:
Nel momento in cui si entra in contatto con il pallone, ritirare la superficie di controllo in maniera di smorzare la traiettoria del pallone. Inoltre - per la buona riuscita del movimento - si consiglia di:
Esistono diverse maniere di stoppare la sfera, in considerazione della parte del corpo protagonista:
Cominciamo a vedere in maniera più approfondita alcuni di questi gesti.
Stop con il collo del
piede
Questo tipo di stop viene utilizzato per tutti i palloni che
giungono con una traiettoria molto arcuata e spesso in modo perpendicolare. Il
dorso del piede appena avviene il contatto con la palla si deve ritrarre
all'indietro in maniera morbida accompagnando la palla a terra. Si deve
sollevare poco dal terreno la gamba che andrà a raggiungere il pallone per fare
in modo che il corpo abbia un maggiore equilibrio e che il movimento di stop si
esegua con maggiore facilità. Gli errori che si eseguono frequentemente sono:
sollevare la gamba che riceverà la palla troppo dal terreno; eccessiva rigidità
della gamba portante.
Stop con l'interno del
piede
Questo tipo di controllo della palla viene utilizzato per
smorzare i palloni provenienti generalmente da mezza altezza oppure rasoterra o
ancora dall'alto con parabola curva. La gamba di appoggio è semipiegata e la
punta del piede è leggermente in fuori rispetto alla direzione di arrivo della
palla. La gamba che avrà contatto con la palla è flessa e dovrà essere
ruotata in fuori.
SMARCARSI
Letteralmente: azione per sfuggire dalla vigilanza del marcatore avversario,
sorprendendolo; rappresenta un principio fondamentale di tattica individuale in
fase offensiva in tutte le discipline calcistiche.
In generale trattasi della capacità tecnico-tattico dei giocatori che attaccano
di smarcarsi in maniera efficace, veloce e continua. Questa attitudine diventa
imprescindibile per tutto il movimento della squadra e per la buona riuscita,
delle azioni di attacco.
Il fine principale dei movimenti di smarcamento è quindi la possibilità di fornire efficaci soluzioni di passaggio al
compagno in possesso della palla, rendendo così possibile la realizzazione di
una manovra fluida, veloce e articolata.
L'attitudine dei giocatori a smarcarsi non deve però assolutamente slegarsi dai
comportamenti di attacco della squadra. Il movimento senza palla deve infatti
essere legato e in armonia con i movimenti dei compagni che attaccano e - più
in generale - di tutta la squadra.
In generale tali movimenti dovranno essere la veloce e naturale risposta a
domande che il giocatore viene ponendosi quasi inconsciamente lungo tutto l'arco
temporale di una partita.
PRESSING SULL'AVVERSARIO
Lavoro tattico effettuato con maggiore o minore intensità da uno o più
compagni sugli avversari per evitare le loro avanzate o recuperare il prima
possibile il possesso palla.
Ha come scopo primario di togliere tempo e spazio al possessore palla
ed agli appoggi ad esso vicini.
Il termine pressione identifica invece il lavoro fatto da un singolo giocatore; la parola pressing - affinché possa essere definita tale - richiede la partecipazione di almeno due compagni di squadra.
Questa azione non deve essere confusa con il marcamento degli avversari in quanto le differenze sono sostanziali e fondamentali.
Per cominciare, se il marcamento è un’azione intrapresa e portata avanti
dal singolo giocatore il pressing è
un insieme di movimenti realizzati all’unisono da tutti i componenti della
squadra.
Obiettivi
Obiettivo del pressing è quello di togliere spazio e tempo alla manovra
avversaria perseguendo la riconquista della palla. Per poter essere attuato con
efficacia tutti i componenti della squadra devono avere chiari i movimenti che
ognuno di loro dovrà effettuare al fine di agevolare il compito del compagno e
pervenire così al recupero del pallone. Attraverso il pressing si cerca di
pervenire alla conquista collettiva e non individuale della sfera. In linea
generale il pressing viene
esercitato in due maniere:
Tramite il pressing offensivo la squadra cerca di reprimere sul nascere il gioco avversario. La squadra è disposta sul campo in maniera compatta ed ordinata, contrasta il gioco avversario già nella metà campo offensiva. In tal senso i primi copmponenti della suqdra a dover agire con il pressing sono gli attaccanti, dato che senza il loro apporto la squadra in difesa si trova immediatamente in affanno ed in inferiorità numerica. Attraverso il pressing offensivo la squadra cerca la riconquista della palla avvalendosi principalmente delle seguenti tecniche:
MARCATURA
Letteralmente azione che si compie nei confronti dei giocatori avversari per impedire che gli stessi ricevano il pallone dai propri compagni e che lo possano giocare.
Nell’ambito del calcio a 5, a qualsiasi livello questo venga praticato, una fase di gioco da cui non si può prescindere è quella del marcamento o più comunemente marcatura degli avversari .
Tutti i giocatori, siano essi attaccanti puri o difensori devono essere in grado di marcare in maniera adeguata e continuativa il proprio avversario di turno perché l’apertura anche di un minimo spazio può risultare fatale per la squadra in difesa.
I movimenti di marcatura non devono mai essere dedicati ad intercettare i passaggi avversari come obiettivo iniziale in quanto la precipitazione del movimento potrebbe avere l'effetto contrario a quanto desiderato.
LA MENTALITA' TATTICA
Che cos’è la mentalità tattica?
La mentalità tattica è la capacità che deve possedere un giocatore di calcio
a 5 per essere in grado di analizzare con velocità le azioni di gioco durante
un incontro. In tale maniera potrà assumersi la responsabilità di realizzare
gesti tecnici sia quando è in possesso del pallone sia quando non lo è e lo
tenga o meno la propria squadra.
Quanto è importante avere tale mentalità
tattica?
E’ molto importante affinché il giocatore controlli lo sviluppo
dell’incontro. Nel corso dell’incontro il giocatore deve prendere decisioni
rapide in maniera che la sua squadra si assicuri il controllo del pallone,
mediante la ricerca di linee diagonali di passaggio e così eseguire gesti
tecnici appropriati in qualsiasi momento.
Alcuni azioni che andrebbero fatte, sempre:
1) Assicurarsi il controllo del pallone
Significa non commettere imprudenze e fare in maniera che il pallone sia sempre
in possesso della propria squadra. Il pallone infatti non deve spaventarci e si
deve quindi dominarne il possesso. E’ fondamentale continuare a passarsi lo
stesso con estrema pazienza tra tutti i membri di una stessa squadra. Se non si
è sicuri di poter avanzare verso la porta avversaria, si passa e si passa il
pallone sino a quando se ne ha la possibilità.
2) Trovare le linee diagonali di passaggio
significa stare sempre attenti ai compagni della propria squadra. Colui che ha
il possesso palla deve cercare e trovare il compagno più vicino, per avere la
possibilità di passare il pallone. Di riflesso, chi non è in possesso palla
deve fare in modo che il possessore sia facilitato al massimo a passargliela.
3) Muoversi e comunicare in campo
Se il nostro compagno possessore del pallone non ci ha visto si deve parlare
affinché sia in grado di avvertire la nostra vicinanza e disponibilità. In
ogni caso i giocatori devono essere in continuo movimento. Non deve mai essere
fermo. I giocatori in attacco non si devono mai nascondere dietro ai difensori
avversari perché altrimenti non si troverà la giusta linea di passaggio.
4) Movimento senza palla
Quando la nostra squadra è in possesso palla bisogna essere
capaci a giocare senza il pallone; questa pratica consiste nel:
IL RUOLO DELL'ALLENATORE:
Non è assolutamente facile individuare in poche frasi quello che dovrebbe essere l’allenatore di calcio universale in grado di gestire tutte le componenti della propria squadra sia nelle fasi di allenamento che prima/durante/dopo la competizione.
E non è neanche nostra aspirazione ritenere possibile di includere in una sola persona qualità e atteggiamenti che nella maggioranza dei casi risulta poi impossibile trovare nella realtà calcistica professionistica e amatoriale.
Possiamo però certamente sottolineare gli aspetti principali e lasciare a tutti gli allenatori o aspiranti tali di fare proprie le indicazioni che più riterranno utili alla loro azione.
Ma quali sono le qualità principali?
Le responsabilità dell'allenatore è totale e dipende da lui inculcare
lo spirito di squadra nei giocatori
L'allenatore deve conoscere le caratteristiche di ogni giocatore
Il buon allenatore ha i seguenti compiti:
La conoscenza dei propri giocatori è fondamentale per poter:
Qual'è la frequenza di questi interventi?
COSA SI INTENDE PER ALLENAMENTO
Nella pratica, l' allenamento si manifesta come una ripetizione sistematica e razionale di particolari movimenti, con l'obiettivo di ottenere un miglioramento della prestazione . Tale aumento prestativo, si ottiene attraverso un adattamento dell'organismo a determinate forme di lavoro e si rende concreto per mezzo di mutamenti relativi a strutture e funzioni dei vari organi ed apparati del corpo. L' allenamento si sviluppa con una successione ritmica di sedute; una serie d'esercitazioni opportunamente scelte e collegate tra loro da effettuarsi secondo una determinata quantità e intensità di lavoro. L'elemento, fondamentale, che caratterizza la seduta d' allenamento è la scelta delle esercitazioni che potranno essere di tipo tecnico-tattico (lavoro sulla tecnica o combinazioni di gioco), di tipo organico (utilizzo prevalente della corsa), di tipo muscolare (lavoro mirato su particolari settori muscolari), di tipo misto (sfruttamento equilibrato d'esercitazioni con finalità diverse).
ALLENAMENTI PER LA VELOCITA'
Qualità che ci permette di realizza un atto motorio nel minor tempo
possibile. Una delle principali caratteristiche del calcetto è la velocità con cui si agisce, considerato che i giocatori devono essere disinvolti
sia nella fase difensiva che in
quella dell' attacco .
Per velocità di gioco si intende la velocità con la quale si muove il pallone
e i giocatori stessi, con una velocità di gioco alta riusciamo ad esercitare
nei confronti dei nostri avversari una pressione costante, possiamo rompere la
difesa e originare in questo modo buchi che facilitino la realizzazione di
azioni pericolose e vincenti.
Classificazione della velocità
Allenamento per la velocità lungo l'arco
temporale dell'anno
Tenendo in considerazione i periodi di preparazione all'interno del macrociclo
annuale, la velocità si sviluppa al massimo nel periodo della preparazione
speciale prima dell'inizio delle competizioni, diminuendo il volume dei carichi
e incrementando l'intensità a mano a mano che ci si avvicina all'inizio delle
sfide, già durante le competizioni, allenamenti all'80/90% della velocità
massima individuale sono sufficienti per mantenere queste capacità.
Come allenarsi
Per la velocità latente e di reazione
: esercizi di attenzione, concentrazione e reazione.
Per l'accelerazione : forza in palestra, pesi
liberi e sottocarica, pliometria (contrazione isotonica preceduta dallo
stiramento del muscolo), in pendenza del 10-15%
Lanciata : velocità assistita, su pendii del
10-15%, esercizi di coordinamento, skipping (salto con la corda).
Prolungata : allenamento anaerobico, effettuando
continue accelerazioni senza raggiungere il tempo di recupero.
Da tenere in considerazione
Gli esercizi che generano velocità, oltre al grande dispendio nervoso, possono
causare in molti casi problemi muscolari, e per questo devono essere fatti tutti
dopo un attento e accurato riscaldamento. Negli esercizi a ripetizione, le pause
devono essere tra i 3 e i 5 minuti.
ALLENAMENTO DEL PORTIERE
L’allenamento del portiere - per il calcetto, calcio a 7 e calciotto - assume una importanza particolare in quanto proprio questa figura ha delle caratteristiche che esprimono maggiormente la diversità rispetto al calcio tradizionale. Sono infatti notevolmente differenti le modalità di stare in porta, di interpretare il ruolo, ma anche di parare.
Raccomandazioni:
Il portiere deve sempre osservare il pallone, in tutti i movimenti che questo fa
lungo il campo. Il portiere deve sempre dominare l’area di sua appartenenza,
specie nei corners e nelle rimesse laterali. Gli allenamenti devono essere fatti
dopo un accurato riscaldamento per evitare qualsiasi rischio di infortunio. Il
portiere deve simulare – durante i suoi allenamenti – situazioni reali di
gioco quali i contropiedi, strategie di gioco, lanci, ecc…
Il portiere deve essere in grado di affrontare adeguatamente l’uno contro uno.
Tutti gli allenatori devono conoscere il lato debole del proprio portiere per
poterlo allenare e migliorare nei suoi difetti.
Riscaldamento - Generale:
esercizi eguali al resto dei giocatori della squadra
Specifici: esercizi propri del portiere
Esercizi specifici senza pallone -
Movimenti localizzati delle braccia, polsi e mani; movimenti di rotazione,
flessione ed estensioni.
Aprire e chiudere le mani con il braccio ben allungato; movimenti delle gambe e
dei piedi.
Raggiungere la precisione nei passaggi - Presa - Afferrare il pallone con le mani e prendere confidenza del suo peso; sollevare il pallone da terra con una mano e tenerlo fermo con la mano stessa.
Passaggi - Lanciare con forza il pallone con le mani (rasoterra, altezza media, in alto); ricevere la palla con le mani e ad altezza del suolo; colpire il pallone con la palma della mano.
Circolazione - Tra diversi portieri, passaggi tra di loro (sinistra, destra, con più di un pallone).
ALLENAMENTO PER LA FORZA
Uno degli allenamenti fondamentali per ogni calciatore che si rispetti è quello dell'aumento della forza muscolare . Questa capacità è infatti utile in molte fasi del gioco, sia amatoriale che competitivo, per migliorare le proprie possibilità nel vincere i contrasti, resistere allo sforzo, dare maggior potenza ai propri tiri, pressare gli avversari con efficacia e molto altro ancora. Nello specifico del calcetto tale attitudine non si manifesta nella sua forma pura di forza come intesa generalmente ma come una sorta di combinazione di differenti fattori fisici che condizionano il rendimento. Un importante aspetto della preparazione per il miglioramento della forza è dato con l'aumento della capacità del calciatore di dimostrare la propria forza nelle competizioni, cosa che esige una interrelazione ottima tra la forza e la tecnica sportiva. L'efficacia della sua preparazione consiste nel saper combinare le sue tre forme principali:
Forza massima
Presuppone le possibilità massime che un calciatore possa dimostrare durante
una contrazione muscolare volontaria, sia per vincere o sopportare una
resistenza esterna.
Forza di velocità
Capacità del sistema neuromuscolare di raggiungere elevati indici di forza con
la maggior velocità possibile.
Forza di resistenza
Capacità di resistere a indici di forza mediamente elevati per il maggior tempo
possibile.
Allenamento per l'aumento della forza durante tutto l'anno
I macrocicli annuali si dividono in 3 periodi:
Periodo preparatorio: In questo periodo si cerca di arrivare ad una adeguata
forma sportiva che a sua volta consiste nella preparazione generale e nella
preparazione speciale. Il periodo di preparazione generale è utile per creare
la base della forma sportiva aumentando le possibilità funzionali
dell'organismo tramite lo sviluppo delle qualità fisiche. Periodo di
preparazione speciale: consiste nello sviluppare le capacità fisiche che
corrispondono alle esigenze dello sport e al mantenimento del livello raggiunto.
Periodo Competitivo : assicurare il mantenimento
della forma sportiva.
Periodo di Transizone : si concede al giocatore un
riposo attivo per evitare la perdita dell'effetto accumulato dall'allenamento o
sovrallenamento.
Come norma generale per l'allenamento alla forza, primo cercheremo di
raggiungere un adeguato adattamento anatomico che consiste nel
preparare i tendini e i legamenti in maniera che successivamente resistano ai
grandi carichi senza paura di eventuali lesioni.
In linea generale esistono tre differenti metodologie per incrementare la
propria forza muscolare:
Ognuna di queste tipologie di lavoro si basa sull'utilizzo di ripetizioni e numero di serie differenti, e di conseguenza anche vantaggi e svantaggi in misura diversa.
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