Bilancio partecipato

Il bilancio partecipato,una forma di democrazia diretta - esprerienze a confronto

 

Tra la fine di gennaio e l'inizio di febbraio 2002 si terrà a Porto Alegre, in Brasile, il secondo Forum Sociale Mondiale. Questa città, situata nello Stato brasiliano di Rio Grande do Sul, non è stata scelta casualmente dagli organizzatori del Forum ma in quanto vero e proprio laboratorio di democrazia diretta: si tratta infatti di uno dei pochi luoghi al mondo dove da anni si sperimenta con successo il bilancio partecipato.

Attraverso questa pratica, che consente alla popolazione di partecipare attivamente al processo democratico, i singoli cittadini diventano attori che propongono e creano politiche pubbliche e decisioni di governo rilevanti per il futuro della città in cui vivono e lavorano.

Il bilancio partecipato si realizza attraverso assemblee e incontri aperti in cui la popolazione decide dove e come investire i soldi del Comune. In questo modo è possibile dare concretezza e visibilità di risultati alle proposte e alle indicazioni della cittadinanza, dare risposte efficaci che vadano a incidere sui bisogni reali della società, stimolare processi che aumentino l'entusiasmo e la partecipazione alla vita politica cittadina.

I primi tentativi di mettere in pratica l'idea del bilancio partecipato, come pratica di democrazia diretta, risalgono agli anni Settanta e hanno visto come attori gruppi popolari organizzati in Brasile. Questi gruppi agirono nella sfera pubblica locale, nelle lotte per il riconoscimento del diritto a possedere la casa, le infrastrutture e i servizi di base nelle aree periferiche della città.

In maniera analoga in Europa, nello stesso periodo, sorsero iniziative simili in varie città a livello di organizzazione dei quartieri. La politica nelle società occidentali può essere paragonata alla gestione di un'impresa in cui l'unico azionista è "la globalizzazione", il nome con cui si indicano i mercati economico-finanziari transnazionali e che costituisce la base del modo attuale di governare le nostre società.

Il paradosso è che la società civile, con l'applicazione della democrazia partecipativa, si vede costretta a sostituirsi ad un governo eletto in origine come suo rappresentante e divenuto poi quasi esclusivamente semplicemente un vettore di interessi privati.

L'esperienza di Porto Alegre
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Nel 1989 nello stato di Rio Grande do Sul in Brasile, con capitale Porto Alegre (1.300.000 abitanti circa), viene avviata una importante esperienza di bilancio partecipato. Le gravi deformazioni create dalla concentrazione del potere, dal clientelismo politico e dalla corruzione spingono la neoeletta municipalità - composta da rappresentanti del PT (Partido dos Trabalhadores) - a proporre una forma alternativa del budget innescando un reale coinvolgimento della popolazione locale. Secondo questo modello il 5% del bilancio del Comune viene gestito da assemblee cittadine e da organizzazioni non governative che stabiliscono interventi prioritari da realizzare con il denaro disponibile.

Nell'arco di dieci anni la popolazione che ne beneficia va progressivamente aumentando; i settori nei quali maggiormente si investe sono l'educazione, la viabilità e le abitazioni. Migliore qualità della vita, maggior rispetto dei diritti umani, migliore gestione del traffico cittadino, migliori parchi e spazi per bambini, migliore gestione dei rifiuti urbani: tutti risultati certificati dall'ONU in meno di sei anni. I fondi, inoltre, sono ripartiti proporzionalmente tra i quartieri in base al numero di abitanti e al grado di necessità.

Al momento, questa regione rappresenta la forma di azione collettiva e di organizzazione comunitaria più estesa e riuscita a livello planetario nell'ambito della sfera pubblica locale di un Paese.

A Porto Alegre si amministra il comune mediante L'Orçamento Participativo, ovvero il bilancio partecipato come forma di gestione della vita economico-politica della città.

E' una realtà che dal 1989 dimostra a Porto Alegre che "um outro mundo è possivel".

Il bilancio partecipato è una forma pubblica di potere in cui i cittadini ogni anno partecipano direttamente al bilancio preventivo municipale. La città di 1.300.000 abitanti viene divisa in 16 circoscrizioni, all'interno delle quali si svolgono assemblee per discutere i programmi e le priorità d'investimento e si eleggono i delegati, 46 per ogni area. Gli interventi sono suddivisi in 5 gruppi tematici: trasporti pubblici e traffico; educazione, cultura e tempo libero; salute e assistenza sociale; sviluppo economico e tasse; organizzazione della città e sviluppo urbano. I cittadini votano le più urgenti e ne controllano la realizzazione.

Oggi a Porto Alegre 700 associazioni e 14.000 persone sono direttamente coinvolte nel processo amministrativo per tutto l'anno.

Altre esperienze :
Politiche partecipate in Uruguay
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Anche in Uruguay esiste un'organizzazione, la Federazione Uruguayana delle Cooperative di Abitazione, che negli ultimi vent'anni, ha attuato un modello particolare di democrazia diretta. La FUCVAM si è impegnata nell'ambito delle politiche dell'alloggio e fino ad oggi ha fornito un tetto a più di 16.000 famiglie.

Questa nuova forma di movimento trasversale comprende comparti sociali molto diversi fra loro, portatori di una forte motivazione politica e non connotati da uno specifico partito. La federazione rappresenta una realtà capace di diffondere nella città forme di proprietà collettive e solidali lontane da logiche di appropriazione privatistiche e che nel tempo contribuiscono alla costruzione di comparti urbani progettati dai cittadini.

Alcuni tentativi europei
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A livello europeo la pratica del bilancio partecipato si è sviluppato secondo diverse modalità, trovando riscontro spesso a livello di quartiere e alcune volte anche in merito a questioni più importanti di ambito culturale e sociale. I dispositivi di partecipazione degli abitanti alla vita politica sono applicati a livello di quartiere, considerando questa come la dimensione più vicina alla vita quotidiana.

Nel sobborgo parigino di Saint-Denis, ad esempio, ogni volta che è in programmazione un evento politico la municipalità interpella gli abitanti coinvolti. E' uno sforzo volto a mettere la popolazione nella condizione di avere il maggior numero di elementi possibile per scegliere come agire e quindi poter pesare sulle decisioni finali. Questi cittadini hanno ottenuto lo status di "comitato di consultazione", e ciò permette loro di sottoporre direttamente le proposte al consiglio comunale. Costituiscono pertanto un anello di comunicazione tra le preoccupazioni degli abitanti e gli organi amministrativi contribuendo a rendere più dinamica la vita del quartiere.

A Strasburgo, invece, l'amministrazione comunale ha preso in considerazione il problema derivante dal fatto che una parte della cittadinanza, costituita da immigrati stranieri adulti che rappresentano circa il 15% della popolazione, non ha diritto di voto. Un elevato numero di cittadini non trova quindi rappresentate da nessuno le proprie esigenze: ciò potrebbe essere ovviato con la costituzione di un comitato che esponga problemi, proposte e idee al consiglio comunale.