TITLE: Iolokus #3 - Vix te Agnovi - The Collector's Edition * Capitolo 15 * Mi hai insegnato la lingua, e il mio unico profitto è stato
"Non mi piace che la mia competenza venga messa in discussione." Sta dicendo la Graff quando entriamo. "Mulder si è sempre comportato come si deve nei 5 mesi all'ISU, infatti questo suo modo di agire bizzarro può essere strettamente ricondotto alla ricomparsa nella sua vita della sua agente..." "L'agente Scully non è responsabile delle azioni di un serial killer... o di quelle di suo fratello." Vedo Skinner andare avanti indietro sulla porta aperta, ma non ci ha ancora scorto. Ha sciolto leggermente il nodo della cravatta, nonostante la giacca grigia sia ancora al suo posto. "Ho capito... i suoi agenti non possono fare nulla di male. Tiene i problemi in famiglia, giusto? Con una mentalità come questa posso capire perché abbiamo perso in Vietnam." Entro in cucina, tirandomi dietro Mulder. Il volto della Graff è bianco macchiato di rosso e lei sembra dieci anni più vecchia dell'ultima volta che l'ho vista. Si sta portando un pugno di cubetti di ghiaccio alla bocca dal bicchiere di Sturbacks mentre entriamo. Rimbalzano tutti a terra quando si gira verso Mulder. "Mi aspettavo di meglio da lei." Mulder sbatte le palpebre, un po' imbarazzato. "Ha minacciato mia figlia." Skinner scatta all'attacco, la Graff dimenticata all'apparire di un bersaglio molto più allettante. "E questo ha qualcosa a che fare con la sua decisione di non dire nulla a nessuno e di andare a zonzo da solo?" So che sarebbe meglio rimanere in silenzio. Ho lasciato andare George allo Smithsonian proprio come il piccolo trucchetto di Mulder avrà allontanato il nostro fratello preferito da Hegal Place. Non posso aspettarmi che proprio Mulder, tra tutti, si comporti razionalmente quando io stessa non ho saputo controllarmi. Quello che mi preoccupa di più è la smorfia trionfante che ho visto in faccia Mulder quando mi ha descritto ciò che ha fatto sullo specchio di George. E io non posso star qui ad aspettare di sentirlo raccontare quel piccolo particolare della sua avventura odierna ai nostri superiori. Mulder si stringe semplicemente nelle spalle. "Ho pensato che avrei potuto avere più successo di uno squadrone di uomini in nero che piombano nel mio vecchio appartamento. I vicini si agitano tutti quando questo accade... brutti ricordi sapete..." "E che cosa le ha dato modo di scoprire questa piccola escursione?" "Il nome dell'avvocato che sta aiutando George con il suo patrimonio." La Graff sbatte le palpebre. "Pensavo che si stesse semplicemente rifornendo con i portafogli delle vittime." "Non dimentichi il mio impermeabile." Aggiunge Mulder petulante. "Comunque, anche venti portamonete non potrebbero mai fornirti soldi a sufficienza per un deposito di sicurezza e tre mesi di affitto al mio appartamento. Senza contare un intero set di mobili e un divano italiano in pelle." Mi domando se c'è possibilità di scambiare il divano di Mulder, quel malandato veterano di guerre pornografiche, con quello nuovo di George. Forse potremmo ottenerlo ad un prezzo forfetario quando lo cattureremo. "Mulder," ringhia Skinner, "lei continua ad andare vanti nell'idea che deve fare tutto questo da solo. Questa non è la sua battaglia solitaria. Non è neanche la sua battaglia... come è stato reso evidente oggi, la sua presenza complica abbondantemente le cose per noi che stiamo cercando di catturarlo. Credo che il suo supervisore e io, assieme agli agenti con cui dovrebbe star lavorando, meriteremmo la sua collaborazione mentre cerchiamo di impedire a George Naxos di prendere altre vite. Se non può darci la sua assistenza, almeno non ci crei ostacoli." Julie Graff annuisce; ma non è il tipo da cantante supporter, così credo che avrà anche lei qualcosa da aggiungere. Mulder contrae le spalle e si lascia scappare un lungo respiro. "E' stato un errore," ammette, "ovviamente sono sottoposto ad un grande coinvolgimento emotivo. Ma non pensate che dovremmo esplorare le informazioni che ho scoperto ora che abbiamo finito con la ramanzina?" Skinner abbassa lo sguardo disgustato. Il pupazzetto vicino al suo piede lo esalta tanto quanto la faccia di Mulder, così si dirige ad ampie falcate verso la sedia su cui è ripiegato il suo impermeabile e dopo aver scosso nuovamente la testa se ne va. Julie Graff lo osserva andarsene divertita. Poi si volta di nuovo verso Mulder. "Mi ha messo in imbarazzo oggi, Mulder. Non lo faccia di nuovo." Lo esclude sistematicamente come se avesse cambiato canale così da potersi concentrare interamente su di me. "Mi dispiace aver saputo quello che è successo al suo appartamento. So cosa vuol dire essere sotto tiro e mi dispiace che tutto questo sia diventato così personale. Mi lasci sapere cosa uscirà da questa scampagnata di Mulder, lo farà? Ho una squadra pronta ad entrare in azione se lei darà il via." *** "Cosa è successo nel tuo appartamento?" Chiedo sospettoso quando la Graff se ne va. Un paio di agenti restano, ma non so dire se per tenere alla larga George o per costringermi a rimanere qui a mia volta. Scully non risponde e si trascina in soggiorno. Va alla finestra e guarda il cortile fuori. La seguo, aspettando. I narcisi hanno i capi chinati come per la vergogna, ripiegati dall'ultimo temporale. "Ho trovato il cadavere della mia ginecologa nel mio letto." Dice. "E il taglio sulla tua guancia?" Non l'ho chiesto prima perché avevo troppa paura di innescare un'ennesima ramanzina su quello che è successo quando mi sono allontanato e su come il mio slancio impetuoso ci abbia messo entrambi in pericolo. "Il mio specchio si è rotto." Dice in un'espressione che evade ogni responsabilità e che avrebbe reso orgoglioso Nixon. "Era là?" Annuisce. "Ti ha..." Ti ha toccata di nuovo, Scully? Non penso abbiano fatto l'amore, ne avrei sentito l'odore su di lei. Ma quello che non so se lei avrebbe voluto farlo. "Non l'ho mai visto direttamente." Dice. "Abbiamo parlato attraverso la porta... e poi gli ho sparato." Mi rivolge uno di quegli sguardi al filo spinato quando sospiro per il sollievo, ma non dice altro. Faccio una doccia e mi cambio in abiti che non sappiano di prigione. Sono quasi a corto di completi a questo punto, ma a dire la verità me ne servirebbe soltanto uno. Semplicemente voglio di più. E' quasi ora di cena, così, come una strana versione di June Cleaver in trip-LSD, cucino. Aspettiamo a mangiare fino a quando Ralph ci chiama per aggiornarci sulle ultime news per quanto riguarda il cadavere della ginecologa... Scully è stata interrotta in ospedale dalla chiamata del poliziotto che mi ha arrestato, ma lo ha obbligato a supervisionare l'operazione che ha trasformato il suo appartamento nella scena di un crimine. Forse ha pensato che si sarebbe preso cura della sua privacy; gli altri agenti saranno sicuramente stati alla ricerca di materiale per pettegolezzi mentre investigavano, particolarmente ora che hanno scoperto che il mio gemello ha una fissazione per lei. Per estensione lo stesso dovrebbe valere per me; non che sia stato un vero shock per nessuno, ma dopo sei mesi i mormorii si erano raffreddati a mere braci prima che George aggiungesse tutti quei cadaveri sulla pira. Miranda si occupa della maggior parte della conversazione a cena, il ché mi va anche bene anche se vorrei riuscire a capirla; mi piacerebbe sapere quali pensa siano le possibilità di vittoria dei Red Sox quest'anno. Mentre sto mettendo i piatti nella lavastoviglie e Scully cerca di fare amicizia con Miranda, che ha ancora in faccia e fra i capelli la maggior parte della sua cena, suona il campanello. Gocce di pioggia luccicano sul cranio liscio di Skinner. Due visite in un giorno solo? Avrà intenzione di invitarmi a giocare a golf nel week-end? Warwick prende Miranda e prepara il caffè. Il resto di noi si sposta in soggiorno. Scully si appropria della sedia più bella, così io e Skinner siamo costretti a condividere il divano. "Allora, cos'è successo questa volta?" Il tono di Skinner è quello standard che usa al lavoro.. solo una piccola punta di calore vi fa capolino. Scully scuote la testa. "E' stato... personale." Mi lancia un'occhiata di sbieco, forse me lo dirà più tardi ma probabilmente no. Gli occhi si Skinner lampeggiano da dietro gli occhiali. "Agente Scully, il suo rapporto era vago e fuorviante all'estremo. Se sta tenendo per sé informazioni che potrebbero mettere a rischio la vita di qualche altro agente la farò arrestare. Sono stato chiaro?" Buon vecchio Walter, fermamente affettuoso fino alla fine. La faccia di Scully è più bianca dello schermo del mio word processor. Dio, adoro vederla reagire davanti ad una sfida. La reazione specifica, comunque, è ben poco fortunata. "Mi ha parlato di quello che è successo quando Jason mi ha stuprata e poi più tardi di quello che gli ho detto credendolo Mulder." La testa di Skinner si alza così di scatto che ho paura si sia fatto male. Ovviamente non ha letto in nessun rapporto questa piccola parte della storia antica. L'espressione di colpa e di pietà che appare improvvisamente sul suo volto fa contrarre il mio stomaco e mi provoca una profonda fitta di dolore per Scully. Lo fisso pensando: se ne vada, se ne vada, se ne vada. Questi non sono fatti suoi, signore. Scully abbassa il capo deglutendo. Beh, almeno so perché non mi ha fatto la ramanzina per averla piantata in asso. Dubito che il mio abbandono sia stato anche minimamente registrato dal suo radar per le tragedie. "Il caffè è pronto." Dice Warwick dalla porta con Miranda appesa ad un suo fianco. "Il vicedirettore se ne stava andando." Dico alzandomi. Skinner sbatte le palpebre poi esegue senza dire nulla. Sì, questo è quello che gli ho telegrafato, la sto sbattendo fuori dalla mia casa, signore. Se ne va tranquillo, dicendo solo qualcosa sui rapporti per la mattinata e il fatto di dover chiudere il caso il più presto possibile. Io gli fornisco le appropriate risposte e poi chiudo a chiave la porta dietro di lui. Quando torno in soggiorno, Scully ha lasciato sgretolare le sua facciata di vetro che ha offerto allo Zio Walter e se ne sta rannicchiata sulla poltrona, dondolandosi lievemente. I suoi occhi sono opachi come quelli di un cadavere e rimane totalmente in silenzio. La sollevo dalla poltrona, mormorandole parole che io stesso non capisco mentre la riporto in camera. Con tre coperte strette intorno a lei, rannicchiata contro la testiera del letto alla fine smette di tremare. Mentre sto uscendo dalla camera mi accorgo che il CD della scorsa notte è ancora nello stereo, come un osso impiantato nella gola di una vittima che sta soffocando. Lo estraggo e lo spezzo a metà. Sono le 8:00 a Dallas così chiamo Lanson & Houge dal mio studio. Jon Kyle è andato a casa ma riesco lo stesso a mettermi in contatto con un paralegale. Il nome "Fox Mulder" produce un'incredibile reazione di deferenza e alla fine una lista faxata delle recenti transazioni che hanno svolto per "me". Non c'è molto. A parte il mio appartamento e la trappola per topi che ha usato per bollire l'infermiera c'è solo un palazzo in una parte malfamata del Southeast. Una catapecchia, penso mentre leggo la breve descrizione dell'edificio bi-famigliare. Separato dalle più vicine abitazioni da lotti vuoti a causa di un incendio. Le finestre sono comprensive di tavole di legno per coprire i vetri rotti. Ci sono un paio di domande che vorrei porre all'agente immobiliare. Insomma, come fa una persona a trovare posti simili? "Ho bisogno di un edificio isolato in condizioni pessime, in un luogo dove i vicini non presteranno attenzione alle urla, ai colpi o a luci di torcia a qualunque ora possano apparire." "Beh, signore, ho appena controllato la mia lista di tane perfette per serial killer... credo che tra queste tre ne troverà una che soddisfi i suoi desideri... senza contare che vengono ad una cifra così bassa!" Posso immaginare benissimo il sorriso standard dell'agente immobiliare... si tratterà probabilmente di un clone di quello che mi ha venduto questa casa. Chiamo Ralph Williams e lo informo di tutto. Lui si impegna ad organizzare un vero raid, qualcosa in cui lui sicuramente eccelle. Questa volta accetto il mio destino imprigionato a Suburbia. Scully deve muoversi se vuole batterlo sul tempo. A questo punto credo che avrà bisogno di ucciderlo lei stessa per sentirsi al sicuro; il proiettile di chiunque altro non sarebbe abbastanza buono. Così glielo dico mentre la vedo aprirsi dalla sua posizione rannicchiata, mettersi alla ricerca del suo giubbotto antiproiettile e della sua pistola. Prendo un belante baby dal pavimento e lo fisso negli occhi. Una pistola mi farebbe sentire meglio, ma - per come stanno ora le cose - la cosa più simile a cui posso aspirare è uno scoiattolo. *** Chiamo l'ospedale e parlo con Zippy che è ancora imbottito di antidolorifici e solo parzialmente cosciente. Almeno è vivo come lo sono solo poche persone che sono state a stretto contatto con George. Quando riappendo ritorno di sopra, ma i miei piedi sembrano troppo pesanti per affrontare l'impresa. Ho bisogno di parlare con Mulder e ho solo una piccola possibilità prima che tutto il team sia pronto ad andare alla caccia di George. Abbiamo sempre fatto sesso che non era buono per nessuno dei due... ma la scorsa notte è stato differente, peggiore, e io non voglio lasciarlo con l'ultimo ricordo di noi in cui Mulder non è sicuro di essere stato realmente se stesso. Gli occhi di Mulder, nell'alogena brillantezza della sua camera, sono verde assenzio. Se guardi troppo dentro di loro corri il rischio di impazzire. Per quel che mi riguarda, ora sarei più stabile di quanto non lo sia mai stata se avessi bevuto mercurio a colazione ogni giorno dello scorso anno... così posso fissarli quanto voglio. Quando entro alza lo sguardo dalle ultime foto della mia letale camera da letto e immediatamente scatta sulla difensiva. "Non è questo il momento in cui tu mi dici quanto sono stato irresponsabile e di come dovrei comportarmi mentre tu sei là fuori a salvare il mondo?" "Perché dovrei farlo?" Posso capirlo così bene ora. Sono diventata lui almeno quanto ci è riuscito George... impigliata in una cospirazione che ha distrutto (e creato) la mia famiglia e ha rubato i miei ricordi, amareggiata dal passato che ho dedicato ad illuminare verità che nessuno rispetta. Miranda lo ha redento, ma ha lasciato me al suo posto. E non ho fatto io domanda per questo lavoro, che si tratti di X-Files oppure no. Mentre mi faccio avanti, Mulder mi fissa come se fossi un cerchio sul grano, pronto a crederci o pronto a dichiararlo un falso. Sembra così vulnerabile nella sua t-shirt macchiata e nei suoi jeans, in confronto al mio severo completo scuro. C'è, fra tutte le altre cose, uno scoiattolino stretto fra le sue mani. Sembra civile, il prototipo di padre di una bambina... se non fosse per i suoi occhi... Come sempre, profuma di desiderio e intelletto. Deve essere la mia immaginazione che riempie i buchi dei miei nervi scomparsi. Come il vestito rosso della bambina del film in bianco e nero sull'olocausto di Spielberg, Mulder risalta in un mondo diventato per me insapore e indifferente. Abbassa lo sguardo sui miei piedi. Prima che iniziassimo a dormire insieme eravamo in grado di fissarci negli occhi anche nei momenti difficili. Ho più rimpianti di quanti siano i libri della libreria del Congresso, e molti di essi riguardano Mulder. Ma credo ancora che il tempo, anche se non in una costante universale, fluisca in una sola direzione. Dovevo vedermela con Mulder come è accaduto e il sesso si è insinuato in ogni curva e piega della nostra relazione. Posso sentire il suo respiro caldo muovere l'aria sopra la mia testa mentre si mette ad osservare un qualche punto inesistente sul muro lontano. Quando gli tendo una mano quasi sussulta. Ovviamente non sono io la sola ad avere qualche riserva sulla nostra performance della notte scorsa. Questa volta sarà diverso, onestamente. Se c'è ancora rimasto qualcosa di bello nella mia anima voglio darlo a lui, ora. Non per rimediare al passato; questo è impossibile. Ma ricordo notti quando rimanevamo seduti a lungo negli appostamenti, in attesa che qualcosa accadesse, in cui ci trovavamo a nostro agio nel silenzio reciproco. Mi ricordo di averlo abbracciato alla ricerca di conforto, di aver stretto la sua mano perché potevamo fidarci solo l'uno dell'altra, lo scavare con lui nella terra alla ricerca delle ossa di una bambina. Per una volta almeno, voglio provare ad essere la donna che lui ha desiderato. Emette un mugugno di protesta colpevole quando faccio scorrere la mia mano sotto la sua t-shirt, ma io sono pronta; copro la sua bocca con la sinistra, rilassandomi quando la sua lingua la sfiora accettando l'offerta. E' pesante come una statua di pietra sopra di me quando ci sdraiamo a letto. Mi lascia togliergli i vestiti, ma non si muove per ricambiare la cosa. Mi devo contorcere per svestirmi dalla mia posizione sotto di lui, sfregando i miei fianchi contro la sua pelle coperta di un sudore gelido e poi devo allontanarlo giusto un istante per liberarmi dalla camicia e dal reggiseno. Quando li lancio per terra lui poggia una mano fra i miei seni spingendomi giù di nuovo come se credesse che io potrei cambiare idea. Ed è come essere calpestata da un elefante. L'aria viene spinta fuori dai miei polmoni, poi mi libera per un momento, allontanando i capelli che mi ricadono sulla mia fronte con le labbra. Lascio che le mie braccia e le mie gambe lo abbraccino automaticamente; conosco i meccanismi dell'atto così bene da potermi concedere di concentrarmi interamente sulle sensazioni. La morbidezza simile a cotone della sua pelle, il calore del sangue e dei muscoli che si nascondono sotto di essa, la sporgenza tagliente del suo fianco, il nodo di tensione che rimane vigile in ogni spalla. Coltelli scintillano dietro ai miei occhi chiusi quando posa una corona di spine con un bacio sulla mia fronte. Cera bollente scorre nelle mie vene. La sua bocca scivola su una spalla poi giù verso i miei seni, evitando i segni lasciati dal suo morso dell'altra sera. Poi su di nuovo, così che ci baciamo in modo quasi tenero. Le sue dita solleticano i lati dei miei seni compressi sotto il suo peso. Le mie mani afferrano il suo capo così da indurlo a spostare la sua bocca sul mio polso destro, la sua lingua sfiora le mie vene pulsanti. Sento le solide linee dei suoi denti contro la pelle e ho quasi paura che li affonderà nella mia carne per raggiungere l'osso, per scorticarmi ed estrarne il midollo. Volevo consumarlo allo stesso modo io stessa... prima. Muovo le gambe così che la sua erezione si posizioni fermamente fra le mie gambe, stringendomi attorno a lui così da fargli sapere cosa si sta perdendo. Geme riportando la sua bocca sulle mie labbra prima di penetrarmi. Lo fa lentamente e non è mai stato così gentile prima d'ora. Sento l'incertezza, che ondeggiava come il segnale distante di una stazione radio, svanire completamente. Tremo mentre copre il mio volto con baci simili a yogurt caldo e io ricambio perché voglio toccare ogni parte del suo corpo almeno una volta. Mi tiene stretta abbracciandomi per parecchi minuti, senza muoversi molto. Vibriamo insieme alla stessa silenziosa frequenza; il mio sangue deve essere fluito dalle mie arterie alle sue vene mentre i nostri cuori alternano i battiti. Lascio che il piacere scivoli dentro di me come zucchero caramellato che si dissolve nella farina d'avena e penso ad una storia che ho letto tanto tempo fa. Lo scorpione chiede alla rana di portarlo aldilà del fiume. "Non posso farlo! Se ti porterò sulla mia schiena," dice la rana "tu mi pungerai e io morirò." Lo scorpione risponde: "Se ti pungerò mentre siamo in acqua affonderemo e moriremo entrambi." La rana ci pensa sopra e seguendo la logica acconsente. Lo scorpione le sale sopra. Ma nel mezzo del fiume, mentre la corrente li circonda, la rana sente l'affilato stiletto dello scorpione piantarsi nella sua schiena. "Perché lo hai fatto?" Urla la rana. "Moriremo entrambi" E lo scorpione risponde: "Conoscevi la mia natura quando mi hai preso con te." Non se io sono la rana o lo scorpione. Ma se prendiamo letteralmente la metafora del pungiglione... Ancora stretti insieme lo faccio girare lentamente sulla schiena. Mi sfrego contro di lui fino a quando arrivo a fissare il mobile abisso verde e marrone dietro i suoi occhi. Le affilate ossa dei suoi fianchi affondano nelle mie cosce. Mi sento pesante, come se lo stessi schiacciando sotto di me... a parte il fatto che il suo pene è affondato così tanto dentro di me che posso quasi sentirlo premere contro il mio cervello. Tutto d'un tratto incominciamo a muoverci insieme, andando da 0 a 8 in 5 secondi. Frastagliate fiamme di piacere si espandono dentro di me, riducendo il mio cervello a carne trita. Il mio respiro, bloccato nei miei polmoni, brucia la mia trachea mentre il fuoco che espiro carbonizza e annerisce tutto intorno a noi. Afferro le sue braccia con le mie mani sudate e uso la presa per spingere ancora più forte contro di lui. Sotto di me Mulder piega indietro la testa contro il copriletto scuro, aritmicamente, mentre i tendini della sua gola si tirano. Sa di sale, sudore e burro contro la mia lingua. Le sue mani sono sui miei fianchi, affondante dentro di me, tirandomi in basso sempre più velocemente e con più forza. "Nessun altro," gemo in un vortice di sensazioni, "tu e io soltanto..." "Lo so..." Geme in risposta. "Non lasciare che lui..." ma non posso proseguire. La sua testa è piegata all'indietro ora, la bocca aperta tanto che posso vedere il buio delle sue profondità. Afferrò la sua mascella e lo costringo a guardare verso di me e lui lo fa mentre i suoi occhi cupi mi trascinano nella loro oscurità. Tremando e sudando premo la mia bocca sulla sua mentre si inarca contro di me. Soffoco un grido di puro piacere animale mentre viene con forza dentro di me. Sussulto contro la sua bocca mentre mi lancio nella sua stessa corsa sulle montagne russe delle terminazioni nervose. Ricado sul suo petto, rassicurantemente solido e sudato sotto di me. Mentre ansimo contro il suo collo umido lui accarezza la pelle sudata della mia schiena. Il suo petto si muove inquieto sotto di me. Una meravigliosa languidezza data dall'assenza di George si srotola su di me facendomi desiderare di rimanere lì sdraiata per ore. Poi Ralph picchia sulla porta, segnalando che tutto è pronto e io devo separarmi da Mulder. E' come se mi muovessi attraverso la gelatina, ma riesco a trovare lo stesso tutti gli importanti pezzi del mio vestiario, incluso il giubbotto antiproiettile. Mi giro verso di lui un'ultima volta. "Domani dovremmo parlare di cosa succederà quando tutto questo sarà finito." Dico. "Mi dispiace, Mulder. Ma l'amore non dovrebbe funzionare a questo modo." Lampi si muovono nei suoi occhi. Sono vagamente sorpresa di essere riuscita ferirlo. "Tu stai dando per scontato," dice lentamente, come un cecchino che sta puntando il suo laser sul bersaglio, "che io ti ami." "No, non è così." Beh... ho avuto l'ultima parola, per una volta. Si arresta nella mia bocca come le ceneri di una cremazione mentre guidiamo verso la città. |