TITOLO:E’ FINITA!

 

Capitolo 4

 

MULDER’S OFFICE 4:00 P.M.

 

Mulder stava giocando al suo gioco preferito, ma non gli riusciva tanto quel pomeriggio. Le matite ricadevano sempre sul pavimento.

Per fortuna Kersh non gli aveva affidato incarichi in cui doveva stare a contatto con altra gente. Non avrebbe retto.

Dopo aver pranzato dalla mamma di Dana non era tornato subito in ufficio. Era andato nel parco a fare una passeggiata.

Aveva riprovato a chiamarla, ma non era la voce di lei che gli aveva risposto.

Dopo aver percorso per due o tre volte il viale con i mattoncini rossi, dove, di solito, andava a correre, si mise a sedere sulla panchina dove ogni mattina si riposava. Quella era la panchina dove si sedeva anche Scully.

Si incontravano lì verso le sei. Dopo aver ripreso fiato, continuavano la corsa, insieme, fino al bar dove facevano colazione.

Non parlavano mai di lavoro in quei momenti. Quelli erano i loro momenti, l’ F.B.I. e gli x-files non esistevano.

Seduto lì, aveva sperato che alzando lo sguardo se la sarebbe ritrovata di fronte con l’usuale espressione di sfida, ma il suo desiderio non si avverò. Perciò decise di tornare in ufficio. Credeva che col lavoro sarebbe riuscito a non pensarla. Quanto si sbagliava…

I suoi pensieri furono distratti dal telefono.

“Mulder!”

“Ehy, ti sei ibernato, guerriero?”

“Ciao Langly!”

“Io e gli altri ci chiedevamo che morte avevi fatto. Allora? Che ne diresti di fare una puntatina da queste parti? Frohike ha tanta voglia di vedere la tua collega!”

“Come sta la splendida agente Scully?” Si udì dall’altro capo del telefono. Era Frohike.

Non ottenne risposta.

“Ehy Mulder, è successo qualcosa?”

“Si, ma non mi va di parlarne. Mi cercavate per qualche altro motivo?”

Mulder sentì che dall’altro lato i suoi amici si stavano dicendo qualcosa sottovoce, ma non riuscì a distinguere le parole.

“Si! Abbiamo un caso molto importante da sottoporti. Porta qui il culo più in fretta che puoi. E’ roba che scotta.”

“Passerò verso le sei.” E riattaccò.

Non aveva alcuna voglia di andare da quei tre strampalati, sentire le loro assurde teorie, più pazzesche delle sue, ma accettò per non dare spiegazioni. Senza pensare che poi avrebbe dovuto comunque spiegare le occhiaie e quell’espressione da cucciolo smarrito.

Già, senza Scully,lui si sentiva perso.

Continuò con la sua seconda occupazione: fare la punta alle matite; finchè il suo sguardo non si posò sulla foto di sua sorella.

<Sono patetico, vero? Mi faccio pena da solo. Me lo dicevi che nella vita non avrei mai combinato niente. So che lo dicevi solo per farmi arrabbiare, ma è accaduto sul serio. Non sono neanche capace di dire ciò che provo alla persona a cui più tengo al mondo. Non riesco ad ammetterlo neanche con me stesso.>

Una lacrima gli bagnò il viso.

<Torna me, Dana! Ti prego, torna da me!>

 

 

BILL SCULLY’S RESIDENCE  5:12 P.M.

 

Dana stava ancora riposando sul divano, quando Tara e Matthew rientrarono.

Il piccolo iniziò a correre, a gattoni, per la casa, urlando: “BRUM, BRUM! BRUM!”

La mamma gli aveva comprato un carro armato nuovo. Il nipotino di Dana andava pazzo per i carri armati!

Scully aprì gli occhi e vide Mattweu che le sorrideva.

“Ehy birbante, che stai facendo?”

“BRUM,BRUM!”

“Ah…stai facendo la guerra con i carri armati?!”

“Ciao Dana! Gli avevo detto di stare buono,mentre io andavo un attimo in bagno e invece ti ha svegliato questo mascalzoncello!”

“Non importa Tara. Era ora che mi alzassi.”

“BRUMMMMMMMM!”

“Dov’è Bill?”

“E’ ancora a lavoro. Puoi respirare fino alle 6:30!”

Scully le sorrise, consapevole del fatto che suo fratello metteva in croce anche sua moglie.

“Hai mangiato qualcosa a pranzo?”

“Si, sono stata da BIRKOF FOOD o qualcosa del genere.”

“BIRKOFOOD! Si mangia bene la! Come l’ hai scovato? E’ praticamente nascosto in un vicoletto.”

“Mi ci ha portato un amico.”

“Un amico?”

“Si!”

Tara non indagò oltre. Non voleva essere invadente.

Bill non sarà così discreto, si disse Dana.

 

@ Nel caso non si fosse capito Bill non è il mio fratello preferito di Dana! Meglio l’inconsistente Charles, che almeno si fa i fatti suoi.

Dato che siamo fra amici sarò del tutto sincera: ODIO A MORTE QUEL C……. di Bill, e se è possibile, lo odio ancora di più dopo aver visto la scena tagliata tra lui e Scully di MEMENTO MORI, presente nello spettacolare cofanetto della quarta serie in dvd. Se mi permettete una nota fuori tema:grazie alla Fox e a chi ha inventato questa miracolosa apparecchiatura che ci permette di vedere tutto in lingua originale e senza tagli che fanno quei disgraziati di Italia 1. Hey, ma lo sapete che siamo al decimo posto nella classifica di vendita in Italia e al nono in Spagna? Siamo sempre forti!@

 

LONE GUNMEN’S HOLE  6:21 P.M.

 

“Un momento, arrivo!”Disse Frohike mentre apriva i mille chiavistelli della porta.

“Ehy ragazzi, indovinate chi ci ha degnato della sua presenza?”

“Cos’è il caso urgente che mi ha costretto a venire qua?”

“Perché avevi qualche altra cosa da fare?” Intervenne Langly.

“Tutto apposto, Mulder?” Chiese Byers.

“Sicuro! Allora di che si tratta.”

“Non so come dirtelo, amico…Era solo un buco nell’acqua.”Disse Frohike.

“Mi avete fatto venire fin qui per nulla?”

“No, non per niente. Frohike ha sperimentato una nuova ricetta…”

“Andate al diavolo!” Fox stava per andarsene quando Frohike lo bloccò.

“Tu e Scully avete litigato?”

“Vuoi saperlo per capire se ci puoi provare più sfacciatamente del solito?”

Il tono di Fox era quello di un cane che ringhia.

“Ehy Mulder, calmati!”  Intervenne Byers.

“Sono calmissimo! Ora se non avete nient’ altro da dirmi me ne torno a casa.”

“Dev’ essere grave!” Scherzo Langly, non rendendosi conto che la situazione era più seria di quello che pensasse.

“Andate a fanculo tutti e tre!” Mulder scaraventò per aria tutto ciò che c’era sul bancone e se ne uscì sbattendo la porta.

“Accidenti, ma non potevate risparmiarvi i commenti ironici? Avete visto che faccia ha? Siete due idioti!” Li rimproverò Byers.

 

 

SCULLY’ S RESIDENCE 8:08

 

Mulder aveva guidato per più di un’ora, senza sapere dove andare e alla fine l’unico posto che gli venne in mente fu la casa di Dana.

Entrò e buttò la giacca sul divano. Stava per controllare se c’erano messaggi in segreteria quando il telefono squillò. Prese la cornetta.

“Pronto?”

“Fox, sapevo di trovarti qui. Avevo provato a casa tua e non c’eri.”

“Ha sentito Dana?”

“Si, mi ha telefonato poco fa. Dice che torna lunedì. Le ho detto di chiamarti…”

“E cosa ha risposto?”

“Che ci penserà su. Le ho detto che eri dispiaciuto per come le cose sono andate e che volevi parlarle per spiegarle tutto.”

“Grazie!”

“Fox, stai bene?”

Mulder espirò profondamente. “No, non sto bene. Ho bisogno di sentire la sua voce. Ho bisogno di vederla. Ho bisogno di sapere che non l’ ho persa per sempre.Ho bisogno di…” Stava piangendo. “…lei.”

“Fox…”

“Io l’amo!”

“Lo so Fox. Sta tranquillo, non l’hai persa. Tornerà, la rivedrai lunedì. Ora dormi. Va a dormire.”

Mulder riagganciò il telefono e si porto entrambe la mani sul volto. Si distese sul divano.

L’ aveva detto. Aveva finalmente ammesso quello che provava per la sua collega a se stesso. Beh…forse non solo a se stesso.

Si alzò dal divano e si diresse verso il bagno. Aprì l’acqua della doccia per riempire la vasca. Decise di farsi un bagno caldo.

Dopo una mezz’oretta uscì con in dosso un accappatoio. Era quello di Scully, che anche se era abbondante per lei, a lui andava un po’ stretto. Si asciugò e poi si rimise i boxer. Entrò nella camera da letto e si distese sul letto. Dopo poco cadde in un sonno profondo.

 

BILL SCULLY’ S  RESIDENCE   8:30 P.M.

 

“Io esco, ciao!”

“Dana, dove vai?”

“Ho un impegno Bill. Ciao!Non aspettarmi alzato, farò tardi.”

“Ma che significa?”

Scully scappò via senza ascoltare più una parola detta da suo fratello.

Stavo andando da David. Voleva chiedergli scusa per la sua fuga e semplicemente non riusciva più a reggere Bill che le stava alle costole per scoprire qualcosa.

Sua madre le aveva detto che Mulder stava impazzendo perché voleva parlarle, ma ora lei non aveva ancora voglia di sentire la sua voce. Non voleva pensare a lui. Sapeva che quando lunedì sarebbe tornata non sarebbe più stato lo stesso fra di loro. Quella era la sua decisione, la sua scelta. Non poteva più permettersi di soffrire per lui. Se il loro rapporto non era come lei voleva che fosse, se ne doveva fare una ragione, andare avanti. Sicuramente avrebbero chiarito, sarebbero rimasti amici, ma lei doveva smettere di amarlo.

 

Continua….