ANTON ČECHOV, CACCIA TRAGICA.

UNA STORIA VERA

L'unico romanzo,opera giovanile di Anton Čechov,appare oggi come un laboratorio di quelle figure e di quei motivi tipici che lo scrittore portò a perfezione nella sua maturità artistica.




     Anton Čechov è un autore di chiara fama internazionale,ma è noto al grande pubblico soprattutto per le sue opere teatrali e per i suoi racconti. Lo scrittore scrisse da giovane, appena laureato in medicina, anche l'unica opera compiuta che abbia tutte le caratteristiche di un romanzo: Caccia Tragica  (Drama na ochote).
     L'unico romanzo di A.Cechov, pubblicato in edizione italiana da Rizzoli nel 1941, è ora disponibile per le edizioni Einaudi.La traduzione è di Zoe Mori e Maria Mejenetski.La prefazione,illuminante per i suoi riferimenti storico-culturali, è del curatore Giampaolo Gandolfo, alle cui citazioni spesso ricorriamo in questa presentazione.
     Il romanzo fu stampato in trentadue puntate tra il 1884 e il 1885 nella rivista "Le novità del giorno".(L'autore non aveva una grande opinione di questo periodico; con un gioco di parole lo chiamava "Le porcherie del giorno.") Nei primi anni della sua attività letteraria egli scrisse per diverse riviste di "basso profilo" e destinate a un pubblico di lettori non esigenti, appassionati di romanzi polizieschi.Queste stesse riviste concedevano poco spazio e scarso onorario. Tuttavia è da questa specie di apprendistato che Čechov emergerà come il grande scrittore del dettaglio, del racconto, breve o lungo, della "povest'".Come lo stesso curatore G.Pandolfo sottolinea, Anton Čechov "affina soprattutto la capacità di cogliere spunti dal mondo che lo circonda, di guardare uomini ed eventi con occhi curiosi ed ironici, e soprattutto di misurare frasi e parole con lo spazio esiguo" che le riviste gli concedono."Dopo Cechov - scriverà Majakovskij - uno scrittore non ha il diritto di dire: non ci sono temi".

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Trama

      Il personaggio centrale del romanzo è la bella fanciulla Ol'ga Skvorcova, prototipo della donna senza principii morali, attorno alla quale ruotano due amanti e un marito. Giovane e bella non intende consumare la sua giovinezza nella solitudine della povera casetta in cui vive, orfana di madre, nel bosco del conte Karneev, insieme al padre, guardiaboschi del conte, che vive ormai in stato demenziale. Per uscire da questa misera condizione sposa l'anziano e vedovo Urbenin, padre di due figli, intendente del conte Karneev. La giovane "fanciulla vestita di rosso" che fa innamorare di sé il giovane, bello e forte giudice istruttore S.Zinov'ev, non accetta la realtà che può offrirle il vecchio marito e lo tradisce col giovane giudice che ella stessa ama, e col conte Karneev nella cui casa si rifugia definitivamente per la situazione sociale elevata che la sua compagnia può farle godere. Per questo scopo infligge volutamente torture e violenze morali al marito e ai suoi due figli. Lo stesso Urbenin viene rovinato da questa vicenda non solo sul piano morale, ma anche su quello fisico e sociale.
     La vicenda si svolge con alcuni colpi di scena che culminano con l'assassinio della bella Ol'ga. Non riveliamo il nome dell'assassino, la cui vera identità viene scoperta, nel capitolo finale, dal direttore della rivista a cui l'autore porta il romanzo per la pubblicazione. Non è comunque il povero marito Urbenin, che viene condannato ai lavori forzati e muore anzitempo. Il lettore noterà, anche attraverso le note che lo stesso scrittore Kamysev scrive durante la fase dell'istruttoria,il modo, alquanto trascurato per certi aspetti, e basato a priori sulla colpevolezza del marito Petr Egoryč Urbenin, con cui l'indagine viene portata avanti.

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Il romanzo del giovane Čechov

     "Tranne il romanzo, versi e delazioni ho provato tutto. Ho scritto racconti lunghi e brevi, vaudevilles, articoli di fondo, pezzi umoristici e ogni genere di sciocchezze..."Così scriveva čechov in una lettera all'amico poeta Plesceev nel 1889.(G.Gandolfo, Prefazione.) Il nostro scrittore non è famoso per aver scritto romanzi. Caccia Tragica (Drama na ochote) rimane un caso isolato, ma dimostra che l'affermazione di Cechov non era del tutto vera, perché un romanzo egli l'aveva scritto e pubblicato. E'vero comunque che, "a parte un passo falso fatto da giovane, "come V. Nabokov scrive nelle sue Lezioni di Letteratura Russa, con riferimento a questo romanzo, "Čechov non tentò mai di scrivere un grosso libro. " I lettori di A.Čechov sanno che i suoi scritti più lunghi, come Il duello e Tre anni, restano dei racconti.

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      I giudizi critici sul romanzo giovanile di Čechov non sono entusiasmanti. "Caccia Tragica" viene definita da Vladimir Frice "opera debole" come conseguenza dell'incapacità di Čechov, "scrittore impressionista", a misurarsi con la scrittura complessa e articolata del romanzo, mentre Derman scrive che:" Drama na Ochote solo a tratti si solleva dal livello della letteratura giornalistica, e abbonda in compenso di pagine di cattivo gusto".
     Ejchenbaum scrisse nel 1944 che l'opera di Čechov va inquadrata in quel filone della letteratura di carattere provinciale, lontana dalle tematiche della grande letteratura russa che si sviluppava attorno e dentro la crechia delle tradizioni dell'intelligencija di quel grande paese. "Questa letteratura "marginale" era rappresentata da nomi come Uspenskij e Leskov. La provenienza letteraria di Čechov muove fondamentalmente da loro".
     Come il lettore può intuire dal succinto riassunto qui presentato, l'opera del giovane Čechov (che si firmò Antosa Čechonte) si nutrì del romanzo poliziesco e sulle pagine di "Novosti dnja" si trovò in compagnia di quella "cattiva letteratura" che andava di moda in quegli anni. Lo stesso Čechov scrisse: "Al di fuori di suicidi, selciati sconnessi e parchi di divertimento, Mosca non offre nulla."
     Gli elementi di facile e esteriore drammaticità rivelano la vicinanza di "Caccia Tragica" a tanta letteratura facile e di massa. Tra questi fatti possiamo indicare alcuni episodi del racconto: la madre di Ol'ga viene uccisa da un fulmine, la bellissima Ol'ga vive col padre pazzo in una misera capanna nel bosco, le orge del conte Karneev e altri amici dello stesso stampo, cori , danze e musiche zigane, l'avvelenamento di Nadja a cui segue l'uccisione di Ol'ga nel bosco e l'arrivo di Urbenin che si sporca il volto con le mani insanguinate, il successivo assassinio di Kuz'ma cha aggiunge mistero e tensione all'ultima parte del romanzo. Tutti questi sono tratti di facile effetto e caratteristici di quella literaturščina (cattiva letteratura) da cui il Čechov che conosciamo, il Čechov maggiore, rifuggirà con spirito critico. Lo stesso autore non ristampò più il suo romanzo, né vi ritornò sopra.
     Tuttavia,pur con certi limiti,l'opera si legge con piacere ancora oggi.Questo fatto rivela una buona costruzione del romanzo e il colpo di scena finale (qui non rivelato), l'editore della rivista che diventa investigatore, appare convincente, mentre sul piano critico rimangono aperti problemi quali quello di una possibile parodia del romanzo poliziesco dell'epoca, oppure quello di un posibile legame con Dostoevskij.
     In conclusione possiamo dire che l'Anton Čechov dei primi anni è immerso, partecipe ed è permeato dalla letteratura di facile consumo. Allo stesso tempo, però,Čechov non ne viene sopraffatto. In questa specie di "laboratorio" nascono quei personaggi che preannunciano felici sviluppi futuri e persino affinità con personaggi di altri notevoli autori.
     Ol'ga Skvorcova, che fa ruotare attorno a sé due amanti e un marito, è un prototipo della donna senza principi morali (Ariadna); Nadja Kalinina, personaggio sensibile e orgoglioso, che fa da contrappeso a Ol'ga, sembra di impronta turgeneviana; Scur, grigio nel suo perbenismo da raisonneur, generoso e debole, è simile ad altri čudak (persone strane) cechoviani; il cameriere del giudice istruttore Polikarp che si preoccupa della salute del padrone con quella brontolosa sollecitudine ha le tipiche caratteristiche del sano buon senso dell'Osip di Gogol',dello Zachar' di Oblomov (Gončarov). Questo personaggio sarà ulteriormente sviluppato nel Luca dell'Orso e nel Firs del Giardino dei Ciliegi. Urbenin è l'umiliato e offeso di questa situazione, incarnazione del piccolo uomo(malenkij celovek), ricorrente nella letteratura russa; il conte Karneev troverà la sua incarnazione in Matvej Semenovic Sabel'vskij dell'Ivanov; il lago attorno al quale si svolgono le vicende richiama quello del Gabbiano.
     In Caccia Tragica si delinea in modo chiaro quella che sarà la grandezza artistica di A. Čechov, la tendenza a caratterizzare mediante un particolare (bytovaja detal') il carattere di un personaggio. Troviamo qui i motivi tipici e le figure che lo scrittore porterà a perfezione nella sua maturità artistica.


Domenico Furci


Codroipo, "Il Ponte" novembre 1991