Fecondazione assistita

 

UN PO' DI STORIA

E' almeno dal 18° secolo che la scienza si interessa e studia delle tecniche per risolvere il problema della sterilità di coppia: casi documentati di procreazione assistita si hanno fin dal 19° secolo, per "esplodere" poi, letteralmente, durante la seconda guerra mondiale, allorquando molti soldati americano al fronte inviarono il proprio sperma alla moglie allo scopo di fecondarla artificialmente.

Parallelamente alla diffusione cominciarono le critiche, i processi, le proposte di legge per porre un freno alla pratica. Il progresso tuttavia correva più veloce delle polemiche, ed il 25 luglio 1978 nacque Louise Brown (passata alla storia come la prima "bambina in provetta") grazie alla fecondazione in vitro

TECNICHE E SITUAZIONI

Oggi l'ulteriore miglioramento negli studi della fecondazione assistita ha portato alla nascita di decine di metodologie diverse.

La fecondazione può essere attuata in vivo (direttamente nel corpo della donna) o in vitro (extracorporea, in breve FIVET): si parla di fecondazione omologa (AIH) quando il seme appartiene al partner della donna e di fecondazione eterologa (AID) quando il seme proviene da un donatore esterno alla coppia.

Mentre già con la fecondazione omologa si pone un problema a livello legislativo ("cosa si intende per coppia?"), quella eterologa può produrre situazioni variegate che non sempre vengono accettate: esemplificando al massimo, i problemi nascono soprattutto dall'eventuale anonimato del donatore, dall'inseminazione post-mortem e dalla richiesta formulata da una donna sola o anziana o da una coppia lesbica.

LE TESI CATTOLICHE

Fin dal 19° secolo il Vaticano è stato sollecitato ad esprimere pareri sull'argomento: commissioni pontificie, il Sant'Uffizio e diversi papi non hanno fatto altro che ripetere, pedissequamente, il loro diniego.

Inizialmente il "no" cattolico era motivato soprattutto dalla tesi che questo sistema di procreazione non sia "naturale", ovvero non avvenga secondo "le leggi immutabili" stabilite dal creatore, con le quali è peccato mortale interferire.

La successiva introduzione e diffusione della fecondazione in vitro ha scatenato la Chiesa cattolica anche su un secondo versante: quello del congelamento e della distruzione degli embrioni prelevati in soprannumero allo scopo di aumentare le possibilità di riuscita della fecondazione. Per il Vaticano l'embrione è una persona umana, pertanto la fecondazione in vitro è equiparabile all'aborto procurato.

Anche se secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità la gravidanza inizia solo al momento dell'impianto dell'embrione (14 giorni dopo il concepimento), la Congregazione per la dottrina della fede ha ufficialmente ribadito che "non spetta alle scienze biologiche dare un giudizio decisivo su questioni propriamente filosofiche e morali, come quella del momento in cui si costituisce la persona umana e quella della legittimità dell'aborto".

LE TESI A FAVORE

La sterilità di coppia in Italia raggiunge oramai cifre da brivido: oltre una coppia su cinque non è in grado di assicurarsi una discendenza, una percentuale che tende ad aumentare di anno in anno. Con queste premesse, già oggi ben 300 strutture italiane praticano la fecondazione assistita: si stima che tra le 50 e le 70.000 coppie si rivolgano a questi centri, e che oltre 100.000 siano i pre-embrioni custoditi nei criocongelatori. Stiamo quindi parlando di un fenomeno di massa, che come tale deve essere considerato.

Le tesi cattoliche sono facilmente smontabili. Moralmente possono pensarla come vogliono e giudicare anche ininfluente il parere della scienza, resta il fatto che queste tesi sono rivolte solo alla popolazione cattolica (circa il 17% della popolazione mondiale e l'80% - nominale - di quella italiana), e non si capisce per quale motivo dovrebbero essere applicate a tutta la popolazione: nessuno, ovviamente, si è mai sognato di imporre tali pratiche a donne e coppie non consenzienti.

La fecondazione artificiale è una libera scelta e pertanto uno stato laico non deve basarsi sulla morale di una parte della sua popolazione per frapporre divieti ad una pratica volta, fino a prova contraria, a superare i problemi di sterilità e di infertilità di una coppia.

Alla stessa stregua vanno considerate le obiezioni secondo cui la fecondazione eterologa minerebbe la stabilità della famiglia: statistiche USA mostrano dati che vanno nella direzione diametralmente opposta sia per quanto riguarda la solidità della coppia sia per quanto riguarda la cura nei confronti dei bambini. La decisione di accedere a questa pratica non è mai facile e, si presume, vagliata anche alla luce di queste problematiche: le medesime considerazioni possono valere per le responsabilità che si assume il padre prestando il suo consenso (identiche, del resto, nel caso dell'adozione).

Quanto alla (eventuale) sofferenza che proverebbe il bambino nel non conoscere il padre biologico, è agevole constatare come tali difficoltà siano riscontrabili, anche in questa circostanza, nel caso dell'adozione. L'alternativa per il bambino è tra il non nascere ed il nascere attraverso l'AID: difficile quindi individuare un danno in questo.

Sulle donne sole e/o lesbiche che interebbero accedere all'AID, alle quali una certa corrente di pensiero (soprattutto cattolica) non vorrebbe concedere tale possibilità, si può rilevare come, nella stragrande maggioranza dei casi, esse potrebbero comunque raggiungere lo scopo anche attraverso una rapporto eterosessuale tradizionale: dovremmo quindi vietare anche queste gravidanze? Dovremmo conseguentemente considerare illecito il figlio di una ragazza madre? Un discorso valido, a maggior ragione, per l'inseminazione post-mortem.

Per finire, un'osservazione sulla fecondazione di donne anziane. Chi è contrario basa la propria opinione sulla minore speranza di vita delle stesse: secondo la logica sottintesa, le stesse persone dovrebbero essere contrarie a che malate terminali portino a termine la gravidanza.

In definitiva, bisogna considerare la fecondazione assistita un nuovo metodo riproduttivo, alternativo a quello tradizionale: visto sotto quest'ottica, non è altro che una possibilità in più per raggiungere lo scopo a cui si aspira.

MADRI SU COMMISSIONE

Ultimamente, la giurisprudenza si è dovuta interessare ad un'ulteriore casistica: quella della madri su commissione. Sono quelle situazioni in cui la partoriente consegna il neonato alla coppia che lo ha richiesto: la fecondazione può avvenire attraverso la donazione di ovociti o l'intervento diretto del partner maschile della coppia. Nel caso invece che il materiale genetico impiegato sia esclusivo della coppia committente, per cui la gestante si limita a portare avanti la gravidanza, si parla di "locazione d'utero", o più brutalmente di "utero in affitto".

Queste pratiche, che stanno iniziando ad avere una certa diffusione, non sono generalmente di pubblico dominio: lo divengono solo qualora, dopo il parto, tra la coppia committente e la partoriente nascano dei problemi, generalmente di tipo economico.

Secondo le interpretazioni della dottrina giurisprudenziale, la madre è individuata nella partoriente, e l'eventuale contratto sottostante è da ritenersi nullo: tuttavia, già ora il giudice può decidere di farvi prevalere l'interesse del minore.

Sull'argomento nel 1998 è arrivata a pronunciarsi anche la Corte Costituzionale, interessata da un caso di disconoscimento di paternità (clicca qui per la sentenza)

Nel febbraio 2000 il magistrato romano Chiara Schettini autorizzò una coppia a "noleggiare" (gratuitamente) l'utero di un'amica di famiglia. La decisione suscitò enorme scalpore: l'allora Ministro Rosy Bindi ricorse all'Avvocatura di Stato, la Procura ricorse inutilmente in Tribunale, mentre il Forum delle associazioni familiari (cattoliche) chiese l'impugnazione della sentenza. Divertente constatare come proprio la Genesi narri di un caso di maternità surrogata: il patriarca Abramo ebbe un figlio dalla schiava Agar col pieno consenso della moglie Sara.

LEGGI E BATTAGLIE PARLAMENTARI

Nel 1975 venne approvata la riforma del diritto di famiglia: vuoi per i tempi non maturi, vuoi per evitare ulteriori conflitti con il Vaticano, la legge non trattò l'argomento. Il risultato è che oggi, come sostenuto da più parti, in Italia "regna il far west", essendo rimasto l'unico paese europeo a non disciplinare la materia.

In generale, nelle sentenze emanate sull'attribuzione di paternità si è fatto prevalere la paternità biologica: con assurde conseguenze quali la mancanza di un genitore nel figlio il cui padre biologico è anonimo (a meno che il marito della madre non ricorra all'adozione!), oppure la possibilità data al marito di disconoscere il figlio nato da un rapporto sessuale avuto col suo esplicito consenso dalla moglie con un terzo.

La necessità di non restare privi di una legge ha dato impulso alla discussione sull'argomento. Al Comitato nazionale per la Bioetica è stato come al solito affidato il compito di fare da apripista: esso ha redatto due pareri (uno del 17 giugno 1994, l'altro del 17 febbraio 1995), rimasti, sostanzialmente, lettera morta.

Nella tredicesima legislatura vari progetti di legge sono stati presentati, volti a regolamentare la materia. Dopo notevoli discussioni il 27 gennaio 1998 la Commissione Affari Sociali della Camera ha licenziato un testo unificato (clicca qui per l'articolato), con il quale si autorizzava la fecondazione eterologa, riservata anche alle coppie conviventi. L'accordo raccoglieva consensi tra quasi tutti i partiti, e una nuova legge sembrava a portata di mano.

Il testo unificato, invece, giunto in discussione nell'aula della Camera verrà incredibilmente sconfessato. Il 26 maggio 1999 una maggioranza formata da Polo e cattolici dell'Ulivo, con 266 voti a favore contro 153, ha votato un testo nel quale si vietava la fecondazione eterologa e venivano dichiarati adottabili gli embrioni (clicca qui per il testo approvato dalla camera).
Il provvedimento è rimasto bloccato per oltre nove mesi alla Commissione Sanità del Senato, che ha finito per rinviare tutto all'aula. A marzo è giunto a Palazzo Madama sotto la spinta dei senatori cattolici, preoccupati dalle conseguenze della recente decisione sull'utero in affitto.

Dopo altri tre mesi di bagarre, il 7 giugno 2000 il Senato ha approvato alcuni emendamenti al testo della Camera, con i quali si cancellavano i diritti del concepito, si ammetteva la fecondazione eterologa e si eliminava il limite di età per accedere alla fecondazione assistita.

Passano solo quattordici giorni, e nuovo ribaltone: vengono approvati alcuni emendamenti agli emendamenti che finiscono per rendere inapplicabile la legge. Il Senato decide così di rinviare la discussione a data da destinarsi.

Perché tante capriole? Semplice: il compromesso iniziale non piaceva al Vaticano. Le pressioni cattoliche volte a farne un grimaldello per l'abolizione della legge sull'aborto e la volontà dell'opposizione di creare scontri all'interno della maggioranza hanno portato alla paralisi totale.

Allo scopo di mettere un po' d'ordine sulla materia il Ministro Veronesi ha pensato alla stesura di un regolamento: ma anche questo è finora stato bloccato dai ministri cattolici.

L'inizio della XIV legislatura è stato contrassegnato dalla presentazione di un nugolo di proposte di legge, generalmente restrittive. I radicali hanno nel frattempo presentato una propria proposta di legge di iniziativa popolare. Clicca qui per il testo. Vai su http://www.radicali.it/ per maggiori informazioni.

COSA SUCCEDE ALL'ESTERO

FRANCIA: la fecondazione assistita è ammessa, e riservata a coppie sposate o conviventi. Vietate la locazione dell'utero e la fecondazione sia eterologa che post-mortem.

GERMANIA: ammessa, e riservata solo alle coppie sposate. La fecondazione eterologa in vitro è vietata, come pure l'inseminazione post-mortem, la maternità surrogata e la locazione dell'utero.

REGNO UNITO: ammessa, e riservata a coppie sposate o conviventi e a donne singole. Ammesse anche la locazione dell'utero e la fecondazione sia eterologa che post-mortem.

SPAGNA: ammessa, e riservata a coppie sposate o conviventi e a donne singole. Ammesse anche la donazione di ovuli e la fecondazione sia eterologa che post-mortem.

USA: profonde differenze tra stato e stato. Generalmente, però, è ammessa sia la fecondazione omologa che l'eterologa. Diffusa anche la maternità surrogata. La locazione dell'utero è possibile in California e in qualche altro stato.

DOCUMENTAZIONE SULL'ARGOMENTO

- "La fecondazione artificiale", di Maurizio Mori, 1995 Universale Laterza: in questo volume l'autore confuta acutamente le osservazioni contrarie a questa pratica, vista come un mezzo utile al raggiungimento della soddisfazione della coppia;

- sul sito della Consulta di Bioetica appaiono diversi documenti dedicati alla fecondazione assistita.