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TITOLO: SILENT VOICES INTO THE DEPTHS
OF OUR SOULS( SILENZIOSE VOCI NELLE PROFONDITà DELLE NOSTRE ANIME)
CAPITOLO 2: BLOWN DUST AWAY(POLVERE SOFFIATA VIA)
RATING:PG 13
LUOGO SCONOSCIUTO
9:07 A.M.
"Pronto!"
"Signor Michael,che piacere sentirla."
"Chi è?"
"Non è necessario che lei lo sappia."
"Chi è Michael?" La voce proveniva da un'altra stanza dell'appartamento. Era
quella di una donna.
"Costato che è in compagnia. Spero di non averla disturbata in un momento
inopportuno."
"Che cosa vuole?"
"E' proprio come mi è stato riferito. Gli affari prima del piacere. Bene Signor
Michael, si rammenta della signora Dramgo? Credo di si,non è vero? Suo cognato ha rapito
il bambino."
"Lei chi è?"
Non ottenne risposta,solo un bip del cellulare che gli segnalava che la comunicazione era
stata interrotta.
Una donna giovane,capelli lunghi,biondi,lo sorprese alle spalle e gli circondò la vita
con le sue braccia.
Indossava solo una camicia bianca che apparteneva sicuramente all'uomo.
Lui era a dorso nudo. Aveva addosso solo un paio di pantaloni chiari.
"Chi era?"
"Non lo so. Non ha voluto dirmelo.La voce era da uomo,ma mi è sembrata
contraffatta."
"Cosa voleva?"
"E' una lunga storia. E' coinvolta Cellula Rossa."
"Potrebbero essere stati loro a telefonare?"
"Non ne vedo la ragione. Sai chi è Mason Dramgo?"
"No. Dovrei?"
"Probabilmente no. E'il leader di Cellula Rossa da quando suo fratello Malcom è
stato ucciso."
"Chi l'ha ucciso?"
"La Sezione. Con l'aiuto della moglie di Malcom."
"Perché?"
"Per suo figlio. Non voleva che crescesse con un terrorista. E ora suo zio l'ha
rapito.Immagino per quello che sua madre temeva."
"Perché sei stato contattato tu e non direttamente la Sezione?"
"Sono stato io a sparare a Malcom. Ma questo non spiega nulla."
"Che pensi di fare?"
"Per il momento penso di fare l'amore con te."
Si girò fra le braccia di Nikita e la baciò.
THE-X-FILES'S OFFICE
FBI'S HEADQUATER
WASHINGTON D.C.
9:15 A.M
"Sai a cosa pensavo?"
La donna distolse lo sguardo dalla pratica che stava compilando,seduta alla scrivania del
suo collega, mentre lui giocherellava con il temperamatite. "A cosa?"
"Ad una vacanza. Io e te."
Scully lo guardò sorpresa per quella proposta. Stava per chiedergli di ripetere ciò che
aveva detto perché lo trovava un pensiero talmente insolito,soprattutto considerato chi
l'aveva formulato. Mulder che voleva prendersi una pausa dal suo lavoro? Non era una cosa
che faceva spesso. Anzi non lo faceva quasi mai. Da quando lo conosceva s'era concesso un
periodo di ferie, solo perché era stato costretto.
Il lavoro per Mulder era ciò che lo faceva rimanere sano di mente, anche se per tutti,
lui era solo "lo spettrale", l'agente più strampalato e fuori di testa
dell'FBI. Per lei non era così. Dana Scully non era mai stata il tipo che badava ai
pettegolezzi,ma l'alone di mistero che avvolgeva quest'uomo era stato il gancio trainante
che più l'aveva spinta ad accettare di essere affiancata a lui. Lei capì ciò che tutto
il mondo non era mai riuscito a capire. Era conscia dei motivi del suo collega, da dove
scaturiva tutta quella sua ostinazione. E la considerava uno dei lati più affascinanti di
quell'uomo. Certo lavorare con lui non era facile. Tantomeno controbattere le sue, quasi
sempre, assurde teorie. Ma la maggior parte delle volte erano quelle che salvavano le loro
vite, e Dana aveva imparato a fidarsi del suo intuito come del proprio.
"Non vorrai portarmi a Graceland,vero?"
"Oh...no! Mi hai rovinato la sorpresa!" Le rispose Fox,sorridendo. "Dico
sul serio. Che ne pensi?"
"Graceland?" Lei rise calorosamente.
"No..."
"Non lo so. E il lavoro?"
"La pila di files,non andrà da nessuna parte e penso che, nel frattempo, neanche
l'ufficio si sposterà da questo seminterrato. Ma noi potremmo approfittare di questa
possibilità irripetibile ed andare da qualche altra parte."
"Ah,ah!Doveva farmi ridere?"
"Dimmi di si. E' solo per qualche giorno."
"E dove vorresti andare?"
"Ovunque tu voglia."
"Come pensi di giustificare la coincidenza di una vacanza per entrambi?"
"Non ci sono casi importanti da seguire,di conseguenza questo ufficio dimenticato dal
mondo può rimanere inattivo per un po'. Quanto scommetti che a nessuno piangerà il cuore
se il nostro lavoro si prende una pausa dai loro loschi affari?"
Come poteva dire di no ad un invito così allettante e soprattutto allo sguardo da bambino
desideroso che la mamma gli compri quel giocattolo.
Uno degli aspetti di cui si era innamorata di Mulder,sin da subito, era proprio quel suo
sguardo.
I suoi occhi avevano la capacità di cambiare in maniera così repentina,sfumando in vari
colori che rispecchiavano il suo stato d'animo di quel momento, che neanche il più grande
attore sarebbe stato in grado di riprodurre.
"D'accordo!"
"Hai detto si?"
"Si,ho detto si!"
Il viso di Mulder cambiò di nuovo espressione e si aprì in uno dei suoi più bei
sorrisi.
Dana fu felice di vederlo così, perché era tempo che non le regalava un sorriso che non
nascondesse,in realtà tristezza.
"Ok,lasciami fare.Organizzo tutto io. C'è un posto dove saresti sempre voluta
andare, ma non ne hai mai avuto la possibilità?"
"Non lo so! Forse c'è un posto dove mi piacerebbe tornare."
"Dove?"
"Quand'eravamo bambini, papà ci portava tutti nel Montana durante le feste di
Pasqua. Andavamo in un ranch di un suo collega.
Io e Melissa ci divertivamo un mondo.Facevamo lunghe passeggiate a cavallo e pick-nick
lungo il torrente.
Prendevamo in giro Bill, perché aveva paura dei cavalli." Scully sorrise al
pensiero.
"Aggiudicato! Troverò un ranch dove poter pernottare e fare lunghe passeggiate e
pick-nick sul prato. Non posso prometterti un torrente, però ci proverò."
"Non è facile come impresa, possiamo andare da un'altra parte..."
"No,no,no,no,no! La mia Scully vuole un ranch e ranch sia!"
"La tua Scully?"
"Cosa?"
"Mi hai chiamato 'la mia Scully '."
Mulder le sorrise, ma non c'era imbarazzo nella sua espressione, Dana poteva scommettere
di aveva visto un pizzico di fierezza nei suoi occhi.
Lo stridente squillo del telefono turbò quell'atmosfera di pace, che si era creata
nell'aria.
"Mulder!...Buongiorno,signore...Si...Ci scusi,arriviamo subito."
Riattaccò il telefono.
"Era Skinner. Ci siamo dimenticati della riunione per il bilancio."
"Era stamattina?"
"Mezzora fa."
"Accidenti. Era arrabbiato?"
"Irritato di sicuro."
"Ho la sensazione che faresti meglio ad aspettare un po', prima di chiedergli le
ferie."
"Andiamo!"
Fox prese la giacca,appesa all'attaccapanni e aprì la porta. Aspettò che Dana uscisse
per accompagnarla con una mano dietro la schiena,come faceva sempre.
Lei sorrise apertamente sta volta.
"Che c'è?"
"Eh?"
"Perché sorridi?"
"Niente!"
Entrarono in ascensore e lui premette il terzo piano.Appena le porte si chiusero, le si
avvicinò ad un orecchio e le ripetette: "Allora perché sorridevi?"
Lei lo guardò e gli sorrise di nuovo.
"Te lo spiego a casa. Questo non è il posto più adatto per parlarne."
"Ok!"
Erano entrambi poggiati con la schiena al muro dell'ascensore. Lei guardava verso il basso
e lui guardava lei.
"A che pensi?"
"A stamattina. A ieri sera."
Il sonoro campanello che li avvertiva che erano arrivati al piano preselezionato,
martellò il suo tocco.
Dana uscì per prima,ma dopo essere uscito anche lui, Mulder l'affiancò nel corridoio.
SKINNER'S OFFICE
9:41 A.M.
Arrivati all'ufficio di Skinner, Darleen li annunciò e il vicedirettore le fece cenno di
farli entrare.
"Buongiorno,signore"
"Buongiorno,agente Scully!"
"Scusate il ritardo. Ma dove sono gli altri?"
Fox era entrato dopo aver fatto passare avanti la sua collega. Dana disse fra se e se, che
ogni volta lo faceva di proposito. La lasciava passare avanti così se Skinner era già
pronto con l'arco e con la freccia, lei gli avrebbe fatto da scudo. Sorrise all'idea di
Mulder spaventato per un rimprovero.
"Sono andati a prendere un caffè. Prego sedetevi,vi farò un breve ragguaglio degli
elementi già discussi."
La riunione durò più di un'ora.Quando tutti furono andati via,Skinner trattenne i due
agenti per informarsi sulle condizioni di salute di Scully.
"Ma lei come si sente?"
"Io sto bene. Qualche volta mi sento un po' stanca,ma nulla di più grave di un mal
di testa."
"Si riguardi, e se ha bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, me lo faccia sapere."
"Grazie,signore"
Gli agenti si alzarono e salutarono il loro superiore.
"Agente Mulder,vorrei si trattenesse per un istante."
"Va pure avanti, Scully,ti raggiungo in ufficio."
Lei annuì e andò via,chiudendo la porta dietro di se.
"Di cosa vuole parlarmi?"
"Dell'agente Scully."
Mulder si sedette.
"Come sta realmente?"
"Ieri è stata poco bene. Ha avuto delle perdite di sangue dal naso. Stamattina
sembra andare meglio."
"Non le faccia mancare niente."
"No, signore. Cerco di passare più tempo possibile con Scully,per poterla assistere
in caso stia male. A questo proposito,le volevo chiedere un periodo di ferie per entrambi.
So che non lascerebbe il lavoro,anche se stesse davvero male,ma qualche giorno di vacanza
le farebbe bene. E penso di riuscire a convincerla a riposarsi un po', se lei potesse
concederceli."
"Non c'è problema. Mi dica quando e vi darò un permesso."
"Grazie!Ne parlo prima con lei e le farò sapere."
"Stia attento a Scully, mi raccomando."
"Può contarci."
THE-X-FILES'S OFFICE
10:03 A.M.
"Ce l'hai fatta! Che voleva Skinner?"
"Concederci una vacanza."
"Come hai fatto?"
"I trucchi non si svelano.Sei stata tu ad insegnarmelo."
Le sorrise con la faccia di chi la sa lunga, mentre si toglieva la giacca.
"Ha chiamato mia madre."
"Che ti ha detto?"
"Mi ha chiesto di vederci per pranzo. Verrà qua verso la mezza."
Mulder appese la giacca.Si mise a sedere di fronte a Scully e iniziò a giocherellare con
un evidenziatore.
"Hai qualcosa in contrario?"
"Che tu pranzi con tua madre? No,figurati. Mi fa piacere. La stai vedendo molto poco
in quest'ultimo periodo."
"Per il lavoro."
"Non è per il lavoro. Tu cerchi di evitarla."
"Non è vero."
"Le hai detto che sei stata dal medico?"
"No! Non voglio che si preoccupi."
"Scully,è tua madre. Ha il diritto di avere informazioni sulla tua salute. E sulla
tua vita."
"Non stiamo più parlando del cancro ora."
"Non capisco che intendi."
"Vuoi che le dica di noi due."
"Io...Voglio che la informi sulle tue condizioni di salute. Tutto qui. Se non vuoi
dirle di me, rispetterò la tua scelta."
"Ma non ti piace la mia scelta."
"Credo solo che non ci sia niente di male nel dirle la verità."
"Perché ci tieni tanto?... Non me la sento di dirle di noi. Non ancora."
"Ok!"
"Mulder!"
Gli afferrò la mano per fermare il fastidioso ticchettio dell'evidenziatore sulla
scrivania, e lui lo lasciò cadere.
"Scully, ti ho detto che va bene."
"Non pensare che consideri la nostra...relazione qualcosa di poca importanza. Lo
sai!"
Faceva fatica a chiamarla così. Le sembrava ancora irreale.
Per lei non era facile lasciarsi andare. Essere vulnerabile fino a quel punto. Si
considerava una donna forte, e lo era veramente. Permettere a qualcuno di avvicinarla, le
dava una sensazione di debolezza. Con Mulder era stato diverso. Lui era arrivato al suo
nascondiglio segreto.Aveva trovato la chiave e l'aveva liberata.
E lei gli aveva dato la possibilità di entrarle nel cuore, come lui le aveva lasciato
avvicinare il suo. E prima che si rendessero conto di quanto dipendessero l'uno
dall'altro, il muro, che aveva iniziato a costruire quand'era bambina,era crollato. Lui
l'aveva sgretolato con il suo calore.Era diventato polvere. Mulder l'aveva soffiato via e
aveva permesso a lei di abbattere il suo.
Erano due anime smarrite,prima di incontrarsi, ma insieme avevano trovato la loro strada.
"Si,lo so! E non voglio forzarti a far nulla."
"Grazie!"
Dana gli strinse forte la mano.
"Glielo dirò presto. Te lo giuro."
Lui si portò la mano alle labbra e gliela baciò delicatamente,ma con devozione.
"Vado al computer per organizzare il nostro viaggio."
Si alzò dalla sedia e andò verso la parte dell'ufficio dov'era il pc. Lo accese e si
chinò all'indietro sulla sedia per vedere cosa stesse facendo Dana. La vide attenta a
compilare qualcosa e si riportò in avanti.
<
Vorrei poter condurti in un luogo senza tempo.Sciogliere le catene e vivere senza
tristezza.
Vorrei essere in grado di cancellare questo male per scacciare le paure che ci hanno
imprigionato.
Se solo tu sentissi la mia voce quando non ti parla,potrei essere sicuro che non ti
perderò.
Vorrei poter essere degno di te,per poter essere abbastanza per te.
E allora ti donerò il mio respiro così saprò che non ti manca nulla.
>
10:27 A.M.
"Hai trovato qualcosa?"
"Può darsi."
"Come sarebbe 'può darsi '?
"Dipende."
"Da cosa?"
"Dipende se te lo voglio far sapere o no."
"Ohhh...andiamo. E quanto ti ci vuole per decidere?"
"E chi lo sa!"
Scully cercava di spiare qualche indizio sul computer dalla scrivania di Mulder,ma lui se
ne accorse e si mise in modo da coprirlo.
"Agente Scully,dov'è l'agente Mulder?"
Skinner era entrato nel loro ufficio come una furia senza bussare.
"Sono qui,cosa c'è?"
Fox spense il pc.
"Abbiamo bisogno di lei per un'indagine."
"Di che si tratta?"
"Gliene parlerò strada facendo. Si dia una mossa."
"Signore?" Dana si alzò dalla sedia.
"Scully,rimanga la dov'è. Ci serve soltanto Mulder."
"Che significa? Io e lui lavoriamo insieme."
"E' meglio che lei resti a fare il suo lavoro."
"E' quello che vorrei fare..."
"E' un ordine,agente Scully."
La donna fece per dire qualcos'altro,ma la durezza delle parole del suo superiore la
bloccarono.
"Ti chiamo appena arrivo sul posto." Le disse Mulder, sottovoce, appena Skinner
fu fuori dalla stanza.
Lei non potette far altro che annuire con la testa.
SKINNER'S OFFICE
10:40 A.M.
Mulder aveva seguito Skinner fino al suo ufficio. Lui non gli aveva ancora accennato a
nulla e Fox non gli aveva domandato niente.
La segretaria del vicedirettore era seduta alla sua scrivania e stava parlando al
telefono,eseguendo gli ordini del suo capo, che le aveva chiesto di rintracciare un suo ex
collega del Vietnam.
"Darleen,non faccia passare nessuno."
"Certo,signore."
Prima di aprire la porta dell'ufficio,Skinner venne fermato da Mulder.
"Vuole dirmi di cosa devo occuparmi?"
"Le dice nulla il nome Kyra Dramgo?"
"Si.Le è successo qualcosa?"
"Hanno rapito suo figlio."
"Chi?"
"Mason Dramgo."
"Lei come fa a sapere di questa storia?"
"E' venuta qui a cercarla."
"Dov'è?"
"Nel mio ufficio."
LUOGO SCONOSCIUTO
10:40 A.M.
La struttura era molto moderna,aveva la forma di una piazza sormontata da una cupola, ad
un'altezza indeterminata. Tutt'intorno c'erano porte a vetri che permettevano l'accesso ad
altre stanze. C'erano diversi computer e tanta gente che vi lavorava. Si notavano alcuni
corridoi, ma non si poteva capire dove portavano,poiché a pochi metri cambiavano
direzione.
Quella era la sede operativa della Sezione Uno.
Molto in alto,da un lato, i vetri erano scuri e non lasciavano avere una visione
interna,ma poteva sembrare di scorgere delle ombre che sorvegliavano dall'alto.
Per questo quella era la stanza di chi era al comando della Sezione. Da lissù controllava
tutti e nessuno poteva vedere lui.
"Com'è possibile che in una casa sotto la nostra sorveglianza sia riuscito ad
entrare qualcuno e rapire il bambino di Kyra Dramgo?"
"Non so cosa risponderti Paul."
"A chi era affidato l'incarico?"
"A Vegon e Neo."
"Voglio che vengano annullati."
"Sei sicuro?"
"Non so che farmene di uomini, che non sanno fare il proprio lavoro.Di chi era la
supervisione?"
"La mia.Li ho interrogati. Dicono di non sapere come gli uomini di Mason abbiano
fatto ad entrare. Non credo sia possibile."
"Che intendi dire? Pensi che non sia un caso di inefficienza?"
"Sai che sono sospettosa per natura."
"Da quanto Neo e Vegon sono alla Sezione uno?"
"Tre anni. Sono sempre stati degli ottimi elementi, ma non posso impedirmi di pensare
che in qualche modo siano legati a Cellula Rossa.E' l'unica spiegazione plausibile."
"E come mai Cellula Rossa non ha pensato che avremmo potuto capirlo?"
"Evidentemente la loro sopravvivenza non è necessaria. E ormai Mason ha quello che
voleva. Non sono più indispensabili per raggiungere l'obbiettivo."
"E per quale motivo Neo e Vegon sono tornati alla Sezione? Sarebbero potuti tornare
da Cellula Rossa. Conoscono la nostra politica e sapevano a cosa sarebbero andati incontro
se tornavano."
"Non ho ancora avuto modo di leggere il loro profilo completo. Birkof non lo sta
ancora completando. "
"Riserva loro il trattamento che sai, ma prima di iniziare,chiamami, voglio
assistere. Non c'è nulla che quadra in questa storia."
"Birkof sta passando a setaccio tutte le microspie nel palazzo di Kyra."
"Bene."
"Se hai bisogno di me,sono nella mia stanza a prepararmi."
"Madelaine?"
"Si Paul?"
"Dove sono Michael e Nikita?"
"A casa di Nikita."
"Voglio che Michael sia convocato di urgenza. Per favore di a Walter di
contattarlo."
"Anche Nikita?"
"Nikita non è rilevante."
"D'accordo."
Le porte automatiche dell'ufficio di Operation si richiusero appena la donna uscì. Lui
rimase a contemplare i suoi uomini dalla vetrata,fino a quando non vide la figura decisa
di Madelaine attraversare l'androne.
Osservò il suo passo veloce e i suoi movimenti rigidi. La compostezza del suo viso non
l'aveva sorpreso durante la loro conversazione. Non era tanto diversa da lui. Fredda e
distaccata quasi sempre, tranne che in rare occasioni,ma non di certo sul lavoro,né
davanti ai loro agenti. Anche in quelle poche volte in cui non pensavano alle missioni,al
terrorismo e alle regole della Sezione,lei gli riservava poco di se. Non c'era nulla che
riuscisse a turbare quella donna,se non la madre. Ma questo non era un problema perché a
lei non era concesso vederla. Chi era alla Sezione non aveva più una vita al di fuori di
essa. La sua famiglia era la Sezione stessa, ma questo non significava che vivessero fra
amici. Tutti dovevano solamente obbedire ed eseguire gli ordini. Anche
Madelaine,nonostante il suo rapporto con il capo. Operation doveva render conto a George.
E ciò non gli piaceva affatto. La sua posizione di superiorità rispetto a quelli che
lavoravano alla Sezione era determinante per permettergli di trasgredire,non alle
regole,ma alla volontà di George. I suoi uomini gli erano fedeli. Non per volontà,ma
perché erano costretti a farlo.
THE-X-FILES'S OFFICE
FBI'S HEADQUATER
WASHINGTON D.C.
12:20 A.M.
Scully aveva aspettato invano la telefonata di Mulder. Provò a chiamarlo lei, ma anche se
il suo cellulare squillava lui sembrava non sentirlo. Era irritata per il fatto che
Skinner l'aveva esclusa dall'indagine senza motivo. Se l'aveva fatto perché era
preoccupato per la sua salute, non lo giustificava. Era stata chiara con lui:voleva
continuare a lavorare come aveva sempre fatto. Se non avrebbe permesso che la sua malattia
fosse un ostacolo per la vita che aveva sempre condotto, non lo sarebbe stata neanche per
le loro indagini.
Non riusciva a trovare altre spiegazioni,che avessero potuto spingere il vicedirettore ad
eluderla dall'incarico.
Ma provava una sensazione strana, che le metteva ansia.
Non avere notizie da Mulder non le rendeva la mente più libera dai brutti pensieri.
Non le piaceva questa situazione e stava iniziando ad agitarsi.
"Si può?"
"Entra mamma."
Dana le andò incontro e l'abbracciò.
"Ehy,come ti senti?"
"Bene."
"Non si direbbe."
"Sono felice di vederti."
"Anch'io,tesoro... Dov'è Fox?"
"E' fuori per un'indagine."
"E come mai non sei con lui?"
"Vorrei tanto saperlo anch'io."
"E' successo qualcosa?"
"No,è tutto ok."
"Sei pallida,e sembri dimagrita."
"Sto bene."
"Sei ancora qui? Oh...Buongiorno signora Scully."
"Ciao Fox."
"Che riguardava l'incarico tanto urgente che ha scomodato Skinner a venir fin qui
giù a chiamarti,di persona?"
"Ne parliamo più tardi."
"Non hai sentito il cellulare?"
"No,era senza suoneria. Mi hai chiamato?"
"Visto che non l'hai fatto tu..."
Mentre parlavano Dana seguiva con lo sguardo tutti i suoi movimenti.
Stava vagando per l'ufficio in cerca di qualche fascicolo.
Quando lo trovò,iniziò a leggerlo come se nella stanza ci fosse soltanto lui.
Il suo atteggiamento diede fastidio alla collega.
"Mulder?"
Lui la guardò e si accorse del suo tacito rimprovero.
Le si avvicinò e le prese la mano. "Scusa,mi dispiace,ma non ne ho avuto
l'occasione."
Quel suo gesto fece trasalire Dana, che ritrasse subito la mano,ammonendolo con gli occhi
per il suo comportamento davanti a sua madre. Sperò che Maggie non l'avesse notato.
"Io e Dana andiamo a pranzo fuori,vuoi unirti a noi,Fox?"
Mulder riportò la sua attenzione al resto dei presenti, poi guardò di nuovo Scully negli
occhi per aver una risposta da lei.
"No,mamma. Mulder è molto impegnato."
"Ma deve pur mangiare qualcosa... Allora che ne dici,ti va?"
"Grazie,ma è meglio se rimango qua,nel caso avessero bisogno ancora di me."
"Ma possono sempre rintracciarti sul cellulare e poi noi andiamo alla tavola calda
qua fuori."
"Mamma,non insistere."
"Non credo di potere." Rispose Mulder spostando il suo sguardo dalla sua partner
a Maggie e viceversa.
"Si che puoi. Andiamo. Saremo qua vicino."
"Io...Scully?"
"Fai quello che vuoi." Che però significava:'Non azzardarti ad accettare!'.
"La ringrazio dell'invito,signora Scully,ma è meglio di no."
"Dana,diglielo che gli farà bene prendere un po' d'aria. Qui sotto è così buio ed
opprimente"
"Mulder,se ti va vieni."
"D'accordo."
UNDERMEET
12:45 A.M.
"Che cosa prendi,tesoro?"
"Un'insalata."
"Dana,l'insalata è un contorno."
"Lo so benissimo,mamma. Ma non ho molta fame."
"Dovresti magiare qualcosa di più sostanzioso." Aggiunse Fox.
"Fantastico!Due madri è meglio che una."
"Dana!" La riprese Maggie.
"Scully, posso parlarti?"
Mulder si alzò,l'afferrò per il braccio per essere seguito e la portò fuori dal locale.
"Ascolta: dì a tua madre che ho ricevuto una telefonata e che sono dovuto scappare.
Non mi piace essere osservato in continuazione a quel modo da te. Non sono io che mi sono
invitato. Tua madre ha insistito. Io avevo detto di no."
"Ma sei tu quello che mi ha preso la mano. Cosa t'è saltato in testa,eh?"
"Mi dispiace,l'ho fatto senza pensare. Ti chiedo scusa."
"Certo,si."
"Scully,pensi che l'abbia fatto apposta?"
"Non mi meraviglierei."
"Per te farei una cosa del genere?"
Lei non rispose. Guardò il palazzo di Edgar Hoover dall'altro lato della strada. Visto da
lì,sembrava più piccolo di quanto non era in realtà.
Avrebbe voluto poter vedere il cancro con la stessa prospettiva anche solo per non doversi
preoccupare per le paure degli altri.
"Bene,tolgo il disturbo."
Dana si maledisse per avergli detto una cosa che sapeva di non pensare.
"No,aspetta. Mi dispiace. E' che sono nervosa. Non so come dire a mia madre dei
risultati delle ultime analisi.
Non voglio metterla in agitazione. E...scusa. Rimani. Per favore."
Questa volta fu lei ad afferrarlo. Lui guardò la mano di Scully stringergli il polso e
poi di nuovo i suoi occhi.
"Vorrei poterti baciare qui, in quest'istante."
Lei gli sorrise. "Skinner ci farebbe una bella foto ricordo d'appendere nel suo
ufficio."
"Se prima non gli viene un attacco di cuore!"
Stavano ridendo entrambi e lei tratteneva ancora il braccio di Mulder nella sua mano.
"E' meglio rientrare."
Dana annuì e lo lasciò appena lui le fece notare con lo sguardo, che forse se tornavano
nel locale, mano nella mano, nessuno li avrebbe considerati bambini dell'asilo.
"Hai già ordinato tu per tutti,mamma?"
"Spero non vi dispiaccia."
"No, mi piace molto la mozzarella." La rassicurò Mulder.
"E per te ho preso anche l'insalata. Ma non ti lascerò mangiare soltanto
quella."
"D'accordo!"
Mulder e Scully si misero a sedere l'uno di fronte all'altra e ognuno si servì la propria
porzione.
"Mi ha chiamato Bill,ieri sera."
"Mmm,come sta?"
"E' appena tornato. Mi ha chiesto di salutarti e dirti che ti chiama presto."
"Io e Tara ci siamo sentite la settimana scorsa.Tara è la moglie di mio
fratello."
Spiegò Dana,rivolgendosi a Mulder.
"Si, lo so. Me ne hai già parlato di lei.E' la moglie di Bill."
"Si."
"Sei fortunata."
"Per cosa?"
"La tua famiglia è così numerosa. Quand'ero piccolo,tutto questo non mi mancava. Io
e Samantha riempivamo la casa. In verità era lei che la riempiva. Quando è scomparsa,poi
non ho mai avuto tempo per pensare ad altro che a come ritrovarla. Ora una vera famiglia
mi manca. Io e mia madre ci sentiamo molto poco in questo periodo."
Scully allungò la mano sul tavolo e la posò su quella di Mulder.
"Perché non me l' hai detto?"
"Detto cosa?"
"Ti sei tenuto tutto dentro. Io non ne avevo idea."
Fox abbassò gli occhi sulle loro mani. Le guardò anche lei,ma non si mosse.
"Avresti dovuto dirmelo."
"Abbiamo problemi più importanti a cui pensare."Ritirò la sua mano da sotto
quella di Scully e prese un boccone di insalata.
Dana continuò a guardarlo sperando di riavere i suoi occhi,ma lui non la guardò.
Lei non fece neanche caso all'espressione della madre,che li stava fissando, o forse non
le importava.
"Vado un attimo in bagno." Maggie si alzò per lasciarli soli,ma sua figlia era
troppo dispiaciuta per Fox per capire che lo aveva fatto per questo.
La osservò allontanarsi,poi guardò di nuovo lui.
"Mulder?"
Fox si alzò.Mise una mano in tasca e tirò fuori il portafoglio.
"E' meglio che vada."
"No,perché? Resta."
Posò 30 dollari sul tavolo.
"Tua madre."
"Non mi importa di mia madre."
"Forse sono ancora in tempo affichè le cose non peggiorino. E' tutta colpa mia,mi
dispiace. Non so come mi sia venuto in mente di fare un discorso del genere davanti a lei.
Avevi ragione a volere che non venissi. Mi dispiace."
"Non mi importa se l'ha capito."
"Ci vediamo."
"Mulder,no..."
Non riuscì a fermarlo. Lui andò via e lei lo vide attraversare la strada dalla finestra
e scomparire dentro il palazzo dell'FBI. A Scully sembrò che si fosse portato via con lui
un pezzo del suo stomaco. Provava un tale vuoto dentro di se, per non aver capito. Lei non
l'aveva capito. Ma ora lo sapeva e aveva intenzione di rimediare.
"Dana? Dove è andato Fox?"
"E' andato via." Le sue labbra tremavano. "Io più di chiunque altro, avrei
dovuto comprenderlo, anche se non mi ha parlato. Dovevo sentirlo."
"Torniamo nel tuo ufficio."
"Si,devo provare a... Devo chiedergli scusa."
THE-X-FILES'S OFFICE
2:05 P.M.
Scully aprì la porta con la speranza di trovarlo lì,ma quando vide la stanza vuota
chiuse gli occhi e sospirò.
"Magari è uscito solo un attimo." Cercò di rassicurarla Maggie.
"Voleva che te lo dicessi."
"Cosa,tesoro?"
Dana scosse la testa e si morse il labbro.
"E' cambiato qualcosa tra voi,non è così?"
I brividi le attraversarono tutto il corpo. Non volle rispondere a quella domanda. Voleva
che lui fosse presente.
"Mamma,ti va di venire a cena a casa mia domani sera? Ti chiamo io domattina per
confermare."
"Mi stai mandando via?"
"No,è solo che..."
La sua frase fu interrotta dall'arrivo del suo collega.
"Mulder?"
"Scusate, sono venuto solo a prendere una cosa. Skinner mi sta aspettando di
sopra."
Aprì un cassetto e cercò la sua pistola. La infilò nella fondina attorno ai pantaloni e
richiuse il cassetto.
"Dove stai andando?"
"E' per quell'indagine. Arrivederla signora Scully e mi scusi se non mi sono potuto
trattenere a pranzo."
Uscì dall'ufficio, ma Dana lo seguì e lo bloccò prima che potesse entrare
nell'ascensore.
"Mulder, mi dispiace."
"Scully devo andare, Skinner mi sta aspettando."
"Dobbiamo parlare. Quando torni?"
"Non lo so."
"Vieni da me stasera."
"Non so quando mi sbrigo."
"Non ha importanza. Vieni a qualunque ora. Anche alla cinque del mattino, ma
vieni."
"Non lo so. Ora devo andare. Ciao!"
Le porte dell'ascensore si chiusero, ma Scully rimase immobile.
"Dana,tesoro,va tutto bene?"
Lei la guardò, ma non disse nulla.
"Io torno a casa." Maggie aveva capito che sua figlia non voleva parlarle della
situazione e che voleva rimanere sola.
"D'accordo."
"Chiamami se hai bisogno."
"Lo farò,mamma."
Le diede un bacio sulla fronte e andò via.
CONTINUA...
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