Titolo: Absent.
Autore: Rose Ramsey ( closeyoureyes@katamali.com )
Keywords: MSR, V, Angst Mulder
Genere: PG-13
Spoliers: Ambientazione sesta stagione, dopo l'espisodio 6.12(Un figlio).
Summary: Mulder si risveglia in un ospedale psichiatrico, Scully non esiste.
Note dell'autore: Questo è un tentativo di vedere la vita di Mulder senza Scully, e naturalmente, la reazione di Mulder cosciente dell'assenza della sua partner ( e anche una piccola vendetta…).
E' una delle prime ff x-philes che scrivo, quindi vorrei sapere che ne pensate.
Desclaimer: I personaggi utilizzati in questa storia non mi appartengono, ma sono di proprietà di Chris Carter e della Twentieth Century Fox Television, non intendo violare alun copyright e non scrivo a scopo di lucro.


*****

Ho appena aperto gli occhi, è tutto così confuso che distinguo a malapena i colori.
Azzurro chiaro, bianco.
Ci pensa l'odore di disinfettante a farmi capire che sono in un ospedale.

Man mano che mi sveglio sento il mio corpo. Freddo.
Sopratutto le mani, sono ghiacciate.
Muovo la testa lentamente, mi sento debole e stanco.

Lei non c'è.

Trovo alquanto strano svegliarmi senza di lei dopo che mi è successo qualcosa - che al momento proprio non riesco a ricordare - ma che mi ha portato a stare in una camera d'ospedale; di solito con qualche comportamento idiota che mette in pericolo la mia vita tiro fuori l'istinto materno della mia partner che si installa al mio capezzale con rimproveri, sguardi comprensivi e confortanti e occhi furtivi da medico scrupoloso.

Dopo qualche respiro sento un rumore di tacchi fuori dal corridoio, mi è familiare ma non so perché non riesco a collegarlo a Scully, ma al momento la testa mi fa troppo male per soffermarmi su particolari che possono sembrare così irrilevanti.

La porta si sta aprendo, e io giro la faccia per vedere la mia amica che entra.

La vista è un poco offuscata così sbatto le palpebre più di una volta parlando prima di aver messo a fuoco l'immagine di Scully.
"Hey, credevo di essere rimasto orfano!"
Scherzo.
Visto Scully? Sto benissimo, e adesso che ci sei và anche meglio. Non mi frega di perché sto qui, adesso voglio tornare a casa, ho pure un paio di lavatrici da fare, a meno che non ci abbia pensato tu mentre io mi facevo un soggiorno in ospedale tutto copreso.
"Ciao Fox, ti senti meglio?"
Conosco questa voce carezzevole e a tratti lasciva.
Questa non è Scully.
Sgrano gli occhi e finalmente la vedo.
"Diana!?!"


ABSENT


"Chi credevi che fossi?..La fata turchina?" lei scherza con gli occhi dolci e mi guarda come se fossi un bambino di due mesi in una culla.
"Non mi aspettavo di vederti qui….Scully dov'è?" sono davvero confuso, quindi se mi vuoi facilitare le cose chiama Scully e falla venire qui immediatamente, ho bisogno di una confortante diagnosi scrupolosa e scentificamente veritiera, e magari anche di qualche rimbrotto fuorimano.

Lei ride "Intendi il telecronista del baseball?".
Le sorrido per stare al gioco.

"Non ho voglia di scherzare…davvero…dov'è Scully?" sono serio Diana.
Sono serio, sono stanco, ho mal di testa e voglio tornare a casa.
"Te lo direi se lo conoscessi ma non me lo hai mai presentato" lei alza le sopraciglia e sembra quasi seccata anche se cerca di mantenere la calma e la comprensione necessari a uno che si è svegliato in un ospedale dopo…dopo che?
Decido di glissare l'argomento Scully per un istante.
"Che mi è successo?"
"Dopo un caso hai avuto un malore, e sei rimasto un mese circa in stato si shok…a quanto pare il lavoro ti ha giocato brutti scherzi!..Il dottore dice che è stato lo stress e la troppa pressione a cui ti hanno sottoposto"
Bè, per ora sembra una spiegazione logica anche se non mi ricordo assolutamente niente, e sinceramente non ho voglia di intavolare teorie strampalate.
Devo stare davvero male!

Mi serve una donna razionale e scettica che tiri fuori il mio lato folle.

Faccio un respiro, ora è il caso di affrontare l'argomento principale.
"Ok, ora posso sapere dov'è Scully?"
Lei cerca di essere comprensiva, "Non conosco questo Scully, tel'ho detto!"
"Scully è una lei, ed è la mia collega da sei anni quindi anche se non è in cima alla tua lista delle simpatie ti pregherei di farla entrare",
Diana innarca le sopraciglia, sembra più confusa di me, il chè non so se sia confortante o preoccupante "Mulder non mi ricordo che tu abbia mai avuto una partner, le poche volte che hai lavorato in coppia con qualcuno è stato con me!".
Sembra serissima.
Improvvisamente comincio a sudare freddo.
Mentre sprofondo nel panico più assoluto entra un'infermiera che fa segno a Diana di spostarsi, e mi inietta qualcosa nella flebo.
"No, no aspettate…Diana…" cerco di fermarle.
Ho altre domande da farti Diana. No, ferma. Maledizione.
La stanchezza stà già prendendo il sopravvento, il chè non è strano dato che mi sento come se fossi passato sotto uno schiacciasassi.
A questo punto non mi rimane che abbandonarmi all'effetto del calmante che mi hanno iniettato; magari quando mi sveglierò avrò le idee più chiare….

Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
*****

Qualcuno parla e rumoreggia nella mia camera.

Riconosco le voci, credo che Froike abbia appena fatto qualche commento sulla mia erezione mattutina ma non ci faccio particolarmente caso.
Apro gli occhi e, dopo essermi ripreso da uno sbadiglio morto nella mia gola, li saluto,
"Hey ragazzi, vedo che la buoncostume vi ha trattenuti meno del solito stamattina!"
Ridacchiano; Byers mi fa lo sguardo paterno, ed è meglio che lo salti se non voglio sentirmi male, Langly e Froike mi guardano inteneriti, quasi, ma con tutte le buone intenzioni Froike mi sembra sempre un maniaco.
"Abbiamo saputo che oggi ti dimettono Mulder!"
"Già, a quanto pare"
Sto cominciando a ricordare che me lo aveva detto ieri Diana mentre il calmante cominciava a fare effetto.
Ieri.
Diana.
Scully.
"Ragazzi, sapete dove è finita Scully?…Da quando sono qui non l'ho ancora vista!".
"Scully?" Froike sembra curioso "..è una nuova pollastrella?…Mulder, mi stupisco di te, non l'hai presentata al tuo amico preferito?".
Ok, ragazzi, se è uno scherzo ha smesso di essere divertente ieri dopo la prima frase di Diana, prima ancora che mi dicesse di non sconoscere Scully!
"Ragazzi dateci un taglio e ditemi dov'è finita Scully!…è in qualche guaio?…le è successo qualcosa?"
Comincio davvero a preoccuparmi quindi ditemi la verità.
"Mulder…" Langly quasi mi studia mentre mi guarda incredulo "…sei solo confuso per quello che hai passato, noi non conosciamo nessuna Scully!"
Comincio a negare con la testa "Voi siete completamente fuori di testa! Lavoriamo insieme da sei anni…" sembrano non seguirmi, così mi rivolgo a Froike cercando di fare leva sulla sua attrazione per lei "…mi hai perseguitato per avere il suo numero di telefono, dicevi che era la rossa più eccitante che avessi mai visto!".
"Allora credo che me la ricorderei, ti pare?"
Mio Dio, sembra totalmente convinto di quello che dice.
Ok, stiamo calmi, stiamo calmi.
Calmi un corno!
Ho voglia di saltare fuori da questo letto, di prendere a pugni qualcuno.
I conti non mi tornano.

Qualcuno bussa alla porta, è di nuovo Diana.
Sembra un po' contrariata dal fatto che ci sia tanta gente nella mia camera ma mi fa un sorriso comprensivo.
"Dovresti riposare un po' Fox, tra un paio d'ore ti dimetteranno, e dopo ti accompagnerò a casa"
Dà un'occhiata ai guerrieri Solitari ed esce di nuovo.
Di solito ci pensa Scully ad accompagnarmi a casa, si assicura che ci sia cibo commestibile e salutare per me e poi dopo un chek up veloce se ne và.
"Bè, Mulder, spero che questa Scully che cerchi tanto sia meglio di Diana!"
Certe cose non cambiano a quanto pare, hanno poca fiducia di lei, non ai livelli di Scully comunque.
Langley fa un sorriso e butta là una frase,
"Credevo ti piacessero le sue gambe!",
"Già, ma quella potrebbe ammazzare il suo compagno mentre fanno sesso!"
"Tutta invidia, e poi come vedi, Mulder è ancora vivo!"
Io e Diana stiamo insieme? Davvero? E da quanto dura..?…cioè…come và…?..insomma…
"Punti di vista!", Froike sta scherzando, evidentemente, ma non so perché questa battuta ha un effetto alquanto macabro su di me.
"Bè, amico, noi andiamo. Se hai bisogno di noi sai dove trovarci"
Contateci ragazzi, vi sfrutterò come un negriero quando uscirò di qui, statene certi.
Mi limito ad annuire mentre lasciano la stranza.

*****
When I am down and I am blue
All I have to do
I close my eyes and I think of you


Sono già due ore che penso a Scully.
Io sono certo di quello che ho detto, allora perché dicono tutti di non conoscerla?
Mi ricordo benissimo il giorno che si è presentata nel mio ufficio con un'aria di sfida e gli occhi più grandi e luminosi che avessi mai visto, ricordo che la misi subito alle strette cercando di non dimenticare che lei era lì per spiarmi e invece dopo tre giorni era già attaccato a lei quanto alla mia collezione di video.
E mi ricordo tutte le volte che era con me quando avevo bisogno di lei, tutte le volte che le ho dovuto chiedere scusa perché mi sono comportato come un perfetto idiota.
Mi ricordo il suo odore in ufficio e sul divano di casa mia, la sua passione per quei coni insipidi di riso e tofu, e quella mania di mischiare polline e miele in un vasetto di yogurt semplice, che da parte di un tipo scentifico e razionale come lei mi suona fuoriluogo quanto può esserlo Froike in chiesa di Sabato sera a tenere un seminario sulle moderne tecniche sadomaso.
Ricordo la sua complicata e onnipresente terminologia medico-scentifica, che qualche volta mi fa pensare che è il caso di portare con me un vocabolario. Ricordo le volte in cui la guardo di nascosto mentre riempie i rapporti delle spese di viaggio con l'impegno e la concentrazione assoluta di un chirurgo che sta facendo un'operazione a cuore aperto, e non mi rivolge uno sguardo neanche se mi metto a ballare la danza dei sette veli….anche se siceramente, credo se la caverebbe meglio lei!

Stà tornando il mal di testa, mi serve un cachè e qualcuno che mi dica che diavolo sta succedendo qui.

*****

Diana sta aprendo la porta del mio appartamento.

Ha delle chiavi sue per casa mia. Quando gliele ho date?

Dentro c'è odore di chiuso, è chiaro che manco da un po'.

I miei pesciolini perennemente moribondi, sono ancora moribondi ma vivi.
Credo che le mie cure li abbiano resi immuni a tutto, anche ai periodi di digiuno prolungato.

Lei posa a terra la mia borsa e mi da un bacio sulle labbra.
Non riesco neanche a muovermi.
E' chiaro che io e lei stiamo insieme, ma devo faticare per non ritrarmi; insomma, non è che Diana non mi attragga, anzi, ma è tutto così strano.
Ho bisogno di una doccia, e di schiarirmi le idee.
Lei mi guarda sorridendo, mi fa una carezza e io quasi smetto di respirare, che succede adesso?
Lei torna a baciarmi ma approfondisce il bacio, io all'inizio non partecipo, poi comincio piano a ricambiare, ma tengo gli occhi aperti come se questo mi potesse aiutare a far sì che le cose non vadano oltre.
Per fortuna lei si stacca da me.
"Riposati Fox" si allontana verso al porta e poi si gira prima di uscire,
"Domani hai un appuntamento con un consulente dell'FBI".
Modo ipocrita di dirmi che devo andare a fare due chiacchiere con uno strizzacervelli.
Si tratta di una procedura normalissima dopo un ricovero come il mio.
Mi siedo sul divano per un attimo.
C'è polvere ovunque, strano.
Bè, non tanto, la polvere mica scompare da sola!
E' che di solito Scully da una pulita in giro prima del mio ritorno a casa dopo che sono stato in ospedale, o quando sono fuori per altri motivi.
Decido di andarmi a fare una doccia.
L'acqua mi scorre addosso e sembra quasi che mi calmi, solo che l'assenza di Scully è un pensiero martellante nel mio cervello.
Cerco la camera da letto - non ho una camera da letto!
Sembra un po' come ai vecchi tempi!

Non so perchè mi viene il dubbio che ci siano altre cose diverse da come me le ricordavo.

Comincio a scavare in giro.

Come al solito trovo facilmente il capo del mio disordine.

Ci sono dei fascicoli.

Casi per l'anticrimine, per l'antidroga, per la sezione omicidi - niente x-files.

Chiamo Diana.

Voglio delle spiegazioni o ammazzo qualcuno!




"Fox, gli x-files ti sono stati tolti sei anni fa!…sei solo stanco Fox….mi preoccuperò io di te Fox…"

A questo punto il mio nome mi sembra una gran presa per i fondelli.

Perché mi sembra di essere l'unico sano in un mondo di pazzi?
Preferivo prima, quando ero l'unico pazzo, e davo troppo da fare a Scully perché riuscisse a mettere insieme una vita privata sua.

Chiamo i guerrieri solitari.

"Pronto"
"Pronto Byers, sono io, Mulder"
"Ciao amico, che posso fare per te?"
"Mi serve che tu faccia una ricerca per me"
"Era da anni che non ti servivano dritte sottobanco, spara!"
Anni?
Ma che diavolo ho fatto ultimamente? Ho lavorato a maglia?
"Devi cercare la donna di cui vi ho parlato ieri, si chiama Dana Khaterine Scully"
Lo sento titubante dall'altra parte della cornetta.
"Mulder-"
"Non discutere Byers, fallo e basta ok?"
Lo interrompo, proprio non ho tempo da perdere.
"Va bene"
Bene.
Ora devo solo aspettare.
Aspettare.

*****

Ho un ritardo di cinque minuti.
Ho passato la giornata sepolto nelle scartoffie dietro un'ufficio al terzo piano, ma alla vista della città preferisco sempre quella stanzetta buia e umida nel seminterrato, senza finestre e con quel tanto che basta a me e Scully per discutere sui nostri casi e su come fare per giustificare le nostre spese di viaggio.

Busso alla porta.

Sulla targa c'è inciso "Dott. Carl Peterson"

"Avanti".
Entro e mi trovo davanti un tipo sui cinquanta, brizzolato, con la barba e gli occhiali.
"Si accomodi agente Mulder"
Mi limito ad un cenno con la testa, se comincio a parlare finisce che mi ricoverano di nuovo e al momento ho troppo da fare per mettermi anche a sfuggire all'FBI.
"Come si sente?"
"Bene"
Vero. Bene.
Bene, se non fosse che non ho più gli x-files , che la mia migliore amica è scomparsa e che non so che diavolo vuole Diana da me. Comunque direi che dovendo mettere le tre cose in ordine di importanza, in cima alla scala delle mie priorità al momento c'è il secondo quesito.
"Mi hanno riferito che lei ha una memoria alterata, probabilmente dovuta allo shok subito"
Cerco di stare calmo.
Riferito?
"Chi gliel'ha riferito?"
"Questo non è importante..ora l'importante è aiutarla!"
Quasi rido di me stesso.
Chi può averglielo riferito?
Diana naturalmente!
Direi che uno psichiatra mi ci vuole proprio - in fatto di donne, tra Phebe e Diana, ho dei gusti a dir poco masochistici!
"Certo" annuisco.
"Mi parli di Scully" lui incrocia le dita poggiando i gomiti sul tavolo.
Sono tentato di alzarmi e andare via suggerendogli poco ortodossamente di infilarsi la sua diagnosi in un posto dove non batte il sole, ma se ci provo mi regaleranno una camicia nuova che temo mi starebbe un po' strettina, quindi lo assecondo.
Sai che c'è? Vuoi che ti parli di Scully?
Sarai servito.
"Anche se lei mi crede pazzo io mi ricordo di Scully perfettamente. E' la mia collega da sei anni e non può essere certo scomparsa nel nulla!"
"Io non sto dicendo affatto che lei è pazzo, ma lo shok che ha subito potrebbe avere indotto il suo inconscio a creare una storia parallela alla sua vera vita"
Qua il pazzo è lui!
"Ricorda che suo padre è morto?"
"Certo che me lo ricordo!"
Ora mi sta facendo proprio incazzare
"E sua madre?"
Cos'è un nuovo tipo di tortura?
"Si è suicidata"
Lui annuisce.
Sembra che certe cose non cambino.
"Sua sorella?"
E' un gioco a trabocchetti? "E' scoparsa quando era piccola"
"Mi è stato riferito che non ricordava che la sezione x-files è stata chiusa definitivamente da cinque anni",
E' arrivata la primavera, già gli uccellini cantano!
Qua dentro le notizie volano.
Abbasso la testa e appoggio la fronte nel palmo della mano.
"La sua fidanzata è molto preoccupata per lei, e anche i suoi colleghi lo sono"
Questa è buona! E da quando si preoccupano dello Spettrale? Non ero un appestato?
"So che adesso si sente confuso, ma vedrà che in poche settimane riuscirà a venirne fuori"
Come no! Certo! E chi ne dubita!?!

*****

Chiudo la porta del mio appartamento.
Dentro è buio, fatta eccezione per la luce verdognola dell'acquario. Oggi mi sento in vena di starmene un po' in pace con i miei fantasmi.

Stò seduto sul divano, nella stessa posizione e senza muovermi da almeno venti minuti quando
suona il telefono.
"Mulder, sono io"
"Byers"
Finalmente buona notizie. Adesso potrò cominciare a capirci qualcosa.
"Notizie?"
Forza Byers, voglio indirizzo, numero di telefono e il nome del suo parrucchiere!
"Abbiamo trovato tre Dana Katherine Scully residenti negli Stati Uniti"
Finalmente!
"Aspettami, arrivo!"


Neanche l'ho detto che sono già arrivato.
Ho passato due semafori rossi, preso una strada a senso unico e infranti tutti i limiti di velocità vigenti nell'emisfero occidentale.
"Entra"
Sono troppo ansioso.
"Allora?"
"Vieni, accomodati"
Mi fanno sedere davanti al computer e Byers comincia a parlare e spulciare schede e foto delle tre Scully.

La prima è una sessantenne, e direi che la possiamo scartare a priori, senza offesa per le sessantenni.

La seconda è una bionda con i rigofiamenti di un canotto che fa l'insegnate di yoga in un centro di benessere.
No. Credo proprio che non sia la mia Scully.

L'ultima è un chirurgo.

Forse ci siamo.

Incrocio le dita mentre Byers cerca la foto e nel frattempo maledico tutti gli operai (compresi antenati e discendenza) della fabbrica produttrice di questo computer che proprio adesso ha deciso di bloccarsi.

Ecco la foto.

E' una rossa - finta, con gli occhi neri.

Non è neanche questa la mia Scully.

Non dico neanche una parola, respiro e non ho neanche idea del perché lo faccio.

Scully non esiste.

Griderei se in questo momento non sentissi che mi si sono prosciugate le forze.
Credo che sono morto e finito all'inferno e non lo so.
Mi sento come se avessi perso in un colpo tutto quello che mi teneva attaccato alla terraferma.
E' ridicolo vero? E' come se da un momento all'altro potessi perdere ogni capacità di raziocinio, anche se c'è chi dice che è da un pezzo che le ho perse.
"Mulder, ci dispiace"
Langly che hai detto? Non ti ho sentito, scusa.
"Ma un uomo nella tua posizione.."
La mia cosa?
"Di che parli?"
"Del fatto che lo sanno tutti che ai piani alti sei il cocco, insomma, tra un paio d'anni la tua carriera sarà al massimo!"
Al che?
Non ho voglia di pensarci.
Annuisco, meglio dargli ragione e andare via.

*****
You are captured
Fall in rapture
I don't think my heart will ever let you go

Cammino lentamente, non riesco ad aumentare il passo e sinceramente adesso vorrei solo lasciarmi sprofondare in qualche punto ignoto di questo schifosissimo pianeta.

Cammino e penso che rivoglio qui Scully che mi tormenta per aggiustarmi la cravatta fuori dall'ufficio di Skinner, voglio poter bussare alla sua porta in piena notte ubriaco per portarla a sezionare un cadavere gelatinoso, voglio litigare con lei perché tutto quello che esce dalla mia bocca è per lei, la maggior parte delle volte, risibile e senza senso, voglio portarla a vedere una partita di basket e comprarle zucchero filato. E abbracciarla tutte le volte che voglio.

Un abbraccio per ogni "è improbabile Mulder", e per ogni "non è scentificamente dimostrabile Mulder", e per ogni "le tue affermazioni devono essere supportate da prove Mulder"

Voglio riaverla qui e telefonarle di notte, e sentire la sua voce impastata di sonno mentre si rigira tra le coperte.

Ho la testa che mi scoppia.

La gente intorno a me continua a camminare, a parlare, e nessuno di loro sente la sua mancanza.

Io continuo a pensare a lei.

Finchè non la vedo, in lontananza.
I capelli rossi e un completo grigio perla.
Senza neanche rendermene conto sto correndo.
Oh mio Dio, mi sento come se fosse scomparsa la forza di gravità!
Mi sento così bene che mi sembra quasi di essere stato male tutta la vita!
"Scully!" il grido che mi esce dalla gola è strozzato finchè lei non gira il suo profilo per sorridere ad un uomo, e mi accorgo che non è lei, e allora le mie gambe si inchiodano di nuovo, ed io voglio vederla più di quanto lo desiderassi un attimo fa.

Così penso che mi rimane un'ultimo tentativo da fare.
Forse è una mossa stupida e inconcludente, ma non posso arrendermi senza averle tentate tutte.

*****

Il cancelletto è aperto.
La signora Margareth è nel giardino, stà innaffiando le piante.
Non ho neanche idea se mi conosca o meno, potrebbe prendermi per un maniaco o per uno psicopatico, e sinceramente credo di non avere un gran bell'aspetto al momento.
Entro piano, per non disturbarla, o forse perché spero che da un momento all'altro mi compaia davanti sua figlia e mi eviti la penosa esperienza del mendicare una risposta positiva alla domanda che ho faccio da due giorni a questa parte ad ogni essere con capacità polmonari.
"Mi scusi, signora Scully"
Lei si volta un po' stranita, poi sembra mi riconosca, mi fa una largo sorriso e stando attenta a non bagnarmi viene verso di me, continuando a tenere il getto d'aqua su un cespuglio di rose.
"Fox, come stai? Sono felice di rivederti!"
Sembra che non mi veda da un po'.
Ma cosa più importante, mi conosce. Certo che mi conosce, io lavoro con sua figlia e la metto nei guai una settimana si, e l'altra anche.
"Sto bene, la ringrazio"
Ride leggermente, sembra davvero contenta di vedermi, e anch'io non posso fare a meno di sorridere - l'ho trovata.
"Dana è qui?"
Lei sembra non capirmi.
"Hai detto, scusa?"
Non facciamo scherzi signora.
"Sua figlia.."
"Oh, no mi dispiace" mi fa un'espressione desolata "Missy è fuori città per una conferenza"
Missy?
Spero che la mia bocca non si sia spalancata, ma temo che il mio colorito abbia perso ancora qualche altro tono.
"Missy.." la mia voce esce piano, ho l'impressione di non riuscire più a formulare i pensieri.
"Si, quella scatenata di mia figlia è partita di nuovo per un'altra conferenza! L'unica figlia femmina, e mai che potessimo stare un po' insieme!..Ma tu la conosci, era così anche quando stavate insieme!"
Sta sorridendo.
Lei sorride e io mi sento impazzire.
Stavo con la sorella di Scully!?!
I miei occhi spalancati cadono su una croce d'oro che Margareth porta al collo.
La croce di Scully, è identica.
Lei segue il mio sguardo e si tocca la croce, "Ti piace?"
Annuisco solamente.
Sono ancora impalato e completamente senza parole quando esce di corsa Billy da casa e va incontro a sua madre.
"E' incinta!"
Sembra felice.
Sua madre gli butta le braccia al collo.
Sono felici tutti e due mentre io sto qui e lei mi manca da morire.
"E il nome?" Margareth è così eccitata, sta per avere un nipotino.
"Se sarà maschio lo chiameremo come papà".
Sua madre sembra commossa dal pensiero.
"E se sarà femmina?"
"Dana Katherine"
Mi rendo conto solo adesso che sono stato io a parlare.
Billy mi guarda, come se si fosse accorto di me solo ora.
Dalla faccia che fa, direi che non mi odia come ricordavo; magari non sono il suo amico del cuore, ma sembra che la mia presenza non gli procuri particolare fastidio.
Probabilmente non ho portato vicino alla morte Missy quando stavamo insieme.
Sorride.
"Si" annuisce "Si, mi piace…Dana Katherine Scully…ha un bel suono!"
"Sarà una bambina magnifica" sto sussurrando ma mia ha sentito ugualmente, e gli brillano gli occhi di orgoglio paterno.
Sembra fiero della sua futura bambiana o bambino.
Ma io non parlo di tua figlia, Billy.
Mi volto e faccio per andare via, quando la signora Scully mi chiama.
"Fox"
Mi giro e mi avvicino a lei, piano - ho tanto l'impressione che la terra stia per sgretolarsi sotto i miei piedi.
Si tocca la croce e porta le dita fino al gancio d'apertura.
"Se ti piace, sarei felice che la tenessi tu"
Sto quasi per rifiutare, poi accetto.
"Grazie"
Lei mi guarda negli occhi e credo si accorga che mi manca qualcosa.
Ma non dice niente, e anch'io me ne sto zitto, che dovrei dirle?

Dovrei dirle che mi manca una donna che dovrebbe essere sua figlia?

Dovrei dirle che sto stringendo in mano la croce di una donna che non esiste?

*****

Sto cercando di rimettere insieme i pezzi.
Scully non esiste.
Io sto con Diana e Scully non esiste.
Sono stato con Melissa Scully, Billy non mi odia ferocemente, Margareth mi adora e Scully non esiste.
Gli x-files sono stati chiusi, io sono uno stupido burocrate probabilmente manipolato dai bastardi ai piani alti e Scully non esiste.
Sono confuso.
Bene.
Cosa manca a completare il quadro?
Se qualcuno mi sente, sto aspettando il colpo finale, sarebbe gradita una cosa veloce.

Mi distendo sul divano.
Cerco di prestare attenzione al film che ho appena messo ma mi sento troppo stanco.

Come se qualcuno mi avesse svuotato un po' alla volta con un cucchiaino.

Spengo il televisore e prendo il pallone da basket.
Forse palleggiando, e magari rompendo un po' di mobili, mi verrà in mente qualcosa.
Una cosa qualsiasi.
Guardo l'orologio, sono le 20:30 passate.
Vorrei solo sapere che lei è in questa stramaledetta città, magari facendosi un bagno profumato a casa sua.
Casa sua!
Perché non ci ho pensato prima!
Corro a infilarmi un paio di jeans e un maglione ed esco, per andare da lei.
Entro nel palazzo e a questo punto la mia rabbia si riversa contro l'ascensore occupato e questi gradini che sembrano aumentare di numero gni secondo che passa.
A distanza di pochi minuti sto già bussando alla porta dell'appartamento 402.
Sembro un pazzo, non mi stupirei se qualcuno chiamasse la polizia.
Il vicino di Scully esce sul pianerottolo. "Se vuole vedere l'appartamento, torni domani"
"Come?"
Scusi, ma a questo punto non credo di essere in grado di seguire alcun discorso.
"Ho detto, se è interessato a vedere l'appartamento per affittarlo, torni domani e chieda al portiere"
"Si certo, grazie"
Sinceramente non credo che mi serva un appartamento nuovo, ne so se posso permettermelo, anche se credo che i burattini dell'FBI abbiano uno stipednio soddisfacente, ma credo proprio che domani tornerò.

*****

Under a blackened sky
far beyond the glaring streetlights
sleeping on empty dreams
the vultures lie in wait
You lay down beside me then
you were with me every waking hour
so close I could feel your breath

Più ci penso e più sono convinto di quello che dico.
Insomma, è impossibile che io mi ricordi così bene una persona che non esiste.
E poi come avrei fatto a sapere di quell'appartamento? Io sapevo dov'era il palazzo e qual'era il piano semplicemente perché Scully esiste e non mi darò pace finchè non l'avrò trovata.

Mi sto rigirando sul divano da un'ora almeno, anche se ultimamente la mia concezione del tempo è un po' cambiata, è come se le ore non passassero mai, mi si dilatano addosso e mi schiacciano a terra.

Afferro d'impulso la cornetta del telefono.
Si, ma chi chiamo?
I pistoleri saranno impegnati in una delle loro incursioni notturne, e sinceramente, per quanto miei amici sono, non gli confiderei i miei momenti di disperazione come posso fare con Scully.

Chi altri mi rimane? Diana?
Io le ho sempre dato fiducia, mettendo da parte la mia paranoia, ma di solito c'era Scully a pararmi le spalle quando, come un'idiota, abbassavo troppo la guardia con una persona, adesso lei non c'è e confidarmi con Diana è l'ultima opzione che mi passa per la testa. Tanto ci scommetterei che qualsiasi cosa le dicessi verrebbe automaticamente riferita ai suoi capi e al dott. Peterson, che sembra ansioso di prescrivermi psicofarmaci a colazione, pranzo e cena.
Finirei con l'andare a braccetto con il Prozac cantando "Like a Virgin".

Opzione assurda, chiamo Scully.
Compongo il numero e una voce preregistrata mi dice che il numero che ho digitato non è esistente.
*****

Altra notte in bianco, altra giornata sepolto nelle scartoffie, altro appuntamento dal dottor Peterson.
Oggi ho anticipato l'appuntamento delle 18:00 di un paio d'ore, non che tenga particolarmente a stare in sua compagnia, ma più tardi ho un altro impegno.

E' quasi mezz'ora che gli parlo di Scully.
Gli ho descritto i suoi capelli, i suoi occhi limpidi, la sua bocca che a volte mi fa pensare alla frutta matura su uno strato di zucchero sciolto (Sinceramente mi meraviglio della mia poeticità! Ma naturamente sono stato molto più telegrafico, non posso certo descrivergliela in questi termini!).
Gli ho descritto la sua professionalità, il suo rispetto dei propri principi, la sua razionalità, il suo senso del dovere che certe volte mi stupisce per quanto sia forte, il suo essere sensata, e pure un poco eccessiva. Gli ho parlato della sua passionalità quando si tratta di proteggere degli innocenti, e di com'è brava con i bambini. Gli ho parlato della sua allarmante disinvoltura nel sezionare cadaveri, e della sua delicatezza quando scava dentro i loro corpi e nella loro vita.

Come pensavo, sia fisicamente, che caratterialmente stà venendo fuori un quadro alquanto lusinghiero; penso che sarebbe contenta di quello che sto dicendo.

Ora gli sto parlando di alcuni casi, di Donnie Pfaster, di Jack Willis, di Eugene Tooms e lui mi guarda come se da un momento all'altro dovessero spuntarmi un paio di antenne.

Ora tocca a lui, vediamo che cosa tira fuori dal cilindro.
"Questa donna che il suo subconscio ha inventato, non esiste agente Mulder. Tutti noi vorremmo un'amicizia e una lealtà così forte ma quasi nessuno è così fortunato, una persona che sia sempre presente e che sappia sempre qual è la cosa giusta per farci stare meglio, senza avere legami sentimentali che vadano oltre l'amicizia e che rischino di turbare il…"

Io infatti non ho detto che non c'è un legame sentimentale che vada oltre l'amicizia, bè…non l'ho neanche affermato…..certo non lo ammetterei neanche se mi torturaste con una visione prolungata di "Via col Vento"

"…ma lei non deve avere paura, per ognuno c'è una persona compatibile, che può renderci felici, e lei a quanto pare l'ha trovata!"

Esatto. Forse comincia a seguirmi.

"La sua fidanzata, la signorina Diana Fowley.."

No, non mi segue per niente.

Dottore non so se ha capito ma io sto parlando di Scully, S-c-u-l-l-y, sto ripetendo da giorni che rivoglio qui la mia migliore amica, e la rivoglio intatta! La rivoglio uguale a prima, con i discorsi in gergo medico-scentifico, i vasetti di yogurt con polline e miele e le critiche alle mie teorie.
Voglio che quando parlo di atterraggi alieni e luci colorate mi guardi come se fossi un caso da ricovero urgente, che mi faccia la predica quando inseguo mostri, che si lamenti che non le faccio avere neanche un'appuntamento, che si arrabbi perché le prendo impegni al posto suo e magari rivoglio pure suo fratello che mi odia!

Ma niente, lui continua a parlare, e a ripetermi che Scully non esiste, e io gli dò ragione - ho l'impressione che se annuisco la mia ora finisca prima.

*****

Sono le 17:00, sono andato via prima dal lavoro, tanto non credo che muoia nessuno se non stampo oggi gli ultimi rapporti.

Il portiere del palazzo di Scully mi ha lasciato le chiavi, è stato alquanto disponibile, probabilmente per non perdere la puntata di oggi di Baywatch, sembra che la scena della corsa delle bagnine rifatte sul bagnasciuga abbia assunto toni ancor più profondi e melodrammatici.

Gli ho chiesto se una donna di nome Dana Scully ha mai vissuto lì, lui ha fatto una smorfia e ha negato con la testa.

Sto girando le chiavi nella serratura della porta e giurerei di sentire la sua voce dentro casa che si lamenta che non le faccio fare neanche un bagno in santa pace.

Entro, la casa è vuota, e non c'è neanche il suo odore.

La luce che filtra dalle finestre fa sembrare questo appartamento ancora più vuoto e io mi sento come se lo spazio di queste stanze mi stesse risucchiando.
Non c'è più niente; niente divani, niente tavolietto di vetro, nessun quadro alle pareti; in bagno non c'è più neanche la vasca antica che le piaceva tanto, niente sali da bagno, neanche più gli scaffali dove li appoggiava. E' vuota anche la cucina e la camera da letto; non c'è rimasto neanche un libro.
Niente di niente, se c'era qualcosa di lei qui, adesso non c'è più.

Stringo nella mano la croce che dovrebbe essere sua e vado via.



*****

Sgranocchio semi di girasole sul divano di casa mia, fissando una crepa nella parete che si direbbe interessantissima.

Dalle chiacchiere del dott. Peterson, a quanto pare la mia luminosa carriera si deve alla mia bravura nel delineare profili comportamentali e al sostegno di Diana. Chissà che tipo di sostegno…
Quasi mi vergogno a pensare questo di lei, ma al momento mi sento un venduto.

E intanto continuo a fissare quella crepa, come se potesse venire fuori la risposta a tutto questo,
perché deve pur esserci una spiegazione….
"Io non indagherei…è meglio che certi fatti rimangano avvolti nel mistero…"
Lei.
Mi guardo intorno, non c 'è nessuno
Giuro che l'ho sentita.
La sua voce, era lei.
Era lei, e ricordo questa frase. La ricordo.
Dio, sto impazzendo. E se è l'unico modo per ritrovarla accoglierò la pazzia a braccia aperte.

I'd say a preyer each time you'd smile
Cradle the moments like a child
I'd stop the world if only I
Hold you one more time

*****

La chiave sta girando nella serratura, gira piano e poi sento lo scatto.

Mi volto lentamente a guardare ma sono preparato a vedere qualcuno che non è lei.

Diana entra e mi sorride, "Ciao"
La sua voce è perennemente posizionata sulla 'modalità seduttivo'.
Le sorrido, almeno la sua presenza mi farà dimenticare per un po'.
"Ciao"
Si, tutto sommato mi farà bene.
L'attrazione per lei mi ha sempre distratto da parecchie cose.
Si siede accanto a me sul divano e si appoggia di peso sulla mia spalla "Mi aspettavo che mi chiamassi, ti ho lasciato dei messaggi in segreteria".
"Non ho controllato", le sorrido e mi alzo per ascoltare i messaggi.
Magari c'è un messaggio di Scully.
"Intanto vado a darmi una rinfrescata" parla dietro di me e la sento allontanarsi verso il bagno.
I primi due sono di Diana, il terzo è la lavanderia che mi avverte che devo ritirare la giacca di pelle che ho lasciato da loro.
Avevo lasciato una giacca in lavanderia? Non me lo ricordavo, ma considerando il fatto che i giorni prima di uscire dall'ospedale rimangono un mistero, la cosa non mi stupisce.

Ascolto l'ultimo messaggio; "Mulder".

La voce di Scully, so che è la sua.
Tutto il messaggio si limita al mio nome, ma è pur sempre qualcosa - ho la sua voce.
Riavvolgo il nastro, riascolto il finale del messaggio lasciatomi dalla lavanderia e aspetto quello di Scully.

Non risultano altri messaggi.

Ma io l'ho sentita, sono sicuro che era lei, doveva essere lei.
Mi porto le mani alla testa mentre guardo la segreteria, mi sto rendendo conto che probabilmente mi sta sanguinando il cuoio capelluto per quanto affondo le unghie.
"Tesoro.." mi giro, Diana mi sta parlando, per fortuna non si accorge di niente "…ho saputo che sei andato a rivedere l'appartamento che abbiamo visto il mese scorso"
"Di che parli?"
"Si…l'appartamento 402…quello ad Annapolis….sei convinto, prendiamo quello?" lei insiste.
Chiaramente, sta parlando dell'appartamento di Scully, quindi…l'avevo già visto…
Ma continuo a non capire, perché avrei dovuto prendere un altro appartamento?
Per essere precisi lei ha detto 'prendiamo'.
"Vuoi dire, per vivere insieme?"
Sembra prima confusa, poi ride, "Di solito marito e moglie vivono insieme, Fox"
Marito e cosa!?!
"Come, scusa!?!" cerco di non suonare offensivo, ma sono più che sorpreso.
"Fox, se tutto questo è solo un modo per dirmi che non vuoi più sposarmi allora è meglio che tu me lo dica chiaramente, perché il matrimonio è tra meno di un mese!" sembra irritata, io non avevo intenzione di ferirla.
"No, no, non è questo…"
Non è che non ti voglio sposare.
Bè, io non avevo mai pensato di sposarmi, e anche se ho pensato tante volte di riprendere la nostra relazione, stranamente non ho mai pensato di sposarti.
"Bene.." lei sembra calmarsi, si avvicina per baciarmi, la sua bocca scende lungo il mio collo e devo ammettere che scaricherei volentieri un po' di tensione con lei adesso, ma improvvisamente risuona nella testa il mio nome detto da Scully, così non posso fare a meno di allontanare Diana da me.
"No, scusa, non sono in vena.."
"..so che sei stanco Fox, ma vedrai che ce la caveremo bene noi due insieme"
Mi bacia di nuovo.
Sento la sua lingua che si muove nella mia bocca ed è come se non ci fosse niente che ci lega, solo un corpo estraneo in una cavità, il chè non è né poetico nè sollevante.

Noi due insieme.

Suona sempre strano sentire un 'noi due insieme' che non sia riferito a me e Scully.

Esce e io rimango di nuovo solo, ma non importa, non so quanto Diana possa aiutarmi.
In realtà non credo affatto che possa farlo.

*****
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.


Ho lasciato il mio ufficio con vista e sono sceso di soppiatto nel seminterrato.

I miei passi rimbombano nell'ambiente angusto e vuoto.

Cerco il mio ufficio.
Incrocio un uomo con dei fogli mentre esce dalla stanza.
Mi fa un cenno con la testa, sembra che io sia un tipo conosciuto e rispettato. Non credo che mi ci abituerò facilmente.

Entro, è la stanza delle fotocopiatrici.

Ricordo che anche Skinner mi disse che prima che diventasse il mio ufficio era la stanza delle fotocopiatrici.
"Almeno allora non era spazio sprecato", così gli avevo risposto. E anche allora lei non era con me.
Skinner - ho sentito che cinque anni fa ha accettato un'incarico altrove e si è trasferito.

Ho fatto solo un passo dopo aver attraversato la soglia,
"A chi hai pestato i piedi per finire qua sotto Scully?" ripeto la prima cosa che le dissi vedendola come se fosse un rito magico che la riporterà qui.

Alla parete manca quel poster che comprai in Hamm Street.
Per quanto possano dire che quello che ricordo è solo un'aberrazione del mio cervello, io non posso crederlo.
Ricordo che Scully mi chiese dove avevo comprato il poster per mandarlo ad un uomo che aveva conosciuto durante la sua fallita vacanza nel Maine.
Guardo in alto, ma non c'è alcuna traccia delle matite che ci infilzai durante la vacanza di Scully perché mi annoiavo a morte - e perché mi mancava.

Mi giro intorno; ricordo tutto così chiaramente che potrei ripetere ogni scena vissuta qui dentro a memoria, senza sbagliare neanche una frase.
Mi volto.

Mi sento solo Scully, dove sei?

"Preparati Scully, si parte domani per il plausibile Stato dell'Oregon.." ripeto a nessuno.
La frase sussurrata si espande nel vuoto e muore contro le pareti spoglie.
Lei non c'è ad ascoltare le mie stupidaggini.
Lei non c'è.

I want to belive - ma a cosa?
*****

La compagnia e i torturanti discorsi del dott. Peterson mi stanno diventando familiari.
In quanche modo posso tenere me stesso fuori dal fondo di questa conversazione e lasciare che il suo parafrasare inconcludente riempia lo spazio previsto per il colloquio.
Mi capita di tenere l'attenzione sui suoi occhiali che muove in continuazione disegnado confuse forme nell'aria. Credo che con un po' di impegno potrei calcolare quante calorie sta smaltendo con questo esercizio.

Se vuole ricominciare con la stessa cantilena preferisco ripetere le tabelline - con quella dell'uno sono imbattibile, le assicuro.

"Ho fatto una ricerca sulle persone riguardo alle quali lei è convinto di aver indagato con l'aiuto dell'agente Scully"

Adesso ha la mia attenzione dottore.

"Mi risulta che una volta fuori dagli x-files lei sia stato assegnato a dei controlli di routines su una nutrita lista di persone; questo compito è durato circa un mese e i nomi che lei ha citato rientrano tutti nella lista assegnatale in quel periodo"
Mi allunga una cartellina piena di fogli con una sfilza di nomi, e sotto ogni foglio c'è la mia firma a prova del controllo effettuato.

Mi abbandono contro lo schienale della sedia. Ingurgito.

Il mio cervello mi concede di rivederla un'altra volta prima di tornare ad ascoltare le parole di quest'uomo, che inconsapevolmente sta falcigliando tutto quello che di buono c'era nella mia vita.

Continua a parlare di lei come se non fosse altro che un nome.

E lo fa con una devastante lucidità che odio quanto odio questa stanza.

Sento uno strano calore, un formicolio e la voglia di ridere e piangere contemporaneamente.

"Non è possibile" è l'unica cosa che riesco a dire, e l'unico pensiero che la mia mente riesce a formulare.

Avverto la sensazione del salgue che defluisce via dal mio cervello.

"Agente Mulder, lei è un uomo forte, in poco tempo riprenderà normalmente la sua vita…"
Se la spiegazione è davvero questa, allora…
Conoscevo il suo appartamento perché sono andato a vederlo con Diana, e conoscevo la sua famiglia perché sono stato fidanzato con Melissa, e ricordavo quelle persone perché avevo fatto dei controlli su di loro.
Ora tutta la mia vita mi compare davanti come una bacheca vuota, cosa ho preso dai miei anni?

Nel mio stomaco sta crescendo un odioso miscuglio di emozioni, che aumenta velocemente fino a salire al petto, sento il dolore e la rabbia mischiarsi per emergere dalle viscere e soffocarmi.
Già non sento l'aria nella gola, solo un dolore lancinante, stilettate così profonde che perforano il cuore, e gli occhi mi bruciano così tanto che me li strapperei con le mie stesse mani.
Porto una mano alla gola mentre lui viene distratto dalla segretaria che lo schiama al telefono.
Provo a massaggiarmi la base della gola per riuscire ad annaspare un po' d'aria, e sento la croce piccola e sottile sotto le dita, e l'unica cosa che riesco a pensare è che vorrei un po' della tua fede, Scully.

*****

Cammino nel corridoio dell'edificio Hoover e non vedo chi mi passa davanti, nè chi mi saluta.
Non mi importa di finire la mia ora di consulenza, non mi importa di tornare al mio ufficio.
Non voglio informazioni su nessuna cospirazione, non voglio riempire rapporti nè farmi un caffè.
Voglio solo spaccare tutto quello che mi capita a tiro ed è per questo che devo andarmene velocemente. Al momento potrei fare una carneficina e non averne il benchè minimo rimorso.

Ero convinto di aver conosciuto ogni sfumatura del dolore, ora ci affogo dentro e ne sono impregnato, mi pesa addosso quanto può pesare il fango, quanto può pesare il cemento.

Posso scrivere i versi più tristi questa notte
Pensare che non l'ho. Sentire che l'ho perduta.

Camminando, il suo sorriso mi passa davanti e la rabbia viene offuscata dalla disperazione.
Il mio passo rallenta mentre ho gli occhi persi dentro i ricordi, ricordi che forse non esistono, e penso ad abbracci che probabilmente non ho mai avuto e non avrò mai.
Ricordi che non vorrei lasciare ma che sento lontani, come se fossero una vita fa, e odio questa sensazione.
Lei non esiste, non ho più gli x-files, che mi rimane adesso?
Diana.
Dovrei andare da lei, si. Vorrei che lei mi confortasse, che lo sapesse fare come la donna che non esiste, come la migliore amica che non ho, come la compagna che non ho mai avuto.
Ma il suo viso mi è davanti mentre scendo le scale, ed è come se la sentissi camminare accanto a me. Ma lei non esiste.

Sono arrivato nel seminterrato, e il ritmo del mio passo è quasi inesistente, come fossi un fantasma, e calpesto l'asfalto senza sentirlo sotto i piedi.

Improvvisamente non sento nulla, e non mi importa di nulla, sono solo un corpo in movimento - e totale apatia.


Sento un rumore, ed è come se questo piccolo rumore di tacchi facesse esplodere una miccia sepolta da un sottile strato di polvere che non serve più a tenere a bada tutto quello che mi rode dentro.
Mi avvicino al punto dove proviene il rumore.
Mi sporgo a guardare oltre l'angolo, vedo una figura femminile e un uomo, il suo volto coperto dalla donna e un piccolo filo di fumo che si alza nell'aria.

La mia attenzione, istintivamente, rimane ferma su di loro.

La donna si volta e si allontana - Diana.
Mentre l'uomo resta fermo, impiedi, con un sorriso compiaciuto e perverso.
Quel bastardo tabagista è sempre tra i piedi.

Prima che lei volti l'angolo io risalgo le scale e fingo di scendere in quel momento.
La incrocio dopo l'ultimo gradino.
Le sorrido.
"Hey! Che ci fai qui sotto?…mi tradivi con qualcuno?"
La sua espressione per un istante è agghiacciata, poi mi sorride calorosamente.
"Ma che dici Fox! Sono uscita prima per ritirare alcune cose in lavanderia.."
"Potrei tradirti e fare la spia per i piani alti…non si esce prima che sia finito l'orario lavorativo!"
Sto cherzando Diana, perché sbianchi d'un colpo?
Forse è la parola 'tradimento' che ti infastidisce un po'?
Strano, è una parola di uso corrente e ti assicuro che l'ho usata con i verbi corretti, e sopratutto con il soggetto giusto! Conosci questa parola Diana? E' sinonimo di slealtà, doppiezza, frode, imbroglio, abiura - adesso non me ne vengono in mente altri ma sono sicuro che tu li conosci tutti, vero amore?

Lei ride forzatamente prima di battermi un colpetto su una spalla e sporgersi a baciarmi.

Amore - sinceramente non mi interessa se sei una doppiogiochista.
Dico sul serio. Mai stato tanto serio in vita mia.
In realtà davvero non mi importa. Anche se ho desiderato sempre fidarmi di te, tu non sei poi così importante.

Odiosamente, me ne accorgo solo adesso.

"Ci vediamo più tardi tesoro" mi sussurra all'orecchio senza suscitare in me nessuna emozione tranne che disgusto. Disgusto di te, ma soprattutto della mia vita e di me stesso.
"Certo amore" ma il mio tono e il mio sorriso sembrano le coccole di un serpente a sonagli verso la sua prossima vittima.
Ciò nonostante io non ti odio Diana, sono deluso, ma ti sono affezionato, e odio già così tante cose, che non ho voglia di includere anche te nella lista nera, io non sono in grado di provare rancore per troppe persone, credo che la mia capacità si limiti a due o tre alla volta, togliendo alcuni gruppi di bastardi vari.

Tutti sbagliano, e tutti possono deluderci - forse questo dovrebbe convincermi definitivamente che Scully non può essere vera, perché lei non mi ha deluso mai.

"Sai già quello che penso di lei, Mulder"
La voce di Scully rimbomba nella mia testa.
Non capisco.

*****

Ma sono uno stupido, in realtà la vittima qui sono io. Sono stato uno stupido idota, vera vittima della mia stupidaggine, come ho fatto a non vedere?

Non riesco a capire, a seguire il filo dei miei pensieri, la trama è troppo articolata, non so se seguo i pensieri del compagno di Scully o del burattino di Diana, qualche volta si scontrano.

E ho paura di guardarmi allo specchio, temo di vedere i fili sopra la mia testa, e la corda intorno alla gola pronta ad impiccarmi.

Ho paura di ammettere che Scully non esiste, ma ci sono così tante prove, così tanta gente.

Entro nel mio appartamento, dentro mi aspetta solo il buio, e mi abbandono contro la porta fissando il soffitto.
Chiudo gli occhi sperando di scomparire in questa frazione di secondo.

Quando li riapro lei è a pochi metri da me, e quasi il cuore si ferma.

Il suo sguardo è severo.
"Ti sei già arreso?.."
"Scully, ma io.."
Oh Dio Scully, non vedi in che codizioni sono?
Probabilmente sto parlando ad un'allucinazione.
Un'allucinazione a cui tengo più che alla mia vita vera.
"Vuoi dargliela vinta?"
Lo sai che non lo farei neanche se mi pagassero.
Io cerco di negare con la testa ma mi sento un grosso cumulo di stanchezza.
Non ce la faccio, dovrei continuare a sprecare tempo combattendo contro i mulini a vento?
I suoi occhi quasi si fanno tristi nella loro severità.
"Ti fidi di loro più che di me?"
E adesso sono pietrificato completamente. Mi sento come se mi avessero fatto una doccia gelata.
A che diavolo ho pensato fin'ora?
Improvvisamente è come se la sicurezza stesse tornando da me da chissà dove.
No Scully, mai.
Io mi fido solo di te lo sai.
Già, ma come fai a saperlo? Io te l'ho fatto dimenticare. Sono stato io il primo a dimenticare.
Al diavolo quello che dicono loro! Fin'ora hanno solo mentito, mentono anche adesso.
Si, deve essere così.
Tu devi esistere.
Devi per forza esitere. Io non sono capace di immaginare una donna come te.

Devi esistere perché non si può sentire tanto dolorosamente la mancanza di qualcosa che non esiste.

Devi esistere perché non si può amare così dannatamente tanto qualcuno che non esiste.

Mentre nella mia testa prende piede di nuovo la convinzione, lei non è più qui.
In questo appartamento ci sono solo io.
Non mi scomodo neanche a controllare le altre stanze.

Udire la notte immensa, più immensa senza lei.
E il verso cade sull'anima come sull'erba la rugiara.

Nonostante tutto, nonostante io sappia che lei non è un'invenzione del mio cervello, la sua assenza rimane. Rimane pesante nell'aria densa che mi ostruisce la gola e i polmoni mentre io so che in qualche modo dovrò convivere con la sua assenza fisica e la sua presenza spirituale, e sinceramente, non riesco proprio a metterle in ordine dal più al meno torturante.

E non riesco a capire come sono arrivato fin quì.
La testa comincia a farmi male.
"Io non ti capisco! Mi hai ossessionata col 'non fidarti di nessuno' e ogni parola che dice lei è oro colato!" la voce di Scully risuona sconvolta e frustrata.
Perché dici questo Scully?
Riaffiorano le parole nella mia mente come un incubo sepolto che torna ad accusarmi.
"Non mi hai dato nessun motivo per comportarmi diversamente!"
Scusa, mi dispiace Scully, non so perché l'ho detto. Davvero.
Non volevo farti male.
"Se è così - fine della collaborazione!"
Maledizione, basta! Nella mia testa le voci non smettono di parlare, di gridare, e io mi sento come se fossi stato il suo nemico, mi sento un traditore.
"Lo prendi come un fatto personale!?!"
Basta, basta, che volete da me?
Mi stringo le tempie nelle mani sperando che il mio cranio si spacchi abbastanza presto da smettere di sentire queste parole, smettere di sentire quello che le ho fatto.
"E' strapersonale, Mulder, perché guardacaso io ho degli interessi che vanno al dilà del lavoro e se tu me li polverizzi non mi resta una sola valida ragione per continuare!"
Lo so, Scully, mi dispiace.
Ma altri ricordi si ammassano nella mia testa e io non riesco a fermarli, tentano di soffocarmi, ed è colpa mia, maledizione, sono il mio carnefice!
"…Diana era ad un passo da me e non aveva i paraocchi. Pensala come ti pare ma ricordati che lei non se ne andrà in giro a negare l'evidenza solo perché la scienza non la sostiene!"
Cristo Santo, basta! Basta! Quella maledetta voce è la mia, e voglio che taccia!
"Mi stai chiedendo di fare una scelta?"
Stà zitto, non dirlo, smettila o la perderai!
"Ti sto chiedendo di fidarti del mio giudizio, di fidarti di me!"


*****

"Mulder……Mulder…", una voce mi sta chiamando, riapro gli occhi, mi ero addormentato.

Scully?

Vedo il viso di Diana davanti a me.
Non era un incubo.
Sono collassato sul divano - quelle voci le ricordo ancora.
"Su alzati, andiamo a cena fuori, è da tanto che non stiamo un po' soli!"
Lei sembra ansiosa di uscire, io mi passo le mani sulla faccia.
Forse tutto questo è successo per quello che ho fatto a Scully. Questi ricordi che mi hanno quasi stroncato erano per ricordarmi il motivo di questa punizione e vorrei sapere se avrà mai fine.
Lei ha rischiato la sua vita più di una volta, e ha salvato la mia a discapito della sua sicurezza e della sua carriera, ed io, con la massima irriconoscenza di bastardo egoista quale sono, le ho sbattuto in faccia la mia frustrazione per il fatto che la sento mia più di quanto dovrei.
"Non credo di essere di grande compagnia questa sera, Diana"
"Non importa, ho il diritto di uscire un po' con il mio fidanzato, ti pare?"
Perché? Sei in vena di vita mondana oppure deve venire qualcuno a perquisirmi casa? Se è così scusami con loro, perché non ho avuto tempo di rimettere in ordine il bagno.

La accontento, non ho voglia di discutere.
Mi do una sistemata e usciamo.
Insiste per andare con la sua macchina, per me va bene.

Ceniamo in un ristorante a quattro stelle famoso per i piatti a base di carne.
Parliamo durante la cena, del più e del meno, e mi sento un po' in colpa verso di lei, perché non sono così partecipe come dovrebbe esserlo un'innamorato.
Io dovrei essere da un'altra parte, e questa realtà parallela, questa realtà virtuale o quello che è, non mi interessa.
Neanche questo momento con te è piacevole come lo avrei immaginato.
Scusa Diana, non è lusinghiero che io lo pensi.
Avevo immaginato di riavvicinarmi a te, avevo immaginato di amarti. Avevo immaginato, tutto qui.

Ma non ti amo. Punto.


Che importa che il mio amore non potesse conservarla
La notte è stellata e lei non è con me


Lei sta guidando e sorride, secondo la sua ottica siamo una coppia perfetta e se fa qualcosa alle mie spalle è per una causa giusta.
Fuori è buio ma ci sono le stelle, apro il finestrino, per fare entrare un po' d'aria. Sento odore di muffa.
Sento odore di finto.
Siamo in silenzio ora.
Io guardo la luna, e penso all'estranea che mi siede accanto e che porterà un anello che le metterò io al dito.
Mentendo davanti a Dio e agli uomini quando giurerò che l'amerò per sempre.
"Tutto bene Fox?" il suo tono è dolce e seducente, e mi scivola addosso viscido come l'olio.
La mia fidanzata tutta miele e pugnalate alla schiena.
"Si" , sarebbe troppo difficile spiegarti, farti capire, e temo proprio che la cosa non ti riguardi affatto.
Mi giro a guardarla e lei fa lo stesso, facendomi un sorriso.
Uno dei suoi pochi sorrisi che sanno di sincero ma che velano loro malgrado un "ti inganno per una buona causa". Anche se a modo tuo, mi ami, lo so.
"Ti voglio bene, Diana" il mio tono è basso, e credo di essere sincero. Voglio bene al tuo ricordo di quando non era ancora sporcato di verità incancellabili.
Lei sorride ancora.
"Ma non ti amo" e questo è vero adesso quanto lo era allora perché non creda che ci sia niente di più intenso di quello che provo per la donna che ora mi manca; Diana si gira verso di me con gli occhi sgranati, è incredula.
Anch'io sono incredulo, non credevo di poter essere così poco delicato, ma non conosco altri modi per dirtelo, e in realtà non credevo che l'avrei mai detto. Ma è così.
Non credevo neanche l'avrei mai ammesso a me stesso, ma come succede quando cammini piano per non arrivare al punto, lui sta lì e non si muove finchè non ci sbatti contro.


Una luce forte illumina entrambi, ci giriamo in tempo per vedere un camion che ci punta contro.
Diana sterza velocemente e finiamo contro un albero.
Io mi riprendo poco dopo, guardo lei e mi chino per accertarmi che sia viva.
L' airbag ha fatto il suo dovere, Diana è solo un po' stordita, in quanto a me, la cintura mi ha segato il petto ma sto bene.
"Diana, dobbiamo scendere..l'auto esploderà da un momento all'altro!"
Lei si sgancia la cintura e scende traballante mentre io la imito mettendo un piede a terra.
Quando sono sicuro che lei sia fuori dall'auto, mi allungo ad afferrare la maniglia dello sportello al lato guidatore e la tiro verso di me, chiudendo la portiera con la sicura interna e facendo lo stesso con la portiera del mio lato.

Lei si gira e io la guardo solo un istante mentre mi rilasso sul mio sedile guardando le stelle.

La sento che chiama il mio nome.

Non te la prendere Diana, ma io senza Scully non ce la faccio.

Tu non lo sai cosa sono io senza di lei.
E' tutto. In lontananza qualcuno canta. In lontananza.
La mia anima non si accontenta di averla perduta.

Di nuovo le voci sono nella mia testa, ma sta volta non urlano, la loro è una calma amara, una rispettosa tristezza.
"Allora perché sei venuto qui?"
"Perché sapevo che tu mi avresti dissuaso se avessi pensato che stavo facendo un errore".

La macchina sta per espodere, faccio appena in tempo a sorridere mentre guardo la croce caduta sul tappeto del veicolo, e sento un forte calore.

E più niente.




*****

Un alito sfresco arriva sulla pelle matida di sudore. Un paio di clacson rompono l'incantesimo notturno.

Mi sento stordito, come dopo una sbornia.

Il ricordo vago di un'esplosione ronza nella mia testa. L'incubo peggiore che abbia mai avuto.

Un po' alla volta torna totalmente nella mia testa e allora sento il panico che mi avvolge completamente e di nuovo caldo, un nodo stretto alla gola.

Ricordo tutto quello che le ho detto quest'oggi, quando l'ho accusata di avere preconcetti nei confronti di Diana, quando le ho dimostrato che non sono degno di un decimo di quello che lei mi offre da sei anni a questa parte. E dopo aver visto e sentito la verità delle cose, non le ho neanche chiesto scusa, quando avrei solo dovuto strisciare per il resto della mia vita.

E' sorprendente come la deficienza maschile possa toccare livelli così alti.

Mi alzo velocemente buttando all'aria le lenzuola, mi vesto prendedo le prime cose che mi capitano a tiro.


*****

Open the door
And show me your face tonight
I know it's true
No one heals me like you
And you hold the key

La porta si apre e lei mi compare davanti mentre con una mano tiene chiusa la vestaglia di seta bianco crema e con l'altra si tiene stretta alla porta. E' assonnata e ha un po' i capelli arruffati, una fiamma rossa imperante sull'alabastro, ed è magnifica. Neanche me la ricordavo così bella.

Scusa Scully, ho avuto paura.

Avevo paura di guardarti negli occhi e vedere che eri tutto quello che ho sempre voluto.

Sorrido a stento mentre la vedo, e sono sollevato nel sentire il suo odore che mi raggiunge sulla soglia dell'appartamento.

"Mulder, che ci fai qui? E' successo qualcosa?" - Potrei cadere a pezzi ora Mulder, avresti dovuto lasciarmi questa notte per ricostruire la mia maschera di professionalità, non sono ancora pronta.
Mi sto reggendo alla porta per non sgretolarmi davanti ai tuoi occhi, non so come ho fatto oggi pomeriggio a non crollare davanti alla tua indifferenza, ma sicuramente non ho intenzione di ripetere l'esperimento questa notte.

"No.." in effetti per piombare a casa di qualcuno alle tre del mattino si dovrebbe essere almeno in fin di vita. "…avevo bisogno di vederti", sto cercando di stare attento per non partire con il piede sbagliato.


"E non potevi aspettare fino a domani mattina?", lei sembra seccata.
Scully, virtualmente sono tre giorni che non ti vedo, chiedermi di aspettare un altro minuto sarebbe stato crudele, e se non mi sbaglio come medico hai fatto un giuramento, no?.

Io ignoro la sua domanda e tiro fuori l'espressione più mortificata che posso.
So che è un colpo basso, ma in amore e in guerra tutto è concesso, qui si tratta solo di distinguere quale delle due cose sono venuto a fare stasera.
"Posso entrare?".
Lei si sposta da un lato poggiandosi alla porta, e guarda il pavimento mentre io entro.
Mi segue nel salotto e mi giro a guardarla. Mi guarda a malapena.
"Io non so che dire Scully…"

"Allora avresti potuto aspettare domani per non sapere che dirmi, non credi?"- Almeno sii rapido, una cosa alla quale tengo è la dignità e vorrei evitare di lasciartela attaccata ai piedi quando andrai via.

Non me la vuoi rendere facile, vero Scully?
"Forse hai ragione, ma sinceramente non riesco a pensare a nessun altro a cui riservare certi maltrattamenti! Sei la più paziente Scully, mi hai sparato solo due volte!"
Scherzo Scully.
Lei mi fa un accenno di sorriso. Buon segno. Truppe avanti, vinceremo la guerra!

Sembra che Mulder abbia optato per un finale umoristico, bisogna solo vedere dove vuole andare a parare. Sto cercando di interpretare il suo codice di comunicazione, ma la sua mutevole originalità mi rende il compito arduo, e ad essere sincera, credo che ho paura di sapere a cosa sta cercando di prepararmi.

"Mi dispiace.." continuo sperando di indovinare le parole adatte o finirà con lo sbattermi fuori "..è che a volte vorrei che la nostra vita fosse più facile, vorrei fidarmi della gente..ma finisce sempre allo stesso modo.."- Stai giocando a torturarmi Mulder? Sembra che giochiamo ad ucciderci a vicenda, e tu sei più bravo di me a questo gioco, o forse sono più brava io a lasciarmi uccidere.
Adesso se vuoi posso autorizzarti a continuare il gioco con qualcun altro, non sono il tipo che costringe qualcuno a restarle accanto, immagino si tratti di orgoglio irlandese, o probabilmente di testardagine militare.


Sembra delusa, so che anche lei vorrebbe che le cose non fossero così dure, ma pensa che lei non mi basti. Neanche sa quanto si sbaglia, il problema è che si tratta esattamente dell'opposto.
Abbassa gli occhi al pavimento.
"Mulder io non voglio impedirti di-", la interrompo magiando lo spazio che ci divide.
Fammi parlare, altrimenti non avrò più il coraggio, non sono poi così bravo con le scuse, anche se con te faccio un buon allenamento.
"…finisco sempre col capire che anche se potessi avere l'amicizia di ogni persona che desidero, la tua amicizia è sempre l'unica che voglio veramente"
Suppongo che sono un vigliacco codardo bastardo figlio di puttana egoista, ma non posso dirti tutto quello che meriteresti di sentire, potrei esplodere di emozione da un momento all'altro e non vorrei rovinarti la tapezzeria.

Il punto cruciale di questa logorante conversazione che sta seriamente attentando alle mie malridotte coronarie è che ti amo più di quanto sia umanamente possibile. Ed è tutto così intenso da essere terrorizzante.

Certe volte sono così spaventato, nel vederti vicino a me sempre, e sentirti così mia.
Oh si, perché tu sei mia anche se probabilmente non te lo dirò mai.

Lei sembra sorpresa dalle mie parole, credo che sono uscito di 0,3 millimetri fuori dalla linea di confine regolamentare del nostro rapporto. E mi guarda con quegli enormi occhi brillanti, di un azzurro così incantevole, che mi inducono uno stato di tranche.

"Sono venuto qui con la coda tra le gambe per farmi perdonare, e anche se hai tutte le ragioni per farmi strisciare fino all'eternità prima di perdonarmi, potresti invertire l'ordine e perdonarmi prima di farmi strisciare!" mi pare una proposta più che buona Scully.
Lei annuisce "L'idea mi pare ottima, la cosa mi tenta…" annuisco anch'io.

"L'idea mi pare ottima, la cosa mi tenta…" - si, mi tenta, ma il fatto è che come ammetti gli errori tu non lo fa nessuno, senza contare il riprovevole fatto che ti sei presentato alla mia porta con quegli occhioni terra e fuoco messi in versione cane bastonato. Chi dice che non sai giocare bene le tue carte? Temo di averti perdonato quando ho sentito bussare alla porta, ma non te lo dirò Mulder.

Diventa seria, e forse un po' triste. Scully non mollarmi proprio adesso!
A questo punto non credo che riuscirò a farti più male di quanto te ne ho fatto già, quindi Scully, se vuoi che ti supplichi devi solo schioccare le dita.

Ma io riconosco quegli occhi, questo è uno di quei momenti che io non merito, e me li concede come la cosa più naturale del mondo. Una di quelle volte che ci si mette d'impegno per disturbare la mia autoflagellazione, e la sua dedizione assoluta mi inducono ancora di più verso l'autopunizione, perché non credo di meritarmela una donna così.

"Credo di capirti Mulder, non è sempre facile stare accanto ad una persona che ti mette continuamente i bastoni fra le ruote; infondo non hai tutti i torti se desideri una persona più aperta accanto, non ho mai detto che non dovevi vedere Diana, non mi arrogherei mai questo diritto, ma vorrei solo che facessi un po' d'atenzione, tutto qui"- La verità, Mulder, è che io non la sopporto, ed evito di utilizzare aggettivi perché sarebbero tutti dispregiativi e poco signorili. Ma non ti chiedo di scegliere, sarebbe infantile ed io non lo sono mai. Sarebbe egoista, ed io non lo sono mai. E sarebbe rischioso, perché posso sopportare la morte ma non un tuo rifiuto.
Sapere a chiare lettere, con perfetta sintassi e linea grammaticale raffinata, che preferisci lei a me sarebbe il colpo di grazia, temo.

Nego con la testa.
"Qui chi dovrebbe lamentarsi sei tu Scully.." non posso fare a meno di sorridere, già vedere i suoi enormi occhi mi alleggerisce. "Io non ho bisogno di qualcuno che mi dia sempre ragione, ed, egoisticamente e sinceramente parlando, non rinuncerei a te neanche se ne andasse del bene mondiale." Prendo un respiro sperando di riuscire a farle capire la metà di quello che lei significa per me sapendo bene che purtroppo fallirò miseramente nel mio scopo. "Se tu non ci fossi stata, con tutta certezza, sarei stato un patetico agente manipolato da chiunque magari prossimo al ricovero in qualche ospedale psichiatrico…"
Lei non sembra crederci, neanche immagina quanto sarebbe vero invece.
Hai fiducia in me Scully, lo vedo, e spero che non mi sopravvaluti, perché cercherò di dimostrarti che non stai perdendo tempo in una causa inutile cercando di salvare la mia vita da me stesso.

"Voglio solo dirti che ti perseguiterò finchè non sarai più arrabbiata con me!"
Sono completamente sincero Scully.

"E' una minaccia!?!" - quando il tuo tono è questo Mulder ho sempre paura che le mie ginocchia accusino un'improvvisa mancanza di calcio. Almeno per una volta non potresti tentare di essere un po' meno Mulder?

"E' un'avvertimento" Sorrido.
Questa è una promessa Scully, e se ho mai fatto qualcosa nel verso giusto in questa vita, è stato mantenere le promesse che ti ho fatto.

Sinceramente Mulder, non so se alle tre del mattino, dopo una giornata infernale, riesco ancora a sorridere ai tuoi tentativi di riappacificamento, e sopratutto non so se ho abbastanza resistenza da farti aspettare ancora per il perdono dei peccati.
Sono stanca e mi sei mancato. Mi sto proibendo di pensarlo, ma non mi sono allenata ad essere controllata dopo mezzanotte. In un pomeriggio solo, ho sentito di averti perso, e mi sei mancato tanto.

Con una mano si porta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, sembra stanca e disorientata.
Ti giuro Scully, lo sono anch'io.

"Il tuo problema Mulder, è che sei troppo impegnato ad ascoltare le opinioni di stupidi idioti e le lusinghe ingannevoli di chi vuole gettarti in pasto agli squali per accorgerti che hai più capacità tu che l'intero FBI messo insieme! Credi che ci sia molta gente che ha il tuo senso della giustizia?"

Un giorno mi dovrà spiegare come riesce a portarmi da supplicante a orgoglioso di quello che sono.

E' più forte di me, elimino i pochi centimetri rimasti a separarci e la abbraccio.

Dio, mi sembra di non averlo fatto per anni.

E' come se i muscoli si sciogliessero al contatto e le scivolassero tutt'intorno, avvolgendola
completamente.

Mi dispiace Scully, mi sei mancata Scully, non voglio perderti mai Scully.


Mi sento bene, adesso. E' come essere tornata a casa, all'inizio ha un'effetto strano riabituarsi ai toni, al calore, all'odore, ed è emozionalmente violento quanto il nascere, ma non ci sono molte cose belle quanto un'abbraccio in totale stile Mulder.

Sento le sue mani sul mio petto, si muovono appena come per riscoprire la forma e la tonicità, per riprendere la nostra completezza, come se in qualche modo oggi avessimo perso e ritrovato il nostro legame e il nostro rifugio comune; tre giorni e mezzo virtuali e quasi dieci ore reali separati, e lei sta ritrovando noi stessi in questo abbraccio come non saprebbe fare nessuno.

E adesso tutto l'amore si riversa dal mio cuore alle sue mani come fosse un viaggio prestabilito.
Quando le tue mani vengono,
amore, verso le mie
cosa mi recano volando?...
...La loro morbidezza veniva
volando sopra il tempo,
sopra il mare, sopra il fumo,
sopra la primavera....
....Gli anni della mia vita
camminai cercandole....


Sono sempre io Scully, e ho sempre bisogno di te.

La mia è bocca sui suoi capelli rossi e profumati, ed è come se brucianti punte di spilli entrassero negli occhi e sotto la pelle, ed è molto meno peggio di quello che può sembrare.


Non ho idea di quanti minuti siamo rimasti così, con le sue braccia che sono scivolate dal mio petto alle mie spalle, so solo che tutto il tempo una lacrima è rimasta incastrata tra le mie ciglia, e non ho avuto il coraggio di regalargliela.

Sono andato via più lentamente del previsto ma non abbastanza lentamente per rimanere meno scosso di quanto mi sento, mentre avvertivo che una parte di me era rimasta tra le sue mani, e avrei voluto che possedesse anche tutto il resto.

Ci siamo salutati impacciatamente, un "Buonanotte", un "a domani" e un "non ti lascerò andare via da me" - che però non le ho detto.



Nota finale dell'autore: Nel caso vi interessi la provenienza dei versi inseriti in questa fan fiction (in ordine di immissione) -

Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera. - è una poesia ermetica di Salvatore Quasimodo, "Ed è subito sera"

..When I am down and I am blue, all I have to do, I close my eyes and I think of you.. - sono i versi di una canzone dei Save Ferris, "The world is new"

..You are captured, fall in rapture, I don't think my heart will ever let you go..- li ho presi dalla canzone di Anggun "Forbidden Love" .

Under a blackened sky, far beyond the glaring streetlights, sleeping on empty dreams ...- questi versi appartengono ad una canzone di una delle mie cantanti preferite in assoluto, Sarah McLachlan, "Wait".

.I'd say a preyer each time you'd smile, Cradle the moments like a child... - questi versi vengono dalla bellissima "One more time" di Laura Pausini.

Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale…- questi versi provengono da una lirica tratta dalla raccolta "Satura" di Eugenio Montale; il termine che dà il nome alla sezione è "Xenia" (Xenia, II, 5)

Posso scrivere i versi più tristi questa notte…- … Che importa che il mio amore non potesse conservarla…- … E' tutto. In lontananza qualcuno canta. In lontananza. La mia anima non si accontenta di averla perduta… - Sono versi tratti dalla poesia "Posso scrivere i versi…." di Pablo Neruda, dalla raccolta "Venti poesie d'amore e una canzone disperata"

..Open the door and show me your face tonight… - sono versi tratti dalla canzone "I shall belive" di Sharyl Crow.

Quando le tue mani vengono, amore, verso le mie, cosa mi recano volando?...- si tratta nuovamente di Pablo Beruda, la poesia è "Le tue mani" dalla raccolta "I versi del capitano"

Con questo concludo le delucidazioni su questa fan fiction. Si tratta della seconda ff che scrivo (tralasciando una iniziata e non ancora terminata) e mi piacerebbe conoscere la vostra impressione; sarebbe davvero importante. Ogni opinione, critica o proposta per la lapidazione è ben accetta. Scrivetemi.