I Misteri della Lomellina

SEZIONE 1
Lo yeti di Garlasco
Titolo 2
Titolo 3

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Titolo 4

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 Lo Yeti di Garlasco (Pavia)

In diversi articoli, la Gazzetta del popolo del 7, 8, 9 12 e 13.12.1961 riporta testimonianze secondo cui almeno per una settimana del mese di dicembre 1961 la cittadina di Garlasco, centro agricolo della lomellina situato a circa 20 km ad ovest di pavia, sarebbe stata infestata dalla presenza di un mostro peloso. Il giorno 5 dicembre il 18 Luigi M. di Garlasco rendeva noto che verso le 15.30 del 7 novembre, mentre era intento a cacciare fagiani presso una distesa di canneti di quasi 25 mila metri quadrati, dove nell'antichità scorgeva il fiume Ticino, insieme alla cagnetta Alda di 4 anni, scorgeva uno strano essere, alto 1,5 metri, massiccio, dal lungo pelo nero e con occhi vividi, subito sparava due colpi dalla sua doppietta che fecero allontanare lo strano essere ululando e con un'andatura a ciondoli, simile a quella dei gorilla. il primo ad essere informato del fatto, a parte la madre ed il fratello Pier Giuseppe, fu il 55enne Pietro G., appassionato cacciatore. Quest'ultimo raccontò che il giorno prima, proprio nella stessa zona, anch'egli aveva sentito strane urla. tutti, insieme al padre del testimone, Carlo M., compirono il giorno dopo una battuta nella zona acquitrinosa dei canneti e qui udirono urla simili a quelle del giorno prima. Da allora tutte le persone finora citate si portarono più volte tra le paludi dei piccoli canali artificiali (chiamati rogge) di San maiolo, ma non videro né sentirono più alcunché. Quindi fu solo il 6 dicembre, quando il fatto divenne noto, che una pattuglia dei carabinieri, guidata dal brigadiere De Giudice, compì una vasta battuta, senza alcun risultato. L'8 dicembre venne alla ribalta il racconto di un altro testimone, un agricoltore trentenne Libero R., fittavolo della cascina Ballo pubblico, che si trova, in linea d'aria, su una collinetta a non più di 100 metri dal tratto paludoso indicata da Luigi M. L'incontro tra l'agricoltore e l'essere avvenì non molto lontano dalla cascina. I particolari della descrizione coincidevano con quella fatta da Luigi, aggiungendo che la peluria aveva delle sfumature rossicce, che lo vide da circa 30 metri e che anche lui sparò almeno un paio di colpi di fucile a pallettoni. Lo stesso 8 dicembre almeno 150 cacciatori compirono una nuova ricerca fra gli acquitrini ed i numerosi canaloni. Il pretore di Mortara fece compiere, alcuni giorni dopo, un'altra ricognizione dalle forze dell'ordine. Nel pomeriggio di  domenica 10 dicembre anche un gruppo di cacciatori milanesi si unirono alla ricerca, in questa occasione furono notate sul terreno alcune strane impronte, non classificabili, di un essere ad andatura bipede. da allora del misterioso "yeti" non si è saputo più nulla.

 

 

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