L'ora di religione
Perchè dobbiamo studiare religione cattolica alla scuola pubblica?
Esiste
perché
esiste
il
concordato.
Nella
legislazione
postunitaria
l'insegnamento
(facoltativo)
era
previsto
solo
per
le
scuole
elementari,
affidate
ai
comuni. Un
protocollo
addizionale
del
concordato
sancisce:
«l'IRC...
è
impartito
in
conformità
della
dottrina
della
Chiesa».
È
chiaro,
quindi,
che
l'ora
di
religione
serve
esclusivamente
alla
Chiesa
per
insegnare
la
propria
religione,
cosa
che
potrebbe
e
dovrebbe
fare
nelle
proprie
parrocchie.
L'insegnamento
di
altre
religioni
o
di
altre
concezioni
morali
non
è
quindi
previsto,
e
il
docente
che
si
azzardasse
a
proporlo
rischierebbe
di
perdere
il
posto
(e
capita
in
un
caso
su
250,
non
tanto
raramente
quindi). Certamente.
La
formula
tecnica
concordataria
è
“non
avvalersi”:
come
se
fosse
un'occasione
da
non
perdere! frequentare
attività
alternative.
Nella
pratica
è
fattibile
solo
laddove
sono
istituite,
ovvero
in
pochissime
realtà,
a
causa
sia
dei
costi
aggiuntivi
che
graverebbero
sui
bilanci
delle
scuole,
sia
dell'impraticabilità
logistica
di
accorpare
più
classi. dedicare
l'ora
allo
studio
di
altre
materie.
Anche
qui,
teoricamente
può
avvenire
col
supporto
di
altri
insegnanti,
di
fatto
non
disponibili
perché
impegnati
in
altre
classi.
E
resta
comunque
il
problema
di
reperire
un
luogo
adatto
allo
scopo. uscire
dalla
scuola.
Possibilità
sancita
da
una
sentenza
della
Corte
Costituzionale,
è
ovviamente
non
vista
di
buon
occhio
dai
genitori.
Il
problema
sarebbe
facilmente
risolvibile
collocando
l'IRC
all'inizio
o
alla
fine
delle
lezioni,
ma
questa
soluzione
si
scontra
con
la
contrarietà
della
Chiesa
perché
vedrebbe
crollare
la
partecipazione. Ultimamente,
l'PERCHÉ
ESISTE
L'ORA
DI
RELIGIONE?
Nel
1923
il
primo
governo
fascista,
con
la
riforma
della
scuola,
lo
rendeva
obbligatorio.
Con
il
concordato
del
1929
si
introduceva
l'ora
di
religione
anche
nelle
scuole
medie
e
superiori,
quale
«fondamento
e
coronamento
dell'istruzione
pubblica».
Nelle
modifiche
concordatarie
del
1984
la
formula
viene
trasformata
così:
«La
Repubblica
italiana,
riconoscendo
il
valore
della
cultura
religiosa
e
tenendo
conto
che
i
principî
del
cattolicesimo
fanno
parte
del
patrimonio
storico
del
popolo
italiano,
continuerà
ad
assicurare,
nel
quadro
delle
finalità
della
scuola,
l'insegnamento
della
religione
cattolica
nelle
scuole
pubbliche
non
universitarie
di
ogni
ordine
e
grado».
Apparentemente
un
progresso:
nei
fatti,
l'insegnamento
della
religione
cattolica
(in
breve
IRC)
viene
così
esteso
anche
alle
scuole
materne.
IN
COSA
CONSISTE?
Come
prescrive
il
Codice
di
diritto
canonico:
«L'Ordinario
del
luogo
si
dia
premura
che
coloro,
i
quali
sono
deputati
come
insegnanti
della
religione
nelle
scuole,
anche
non
cattoliche,
siano
eccellenti
per
retta
dottrina,
per
testimonianza
di
vita
cristiana
e
per
abilità
pedagogica».
Non
avendo
lo
Stato
evidentemente
alcuna
idea
di
cosa
comprenda
la
“dottrina”
ecclesiastica,
si
è
arrivati
al
punto
di
celebrare
messa
durante
la
lezione.
Un
ricorso
al
TAR
emiliano
(n.
250/93)
del
Comitato
Scuola
e
Costituzione
e
di
alcune
chiese
cristiane
di
minoranza
ha
fortunatamente
ristabilito
un
minimo
di
ordine,
vietando
le
celebrazioni.
Il
principio
è
stato
sancito
in
seguito
anche
dal
TAR
veneto
nel
1995:
«la
delibera
del
consiglio
di
istituto
che
autorizza
lo
svolgimento
di
cerimonie
religiose
durante
le
ore
di
insegnamento
costituisce
provvedimento
che
può
arrecare
agli
alunni
un
danno
grave
ed
irreparabile
e,
in
quanto
tale,
va
sospesa».
Lo
Stato
è
talmente
escluso
da
questo
insegnamento
che
lo
stesso
ex
ministro
per
l'Istruzione
Berlinguer,
in
una
intervista
a
Famiglia
Cristiana,
ha
sostenuto
di
non
sapere
bene
cosa
effettivamente
si
insegni
durante
le
lezioni.
È
POSSIBILE
NON
FREQUENTARLA?
Vi
sono
tre
possibilità:
Contro
questa
ordinanza,
che
si
pone
in
contrasto
anche
con
alcune
sentenze
della
Corte
Costituzionale,
si
sono
levate
le
proteste
laiche
(vai
sul
sito
di
Laicità)
ed
è
nato
un
ricorso
al
TAR
dei
valdesi
e
delle
chiese
evangeliche.
Il
ricorso
è
stato
recentemente
rigettato
con
motivazioni
astruse,
la
più
assurda
delle
quali
è
che
i
ricorrenti
“non
hanno
notificato
le
controparti”,
ovvero...
tutti
gli
studenti
che
si
avvalgono
dell'IRC!
Nel
frattempo,
il
ministero
prosegue
imperterrito
sulla
sua
strada,
come
dimostra
la
nuova
ordinanza
ministeriale
n.
126
del
20/4/2000
che
conferma
sostanzialmente
i
contenuti
della
precedente.
Come
se
non
bastasse,
l'Ufficio
Catechistico
Nazionale,
alle
dirette
dipendenze
dei
vescovi,
ha
iniziato
una
vera
e
propria
schedatura
per
conoscere
le
motivazioni
della
mancata
frequenza
degli
alunni.
Contro
questa
grave
iniziativa
il
Senatore
Stelio
De
Carolis
(DS)
ha
presentato
un'interrogazione.
L'intesa
concordataria
del
1985,
modificata
poi
nel
1990,
prevede
due
ore
settimanali
alle
materne
ed
alle
elementari,
una
alle
medie
ed
alle
superiori. Non
esiste
un'informazione
ministeriale
sulla
partecipazione,
che
diminuisce
progressivamente
man
mano
che
l'età
degli
studenti
si
innalza:
con
la
maggiore
età,
infatti,
il
dato
raggiunge
i
suoi
minimi.
Vengono
scelti
dalla
curia,
a
suo
insindacabile
giudizio:
circa
il
26
per
cento
dei
docenti
sono
ecclesiastici.
Quindi
lo
Stato
paga
lo
stipendio
a
persone
su
cui
non
ha
il
minimo
controllo,
e
che
utilizzano
lo
spazio
concesso
per
un
insegnamento
di
parte,
spesso
in
contrasto
con
i
principi
di
laicità
dello
Stato
stesso. In
Italia
ci
sono
25.000
insegnanti
di
religione,
e
costano
oltre
620
milioni
di
Euro
(1.200
mld.
di
Lire)
alle
casse
dello
stato. Il
circolo
Bertrand
Russell
di
Treviso
ha
lanciato
una
petizione
per
la
sua
abrogazione.
Per
testo
e
informazioni
IN
QUALE
ORARIO
VIENE
COLLOCATA?
La
collocazione
oraria,
dopo
diverse
minacce
della
Conferenza
Episcopale
Italiana,
è
stata
posta
all'interno
delle
lezioni.
Non
per
niente
la
Chiesa
pretende
questa
collocazione:
diversi
dati
dimostrano
come
la
disposizione
ai
margini
dell'orario
favorisca
la
fuga
degli
studenti.
Astutamente,
le
gerarchie
ecclesiastiche
hanno
in
passato
concesso
di
buon
grado
la
collocazione
dell'IRC
all'inizio
delle
lezioni
solo
quand'esso
era
obbligatorio,
così
da
contrassegnare
l'intera
giornata
scolastica
nel
segno
della
fede.
DA
QUANTI
STUDENTI
È
FREQUENTATA?
Le
fonti
CEI
parlano
di
una
media
nazionale
del
93%,
che
per
le
superiori
scende
all'87%:
le
regioni
centro-settentrionali
sono
sicuramente
le
più
laiche
(primeggia
la
Toscana),
mentre
nel
sud
le
percentuali
di
partecipazione
sono
bulgare.
Nelle
metropoli
come
Milano,
invece,
il
dato
crolla
al
52%,
per
diventare
minoranza
negli
istituti
professionali
(42%).
Il
fatto
stesso
che,
ovunque,
la
partecipazione
crolli
in
quinta
superiore
(quando
lo
studente
decide
da
solo
se
frequentare
o
meno)
dimostra
quanto
conti,
nell'effettuare
la
scelta,
il
condizionamento
familiare.
COME
VENGONO
SCELTI
GLI
INSEGNANTI
DI
RELIGIONE?
Sono
docenti
di
cattedra
come
gli
altri,
ma
hanno
un
contratto
annuale
perché,
per
conservare
il
posto,
devono
ogni
dodici
mesi
chiedere
il
nulla
osta
all'autorità
diocesana,
dalla
quale
possono
essere
revocati
anche
per
ragioni
che
non
hanno
nulla
a
che
fare
con
le
capacità
dell'insegnante,
ad
esempio
per
“...condotta
morale
pubblica
in
contrasto
con
gli
insegnamenti
della
Chiesa».
È
noto
il
caso
della
professoressa
in
gravidanza
«non
canonica»,
licenziata
dalla
curia,
che
ha
fatto
ricorso
contro
tale
provvedimento
ottenendo
anche
un
pronunciamento
favorevole
del
Comitato
Pari
Opportunità
del
Ministero
del
Lavoro.
I
docenti
dell'IRC,
sentendosi
precari,
chiedono
in
continuazione
l'inquadramento
in
ruolo:
in
realtà
sono
dei
privilegiati,
prendendo
lo
stipendio
anche
quando
non
hanno
nessun
alunno
iscritto,
e
ottenendo
una
retribuzione
da
scuola
media
superiore
anche
laddove
fossero
comandati
all'insegnamento
presso
una
scuola
media
inferiore.
Gli
insegnanti
“normali”,
invece,
devono
sottoscrivere
annualmente
una
dichiarazione
di
“non
disponibilità
all'IRC”:
nel
caso
fossero
invece
disponibili,
dovrebbero
essere
comunque
giudicati
idonei
dalla
curia.
QUANTO
COSTANO
ALLO
STATO?
La
normativa
è
così
stupida
che,
quando
alcuni
presidi
hanno
provato
ad
accorpare
diverse
classi
con
pochi
studenti
avvalentisi
dell'IRC,
l'iniziativa
è
stata
subito
bloccata
in
quanto
la
normativa
prevede
l'insegnante
anche
se
nessuno
studente
della
classe
decide
di
iscriversi.
Iniziative
legislative
per
ridurre
questo
spreco
si
scontrano
con
le
proteste
ecclesiastiche
per
la
conseguente
riduzione
occupazionale.
CHI
COMBATTE
PER
LA
SUA
ABROGAZIONE?
L'UAAR
ha
più
volte
pubblicato
su
«L'Ateo»
articoli
di
critica:
La
catechesi
infantile
è
un
crimine
contro
la
civiltà,
di
Carmelo
R.
Viola,
n.
4/98.
Online
è
disponibile
La
Cassazione
dice
NO
alle
ore
alternative
all'IRC,
numero
1/98,
di
G.
Tirondola
Anche
all'interno
del
mondo
cattolico
il
tema
è
ampiamente
dibattuto.
Un
sondaggio
della
rivista
Jesus,
ad
esempio,
ha
rilevato
come
due
italiani
su
tre
ritengano
che,
quantomeno,
l'insegnamento
si
debba
aprire
anche
ad
altre
fedi,
e
come
questa
opinione
prevalga
pure
tra
i
cattolici
praticanti
(vai
al
sito
di
Jesus
per
il
risultato
del
sondaggio).
La
situazione,
già
parecchio
deprimente,
è
a
rischio
di
ulteriore
peggioramento
per
una
legge
di
riordino,
che
prevede
l'entrata
in
ruolo
degli
insegnanti
di
religione....MA
UNA
NUOVA
LEGGE
(PEGGIORATIVA)
È
IMMINENTE
Arriveremo
all'assurdo
di
avere
insegnanti
nominati
dalla
curia
che,
qualora
non
avessero
più
il
gradimento
delle
gerarchie
cattoliche,
verrebbero
assunti
direttamente
dallo
Stato.
Il
19
luglio
del
2000
il
Senato
approvò
il
testo
della
nuova
legge,
che
fortunatamente
si
arenò
poi
alla
Camera
dei
Deputati
senza
arrivare
alla
definitiva
approvazione.
Con
l'inizio
della
XIV
legislatura,
però,
numerosi
progetti
di
legge
sono
stati
proposti
da
diversi
onorevoli
“amici
del
Vaticano”,
per
cui
è
legittimo
nutrire
del
pessimismo
circa
gli
sviluppi
futuri.
Il
14
febbraio
2002
il
Consiglio
dei
Ministri
ha
successivamente
approvato
un
per
l'ampia
giurisprudenza
sull'argomento,
sul
sito
dell'DOCUMENTAZIONE
SULL'ARGOMENTO
Osservatorio
delle
Libertà
ed
Istituzioni
Religiose
è
disponibile
una
raccolta
delle
sentenze
della
Corte
Costituzionale;
L'ora di catechismo, di Marcello Vigli, in «Manifesto Laico», Laterza, Bari, 1999, pagg. 97-102;
interrogazione parlamentare n. 4/00897 dell'8 ottobre 2001, presentata dall'On. Bulgarelli (Verdi);
«Scuola pubblica o privata», di Mario Alighiero Manacorda, Editori Riuniti, 1999, un dettagliato resoconto dei rapporti tra Chiesa e Stato dall'Unità ad oggi, con un'ampia cronistoria sull'IRC;
L'ora di religione, di Andrea Camilleri, in «MicroMega» numero 4/2000, argute riflessioni da parte del noto scrittore;
rivista «Il peccato», numeri diversi;
(per sentire l'altra campana) rivista «Jesus».