Recessione 2001
Dati
Usa
molto
chiari:
il
terzo
millennio
comincia
malissimo
E
FRANCESCO
PICCIONI
E'
Ora
se
ne
può
parlare
come
di
un
fatto,
non
di
un
rischio.
L'"autorizzazione"
viene
dal
National
Bureau
of
Economic
Research
(Nber),
un'associazione
no
profit
di
ricercatori
accademici
Usa.
Sempre
loro,
inoltre,
smantellano
l'alibi
delle
Twin
towers
(e
del
Pentagono,
sempre
dimenticato
nel
computo
dei
danni
dell'11
settembre)
come
"causa"
della
recessione.
La
cui
data
d'inizio
è
fatta
risalire
a
marzo.
Secondo
la
convenzione
comunemente
accettata
si
può
parlare
di
recessione
quando
per
due
trimestri
consecutivi
la
crescita
economica
è
negativa.
"Tecnicamente",
quindi,
si
può
ancora
far
finta
che
la
recessione
non
sia
accertata,
visto
che
il
secondo
trimestre
di
quest'anno
segnava
un
misero
+0,4%,
ma
pur
sempre
un
segno
positivo,
mentre
il
terzo
si
è
chiuso
con
uno
0,4%
negativo
(che
già
si
ammette
verrà
rivisto
in
peggio,
a
-0,8),.
E'
la
strada,
un
po'
comica,
scelta
ieri
da
Lawrence
Lindsay,
consigliere
economico
della
Casa
bianca,
che
interrogato
sull'analisi
del
Nber
rispondeva:
"Non
lo
so,
è
una
questione
statistica.
Non
lo
sapremo
per
molti
mesi".
A
uno
così,
forse,
sarebbe
bene
evitare
di
chiedere
consigli.
Ma
anche
il
segretario
del
Tesoro,
Paul
O'Neill,
ha
accuratamente
evitato
di
pronunciare
la
parola
maledetta
nel
corso
di
dichiarazioni
tutte
improntate
all'ottimismo
ufficiale:
"la
ripresa
è
alle
porte",
come
va
ripeteendo
da
quasi
un
anno.
Gli
analisti
del
Nber,
a
scanso
di
equivoci,
si
servono
di
quattro
diversi
indici
per
fotografare
la
recessione:
occupazione,
produzione
industriale,
commercio
all'ingrosso
e
al
dettaglio.
E
per
diversi
mesi
hanno
registrato
"un
calo
significativo
dell'attività
economica
in
generale".
Il
livello
dell'occupazione,
infatti,
ha
iniziato
a
calare
nel
mese
di
marzo;
la
produzionee
industriale
aveva
raggiunto
il
picco
a
settembre
dell'anno
scorso,
per
declinare
poi
in
modo
costante.
Ciò,
comunque,
non
ha
abbattuto
i
redditi
delle
famiglie
né,
conseguentemente,
il
livello
della
loro
"fiducia".
Il
basso
prezzo
del
petrolio,
se
si
manterrà
intorno
ai
18
dollari
attuali,
potrebbe
significare
a
sua
volta
un
incremento
dell'1%
del
Pil.
Di
qui,
anche
per
il
Nber,
la
speranza
che
recessione
duri,
tutto
sommato,
abbastanza
poco.
L'attuale
recessione,
comunque,
è
la
nona
del
dopoguerra.
La
prima,
e
la
più
breve,
fu
quella
del
'49;
ne
seguì
a
breve
una
più
grave
(tre
trimestri,
nel
'53-'54),
seguita
dagli
anni
del
boom
(anche
italiano,
pur
se
un
po'
sfalsato
nei
tempi).
La
recessione
del
'60-'61
e
poi
quella
del
'69-'70
segnano
il
decennio
del
ritrovato
protagonismo
sociale;
quella
del
'73-'75
facilitò
la
caduta
di
Nixon
e
la
vittoria
del
Vietnam.
Quelle
dell''80-'81
segna
l'avvio
della
"restaurazione
liberista"
e
l'ultima,
nel
'90-'91,
sembra
solo
una
breve
interruzione
nella
marcia
trionfale
dell'american
way
of
life.
Questa
arriva
dopo
il
più
lungo
periodo
di
crescita
nella
storia
moderna.
Iniziata
a
monte
di
una
guerra
senza
limiti
e
senza
durata,
non
è
detto
che
debba
svolgersi
secondo
i
dettami
(o
le
speranze)
della
"scuola
di
Chicago".