TITLE: Uniti
AUTHOR: X-Fede danakaterinescully@libero.it
E-MAIL: danakaterinescully@libero.it Non aspetto altro che i commenti sul
mio lavoro... mi possono sempre servire per il futuro oppure si può
iniziare una corrispondenza e, perchè no, scrivere fic in collaborazione
con altri autori. Naturalmente c'è sempre l'MB ed il Forum per ulteriori
commenti.
ARCHIVE: Se dovete archiviarlo da qualche parte, fatemelo sapere, sono
sempre felice di sapere chi sfrutta i miei lavori!!
DISCLAIMER: I personaggi di Fox Mulder e Dana Scully appartengono
purtroppo a Chris Carter e alla 1013 Production. Non voglio infrangere
nessun diritto di copyright e non ho intenzione di snaturare i personaggi
(o quasi!!), li ho solo presi in prestito.
SPOILER: "3"
THANKS: L'amore della mia vita Luca, che mi sopporta come un
crocerossino!! Poi la mitica Marty (mi dispiace che non hai potuto avere
l'anteprima!). Naturalmente poi tutti i visitaori del sito, con i quali mi
devo scusare per la chiusura temporanea del sito. I membri del newsgroup
M_S4ever e X_Fede. Per stavolta basta, se a qualcuno ho fatto torto se la
prenda direttamente con la sottoscritta.
NOTE: Accidenti, ke velocità ultimamente a scrivere... Mi sta tornando
l'ispirazione!!!! :))))
SUMMARY: Una furiosa litigata mette in moto la mente dei nostri due agenti,
che capiscono tante cose.
CLASSIFICATION: Angst Shipper
RATING: PG-13, velatamente NC-17

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Ho sbagliato tutto di nuovo. Oramai sono sette anni che sbaglio tutto...
Quando sento la porta sbattere ho la completa consapevolezza che non la
rivedrò mai più...

Mi sento così solo su questo divano... e così inutile. Nella testa rimbomba
l'eco delle nostre parole furiose... Ma perché doveva succedere proprio
adesso?
In fondo abbiamo sempre litigato per cose del genere, ma poi si risolveva
tutto.

-Scusa, potevi almeno chiamarmi!-
-Era un caso che riguardava la morte di Missy, è una questione personale.-
-Personale un corno! E' solo colpa mia se è morta. Perché anche lei è stata
travolta dalla mia ricerca della verità e n'è una vittima. Centro quindi
quanto te! Non puoi lasciarmi fuori!-
-Non sei il centro del mondo. La devi smettere di prenderti la colpa di
tutti. Non sei niente anche se fai il capo espiatorio. Ci stai male solo
tu.-
-Allora se sono niente, lo sono neanche per te! Eh?!-
-Dico solo che dovresti smetterla di continuare a pretendere di sapere
ogni cosa che faccio, dove sono e con chi! Non siamo mica sposati!-
-No, non mi pare proprio. Quindi tu la dovresti anche smettere con le tue
smanie di dottore nei miei confronti.-
-Fai quello che ti pare, ma lasciami almeno libera! Non hai il potere di
condizionarmi la vita! Sei solo uno sporco egoista e mi usi solo per il tuo
bisogno di sentirti ascoltato. Non ci sto più, mi spiace, ma questa è la
goccia che ha fatto traboccare il vaso!-
-E' questo che pensi di me? Allora tu sei una puttana! Ti arruffiani i
potenti per far carriera! Mi pare che tu sia stata mandata proprio per
questo da me!-

Appena le ho detto puttana le ho dato uno schiaffo. La sua espressione è
cambiata di colpo. Dapprima era sorpresa, poi rabbiosa ed estremamente
indignata. Ha furiosamente esclamato: -Bene, se è questo che vuoi...- Mi ha
guardato dritto negli occhi con sfida, poi ha afferrato la maniglia della
porta ed ha sbattuto lo stipite incrinato, per l'ultima fottutissima volta
nella mia vita. Oltre a me, c'è rimasta male anche la parete del mio
appartamento, che tremando ha fatto cadere alcuni quadretti appesi.

Sono un tale idiota. E sono un mostro. Non ho mai trattato una donna in quel
modo. E nessuno mai mi perdonerà per il gesto che ho compiuto stasera.
E' segno di debolezza prendersela con le donne. Quando poi soprattutto sono
più piccole e fragili di te. La fragilità: questa è solo una delle
caratteristiche che non vedrò più di Dana Scully. E quindi non vedrò più la
luce del giorno, non respirerò più ossigeno. Lei è tutto questo per me. Ed
anche di più.
Oh mio dio, ma mi rendo conto del casino che ho combinato? Probabilmente no,
se sono ancora qua come un cretino che osservo la porta d'ingresso chiusa.

Ma cosa farò ora? Voglio morire, perché so che non potrò mai farmi perdonare
una cosa del genere. Soprattutto dalla donna che amo. Peccato che lei non
sappia quest'ultimo particolare.
Lei non potrebbe mai accettare al suo fianco un perdente come me, un
vigliacco.. Lei merita di meglio, molto meglio... E' meglio allora che
continui per la sua strada senza di me, troverà un uomo che la farà felice.
Non uno che come me non ha neanche il coraggio di esprimerle il proprio
amore. E di renderla felice come merita.
Lo so, mi distruggo da solo al pensiero che lei possa avere un altro, ma è
meglio. Si sostiene che se si ama una persona, la si lascia libera e si vuole
il suo bene. Allora farò così, anche a costo d'impazzire... L'amo, lei, con la
sua pelle di luna, i suoi occhi di ghiaccio, i capelli rossi di passione...
Oddio... E' troppo, soprattutto quando so che non me lo merito...

Il divano è troppo scomodo stanotte... Troppo largo per una persona sola...
Sarebbe più giusto che ci fosse lei per condividerlo insieme...
Sono qui sdraiato da ore... Sembro diventato un vegetale... Guardo fisso il
vuoto... Avrò dormito sì e no un minuto... C'è solo lei al centro dei miei
pensieri e sogni...
Dovremmo essere qui avvolti nella mia coperta indiana, con me che le faccio le
coccole... La tv dimenticata, fino a quando sentiamo il bisogno di spostarci a
letto... Per consumare la nostra infinita passione...
Di passione lei ne ha da vendere, purtroppo io l'ho conosciuta solo attraverso
i suoi occhi ma sono sicuro che mi farebbe impazzire...
Dana, ti voglio, ora, per sempre... Ti prego, torna da me... Ho tutto l'amore
del mondo da darti, anche se è una questione egoistica, perché pretendo il tuo
cuore in cambio... Ma tutto questo solo nella mia testa... Glielo devo dire...

Mi dirigo di scatto verso la scrivania.

Sollevo la cornetta del telefono d'impulso e compongo il numero che so oramai
automaticamente.

Ho il cuore in gola, il battito a mille....

Sta squillando il telefono dall'altra parte del filo...

Perché non risponde?

Le è successo qualcosa?

-Pr... pronto?- Ha la voce rotta dal pianto. E' colpa mia. Sta soffrendo. Non
me la posso perdonare.

Riattacco demoralizzato.

Rimarrò un'altra notte a rodermi al pensiero di amarla virtualmente.

*****

Incubi... Sono quelli che stanotte mi hanno perseguitato, negli scarsi 5
minuti di sonno agonizzante che son riuscito a fare...

Basta, le cose devono assolutamente cambiare. Devo mostrare le mie migliori
intenzioni per far sì che lei, come minimo, si degni di darmi ascolto.

Acoltare cosa? Ora cerco di mettere insieme qualche pensiero...

Corro in bagno.

Non sopporto la mia immmagine nello specchio. Un uomo rude, stanco. Solchi
nel viso, salato di lacrime che han bruciato tanto in questa infinita notte.

Mi butto acqua gelata sul viso. Un po' di schiuma poi prendo la lametta. Sono
sempre stato molto accurato nel tagliarmi la barba.

Lo stipite della porta sbatte di nuovo, stupito come stanotte.

Un esile figura, quella della mia Dana, non ha più la pelle di pesca ma uno
straccio pallido in viso. Spero per colpa mia. Che bastardo che sono.

"Senti, io non so perchè per tutto quello che ci siam detti non ho chiuso occhio
stanotte, ma purtroppo, come vedi, mi sono anche trascinata fino a qui."

Sono talmente preso di sorpresa che mi taglio. Sento distintamente il sangue che
mi bagna il collo e la camicia sbottonata. Ma di ciò non mi curo. Sono così felice
che sia stata come me, forse è un segno.

"Tu non sei quello che ho detto." afferma decisa.

"Oh mio dio, ma tu stai sanguinando." aggiunge sconcertata. Alzo gli occhi al
cielo. Come non poteva dirlo, è la mia dottressina.

Le afferro i polsi.

Tutto ciò è sconcertante, perchè è identica ad una scena di un paio di anni fa in un
bagno di L.A. Ma la donna che stringevo e che poi è venuta a letto con me è una donna
qualunque. Qui è diverso.

Mi guarda con aria di sfida. "Non sono venuta qui per prendermi un altro schiaffo.
Voglio solo...- le si arrossano le guance - perdono e comprensione."

Ora c'è supplica nei suoi occhi. Mi sciolgo all'istante.

C'è elettricità nell'aria.

Lei ora, sempre più imbarazzata, abbassa lo sguardo. Apre l'armadietto del bagno e
trova velocemente della garza e disinfettante.

Adoro seguirla con lo sguardo mentre valuta attenta cosa fare.

"Sono io lo stupido." La interrompo dal suo lavoro.

"Stupido tanto da ignorare quanto vale la tua persona. E non dico solo sul piano
professionale."

Il suo sguardo interrogativo mi stringe il cuore. Non capisce cosa provo?

"Tu sei meravigliosa e purtroppo le tento tutte per non perderti, voglio che tu ti
accorga di me in un modo diverso."

La sua fronte si corruga un attimo. Poi si distende ed emette un brevissimo sospiro.
Io pendo dalle sue labbra che si stanno schiudendo.

"Forse non puoi pensare che me ne sono già accorta e ci stiamo solo girando intorno
per paura non so di cosa?"

"Paura di ferirti? E' veramente l'unica cosa che mi preoccupa. Tu sei così..."

La devo guardare più in profondità. Scrutare in lei per farle capire tutto.

"... meravigliosa e fragile. Io non voglio esser stato mandato per farti del male."

I suoi occhi diventano appena lucidi nella scarsa iluminazione del bagno. Sorride debolmente.

"Mulder... Io..."

"Potremmo renderci felici. Basta non chiuderci nelle nostre maschere." (Ah, "Uno, nessuno,
centomila", il grande Pirandello! n.d.autrice)

"Io sono la dottoressa, giusto?"

"Non volevo offenderti stanotte, Dana."

Lei distoglie lo sguardo. Imbarazzata mormora un ringraziamento.

Le metto una mano dietro la nuca. "Quando ti dissi che eri la mia *pietra di paragone*,
intendevo un milione di cose diverse. Tra cui ho cammuffato la più importante..."

"Ti amo, Mulder" mi interrompe con calma e timidezza.

Anch'io. Come ho sempre ho fatto da quando ti ho incontrata. Legge nella mia testa. E tutto
ciò è stupendo.

La ricambio con uno sguardo audace.

Si sta mordendo il labbro ora. Con la mano dietro la sua nuca la voglio attirare verso me.
Voglio suggellare questo momento.

E' una tale esplosione quando le nostre labbra si sfiorano.

Un bacio reverenziale, solo labbra che dolcemente, ma con desiderio, si incontrano.

Il sangue mi ribolle. Devo farla ancora più mia.

Le sfilo il cappotto fradicio dalla pioggia. Cingo la sua vita con le braccia e lei freme.

E' un abbraccio lungo, completo.

"Io non ti farò del male. Questo per sempre." affermo sicuro come non sono mai stato in
vita mia.

Cerca i miei occhi per sapere se è vero. Lo capisce dal solo sguardo.

Piccoola mia, non voglio che disperi per noi e ti prego di non piangere come stai facendo ora.

Questi pensieri li devo tenere per me. Voglio asciugare io le tue lacrime questa fredda mattina.

Le dò un altro bacio più carnale e lei non si trattiene nel ricambiarlo. Le nostre lingue danzano
come se succedesse da sempre. Due anime gemelle si sono trovate quest oggi e unite.

La voglio guardare. La sua espressione inebriata è fantastica.

La prendo per mano e la conduco verso un luogo che lei non ha mai visto.

Apro la porta della mia camera da letto. Rimane un po' accigliata e timidamente mi segue dentro.

"Sei una dea per me- le dico -fatti adorare."

Arrossisce. Sono anni che aspetto questo e la sua timidezza quasi adolescienziale mi eccita
ancor di più.

Il suo tailleur rosso finisce presto sul mio pavimento. Si nasconde sotto le coperte velocemente
ed io la raggiungo subito per scaldarla.

Poverina, trema come una foglia. La voglio abbracciare e guardar negli occhi.

"Ti amo, Dana" le dico mentre accarezzo i suoi capelli scompigliati.

Potrei star ore a guardarla in quegli occhi. Occhi che in questo momento si son rivelati
non esser più di ghiaccio.

Ora siamo completi.