Delirio per Chomsky, americano anti-Usa
Ressa all'entrata , servizio d'ordine costretto a fare accedere alla sala solo giornalisti e delegati, lasciando fuori gli osservatori e i semplici curiosi, che hanno protestato rumoreggiando a lungo. Tutto per lui, Noam Chomsky, l'intellettuale americano più anti Usa che ci sia e che nella vita di tutti i giorni è uno dei massimi teorici della linguistica contemporanea: i suoi scritti, ferocemente critici nei confronti della politica imperiale del suo Paese, sono amatissimi dal popolo che rifiuta il neoliberismo. Il movimento a Porto Alegre ieri sera gli ha dimostrato ancora una volta il suo affetto, ascoltandolo dissertare per un'ora e venti sulla politica estera statunitense, o meglio, sulla politica dei «masters of the universe» (i padroni dell'universo), come ha preso a chiamare l'establishment del suo Paese. Per prima cosa, Chomsky mette in chiaro un concetto che molti analisti, lui compreso, hanno già evidenziato: l'attacco dell'11 settembre è stato utilizzato dal potere nordamericano come «una finestra» per iniziare a fare le cose che servivano alla tutela degli interessi statunitensi nel mondo, presenti e futuri. Di qui, ha sottolineato, la guerra in Asia centrale, ma soprattutto l'accelerazione verso la «militarizzazione dello spazio», ossia lo scudo spaziale, il sistema di difesa missilistica per sviluppare il quale George W. Bush ha denunciato unilateralmente i trattati Abm stipulati a suo tempo l'Unione sovietica. Chomsky non ha tralasciato, vista la platea, cosmopolita ma in prevalenza latinoamericana, per ovvie ragioni, di citare la Colombia, oggetto del «Plan» omonimo, che sotto la cortina della lotta al narcotraffico ha fatto di quel paese «la più grande palestra di allenamento per le Forze armate statunitensi». Per il linguista, i «master of the universe» hanno paura di democratizzare le decisioni e «il conflitto in atto è simboleggiato dalla contrapposizione tra il Forum sociale mondiale qui e il Davos world economic forum a New York: quelli riuniti là ci considerano dei fricchettoni contestatori».
PROPAGANDA - Secondo Chomsky, la propaganda usata dai sostenitori del neoliberismo contro il movimento è basata su giochetti quali il rinfacciare al movimento di essere «contro la globalizzazione», mentre il movimento non è contro la globalizzazione, ma contro le politiche neoliberiste che governano il presente tipo di globalizzazione: «i fricchettoni dell'anti forum - dice - sono dipinti come contrari alla globalizzazione, ma questa è una propaganda che dovremmo rigettare duramente, per la globalizzazione non è altro che la migrazione internazionale di persone e merci e nessuna persona sensata si opporrebbe ad essa in quanto tale».
Per Chomsky «il Forum sociale mondiale di Porto Alegre è la realizzazione più eccitante del movimento operaio dalle sue origini, per la costruzione di un nuovo internazionalismo». In platea, ad ascoltare Chomsky, che ha inaugurato la sezione del Forum «un mundo sem guerra è possivel» («un mondo senza guerra è possibile»), c'era anche il magistrato spagnolo Baltazar Garzon Real, a Porto Alegre per il Forum mondiale dei magistrati, che si è cortesemente ma fermamente sottratto a domande riguardanti l'Italia.