Titolo: Tempo
Autore: Lezar  theonlytruth@crazy-land.net
Spoiler: Mi pare che non ci sia nulla di estremamente rilevante.
Rating: Pg... una piccola imprecazione, per il resto penso sia abbastanza fattibile per tutti.
Genere: Angst, romance, nel senso che M e S hanno una relazione già all'inizio della fic, non nel senso che è una fanfic sdolcinata, non pensate male!
Feedback: Sicuramente! La mia e-mail è sopra o a fine fanfic... scrivete!!!
Disclaimer: Carter ha creato i personaggi, gli attori li hanno impersonati, la Fox e la 1013 li hanno pagati... non me ne vogliati se li ho presi in prestito per giocarci un pò, e soprattutto non fatemi causa!! Non ci guadagno niente!
Note: sotto c'è tutto!

 

...nemo se iudicet quicquam debere qui tempus accepit,
cum interim hoc unum est quod ne gratus quidem potest reddere.

 

Scully's Home
Georgetown, Virginia
Two weeks later
7:45, am
 
Scully trafficava vicino al bollitore del caffè, attendendo impaziente che il liquido scuro e aromatico che li avrebbe aiutati ad affrontare quella lunga giornata riempisse del tutto la caraffa.
Era bardata dal più classico dei suoi tailleur blu, un sottogiacca turchese pallido, capelli tirati con cura e un sobrio e sottile velo di trucco.
Cullata dal silenzio del mattino, il traffico non ancora intenso, la vita che stava lentamente ricominciando dopo la lunga nottata, qualche passante e automobilista sonnacchioso, e, come ultimo dei sottofondi, il muoversi di Mulder in camera da letto, in ritardo per aver oziato nel letto più del dovuto.
Gli avvenimenti sembravano così lontani, come se nulla fosse accorso a perturbare la loro tranquillità, come se nulla fosse accaduto: un sogno lontano a cui pochi uomini avevano assistito.
Scully riportò l'attenzione al bollitore ormai pieno di caffè.
In fretta recuperò due tazze dalla credenza sopra il lavandino e le riempì quasi fino all'orlo.
Le prese in mano, lasciando che la porcellana calda le scottasse quasi le mani, e proseguì fino in camera da letto, dove Mulder lottava con la sua cravatta che proprio non voleva saperne di rimanere al suo posto quella mattina.
Gli mandò un lieve sorriso, ricevendone uno sbilenco in risposta, prima di posare una tazza sul comodino e sedersi sul letto, accanto alla giacca blu di Mulder.

-Spiegami ancora perchè è una buona idea che venga in ufficio con te.- le chiese Mulder, impegnato a rifare per l'ennesima volta il nodo alla sua cravatta.

-Perchè,- iniziò lei, dopo aver preso un grosso sorso dalla sua tazza, svuotandola per metà- non ho alcuna intenzione di lasciarti qui da solo, senza copertura. Oltretutto, inizieresti ad indagare da solo e ti metteresti nei guai.

-Ti ho detto che me ne starei stato buono.- ribadì lui, imprecando sottovoce contro il dannatissimo indumento che aveva tra le mani.

-Ricorda Mulder che ti conosco molto bene!

Lui si voltò con aria stranita e colpevole, mentre i lembi della cravatta giacevano penzoloni dai due lati del suo collo.

-Ok- ammise in fine con aria rassegnata.- E' vero, mi conosci.

Scully rise debolmente, portò alle labbra la sua tazza e ne svuotò il suo contenuto, lasciandone solo un dito scarso sul fondo.
Appoggiò la porcellana sul comodino, prendendo in mano quella colma di caffè e passandola a Mulder.

-Grazie- mormorò lui, portandosela alle labbra.

-Di niente- rispose timidamente lei, prendendo in mano i lembi della cravatta per sistemargliela.

-Nervosa?- chiese Mulder, mentre tendeva il collo per conformare la cravatta alla pelle.

-Un pò... è come quando si inizia una nuova esperienza della propria vita.

-Si, però... questa non è esattamente una nuova esperienza.

-Lo so... anche se in un certo senso, lo è... tante cose sono cambiate.- terminò con una punta di amarezza e un velo di tristezza negli occhi.

-Riuscirò a starmene buono a vedervi lavorare?- chiese Mulder, cambiando immediatamente discorso.

-Devi startene buono- marcò Scully- Il direttore Gray ha acconsentito a che tu stessi con noi in ufficio a patto che questo non interferisca con il normale svolgimento del lavoro. Questo non esclude però che tu possa dare il tuo parere ogni tanto- terminò sorridendogli e apportando gli ultimi ritocchi al nodo che aveva fatto.- Ok, così sei a posto!

Mulder rispose al sorriso e le si avvicinò, solleticando con le sue labbra la bocca di lei, spostandosi lentamente lungo la linea della mascella e ritornando in fine alle labbra.

-Mulder- mormorò lei, porsandogli una mano sul petto per farlo allontanare- Facciamo tardi- sussurrò poi a fior di labbra.

-Guastafeste- fece Mulder con finto broncio.

-Recupera la tua giacca, ti aspetto vicino alla porta.- concluse Scully, guardandolo con occhi di fuoco... un fuoco diverso da quello che induce l'ira, uno sguardo che Mulder aveva sperimentato più volte in passato e che lo aveva ridotto ogni volta come gelatina.

-Se mi guardi così non ti faccio arrivare fino alla porta- le bisbigliò all'orecchio.

Scully gli diede una benevola e sorridente pacca sulla guancia, prima di avviarsi verso la porta.
La luce del sole filtrava dalla finestra e colorava di leggera paglia e oro il pavimento e il divano, conferendo all'ambiente un'inadeguata serenità.
La scrivania era coperta dalle ombre allungate e deformi che il computer rimandava sullo scrittoio.
Scully recuperò le chiavi di casa e le mise nella tasca della sua giacca, si diede un'ultima occhiata allo specchio per assicurarsi che la sfuriata di Mulder di poco prima non l'avesse scombussolata troppo e si portò alla porta.
Mulder le si avvicinò qualche attimo dopo con il suo completo scuro, i capelli ben pettinati e il gradevole odore del suo dopobarba che aveva in poco tempo invaso la stanza.

-Andiamo?- fece lui.

Scully annuì e stava per rispondere quando un acuto rumore di piatti e bicchieri rotti proveniente dall'appartamento accanto giunse alle loro orecchie.
Si voltarono a fissare la parete, quasi potessero scorgere l'accaduto.

-E' la quarta mattina di fila!- sbottò Mulder divertito.- Se continuano così non avranno più stoviglie.

-A quanto pare c'è qualcuno che ti batte nel combinare guai in casa!- fece sarcastica Scully aprendo la porta.

-Ehy, un momento! Non sei spiritosa!- ribattè Mulder mettendo il broncio.

-Muoviti!- esclamò Scully prendendolo per una mano e trascinandoselo fuori, sul pianerottolo, prima di chiudere la porta dietro di se.

 

X-X-X-X

FBI Headquarter
Georgetown, Virginia
8:55, am
 
Il settimo piano dell'Hoover Building era tutt'altra cosa rispetto ai piani precedenti: molta più luce e molta meno confusione. I pochi agenti che camminavano nei corridoi erano discreti e piuttosto spediti nel loro andare, in modo da raggiungere in fretta le proprie scrivanie.
Anche intorno alle macchinette del caffè, mondo incontrastato del pettegolezzo, l'atmosfera era più che tranquilla: qualche agente si intratteneva un attimo a chiacchierare con il partner o il compagno di sezione, ma per lo più ci si limitava a prendere il proprio caffè, elargire qualche saluto e tornare al proprio lavoro.
La presenza del direttore in quel piano si faceva sentire, fin troppo forse; aleggiava nell'aria fin dalle prime ore del mattino accanto al sapore di inchiostro fresco dei giornali che gli agenti portavano con sè al loro arrivo.
L'ufficio degli X-Files era una piccola porta in mogano due metri più dietro rispetto a quella del direttore. Un'anonima stanza dal di fuori, racchiusa in piccoli lembi di parete.
L'interno invece si mostrò loro del tutto inaspettato.
Era un salone non eccessivamente grande a dire la verità, ma c'era spazio sufficiente per quattro scrivanie e quattro schedari e ne rimaneva anche dell'altro per poterci circolare.
Ciò che colpì Mulder e Scully fu soprattutto la luce. Abituati al buco nel sotterraneo, quasi non sembrava vera la luce emanata dai due grandi finestroni alle pareti di fronte alla porta e dai quattro neon che illuminavano la stanza.
Si guardarono intorno stupiti, meravigliati da tanta concessione: o il nuovo direttore era un estimatore degli X-Files, il che era poco credibile a dire il vero, o c'era qualcosa sotto tutto questo, qualcosa non ancora rilevabile in superficie.
Dopo due settimane Doggett e Reyes non avevano riscontrato nulla di anomalo nel comportamento di David Gray e del suo staff, che anzi si erano dimostrati abbastanza affabili verso di loro. Nessun pericolo apparente insomma, il che aveva convinto Scully a ritornare a dirigere gli X-Files.
Sapevano che da un momento all'altro sarebbe scoppiata una nuova e definitiva guerra e che avrebbero dovuto tenere i loro occhi costantemente in agguato, sapevano che il loro comune nemico giocava nell'ombra, attendendo il momento propizio per colpire... ma sapevano che prima o poi sarebbero dovuti tornare ad una parvenza di normalità e il lavoro era un buon punto da cui riprendere.
 
Una scrivania era del tutto sgombra e rifletteva la luce del sole con la sua sua superficie lucida e scura, tendente al marroncino.
L'altra, qualche passo più avanti, era occupata solo da un semplice ed elegante portapenne e dalla testiera e dal monitor di un computer.
In successione c'erano quattro schedari, piuttosto bassi ma certamente più nuovi ed efficienti dei loro predecessori nella sezione X-Files, e altre due scrivanie, ingombre da pile enormi di file.
Sicuramente le scrivanie di Doggett e Reyes.
Mulder e Scully vi si accostarono, constatando che si trattava dei files che occupavano l'archivio nel sotterraneo e chiedevano di essere riordinati e archiviati.

"Ti ho detto di no!", ascoltarono all'improvviso da oltre la porta, "perchè neghi l'evidenza?", diceva una voce di donna, almeno così pensavano. In effetti le pareti sembravano essere molto spesse, più di quanto loro immaginassero.

"Non c'è alcune evidenza da negare!", rispondeva una voce maschile.

Mulder e Scully distolsero lo sguardo dai files e lo spostarono verso la porta che attimi dopo si aprì.
Apparirono Doggett e Monica che discutevano animatamente con un incartamento in mano l'uno e una tazza fumante di caffè l'altra.

-John, ma perchè devi essere così cocciuto e ostinato!- diceva Reyes con lo sguardo rivolto verso il suo partner.

-Vedo che le vecchie abitudini non sono cambiate in quest'ufficio- fece Scully con un certo divertimento nella voce.

Doggett e Monica si voltarono sorpresi, prima di avvicinarsi loro con un sincero sorriso sulle labbra.

-Bentornati!- fecero entrambi.

Scully annuì brevemente.

-I muri cambiano ma l'anima della sezione rimane la stessa!- sbottò Mulder- Allora, cosa avevate da discutere tanto?

-John ha cestinato alcuni casi questa mattina, ma io sento che non doveva farlo.- affermò convinta Monica.

-Di che casi si tratta?- chiese curiosa Scully

-L'apparizione di un fantasma in una cittadina del Wisconsin...- iniziò Doggett.

-Um... interessante- sussurrò Mulder.

-Un presunto licantropo che avrebbe starminato una mandria di pecore giù in Texas- continuò John- e un tale che gira voce sia un vampiro che avrebbe fatto tre vittime qui a Washington.

-E quali di questi casi secondo te potrebbe dare... come dire... sviluppi interessanti?- fece Scully verso Monica.

-E questo non lo so.- rispose lei risoluta.

-Ehm... magari lasciamo che se ne occupi la polizia locale e interveniamo solo in caso di estrema necessità. Siete d'accordo?- riprese Scully

-Si- rispose Doggett.

-No- fecero contemporaneamente Mulder e Monica.

Scully guardò tutti e tre e scosse la testa.

-Ok- espirò avvicinandosi alla sua scrivania.

Si prospettavano lunghe giornate.

 

X-X-X-X

Scully's Home
Georgetown, Virginia
Four days later
8:45, pm
 
Mulder prese la bottiglia d'acqua dal tavolo e riempì il suo bicchiere fino all'orlo rischiando di farne uscire il contenuto.
Scully gli gettò un'occhiataccia e si affrettò a recuperare un tovagliolino di carta per asciugare l'acqua che inevitabilmente sarebbe caduta.
Ma Mulder la precedette. Si abbassò sulle ginocchia e iniziò a succhiare l'acqua dal bordo del bicchiere.

-Mulder!- esclamò Scully.

-Che c'è?- fece lui, voltandosi e guardandola con sguardo innocente.

-Ti sembra il comportamento di una persona adulta questo?

-Ma perchè, che ho fatto?- ribattè, fissandola colpevolmente stupito.

-I bambini bevono in quel modo, non chi si presuppone sia un maturo essere senziente.- sbottò lei, riportando l'attenzione ai suoi piatti da lavare e al lavandino pieno di acqua e schiuma.

-Sono mai stato un maturo essere senziente, Dana?- le chiese con voce suadente avvicinando cauto la sua bocca al collo di lei.

-Mulder...- iniziò lei, cercando di divincolarsi- Devo finire e andare di là a continuare con i rapporti.

-Lo so- bisbigliò, circondadole la vita con le mani e dandole brevi tocchi di labbra sul retro del collo.

-Mulder...

L' "avete bisogno di una mano" di Monica Reyes risuonò limpido e con esso il suo giungere in cucina e arrestarsi di colpo dinanzi alla scena che Mulder e Scully stavano mostrando davanti al lavandino.
I due si voltarono di colpo, come bambini scoperti con le mani nella torta della mamma o giovani adolescenti trovati dai propri genitori su un letto a baciarsi e a dare sfogo alle proprie tempeste ormonali.

-Suppongo di no- sussurrò Monica, con un leggero sorriso sulle labbra.

-Ehm...- iniziò Scully.

-Sta arrivando- concluse Mulder.- Vai, ci penso io a mettere a posto- continuò poi verso Scully, che s'asciugò le mani e se ne andò in salotto.

Doggett se ne stava comodamente seduto su una poltrona, con un cinque-sei fascicoli in grembo e una penna in mano.

-Come abbiamo fatto ad accumulare tanto lavoro arrestrato?- sbottò, non appena vide Scully e Reyes entrare in salotto.

-Che ti aspettavi dopo quello che è successo?- rispose Monica sedendo sul divano.

-Io parlavo delle ultime settimane... dieci rapporti da completare.

-Traslocare un ufficio come quello degli X-Files non è cosa da poco.- fece Scully, accomodandosi accanto a Monica.

-E neanche abituarsi ad un ufficio così luminoso- continuò Reyes. Scully e Doggett iniziarono a fissarla e così continuò- E' che... non è che non apprezzi tanta luce e tanto spazio, però... quando sono entrata per la prima volta nell'ufficio degli X-Files... non so sembra che... che gli spazi angusti e la poca luce facciano parte dello spirito della sezione.

-Ha perfettamente ragione!- la voce di Mulder giunse dietro di loro del tutto improvvisa.

Fece il giro del divano e si sedette accanto a Scully.

-Anche io faccio fatica ad abituarmi a vedere gli X-Files circondati da tanta luminosità... è... innaturale- terminò, appoggiando comodamente la schiena sulla spalliera del divano e incrociando le mani dietro la testa.

-Beh... mi dispiace per voi- fece Doggett, poggiando i rapporti sul tavolino da caffè-... ma dovrete sopportare il nostro nuovo ufficio ancora per un pò di tempo.

-E si, Doggett ha ragione.- confermò Scully.

-Sapete qualcosa che non ci avete detto?- chiese incuriosita Monica, guardando ora Dana ora John.

-Semplicemente... ieri, quando sono andata a consegnare il rapporto sul nostro ultimo caso a Skinner, mi ha informata che si sono presentati problemi alle pareti... infiltrazioni d'acqua...

-Le pareti sembrano carta pesta... si stanno sbriciolando.- concluse Doggett.

-E tu che ne sai?- fece Monica incuriosita.

-Ho... dato una sbirciatina, stamattina,  prima di salire in ufficio.

-E... come mai non ce ne siamo mai accorti?- chiese Mulder.

-Con tutta la confusione che c'era in ufficio, dubito potessimo accorgere che ci fossero pareti lì dentro.- rispose sarcastica Scully, guardandolo con la coda dell'occhio.

-Ma... quando l'ufficio sarà risistemato, verranno portati giù i nuovi archivi, vero? Non dovremo risistemare i files in quelli vecchi, giusto?- fece speranzono Mulder.

-Che c'è, Mulder? Stanco della sua nuova attività?- rispose con una punta di malizia Doggett.

-Eh... insomma, sono passato da Agente dell'FBI a disoccupato ad archivista e casalingo- borbottò Mulder, mettendo un finto broncio.

Monica e Scully sorrisero.
Davvero era impensabile solo tre settimane prima tanta tranquillità in quella casa.
La tempesta era giunta, aveva distrutto anime e corpi ed era scemata lentamente, lasciando all'uomo il tempo di ricostruire e ricominciare.

-Bene, casalingo- marcò Scully-... vorrebbe preparare un pò di caffè per tutti?

-Potrei aprire un'attività di tutto fare, che ne dici?- bisbigliò alzandosi.

-Potrei iniziare a farti lavare il bagno...- continuò Scully stando al gioco.

-Ehm... magari ritorno ai miei archivi...- fece, avviandosi verso la cucina e sparendo alla vista subito dopo.

Scully riportò l'attenzione verso Doggett, Monica e i files che giacevano sul tavolino di fronte a lei.

-Dovremo cercare di terminare entro stasera, se non vogliamo trascorrere il weekend a battere rapporti al computer.

-Mulder mi ha detto che avrete da fare con il suo vecchio appartamento, o qualcosa di simile- iniziò Doggett, recuperando una cartella dal tavolino.

-Prima di andar via, mesi fa... ha sistemato parte della sua roba qui e parte in un deposito... ora è venuto il momento di rimettere un pò di cose a posto.

-Volete una mano?- propose Monica, accendendo il portatile di Scully.

-No, grazie. Sono solo poche scatole, dovremmo farcela a caricarle tutte in macchina e portarle qui.

-Non credo che riusciremo a terminare i rapporti entro stasera, ma... ci penseremo Monica ed io... voi fate quello che dovete fare.- riprese Doggett.

-John ha ragione. Sei tornata a lavoro da una settimana, e non sono state certo giornate facili, piene di scartoffie e documenti arretrati da sistemare... è giusto che vi prendiate il weekend.- concluse Reyes, iniziando a battere sulla tastiera del portatile.

-Se per voi va bene, allora... Grazie- fece Scully, elargendo ad entrambi sinceri sorrisi.

-Grazie anche da parte mia!- tuonò Mulder, entrando in salotto con un vasoio tra le mani.

Si accostò al tavolino e appoggiò il vasoio, porgendo una tazza a Monica e una a Doggett.
Prese la sua e quella di Scully tra le mani, e stava per andarsi a sedere quando un acuto rumore giunse dall'appartamento accanto.

-Hanno iniziato anche con i piatti della cena ora?- sbottò Mulder.

-Chi c'è dall'altra parte?- chiese Monica fissando la parete di fronte a se.

-Nuovi vicini.- rispose Mulder mentre si sedeva sul divano.

-E da quanto tempo sono qui?- chiese Doggett.

-Cinque settimane credo... avete presente quei due ragazzi che abbiamo incrociato davanti alla porta qualche settimana fa?- fece Mulder.

-Si, mi ricordo. Vivono da soli?

-Non lo so.- rispose Dana- Li abbiamo incontrati solo una volta vicino alle cassette delle lettere e...

Scully venne interrotta da un rumore sordo e da un "porcaputtana" piuttosto irritato e acuto.

-Direi di andare a vedere che succede.- propose Mulder appoggiando le tazze di caffè sul vasoio, alzandosi e uscendo di casa prima che Scully potesse fermarlo.

I tre lo seguirono sul pianerottolo, rimanendo a fissare l'ennesima porta bianca del corridoio.
Mulder bussò e attesero che qualcuno venisse ad aprire.
Si udirono alcuni scalpitii, scatole che rotolavano e un "Un attimo" soffocato.
Qualche secondo dopo si udì lo scatto della serratura e apparì loro un giovane moro, capelli piuttosto lunghi e una barba non molto folta che gli imperlava il viso: indossava solo un paio di jeans sdruciti, per il resto era scalzo e a petto nudo, con alcune gocce di sudore che gli scendevano sui pettorali e lungo i bicipiti.

-Ehm... immagino siate dell'appartamento accanto... ci dispiace della confusione.- si scusò questi.

-Volevamo solo sapere se era tutto a posto.- fece Mulder.

-Stiamo montando gli ultimi mobili... la libreria ci sta dando un pò di problemi.- spiegò il giovane.

-Vi serve una mano?- propose Doggett.

-No... ehm... si è solo capovolta.

-Si è capovolta la libreria?- chiese Monica scotendosi dallo stato di trance in cui era entrata.

-Vi siete fatti male?- domandò contemporaneamente Scully, uscendo anch'essa dal torpore in cui era piombata.

Certo, per entrambe era stato decisamente un bel vedere e uno spettaolo inaspettato dietro quella porta.

-Prego- fece il giovane, spalancando la porta e facendoli accomodare.

L'ingresso era simile a quello di Scully: una sala abbastanza ampia con una porta che conduceva in cucina e un corridoio che presumibilmente portava in camera da letto e quindi al bagno.
C'erano scatoloni dappertutto, alcuni ancora imballati, altri aperti per metà, altri del tutto spalancati. Un divano e una scrivania ingombri giacevano già sistemati sulla destra.
Il giovane li condusse lungo il piccolo corridoio e quindi in camera da letto, dove facevano bella mostra gli immancabili scatoloni, un divano, una placca in mogano chiaro che presumibilmente doveva essere una libreria e, seduto su di essa, un ragazzo dai capelli biondicci e leggermente lunghi, una leggera barba e un'aria sconsolata.

-Quest'affare non ha alcuna intenzione di collaborare.- borbottò questi, senza neanche alzare lo sguardo.

-Ehm... Max... questi sono i nostri vicini.

Il giovane alzò lo sguardo e subito si mise in piedi, pulendosi le mani sui jeans scoloriti che indossava. Come il suo compagno, era scalzo e a petto nudo, mentre le spalle e i pettorali erano coperti di sudore.

-Piacere... Max.- fece il giovane sorridendo.

-Ah... neanch'io non mi sono presentato...- iniziò l'altro-... JD.

-Volete una mano a rimettere su la libreria?- propose Mulder.

-Uh... no, lasci stare- rispose JD, gettando uno sguardo all'ammasso di legno che giaceva per terra.- ci penseremo domani.

-Il muro mi si è sgretolato fra le mani mentre montavo le viti, ecco perchè mi è caduta addosso.- spiegò Max

-Si è fatto male?- chiese Scully.

-No, non era piena di libri.

-Era pur sempre una libreria!- fece Monica.

-Ah, beh... mi sono cadute addosso cose peggiori!- ribattè Max con un certo divertimento- Comunque... grazie per l'interessamento!

-Dovreste avvertire l'amministratore se avete problemi con i muri.- disse Doggett, dando una sguardo al buco sulla parete.

-Nah... non vale la pena... se si tratta di mettere un pò di intonaco ci pensiamo noi.

-Comunque, se aveste bisogno di aiuto....- riprese Mulder.

-Grazie... e ci dispiace di aver fatto tanto rumore in questi giorni.- si scusò JD mentre li riaccompagnava alla porta seguito da Max- Ma le nostre cose ci sono arrivate molto in ritardo, fra una settimana o due riprenderemo a lavorare e stiamo cercando di affrettarci.

-Non c'è problema... piacere di avervi conosciuto!- fece Scully sorridendo

-Il piacere è nostro- risposero quasi in coro i due.

-Arrivederci- salutarono Mulder, Doggett e Monica, lasciando la casa e avviandosi sul pianerottolo.

-Buona serata!- dissero i due, osservando i quattro rientrare nell'appartamento accanto e quindi chiudendo la porta.

 

X-X-X-X

Scully's Home
Georgetown, Virginia
10:56, pm
 
Scully sedeva sul letto con un largo e consunto pantalone di tuta e una t-shirt slabbrata di Mulder. Aveva sulle gambe incrociate un vecchio album di foto, almeno stando alla copepertina e alle pagine ingiallite dal tempo nelle loro estremità.
Sul copriletto erano sparsi fogli, cartoline e oggetti indefinibili e di varia natura.
 
Era stata una giornata lunga e spossante.
Intorno alle nove erano arrivati al deposito e, tra il caricare gli scatoloni, disdire l'affitto e pagare gli arretrati degli ultimi due mesi, era arrivato mezzogiorno. Avevano preso degli hot dog lungo la strada e un paio di Diet Coke ed erano filati dritti a casa.
Lo scaricare gli scatoloni e il trasportarli nell'appartamento aveva richiesto un'altra oretta di lavoro, dal momento che l'ascensore sembrava stregato e perennemente occupato. In effetti Mulder era salito fin all'ultimo piano per controllare e aveva trovato la porta dell'ascensore socchiusa e appesa alla parete un enorme cartello con su scritto "LAVORI IN CORSO, SI PREGA DI USARE LE SCALE".
Avevano trascorso il primo pomeriggio a disimballare la maggiorparte degli scatoloni e a selezionare il loro contenuto. I libri erano finiti accanto a quelli di Scully in camer da letto; alcune riviste sportive che Mulder aveva voluto assolutamente tenere avevano formato una pila accanto al televisore; qualche album di famiglia e qualche reduce del vecchio mobilio erano ritornati in scatola e riposti sopra l'armadio.
Avevano accantonato tre o quattro scatole, alcune delle quali contenevano i residui della vecchia vita da scapolo di Mulder, videocassette e riviste non proprio per bambini che avevano indotto Scully a tenere il broncio per un quarto d'ora buono.
Alle otto e trenta della sera potevano dire conclusa la loro piccola avventura quotidiana.
Una doccia veloce per eliminare l'abnorme quantitativo di polvere che avevano incamerato e una cena tranquilla ordinata al solito ristorante cinese.
 
Cercavano di rimettere le cose a posto, di diradare un pò di nebbia e vedere un pò di luce. Non potevano dire chiuso l'ultimo capitolo della loro vita, non avrebbero mai potuto affemarlo. William e Gibson erano ancora nelle *loro* mani e tre settimane d'indagini, come d'altronde s'aspettavano, non avevano portato a nulla.
Si facevano reciproca forza per non soccombere e andare avanti, pur sapendo la verità, pur essendo consapevoli di non poter fare nulla per arrestare l'inevitabile.
 
Mulder si era offerto volontario di lavare le poche stoviglie della cena e asciugarle, nonostante fosse il più stanco dei due e sicuramente sarebbe crollato non appena si fosse messo sotto le coperte.
Chissà, magari era un modo di farsi perdonare l'aver conservato le *sue* videocassette e le *sue* riviste!
Entrò in camera da letto mentre s'asciugava le mani ancora umide sui pantaloni. Raggiunse velocemente il letto e si gettò sul materasso intrappolando Scully dalla vita.

-Sei stata molto scortese prima- le bisbigliò nell'orecchio, iniziando a baciarle il collo- Io entro nella doccia e tu vai via.- arrivò alla mascella.

-Eri pieno di polvere, Mulder, ed io mi ero appena lavata.- balbettò lei iniziando a ridere.

-Mi hai lasciato solo e indifeso- riprese lui, intrappolandole le labbra tra le sue- Voglio una ricompensa per aver fatto il bravo in questi giorni. Penso di meritarla- continuò, infilandole una mano nella maglietta.

-Devi... devi ancora... farti... perdonare le riviste.... e le video.... cassette- annaspò Scully.

-Uhm....- mugugnò Mulder, impossibilitato a parlare; la sua bocca era impegnata ad esplorare ogni centimetro del collo di lei.

-Che ne dici... di... continuare fra... fra un momento...

-Uhm... io voglio quello che mi spetta- riuscì a rispondere, interrompendo per un attimo la sua attività.

-Ma se aspetti... chi ti dice... che non avrai più del dovuto?

Mulder alzò la testa per guardarla, immediatamente interessato alla proposta.

-Definisci più del dovuto- chiese lui, spostandosi dietro di lei, in modo che Scully potesse sedersi tra le sue gambe.

-Sarà una sorpresa.

-Uhm.... mi piacciono le sorprese- fece lui dandole un leggero bacio sul collo- Allora, che volevi farmi vedere?

-Questo- rispose Scully mostrandogli l'album che aveva ancora in grembo.

-Ma che... dove...- balbettò Mulder con occhi stupiti, riconoscendo immediatamente l'oggetto.

-Era in una scatola che volevi gettar via e che non hai assolutamente aperto.

-Contiene un paio di cose..

-... dei tempi di Oxford, lo so.- lo interruppe lei.

-Avevo del tutto dimenticato di averla... l'ho trovata in fondo all'armadio quando ho lasciato il mio appartamento.

-C'erano alcune lettere e qualche cartolina.- iniziò maliziosa Scully, gettando uno sguardo ai fogli che giacevano in fondo al letto.

-Non le avrai lette, vero?- chiese Mulder con apprensione, assumendo un colorito rossastro sulle guance.

-No, non temere.

-Ah- si tranquillizzò, gettando fuori una notevole tranquillità d'aria.

-L'album di fotografie è interessante- riprese Scully, sfogliando le pagine cartonate.

-Ricordi di gioventù.

-Eri carino.

-Deficisci carino- chiese, iniziandole a massaggiare il ginocchio con la mano destra: un carezzevole e leggero tocco di dita e polpastrelli.

-Sei in vena di definizioni stasera, Mulder?

-Carino più o meno di adesso?- insistette.

-Carino in maniera differente... eri più giovane, più magro, il viso più innocente.

-Mi stai dicendo che ora non sono nè giovane, nè magro, nè innocente?- borbottò Mulder con voce stupita.

-I tuoi propositi di prima non erano certo innocenti- disse maliziosa lei.

-E la Scully versione college sarebbe stata attratta dal suo futuro collega?- rispose alla malizia.

-Non so... forse si... forse no.

-Che altre scoperte hai fatto su questo album?

-Uhm... c'è una serie di foto che sembrano scattate nello stesso posto- rispose Scully sfogliando un paio di pagine e arrestandosi subito dopo.

Erano otto foto in totale e tutte mostravano un Mulder dai capelli leggermente lunghi e l'orecchino all'orecchio abbracciato a una Phoebe Green dai capelli sottilmente cotonati e l'aria furba.

-Dai...- la supplicò Mulder, cercando di chiudere quel dannatissimo album di fotografie. Ma Scully era irremovibile.

-Ok... ehm... non ricordo esattamente l'anno- iniziò a raccontare-, ma era la fine di Agosto.

-Eri appena ritornato ad Oxford dopo la pausa estiva?- chiese Scully.

-In realtà quell'anno non ritornai proprio negli Stati Uniti. Mi pare che Phoebe ed io stessimo insieme da poco più di un anno. I corsi stavano per ricominciare e così decidemmo di trascorrere il weekend da alcuni suoi parenti che avevano una tenuta nello Yorkshire. Il lunedì successivo sarebbe stato l'August Bank Day e la tenuta sarebbe stata a nostra completa disposizione, perchè i suoi zii avrebbero passato la ricorrenza su, a Durham. Passammo quel lunedì a ingozzarci di Sheoherd's pie e Bread and butter, sbronzarci di Cidro e a...

Scully ridacchio, lasciando che la conversazione cadesse lì.

-Mi piacerebbe tenere questo album.

-Per ricordarti di Phoebe?-

-No... per aver qualche tua foto del periodo di Oxford.

-Se ci tieni, è tutto tuo!

-E per le lettere?- fece lei, voltandosi per guardarlo in faccia.

Mulder fece per aprire la bocca ma alla fine non rispose. Prese l'album e lo mise da parte, afferrò Scully per la vita e la trascinò lontano dal letto.

-Mulder!- tentò di protestare lei, iniziando a ridere.

-C'è una parte di me che è poco propensa alle attese prolungate.- fece lui, spingendola in bagno.

-Perchè siamo ritornati in bagno?

-Il letto lo lascio per il supplemento di razione che mi hai promesso.- sussurrò lui facendole rizzare i peli del collo, prima di chiudere la porta del bagno dietro di sè.

 

 

Continua nel prossimo capitolo....

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NOTE:
1- Per il fatto che ho posto Scully come caposezione degli X-Files... beh, ho pensato.... Mulder era il capo della sezione e Scully il secondo agente assegnato... dopo la dipartita di Mulder, ho creduto abbastanza ovvio che la carica di Mulder passasse a Scully e quella di Scully a Doggett e Reyes.
2 - August Bank Holiday: è una festività britannica che si festeggia l'ultimo lunedì di Agosto, quando banche, negozi e uffici rimagono chiusi tutto il giorno; in Gran Bretagna il 15 agosto è invece una giornata normale.
3- Sheoherd's pie: è un tipico piatto inglese fatto di carne tritata coperta di patate schiacciate e formaggio.
4- Cidro: è un liquore fatto con le mele.
5- Bread and butter: è un piatto dolce consistente in una fetta di pane, cotta in forno con uva passa e zucchero, e coperta di crema calda.