Il bilancio partecipato,una forma di democrazia diretta - esprerienze a confronto
Attraverso
questa
pratica,
che
consente
alla
popolazione
di
partecipare
attivamente
al
processo
democratico,
i
singoli
cittadini
diventano
attori
che
propongono
e
creano
politiche
pubbliche
e
decisioni
di
governo
rilevanti
per
il
futuro
della
città
in
cui
vivono
e
lavorano.
Il
bilancio
partecipato
si
realizza
attraverso
assemblee
e
incontri
aperti
in
cui
la
popolazione
decide
dove
e
come
investire
i
soldi
del
Comune.
In
questo
modo
è
possibile
dare
concretezza
e
visibilità
di
risultati
alle
proposte
e
alle
indicazioni
della
cittadinanza,
dare
risposte
efficaci
che
vadano
a
incidere
sui
bisogni
reali
della
società,
stimolare
processi
che
aumentino
l'entusiasmo
e
la
partecipazione
alla
vita
politica
cittadina.
I
primi
tentativi
di
mettere
in
pratica
l'idea
del
bilancio
partecipato,
come
pratica
di
democrazia
diretta,
risalgono
agli
anni
Settanta
e
hanno
visto
come
attori
gruppi
popolari
organizzati
in
Brasile.
Questi
gruppi
agirono
nella
sfera
pubblica
locale,
nelle
lotte
per
il
riconoscimento
del
diritto
a
possedere
la
casa,
le
infrastrutture
e
i
servizi
di
base
nelle
aree
periferiche
della
città.
In
maniera
analoga
in
Europa,
nello
stesso
periodo,
sorsero
iniziative
simili
in
varie
città
a
livello
di
organizzazione
dei
quartieri.
La
politica
nelle
società
occidentali
può
essere
paragonata
alla
gestione
di
un'impresa
in
cui
l'unico
azionista
è
"la
globalizzazione",
il
nome
con
cui
si
indicano
i
mercati
economico-finanziari
transnazionali
e
che
costituisce
la
base
del
modo
attuale
di
governare
le
nostre
società.
Il
paradosso
è
che
la
società
civile,
con
l'applicazione
della
democrazia
partecipativa,
si
vede
costretta
a
sostituirsi
ad
un
governo
eletto
in
origine
come
suo
rappresentante
e
divenuto
poi
quasi
esclusivamente
semplicemente
un
vettore
di
interessi
privati.
L'esperienza
di
Porto
Alegre
----------------------------------
Nel
1989
nello
stato
di
Rio
Grande
do
Sul
in
Brasile,
con
capitale
Porto
Alegre
(1.300.000
abitanti
circa),
viene
avviata
una
importante
esperienza
di
bilancio
partecipato.
Le
gravi
deformazioni
create
dalla
concentrazione
del
potere,
dal
clientelismo
politico
e
dalla
corruzione
spingono
la
neoeletta
municipalità
-
composta
da
rappresentanti
del
PT
(Partido
dos
Trabalhadores)
-
a
proporre
una
forma
alternativa
del
budget
innescando
un
reale
coinvolgimento
della
popolazione
locale.
Secondo
questo
modello
il
5%
del
bilancio
del
Comune
viene
gestito
da
assemblee
cittadine
e
da
organizzazioni
non
governative
che
stabiliscono
interventi
prioritari
da
realizzare
con
il
denaro
disponibile.
Nell'arco
di
dieci
anni
la
popolazione
che
ne
beneficia
va
progressivamente
aumentando;
i
settori
nei
quali
maggiormente
si
investe
sono
l'educazione,
la
viabilità
e
le
abitazioni.
Migliore
qualità
della
vita,
maggior
rispetto
dei
diritti
umani,
migliore
gestione
del
traffico
cittadino,
migliori
parchi
e
spazi
per
bambini,
migliore
gestione
dei
rifiuti
urbani:
tutti
risultati
certificati
dall'ONU
in
meno
di
sei
anni.
I
fondi,
inoltre,
sono
ripartiti
proporzionalmente
tra
i
quartieri
in
base
al
numero
di
abitanti
e
al
grado
di
necessità.
Al
momento,
questa
regione
rappresenta
la
forma
di
azione
collettiva
e
di
organizzazione
comunitaria
più
estesa
e
riuscita
a
livello
planetario
nell'ambito
della
sfera
pubblica
locale
di
un
Paese.
A
Porto
Alegre
si
amministra
il
comune
mediante
L'Orçamento
Participativo,
ovvero
il
bilancio
partecipato
come
forma
di
gestione
della
vita
economico-politica
della
città.
E'
una
realtà
che
dal
1989
dimostra
a
Porto
Alegre
che
"um
outro
mundo
è
possivel".
Il
bilancio
partecipato
è
una
forma
pubblica
di
potere
in
cui
i
cittadini
ogni
anno
partecipano
direttamente
al
bilancio
preventivo
municipale.
La
città
di
1.300.000
abitanti
viene
divisa
in
16
circoscrizioni,
all'interno
delle
quali
si
svolgono
assemblee
per
discutere
i
programmi
e
le
priorità
d'investimento
e
si
eleggono
i
delegati,
46
per
ogni
area.
Gli
interventi
sono
suddivisi
in
5
gruppi
tematici:
trasporti
pubblici
e
traffico;
educazione,
cultura
e
tempo
libero;
salute
e
assistenza
sociale;
sviluppo
economico
e
tasse;
organizzazione
della
città
e
sviluppo
urbano.
I
cittadini
votano
le
più
urgenti
e
ne
controllano
la
realizzazione.
Oggi
a
Porto
Alegre
700
associazioni
e
14.000
persone
sono
direttamente
coinvolte
nel
processo
amministrativo
per
tutto
l'anno.
Altre
esperienze
:
Politiche
partecipate
in
Uruguay
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Anche
in
Uruguay
esiste
un'organizzazione,
la
Federazione
Uruguayana
delle
Cooperative
di
Abitazione,
che
negli
ultimi
vent'anni,
ha
attuato
un
modello
particolare
di
democrazia
diretta.
La
FUCVAM
si
è
impegnata
nell'ambito
delle
politiche
dell'alloggio
e
fino
ad
oggi
ha
fornito
un
tetto
a
più
di
16.000
famiglie.
Questa
nuova
forma
di
movimento
trasversale
comprende
comparti
sociali
molto
diversi
fra
loro,
portatori
di
una
forte
motivazione
politica
e
non
connotati
da
uno
specifico
partito.
La
federazione
rappresenta
una
realtà
capace
di
diffondere
nella
città
forme
di
proprietà
collettive
e
solidali
lontane
da
logiche
di
appropriazione
privatistiche
e
che
nel
tempo
contribuiscono
alla
costruzione
di
comparti
urbani
progettati
dai
cittadini.
Alcuni
tentativi
europei
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A
livello
europeo
la
pratica
del
bilancio
partecipato
si
è
sviluppato
secondo
diverse
modalità,
trovando
riscontro
spesso
a
livello
di
quartiere
e
alcune
volte
anche
in
merito
a
questioni
più
importanti
di
ambito
culturale
e
sociale.
I
dispositivi
di
partecipazione
degli
abitanti
alla
vita
politica
sono
applicati
a
livello
di
quartiere,
considerando
questa
come
la
dimensione
più
vicina
alla
vita
quotidiana.
Nel
sobborgo
parigino
di
Saint-Denis,
ad
esempio,
ogni
volta
che
è
in
programmazione
un
evento
politico
la
municipalità
interpella
gli
abitanti
coinvolti.
E'
uno
sforzo
volto
a
mettere
la
popolazione
nella
condizione
di
avere
il
maggior
numero
di
elementi
possibile
per
scegliere
come
agire
e
quindi
poter
pesare
sulle
decisioni
finali.
Questi
cittadini
hanno
ottenuto
lo
status
di
"comitato
di
consultazione",
e
ciò
permette
loro
di
sottoporre
direttamente
le
proposte
al
consiglio
comunale.
Costituiscono
pertanto
un
anello
di
comunicazione
tra
le
preoccupazioni
degli
abitanti
e
gli
organi
amministrativi
contribuendo
a
rendere
più
dinamica
la
vita
del
quartiere.
A
Strasburgo,
invece,
l'amministrazione
comunale
ha
preso
in
considerazione
il
problema
derivante
dal
fatto
che
una
parte
della
cittadinanza,
costituita
da
immigrati
stranieri
adulti
che
rappresentano
circa
il
15%
della
popolazione,
non
ha
diritto
di
voto.
Un
elevato
numero
di
cittadini
non
trova
quindi
rappresentate
da
nessuno
le
proprie
esigenze:
ciò
potrebbe
essere
ovviato
con
la
costituzione
di
un
comitato
che
esponga
problemi,
proposte
e
idee
al
consiglio
comunale.