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Skinner guardò per l'ennesima volta l'orologio, cambiò posizione sulla sedia con fare nervoso e rigirò tra le mani il file che aveva con sè.
-Saranno stati bloccati nel traffico- sospirò Scully, dando un rapido sguardo alla finestra: le nuvole non accennavano ad aprirsi.
-Mi sta venendo voglia di una sigaretta- sussurrò Monica, rilassandosi sulla spalliera della sedia.
-Contieniti. Hai promesso di non fumare più- la esortò Scully.
-Si, lo so. E rimarrò fedele alla promessa. Ma non sai quanto è snervante quest'attesa.
-Non è l'unica ad essere nervosa, Agente Reyes- intervenne Skinner.
-Secondo lei, cosa sono queste novità all'interno della sezione?- chiese Scully, voltandosi verso il suo capo.
-Non ne ho idea... ma direi di non preoccuparci.
-Difficile non farlo ultimamente- sospirò Scully, voltandosi poi verso lo scalpitio che proveniva dalla porta.
Lo spesso mogano scuro si aprì subito dopo e sulla soglia comparve Doggett con i capelli indubbiamente umidi di pioggia.
-John!- esclamò Monica alzandosi.
-Fuori è peggio della tangenziale all'ora di punta!- sbottò con una certa irritazione.- Sono tutti impazziti. Sono rimasto imbottigliato in due incidenti nel giro di venti minuti!
-Non è che a noi sia andata molto meglio stamattina.- ribattè Scully.
-Il direttore non è ancora arrivato? Quando sono andato prima in ufficio Mulder mi ha detto che lo state attendendo dalle nove.
-Chiuso nella morsa del traffico anche lui, suppongo- ipotizzò Skinner.
-E che stava facendo?- chiese Scully.
-Chi?
-Mulder- puntualizzò Dana.
-Nulla di che... un occhio su alcuni files, l'altro sul cestino delle cartacce che usava come canestro.
-Spero che la riunione non duri molto.- fece Scully con tono greve.
-Avanti, Dana...- ribattè Monica.
-E' che...
-Sono davvero mortificato per il ritardo- iniziò il direttore, appendendo all'appendiabiti il soprabito e accomodandosi sulla sua sedia- Le strade da Annapolis erano nel caos e si camminava a passo d'uomo.
-Non si preoccupi, signore, è una situazione comune a tutti in questi giorni.- disse Skinner.
-Allora, questo caso che vi sta facendo penare...- continuò Gray.
-Si, signore- fece Scully- Siamo al quarto omicidio in una settimana... non abbiamo movente nè molti indizi... e con la situazione che sta vivendo la città non abbiamo neanche molta collaborazione... da nessuno.
-Chi sono le vittime?
-Ehm...- Reyes si fece passare da Skinner il file prima di iniziare a parlare; quindi l'aprì e lesse-... Stuart Tompson, direttore di un centro mistico, Donovan Mayer, psichiatra, Kirsten Bayle, psicoterapeuta in pensione, e Cole Madison, un tizio che si professava santone.
-Collegamenti tra le vittime?
-A quanto sembra no- continuò Monica- Le vittime non si conoscevano, provenivano da classi sociali differenti, nulla che possa accomunarle in qualche modo.
-Abbiamo puntato l'attenzione verso la sfera mistico-religiosa e psichica, ma la pista non ha portato a nulla, signore. Oltretutto il modus operandi dell'assassino è alquanto singolare- intervenne Doggett.
-In che senso singolare?
-Dall'esame autoptico è venuto fuori che le vittime sono state pugnalate al cuore con un oggetto contundente, una lama che però non corrisponde, per forma e dimensione, a nessuna conosciuta. E... tutte le vittime presentavano strane cicatrici sulla fronte, una sorta di croce greca... è come se... se fossero state intagliate sulla pelle.- concluse Scully.
-Ho capito.- sussurrò Gray- Mi aspetto dei risultati al più presto... evitiamo di allungare l'elenco delle vittime.
-Si, signore- affermarono quasi contemporaneamente i tre agenti.
-Vicedirettore Skinner mi riferirà gli sviluppi delle indagini nei prossimi giorni.
-Si, signore- rispose Skinner.
-Un'altra cosa- riprese il direttore.- sembra che questo caso sia capitato a pennello.- i tre agenti e Skinner lo guardarono con attesa.- Avevo intenzione di affiancarvi negli X-Files due nuovi agenti appena giunti a Washington.
-Vuole allargare ulteriormente la sezione, signore?- chiese Scully.
-No, non proprio- rispose Gray con un lieve sorriso.- E' una semplice collaborazione. Sono due agenti che hanno chiesto un trasferimento temporaneo qui per gravi problemi famigliari. Sono in gamba e sono sicuro che potranno fornire un valido contributo all'indagine.
-E resteranno agli X-Files o...- Monica fece un ampio gesto con la mano, sperando che il direttore avesse capito il senso del suo discorso.
-Soggiorneranno qui al settimo piano per tutta la durata della loro permanenza a Washington... tre, quattro mesi al massimo. Potrà capitare che lavorino spesso con voi agli X-Files, ma non sarà una costante.
-Quando arriveranno?- chiese Doggett.
-Li attendo per domattina.
-Va bene- fece Scully con non molta convinzione.
-Siamo daccordo allora.- disse il direttore alzandosi in piedi e obbligando i quattro a fare lo stesso- Mi aspetto che risolviate l'indagine il più presto possibile.
Scully, Skinner, Doggett e Reyes annuirono con il capo e si avviarono verso la porta.
-Agente Scully!- la fermò Gray
Scully si voltò e lo stesso i tre che erano con lei.
-Signore.- rispose poi.
-Agente Scully, un'ultima cosa- riprese il direttore con una certa fermezza nel parlare.- So la delicata situazione in cui lei e il suo... e il signor Mulder vi trovate e per questo ho acconsentito che venga in ufficio con lei. Ne capisco e ne condivido le motivazioni. Davvero. Ma ricordatevi che il signor Mulder è un civile ora e ufficialmente non può venire in contatto con i file conservati in questo edificio. Apprezzo il fatto che abbia collaborato per la riarchiviazione degli X-Files nel nuovo ufficio... ma gradirei evitare in futuro di entrare nel vostro ufficio e vederlo chino su uno dei computer federali a sbirciare fra i file riservati usando la sua password, Agente Scully, chiaro?
-Si, signore- fece Scully, dopo un profondo respiro.
X-X-X-X
-Salve!- udì alle sue spalle.
Colta di sorpresa, si voltò con un certo nervosismo.
-Scusi, l'ho spaventata?- chiese JD avvicinandosi a lei.
-No- rispose Scully scotendo la testa- sono solo un pò nervosa.
-Di questi tempi lo siamo tutti- la giustificò il giovane elargendole un timido sorriso con la speranza di allentare la tenzione.- Il tempo è impazzito e così la testa delle persone.
-Non si riesce a fare il proprio lavoro e a concentrarsi.
-La capisco. Pensi che verso mezzogiorno sono rimasto bloccato sulla Settima per un'oretta buona... ho finito per pranzare in macchina!
-Il traffico sembra essere il problema di tutti in questi giorni.
-Beh... però deve ammettere che ci sono risvolti positivi in tutta questa situazione!
-E quali sarebbero?- chiese Scully curiosa.
-Uhm... si ha una valida scusa per rimanersene a casa con il proprio fidanzato, marito, ragazza, compagna.
Scully sorrise a tanta schiettezza e JD fece altrettanto.
-Anche il suo amico è rimasto bloccato nel traffico?
-Ho idea di si... l'ultima volta che l'ho sentito erano circa le 6:30 e mi diceva di essere ancora lontano... con il traffico suppongo che arriverà verso il tardi.
-E si.
-E suo marito?
-Ehm...- balbettò Scully, valutando se raccontare o meno l'intricata vicenda in cui lei e Mulder erano coinvolti; spesso era capitato che scambiassero Mulder per suo marito e in effetti vivevano insieme da un pò di tempo e stavano imparando ad assumere gli atteggiamenti di una coppia normale... più o meno.- E' andato a parcheggiare... ma credo che sia rimasto imbottigliato nel traffico anche lui.
Le ante dell'ascensore si aprirono. JD lasciò passare Scully, quindi entrò anche lui e schiacciò il tasto indicante il loro piano. Le ante dell'ascensore si richiusero e l'apparecchio iniziò a salire.
-Credo che...- riprese Scully, prendendo a guardarlo-... di non essermi ancora presentata.
-Uhm... no, credo di no.- fece lui, sorridendole.
-Ehm... Dana, Dana Scully
-Dana... ok. E suo marito?
-Lui... lo chiami Mulder.
-E' un pò strano come nome.- osservò il giovane.
-No, in realtà è il cognome... odia essere chiamato per nome.- spiegò Scully.
-Neanche da lei?
-A volte me lo concede.
-Ha detto che si chiama Dana, giusto?
-Si, perchè?- chiese Scully curiosa.
-Nulla... mi è solo venuta in mente una cosa.
-Cosa?- insistette Dana, davvero incuriosita.
Le ante dell'ascensore si aprirono: Scully uscì per prima seguita da JD. Si incamminarono lungo il pianerottolo, fermandosi entrambi alla porta di lei.
-Allora?- chiese nuovamente.
-Pensavo che... tutti i racconti del ciclo mitologico celtico sono incentrate intorno ai Thuatha De Danann... le genti della dea Dana.
-I racconti del ciclo mitologico celtico?
-Si... una sorta di pantheon che ricorda l'Olimpo greco.
-Interessante.
-Cosa è interessante?- fece una voce alle loro spalle.
I due si voltarono e videro Mulder grondante di pioggia avanzare verso di loro.
-Mulder sei tutto bagnato!- esclamò Scully, andandogli incontro.
-Mi sembra logico... l'ombrello l'avevi tu!- rispose lui, prima di focalizzare lo sguardo sul ragazzo che gli era di fronte.- Allora che raccontavate di interessante?- chiese con una sottile linea di possessività.
-Nulla di che.- si affrettò a dire Scully- Ora andiamo dentro però, altrimenti ti prendi un malanno.
Mulder annuì.
-Allora... vado anche io- disse il giovane, sentendosi improvvisamente di troppo. Indietreggiò di qualche passo fino a trovarsi davanti alla sua porta.
-Ok... buona serata.
-Buona serata anche a voi- rispose con cortesia mentre infilava la chiave nella toppa della serratura e apriva la porta- Dana... signor Mulder...- terminò sparendo nel suo appartamento.
-Ehy... ahy, mi fai male!- iniziò a protestare Mulder.
-Non sei più un bambino.- fece lei lasciando andare l'asciugamano.
Mulder riprese ad asciugarsi i capelli, rigirando l'asciugamano per trovare zone ancora abbastanza asciutte.
-Da quand'è che il nostro vicino ti chiama Dana?- chiese poi con un tono di sottile acidità.
-E' un problema che mi chiami Dana?- sbottò lei.
-Uhmmm.... io non l'ho detto.- ribattè lui, iniziando a fissarla.- Ma mi sembra strano, visto che lo conosciamo da poco tempo e non abbiamo avuto certo modo di approfondire la sua conoscenza.
-Non l'ho invitato a cena, Mulder! E poi... mi sembra un ragazzo a posto, molto carino e affabile.
-Che è affabile l'ho visto da come parlavate!- insinuò Mulder.
-Che intendi dire!- scattò lei con un moto d'ira.
-Non voglio litigare con te, Dana.- mormorò Mulder, dopo aver inspirato ed espirato profondamente.
-Neanche io... ma se non sbaglio hai iniziato tu questa discussione.
-E' da quando siete tornati dalla riunione con Gray che mi sei distante.
-Oggi è stata una giornata stressante- iniziò lei- e poi... volevo parlarti in privato e non ce n'è stata l'occasione.
-Bene... fallo ora- la invitò Mulder, alzandosi e avvicinandosi a lei.
-Oggi Gray mi ha detto che non vuole più trovarti a sbirciare tra gli X-Files... ed è stato molto convincente a riguardo.
-Capisco.
-No, Mulder, tu non vuoi capire!- sbottò lei.
-Cosa non vorrei capire!
-Ti avevo già avvertito ieri, dopo che Gray ha lasciato il nostro ufficio... ma puntualmente stamattina, appena me ne sono andata, ti sei attaccato al database dell'FBI!
-Sai come sono fatto Dana, non puoi farci nulla... non riesco a stare con le mani in mano!- fece lui alzando la voce.
Scully sostenne il suo sguardo per un attimo, prima di oltrepassarlo e andarsi a sedere sul letto.
-Si, so come sei fatto Mulder...- espirò.
-Scusa se ho gridato.- cercò di giustificarsi, accovacciandosi di fronte a lei e prendendole il viso tra le mani.
-Mulder se... se il direttore ti proibisse di venire in ufficio tu te ne dovresti stare qui, da solo... e se.. se *loro* dovessero trovarti non avresti nessuno ad aiutarti. -Mulder ingoiò il groppo che aveva in gola e la lasciò continuare- E io Mulder... non posso... non posso perderti di nuovo... non posso perdere anche te.
Mulder l'abbracciò, caricandosi di tutte le sue colpe. La lasciò sfogare sulla sua spalla, accarezzandole i capelli e pronunciando parole di conforto per lei e di biasimo per lui. Scully aveva dovuto attraversare prove più dure e difficili delle sue e, nonstante tutto, era rimasta al suo fianco, l'aveva sorretto e ora cercava di ricominciare, di rivivere una vita normale. Mulder era rimasto il suo unico appiglio, l'unico approdo praticabile, non ancora invaso dalle acque. Così come Scully era l'unico bastone a cui Mulder potesse sorreggersi. Spezzati i vincoli sarebbero stati preda della follia.
-Sei... sei ancora tutto bagnato, Mulder.- iniziò Scully, staccandosi dal corpo caldo di lui.
Mulder ridacchiò e la fece alzare in piedi.
-Che ne dici se facciamo un bagno, poi preparo la cena e ci vediamo qualcosa in TV sdraiati sul divano?
-Mi sembra una buona idea.
-Scusami per prima.- le bisbigliò timidamente ad un orecchio.
-Parlavi di un vasca piena d'acqua no?- gli sorrise trascinandoselo in bagno e lasciando che la casa si riempisse del dolce gorgoglio dell'acqua.
X-X-X-X
La sezione X-Files viveva un periodo di stallo: nessun caso rilevante- i soliti mitomani che affermavano di aver visto il fantasma di George Washigton davanti alla Casa Bianca, le solite telefonate anonime che avvertivano con voce greve e frettolosa di essere a conoscenza degli ultimi segreti del Governo-, eccetto quella serie di omicidi per la quale si brancolava ancora nel buio.
-Mi scusi, signore- si permise Skinner- Non vorrei essere sgarbato ma... non potremmo ritornare alle nostre scrivanie ed eventualmente ritornare qui, da lei, quando saranno arrivati?
Il direttore alzò il capo dalle sue scartoffie e si tolse gli occhiali.
-Sono sicuro che saranno qui a momenti.- rispose.
-Alla buon ora!- li rimproverò bonariamente il direttore, raggiungendoli
-Me ne prendo la completa responsabilità- rispose uno dei due giovani.- Avevo momentaneamente perso le chiavi della macchina.
-Bene... direi di iniziare le presentazioni- propose Gray- Il vicedirettore Walter Skinner- disse indicandolo con la mano- gli agenti speciali Dana Scully, John Doggett e Monica Reyes- li additò uno per uno.- Agenti, vicedirettore... questi sono gli agenti Jason Douglas Cain e Maximiliam Owen.
Skinner porse loro la mano ma nè Scully, nè Doggett, nè Monica si mossero.
-Agenti?- li spinse il direttore.
-Ah, signore...- intervenne Cain-... ho idea che non saranno necessarie le presentazioni. Siamo i nuovi vicini di casa dell'Agente Scully- spiegò poi.
Skinner e Gray si voltarono a guardarli.
-Ahm...- tentò Scully.
-A quanto pare il mondo è piccolo!- fece Owen tentando di spezzare la tensione- Per quanto mi riguarda potete continuare a chiamarmi Max.
-Idem per me- intervenne l'altro- JD va benissimo.
-Quasi... eravate quasi irriconoscibili senza barba e con i capelli tagliati- azzardò Monica accennando un sorriso.
-Ah, beh... quando siamo al lavoro dobbiamo dare l'impressione di essere bravi ragazzi.- rispose Max, mantenendo quell'aria sorridente nello sguardo.
-Vedo che c'è già un certo affiatamento nel gruppo e mi fa piacere- Gray tentò di riprendere in mano la conversazione.- Agente Cain, agente Owen... il vicedirettore è il supervisore della sezione a cui sarete assegnati durante la vostra permanenza qui.
-Va bene.- annuirono i due.
-Sia chiaro che dovrete mantenervi a disposizione per qualsiasi altra sezione necessiterà del vostro aiuto.
-Chiarissimo signore.
-L'agente Scully è a capo della sezione degli X-Files e vi riferirà dell'ultima indagine in corso.
-Bene.
-Buon lavoro!- concluse, sedendo nuovamente alla sua scrivania.
-Finalmente!- iniziò Mulder, girando la sedia non appena avvertì la loro presenza nella stanza- Credevo che...- le parole gli morirono in gola non appena vide i nuovi agenti assegnati alla sezione.
Scattò in piedi avvicinandosi a loro.
-Buongiorno, signor Mulder- lo salutò cordialmente JD.- O forse dovrei dire Agente Mulder?
-Signor Mulder va bene. Non sono più un agente dell'FBI- rispose, guardandoli con occhi torvi. Non gli piaceva affatto come situazione, in tutti i sensi.
-Ah... Mulder- titubò Scully- Questi sono gli agenti Jason Douglas Cain e Maximilian Owen.
-JD e Max- sussurrò Mulder con tono piuttosto secco.
-Esatto- gli ribadì Max accennandogli un sorriso.- Preferiamo i diminutivi, sono più pratici e amichevoli, anche a lavoro.
-E, se non sono indiscreto, potrei sapere da dove venite?- fece Doggett tornando alla sua solita postazione.
Anche a lui quella situazione puzzava molto.
-Los Angeles- rispose JD.
-Però!- esclamò Monica- Anche il nuovo direttore viene da Los Angeles.
-Si... abbiamo lavorato sotto le sue direttive per un pò di tempo. E' una persona straordinaria- raccontò Max.
-In che sezione?- chiese Mulder, spigoloso.
-Per circa due anni nell'antiterrorismo... nell'ultimo anno nel distaccamento Crimini Violenti.
-Il direttore dice che avete chiesto il trasferimento temporaneo per gravi problemi di famiglia- iniziò Doggett, non mutando affatto il suo tono di voce.
-Come mai avete lasciato Los Angeles per Washington?- terminò Mulder.
-Non avevamo un caso da risolvere?- chiese JD cambiando immediatamente discorso, senza scomporsi più di tanto nè abbandonando quella serena imperturbabilità che sembrava una caratteristica anche di Max a dirla tutta.
-Si, certo.- fece Scully, gettando una bruttissima occhiataccia verso Mulder.
-Prendo i fascicoli- disse Monica, avviandosi verso la sua scrivania e guardando torva verso John.
I nuovi agenti si sedettero sull'unica scrivania ancora completamente libera e presero a studiare i referti autoptici e le informazioni riguardanti le vittime.
-Allora?- chiese Doggett, dopo neanche dieci minuti.
-Che ci dite di bello?- proseguì Mulder.
Si beccarono entrambi altre due occhiatacce da Scully e Reyes, significato estremamente chiaro: Non la passate liscia voi due.
-Si- fece Max alzando lo sguardo dal fascicolo che stava studiando.
-L'autore di questo scempio si crede una sorta di sciamano- iniziò JD.
-Uno sciamano?- chiese Monica immediatamente interessata
-Si, a giudicare dalle tracce che ha lasciato... i segni sulla fronte delle vittime- spiegò poi, constatando i dubbi dei presenti.
-Sembra una croce greca- fece Scully.
-E' una croce celtica- puntualizzò JD- Sembra che questa persona voglia marchiare le sue vittime e punire il loro tradimento.
-In che senso?- chise Monica.
-Per diventare Sciamano è necessario seguire una scala... la Scala Sciamanica... 12 tappe in totale: la realizzazione, l'opposizione, la morte, il risveglio, l'incontro, il viaggio, il totem, lo sciamano, il mondo dello spitiro, l'accettazione, la visione e la seconda realizzazione.
-E noi saremmo arrivati alla quarta tappa?- fece scettico Doggett.
-Così sembra.
-Ed è arrivato a queste dettagliate conclusioni leggendo un semplice file?- sbottò Mulder.
-Non sono irragionevoli queste supposizioni- intervenne Max.
-La realizzazione, la prima tappa, rappresenta il risveglio della consapevolezza e la prima vittima era direttore di un centro mistico in cui, presumibilmente, si prende consapevolezza della propria anima per riuscire a liberarsi dal corpo. La seconda tappa, l'opposizione, rappresenta le difficoltà iniziali e la seconda vittima era uno psichiatra che cerca di liberare i propri pazienti dai loro problemi legati alla propria psiche. La morte ,la terza tappa, rappresenta, il primo rito di passaggio e la terza vittima era una donna che nel suo passato aveva lavorato con mente delle persone e che probabilmente era sul punto di morire.
-E infatti come ha rilevato nell'autopsia, agente Scully, la signora Bayle soffriva di una sarcoma all'intestino- intervenne a supporto Max.
-La quarta tappa, il risveglio- riprese JD- rappresenta la scoperta delle proprie potenzialità e la quarta vittima era un santone, qualcuno cioè che aveva capacità superiori alla norma.
-Aw... e secondo lei... come sceglie le sue vittime?- chiese Monica, pittosto impressionata dalle capacità che i due giovani stavano mostrando.
-Chi può dirlo... può prendere persone a caso o gente che conosce. L'unica via potrebbe essere indagare su Kirsten Bayle.- propose JD.
-Perchè?- chiese Scully piuttosto incuriosita.
-Se il killer sapeva della malattia della vittima o la conosceva o è venuto in possesso della sua cartella clinica... quindi potrebbe lavorare in ospedale, ad esempio.
-Mi sembra una buona pista.- disse Monica con convinzione.
-E come mai sa tutte queste cose?- fece Mulder con scetticismo.
-Quando ho visto la croce sulla fronte delle vittime e ho letto la professione di queste ho solo associato le idee.- rispose JD quietamente.
-Come mai conosce così bene il mondo celtico?- chiese Doggett.
-Sono un antropologo.
-Capisco... ma non avete ancora una teoria sugli strani risultati delle autopsie, giusto?- intervenne nuovamente Mulder.
-A dire la verità... forse una spiegazione l'avrei.- si pronunciò Max.- Sta circoscrivendo il cuore.
-Il cuore?- chiese Scully con stupore avvicinandosi al giovane per osservare le fotografie delle vittime.
-Il colpo inferto alla seconda vittima è leggermente più inclinato, di un 5... forse 10 gradi rispetto alla prima vittima... così come il colpo della terza rispetto a quello della seconda... e quello della quarta rispetto a quello della terza. Sta circoscrivendo il cuore. Ha staccato l'aorta alla prima e ha proseguito lungo il ventricolo sinistro per le altre... Infatti, da quello che ho letto, solo alla prima vittima l'aorta era recisa.
-Bella teoria- sussurrò Scully, prendendo in mano le fotografie delle vittime per costatare l'evidenza.
-Che arma potrebbe aver usato?- chiese Reyes.
-Non ho studiato il corpo da vicino e dalle foto non riuscirei a stabilirlo... ma, se si crede effetivamente uno sciamano, potrebbe aver usato un qualche pugnale antico... qualcosa che si sia fatto riprodurre... potremmo cercare in qualche negozio specializzato- terminò, scrutando le espressioni esterrefatte di Scully e Monica e quelle sempre più dubbiose di Mulder e Doggett.
-Vorrebbe studiare i corpi?- chiese Dana, quasi senza fiato.
-Se non le dispiace... ho letto la sua firma sui referti autoptici e non vorrei...
-E' un patologo?- continuò Scully.
-Si... c'è qualcosa di male?
-No... no, si figuri... ehm...- proseguì scrutando i volti dei presenti- io potrei accompagnare l'agente Owen a Quantico- disse poi verso i suoi vecchi colleghi- mentre voi potreste seguire le altre piste con l'agente Cain, uh?
Continua nel prossimo capitolo....
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