Si ferma il treno privato
Sciopero di 48 ore a Londra contro la South West Trains. E ora si parla di "rinazionalizzazione"

ORSOLA CASAGRANDE - LONDRA

 

P rossima fermata? Impossibile saperlo. Per le migliaia di passeggeri inglesi che ieri mattina si sono recati alle stazioni principali nel sud ovest del paese la sorpresa è stata amara. In un evento decisamente raro di questi tempi in Gran Bretagna, ieri il sindacato Rail Maritime and Transport ha confermato lo sciopero di 48 ore (indetto a partire dalla mezzanotte di mercoledì) dopo che la vertenza con l'azienda è collassata.

Lo sciopero riguarda soprattutto la compagnia South West Trains (con treni da e per il sud ovest del paese) che ieri ha confermato di non poter garantire nemmeno un treno su dieci. Prendendo in parola la società molti dei 350mila pendolari che ogni giorno viaggiano utilizzando la South West Trains hanno preferito rimanere a casa, come ha dimostrato lo scarso aumento del traffico stradale. Allo sciopero del resto hanno aderito quasi tutti i duemilasettecento dipendenti della società che quotidianamente garantisce millesettecento corse. I lavoratori e i sindacati hanno anche dichiarato che lo sciopero si concluderà oggi, ma dopo un weekend 'normale', i treni si fermeranno nuovamente: per lunedì e martedì prossimi infatti sono state proclamate altre quarantotto ore di astensione dal lavoro.

La Rail Maritime and Transport Union ha rifiutato l'offerta dell'azienda di un aumento salariale del 7.6% in due anni: i sindacati chiedano che l'aumento venga raggiunto in 18 mesi. Ai picchetti organizzati nelle stazioni londinesi (specialmente quella affollatissima di Waterloo) i lavoratori sottolineavano che la vertenza con l'azienda non riguarda solo gli aumenti salariali ma anche le condizioni di lavoro e la questione sicurezza. A questo proposito molti sindacalisti ricordano che uno dei leader della union che ieri ha organizzato lo sciopero ha pagato caro il suo ruolo e la sua tessera: è stato trasferito ad altre mansioni (è stato cioè declassato) dopo un'aspra vertenza sulla sicurezza.

L'azione di ieri riporta drammaticamente in primo piano la questione trasporti e in particolare la disastrosa situazione delle ferrovie. Dopo la privatizzazione voluta dai Tories che ha frammentato il controllo sia della rete ferroviaria che dei treni in mille pezzi, il governo Blair si è trovato di fronte alla decisione di rinazionalizzare di fatto le ferrovie, riassumendo il controllo diretto della gestione delle linee ferroviarie. Non è un caso dunque che i quotidiani britannici di inizio anno dichiarassero senza esitazione che il 2002 sarà per il new Labour l'anno della 'rivolta dei treni'.

Commentando lo sciopero di ieri la presidente del comitato parlamentare dei trasporti, la laburista Gwyneth Dunwoody, ha ribadito che "il governo deve usare il pugno di ferro con le compagnie. Non parlo solo di Railtrack - ha aggiunto riferendosi alla compagnia che gestiva, prima della rinazionalizzazione le linee ferroviarie -ma anche di tutte le società che gestiscono i treni".

Ricerca dopo ricerca emerge sempre più la disastrosa realtà delle ferrovie britanniche e la conseguente disaffezione degli utenti: secondo la stessa Railtrack almeno il 10% della linea ferroviaria e della segnaletica è arrivato o ha già superato i limiti di sicurezza. Almeno il 30% dovrà essere cambiato entro cinque anni. Un rapporto sulla sicurezza conferma "il fallimento sistematico" nell'avviare i lavori di conservazione e le ispezioni inadeguate: due aspetti della gestione 'leggera' di Railtrack.
Quanto poi al servizio fornito dalle compagnie che gestiscono i treni, le statistiche offrono un quadro davvero desolante. Tra aprile e ottobre 2001 le aziende sono state multate qualcosa come 42milioni di sterline per le cosiddette 'poor performance', ovvero la scarsa qualità del servizio fornito. L'anno scorso, per lo stesso periodo, le multe erano state di 6milioni di sterline.
Delle 25 compagnie che gestiscono i treni in circolazione nel paese, soltanto due hanno migliorato in termini di puntualità. Ben 21 hanno fornito servizi molto inferiori all'anno precedente e soltanto 6 società hanno ricevuto quest'anno meno reclami dell'anno scorso. La puntualità rimane uno dei grossi problemi di tutte le compagnie, con situazioni drammatiche come quella della Virgin Cross Country (la compagnia di Richard Branson) che 'vanta' un 59.1% di treni puntuali. Poco meglio fa la Virgin West Coast (compagnia sorella) con il 66%.

Arrivare in orario è un problema anche se si prendono i treni della Great Western (68.8%), della Gner (61.4%), della South West Trains (quella coinvolta nello sciopero di ieri, 73.6%) e della Thameslink (74.7%).