Programma commentato della CdL

Le nostre cinque grandi missioni per cambiare l'Italia

1. Riorganizzazione dal profondo di tutti gli apparati dello Stato per un nuovo modello di Stato informatizzato e digitalizzato, con piu' di cento servizi facilmente accessibili da parte dei cittadini.

Questo è il primo punto del programma di Forza Italia. Non si sa bene in cosa consista la riorganizzazione dal profondo di tutti gli apparati dello stato nè quali siano i cento e più servizi accessibili da parte dei cittadini.

2. Riforma dell'architettura istituzionale dello Stato con l'attribuzione ai cittadini del diritto di scegliere da chi vogliono essere governati, dimezzamento del numero dei parlamentari, devoluzione alle Regioni della responsabilita' per la scuola, per la sanita' e per la difesa dei cittadini dalla criminalita' urbana.

La seconda parte è abbastanza chiara: per quel che riguarda la prima parte si pensa che sia riferita all'elezione diretta dei candidati al governo regionale. Il punto comunque non è chiaro, anche perché, fino a prova contraria, i cittadini attualmente possono scegliere da chi essere governati.

3. Rivisitazione del complesso delle leggi e dei codici per giungere alla formazione di Testi unici e di un nuovo Codice fiscale con l'abrogazione di migliaia di leggi.

Quali siano le migliaia di leggi da abrogare non ci è dato di sapere.

4. Realizzazione del nostro "Piano per le grandi opere" indispensabili per il nostro Paese: strade, autostrade, ferrovie, ponti, porti, metropolitane, reti idriche. Difesa del territorio per resistere alle calamita' naturali e valorizzazione del nostro grande patrimonio artistico e ambientale.

5. Attuazione del nostro "Piano per il Sud", chiave di volta dello sviluppo nazionale: lotta alla criminalita', nuove infrastrutture, incentivazione del turismo e dell'agricoltura, meno burocrazia, convenienza fiscale per gli imprenditori ad investire nel Meridione.

- Le cinque grandi strategie per migliorare la vita degli italiani

1. Attuazione della nostra ricetta per il benessere: meno tasse sulle famiglie, sul lavoro e sulle imprese, meno burocrazia, meno divieti, meno sperperi di denaro pubblico, per avere piu' sviluppo e piu' lavoro, piu' risorse da investire per il bene di tutti.

I non meglio specificati "divieti" che FI vuole togliere possiamo ipotizzare siano quelli che pongono limiti ai licenziamenti. E' comunque solo un'ipotesi visto che il programma in questo punto è molto oscuro.

2. Attuazione di una nuova politica sociale per aiutare chi e' rimasto indietro e per aiutare chi aiuta gli altri: aumento a 1 milione delle pensioni minime, nessuna imposta sulle famiglie con redditi inferiori a 20 milioni, "buono scuola" e "buono salute", meno vincoli e piu' incentivi per il volontariato.

A quanto ammonteranno i buoni scuola e salute? Il buono scuola per gli istituti privati coprirà i costi di un intero corso di studi, dalle elementari alle medie superiori? E il buono salute?

3. Attuazione del nostro "Progetto per la prevenzione dei reati", con la riorganizzazione dell'intero apparato della sicurezza per proteggere davvero i cittadini: controllo del territorio, forze dell'ordine meglio equipaggiate e meglio pagate, rapidita' dei processi, certezza della pena, controllo dell'immigrazione clandestina.

4. Attuazione del nostro "Piano per la scuola, per la alfabetizzazione digitale e per la ricerca scientifica", le vere ricchezze del nostro futuro. Sospensione della riforma dei cicli scolastici, le tre "i" Inglese, Internet, Impresa, piu' investimenti e meno vincoli per la ricerca.

5. Difesa dell'ambiente e della salute dei cittadini con controlli piu' efficaci e rigorosi su acqua, aria e alimenti.

- I quattro fondamenti della nostra politica sociale

"La politica sociale non e' solo assistenza e spesa improduttiva". Così ieri a "Radioanch'io" Silvio Berlusconi ha sintetizzato la filosofia della nostra politica sociale e semplice e innovativa. Non serve distribuire soldi bisogna distribuire capacità e creare nuovo lavoro: solo in questo modo è possibile aiutare davvero chi resta indietro.
Questi i pilastri della nostra politica sociale:

1. Scuola e formazione continua per tutti i cittadini e per tutta la vita.

2. Nuovi posti di lavoro grazie all'applicazione della nostra "Ricetta del benessere, dello sviluppo, della solidarietà".

3. Azzeramento delle tasse e interventi di supporto mirati per coloro che con le loro forze non riescono ad entrare nel circuito del benessere.

4. "Legge Tremonti per il sociale".


1. Scuola e formazione continua per tutti i cittadini e per tutta la vita, per dare a tutti e a ciascuno la possibilità di potersi dare da fare alla pari con gli altri.
"La nostra azione - ha detto oggi Berlusconi - deve tendere una mano a tutti coloro che hanno bisogno e prima ancora deve far diminuire il loro numero: il primo pilastro della nostra politica sociale non è l'assistenza ma la scuola e la formazione, per dare a tutti i cittadini la capacità di poter essere protagonisti nella vita sociale e in grado di trovare lavoro perché il lavoro da' a ogni uomo non solo il benessere ma anche una vera dignità

Rimane il dubbio però che la diminuzione, quando non addirirruta l'azzeramento, delle tasse possa penalizzare non poco la scuola e la formazione pubblica, a favore di quella privata, discriminando così chi rimane fuori dal "circuito del benessere"

2. Applicazione della nostra "Ricetta del benessere, dello sviluppo, della solidarietà", per permettere alle imprese di creare nuovi posti di lavoro e ridare benessere e dignita' a chi e' rimasto indietro.
Questa ricetta laddove è stata applicata ha sempre creato le condizioni per far sviluppare le imprese, far crescere l'economia e creare nuovi posti di lavoro. I suoi contenuti fondamentali sono: meno tasse sulle famiglie, sul lavoro e sulle imprese; meno burocrazia, meno regole, meno divieti, meno sperperi di denaro pubblico, meno privilegi; più investimenti nelle grandi opere che sono necessarie al Paese; più elasticità nei rapporti di lavoro.
Tutto questo genera maggiore competitività per le imprese, maggiore sviluppo per l'economia, quindi nuovi posti di lavoro, cioè meno cittadini da aiutare da parte dello Stato, più cittadini che pagano imposte e contributi. Così si creano le condizioni per abbassare le tasse e alzare le pensioni più basse, una nuova ricchezza che lo Stato può utilizzare per pagare il debito pregresso, avviare le grandi opere, aiutare chi da solo non ce la fa.

Dove è stata applicata questa "ricetta"?
Meno regole e meno divieti per gli imprenditori vuole dire meno garanzie per i lavoratori, anche perché le regole e i divieti per le aziende di cui parla il programma sono le importanti conquiste sociali ottenuti con decenni di lotte sindacali.

3. Azzeramento delle tasse e interventi di supporto mirati per coloro che con le loro forze non riescono ad entrare nel circuito del benessere.
Nessuna imposizione fiscale per chi ha un reddito inferiore a 20 milioni. Aumento delle pensioni inferiori ad un milione al mese, e aumento delle pensioni sociali in un primo stadio a 700.000 lire e nel giro di due anni ad un milione al mese. Questa misura costerà 7.000 miliardi e abbiamo già trovato il modo con cui recuperare questa cifra.
Per dare a tutte le famiglie liberta' di scelta verranno istituiti il "buono scuola" per dare ai genitori modo di scegliere in quale scuola mandare i propri figli chi non vuole frequentare e il ''buono salute'' per fare in modo che tutti possano scegliere il luogo in cui curarsi, senza più discriminazioni tra ricchi e poveri.
Comunque, una volta conquistata la maggioranza del Parlamento, saranno sospese la riforma Bindi della sanita' e la riforma dei cicli scolastici Berlinguer-De Mauro.
Inoltre i Comuni devono essere messi in grado di creare uno sportello unico al quale possano rivolgersi per avere aiuto e sovvenzioni le famiglie che curano in casa anziani, figli disabili, e coloro che versano in situazioni di temporanea difficoltà.

Gradiremmo sapere qual è il modo che gli esperti di Forza Italia hanno trovato per recuperare 7000 miliardi. Inoltre il buono scuola copre il costo di un'intero corso di studi in una scuola privata? Oppure dopo un paio di mesi di scuola il buono è esaurito e le famiglie si ritrovano a dover pagare di tasca propria? E il buono salute? A quanto ammonta?

4. Promulgazione entro i primi cento giorni di una "legge Tremonti per il sociale", che riduca burocrazia e vincoli e contegna incentivi fiscali per "aiutare chi aiuta", le realtà del terzo settore e del volontariato.
La "Tremonti del sociale" sarà un testo unico che semplifichi le regole, riduca la burocrazia e preveda la completa deducibilità fiscale per le donazioni fatte dalle imprese e detrazioni fiscali per le donazioni fatte da singoli cittadini alle associazioni del terzo settore.

"La nostra azione - ha detto sabato scorso Berlusconi al Lingotto di Torino - deve tendere la mano a tutti coloro che hanno bisogno, dopo avere ridotto il piu' possibile il loro numero. Oggi ci sono 7 milioni e mezzo di italiani che non riescono ad arrivare a fine mese, altri 3,3 milioni che vivono nell'indigenza piu' assoluta. Una cosa che non puo' continuare...Le nostre - ha affermato Berlusconi - sono politiche di estensione del benessere anche a quei cittadini che ne sono privi, secondo i dettami di quella che si chiama economia sociale di mercato. Essa si basa sulla libertà di mercato all'interno del Paese e tra gli Stati, ed è un modello di economia liberale che tende a far si' che lo sviluppo economico tenda a far rientrare tutti i cittadini nell'area del benessere. E questo non soltanto è giusto e morale ma e' anche conveniente perché il sistema economico diventa piu' efficiente se tutti partecipano del benessere".

- Il decalogo dello sviluppo per le imprese
''Un decalogo di cose da fare", questi i dieci punti a favore dello sviluppo delle imprese che Silvio Berlusconi ha illustrato chiudendo il suo intervento davanti agli industriali riuniti a Parma.

1) Riedizione della legge Tremonti sulla detassazione degli utili reinvestiti nelle imprese.

2) Abolizione dell'imposta di successione.

3) Abolizione dell'imposta sulle donazioni.

4) Riduzione progressiva al 33% dell'Irpeg.

5) Riduzione progressiva al 33% dell'Irpef.

6) Emersione del sommerso, con un condono per le attivita' emerse che sia una ''tomba'' sui fatti amministrativi, fiscali e penali.

CHE COSA???!!! Sembra un messaggio in codice, come quelli di Radio Londra!! Comunque non suona per niente bene

7) Abolizione della tassazione sulle plusvalenze dei beni societari, per liberare quei beni che giacciono nei patrimoni delle societa' e che in Italia sono cristallizzati.

8) Riforma del diritto societario, che riporti il falso in bilancio alla ratio della legge, cioe' un reato specifico che riguarda l'attivita' dell'amministratore infedele che con dolo ha provocato un danno agli azionisti dell'azienda. Eventuali altre irregolarita' ricadranno nell'ambito del reato di truffa o nel reato fiscale, ma non nel falso in bilancio.

Questa proposta sembra fatta ad uso e consumo di un ben noto presidente operaio...

9) Reintroduzione della legge sull'ornato pubblico, una norma dell'800 in base alla quale nei propri uffici, nelle proprie fabbriche, nelle proprie case si puo' cambiare tutto a proprio piacimento, purche' si rispettino le norme sanitarie. Si deve passare sotto le forche caudine delle commissioni edilizie solo per quelle parti che si vedono dalla pubblica via. E' l'applicazione del concetto "padroni in casa propria".

Il nuovo che avanza...

10) Redazione, entro tre anni, di un Codice unico delle leggi fiscali, con abolizione delle 3.000 leggi fiscali attualmente vigenti.

AH!


Progetto Azzurro per la difesa dei cittadini dalla criminalita' - Tratto dal Security Day, Milano, 16 ottobre 1999
La sinistra sottovaluta la criminalita' comune

Di fronte a questa situazione ci domandiamo che cosa ha fatto finora la sinistra. La sinistra – lo ha ricordato il nostro sindaco – ha colpevolmente sottovalutato la criminalita' comune, e' arrivata ad addebitare alla societa' borghese, alle sue pretese ingiustizie, le ragioni di fondo e la colpa dei reati contro la persona e il patrimonio. La cultura della sinistra ha fatto da eco alla magistratura e ha finito per giustificare gli autori di questi reati, soprattutto di quelli che si definiscono di strada, facendo credere che la convivenza civile fosse minacciata piu' dai finanziamenti irregolari ai partiti politici e dalle irregolarita', certe volte anche solo formali, dei bilanci di certe aziende che dal dilagare della criminalita' comune e organizzata.

Qui Berlusconi dice che è più importante punire i poveracci di strada che rubano per non morire di fame piuttosto che gli imprenditori o i politici che si mangiano decine miliardi illegalmente.

In certi casi ha addirittura utilizzato e trasformato la lotta alla mafia in lotta agli avversari politici, come e' successo nel caso Andreotti. Ha disperso e smembrato una struttura di alta professionalita' per la lotta al crimine come la Criminalpol.

...e Berlusconi Silvio davvero non ha nulla a che vedere con la mafia...

Dopo la nostra marcia di Milano, una marcia pacifica e responsabile, dopo quei nove omicidi in nove giorni, ci e' stata rivolta l’accusa di isterismo e di razzismo. Il governo ha presentato un pacchetto di norme che la maggioranza tiene ancora nei cassetti ben chiusi del Parlamento. Il Presidente del Consiglio aveva promesso uno stanziamento aggiuntivo per la sicurezza di tremila miliardi. Siamo andati a guardare nella finanziaria e abbiamo visto che i miliardi previsti dalla finanziaria sono trecentosettantasei. Ieri il sindaco Albertini, incontrando il sindaco di Bologna Guazzaloca, ha speso parole di apprezzamento per l'opera del questore e delle forze dell'ordine qui a Milano. In effetti qui qualcosa e' cambiato, ma Milano e' la citta' con maggiore vivibilita' in Italia. Domandiamoci se qualcosa e' cambiato nelle citta' che non si chiamano Milano: non e' cambiato nulla.

Una delle ultime leggi approvate dal governo di centro-sinistra è stato il pacchetto sicurezza.
Non a caso laddove c'era emergenza, cioè a Milano, le cose sono cambiate. I famosi nove omicidi in nove giorni del resto sono avvenuti a Milano, non a Frosinone...

Per tornare all'immigrazione, la sinistra ha sempre pensato che il processo migratorio fosse qualche cosa di naturale, di ineluttabile, ha pensato che si dovesse soltanto regolare e controllare. In effetti non lo ha neppure controllato, non ha controllato i flussi migratori, ha concesso una sanatoria dopo l'altra.

Abbiamo ancora una volta potuto constatare che la sinistra questo problema della criminalita' non l'ha mai veramente sentito; l'ha sentito solo quando e' diventato uno dei motivi che sono venuti alla luce per la sua sconfitta a Bologna.

La sinistra ha confermato ancora una volta di essere lontana dalla gente, dai suoi bisogni, e di essere vicina soltanto ai problemi del potere. Il problema della criminalita' e' per la sinistra soltanto un problema di potere!

Il diritto di ogni cittadino a non avere paura

Noi pensiamo esattamente il contrario, noi pensiamo che un moderno Stato democratico, un moderno Stato di diritto, deve garantire ai cittadini la liberta' in tutte le sue forme: la liberta' politica, religiosa, economica, che e' un diritto civile e spirituale come la liberta' politica e la liberta' religiosa, e anche la liberta' dalla paura. Fra i diritti fondamentali di uno Stato moderno noi riteniamo infatti che ci debba essere anche il diritto di ogni cittadino a non avere paura. Se lo Stato non adempie a questo suo fondamentale dovere, se non difende i cittadini, viene meno la base stessa della sua legittimita'.

Per adempiere a questo suo fondamentale dovere, per garantire ai cittadini la liberta' dalla paura, oggi lo Stato, oltre a riacquistare il controllo del territorio, deve innanzi tutto prevenire il crimine e non solo reprimerlo. Questo problema si puo' risolvere solo con la riorganizzazione di tutto l'apparato dell’ordine pubblico, in modo da far rivivere, rendere effettiva e concreta quella fondamentale funzione dello Stato sin qui trascurata, forse anche dimenticata, che e' la prevenzione dei reati.

E' per questo che diciamo che occorre creare una struttura, un'organizzazione, una macchina che prevenga il crimine, con tutti i mezzi che la moderna tecnologia mette a disposizione, con tutti i mezzi che la moderna scienza dell'organizzazione ci insegna. E' per questo che oggi noi siamo qui a presentare questo nostro progetto, il Progetto Azzurro per la tutela e la difesa dei cittadini.

 

Il Progetto Azzurro per la tutela e la difesa dei cittadini

Questo che ho tra le mani è il Progetto Azzurro sulla sicurezza. Non lo abbiamo voluto stampare in modo definitivo perche' quello che qui noi oggi presentiamo vuole essere un progetto aperto alla discussione con i nostri alleati, con le altre forze politiche del Polo. Vogliamo che diventi il progetto comune di tutto il Polo, che presenteremo agli italiani nella prossima campagna elettorale e che sapremo trasformare in azione di governo quando avremo responsabilita' di governo. E' aperto naturalmente alla discussione con tutti, e' aperto alla discussione con le organizzazioni sindacali delle forze dell'ordine, con i responsabili del sistema della sicurezza e delle forze dell’ordine.

ATTENZIONE: La seguente è la parte più importante di tutte, leggetela con estrema attenzione.

Il Parlamento formula gli indirizzi e le priorita' della politica giudiziaria e criminale

Il primo punto e' chi deve decidere la politica giudiziaria, la politica di contrasto e di prevenzione nei confronti della criminalita'. Vi ricordo che l’obiettivo e' chiaro e preciso: dobbiamo attuare una prevenzione dei reati in modo che i cittadini siano meglio difesi, e questo deve concretizzarsi nella diminuzione del numero dei reati. Come traguardo ambizioso – qualcuno lo ha gia' fatto e io dico che si puo' fare – noi dobbiamo porci nel medio termine l’obiettivo di dimezzare il numero dei principali reati che vengono commessi contro i cittadini del nostro Paese. Lo potremo raggiungere certamente quando saremo al governo.

Ma oggi che cosa succede? Succede che i PM, i procuratori della Repubblica, hanno praticamente la direzione dell’attivita' della Polizia per quanto riguarda le indagini. Succede che ogni PM, tra i tanti delitti denunciati alle forze dell'ordine di cui viene a conoscenza, deve scegliere a quali applicarsi, quali fare progredire nelle indagini. Un PM a Bolzano sceglie in un modo, un PM ad Avellino sceglie in un altro modo. Recentemente un protagonista della Procura di Milano ha dichiarato che sono ben trecentocinquantamila i reati di cui la Procura ha notizia, che sono stati denunciati, su cui non e' stata iniziata un'indagine. Abbiamo visto che purtroppo anche delitti importanti come gli omicidi e i sequestri di persona possono cadere in prescrizione. E' successo, e forse possiamo capirlo perche' fa parte delle umane cose, che essendo ogni pubblico ministero, quando va bene il capo della Procura, ma normalmente il singolo pubblico ministero, libero di scegliere i casi a cui dedicarsi, su cui investire la propria attivita' e fare investire l'attivita' delle forze di polizia, di norma sceglie non i reati di strada, di cui nessuno infine finisce con l'occuparsi, ma sceglie quei reati che danno visibilita' e fanno andare sui giornali.

Ricordiamo che lo stesso Berlusconi, condannatto in prima istanza a 2 anni di reclusione per l'affare All Iberian, si salvò perché il reato cadde in prescrizione.

Tutto questo ha portato alla situazione che conosciamo e che ho cercato di descrivervi.

Noi siamo convinti che si debba cambiare, siamo convinti che la responsabilita' della politica di contrasto alla criminalita', la responsabilita' della politica giudiziaria, della politica della prevenzione, della politica della repressione debba essere univoca e debba essere attribuita a quell'istituzione che rappresenta al massimo grado il popolo italiano, al Parlamento.

Noi crediamo e proponiamo che ogni anno il ministro di Grazia e Giustizia debba presentare al Parlamento una relazione in cui esponga l'attivita' di tutti gli uffici giudiziari in Italia, in cui illustri gli organici, le mancanze negli organici, il numero dei processi, il numero delle sentenze, le necessita' dell'apparato giudiziario. Noi crediamo che il ministro degli Interni debba presentare ogni anno al Parlamento una relazione con i dati analitici sulla criminalita' delle singole province, sugli investimenti per la sicurezza nelle singole province, sul livello degli organici, sul tasso di copertura dei medesimi, sui piani di investimento programmati. Il Parlamento, dopo essersi reso conto della vera situazione italiana, discuterà e approverà una risoluzione nella quale valutera' i risultati conseguiti nell'anno precedente, e indicherà al ministro di Grazia e Giustizia e al ministro degli Interni gli indirizzi e le priorità della politica per la giustizia e per la sicurezza nell’anno successivo.

Con questa proposta Silvio Berlusconi dimostra di voler intaccare uno dei principî FONDAMENTALI DELLA DEMOCRAZIA, ovvero la divisione dei poteri. I poteri dello stato sono 3: POTERE LEGISLATIVO, affidato al Parlamento, POTERE ESECUTIVO, affidato al Governo e POTERE GIUDIZIARIO, affidato alla Magistratura. Nel momento in cui il Parlamento decide quali reati perseguire viene a mancare la divisione dei poteri legislativo ed esecutivo e questo è intollerabile in una democrazia. A questo proposito pubblichiamo l'appello lanciato da Norberto Bobbio, Alessandro Galante Garrone, Alessandro Pizzorusso, Paolo Sylos Labini e sottoscritto da più di mille cittadini:

<<È necessario battere col voto la cosiddetta Casa delle libertà. Destra e sinistra non c'entrano: è in gioco la democrazia. Berlusconi ha dichiarato di voler riformare la prima parte della Costituzione, e cioè i valori fondamentali su cui poggia la Repubblica italiana. Ha annunciato una legge che darebbe al Parlamento la facoltà di stabilire ogni anno la priorità dei reati da perseguire. Una tale legge subordinerebbe il potere giudiziario al potere politico, abbattendo cosí uno dei pilastri dello Stato di diritto. Oltre a ciò, Berlusconi, già piú volte condannato e indagato, in Italia e all'estero, per reati diversi, fra cui uno riguardante la mafia, insulta i giudici e cerca di delegittimarli in tutti i modi, un fatto che non ha riscontri al mondo. Ma siamo ancora un paese civile? Chi pensa ai propri affari economici e ai propri vantaggi fiscali governa malissimo: nei sette mesi del 1994 il governo Berlusconi dette una prova disastrosa. Gli innumerevoli conflitti d'interesse creerebbero ostacoli tremendi a un suo governo sia in Italia sia, e ancora di piú, in Europa. Le grandiose opere pubbliche promesse dalla Casa delle libertà dovrebbero essere finanziate almeno in gran parte col debito pubblico, ciò che ci condurrebbe fuori dall'Europa. A coloro che, delusi dal centrosinistra, pensano di non andare a votare, diciamo: chi si astiene vota Berlusconi. Una vittoria della Casa delle libertà minerebbe le basi stesse della democrazia>>

Questo e' il primo punto: riportare a uno la responsabilita' della politica giudiziaria e della politica di contrasto alla criminalita'.

Coordinamento delle forze dell'ordine

Secondo punto. Sapete che ci sono tanti e diversi corpi delle forze dell'ordine: i Carabinieri, la Polizia di Stato, la Guardia di Finanza, la Polizia Penitenziaria, il Corpo Forestale dello Stato, la Polizia Municipale. Poco fa il Presidente della Regione Lombardia ha detto che in Italia abbiamo in proporzione alla popolazione molti più operatori della sicurezza rispetto agli altri Paesi. In Svezia ce n'e' uno ogni cinquecentoventi cittadini, in Germania uno ogni trecentocinquanta, in Italia ne abbiamo uno ogni duecento. Aggiungendo i corpi dei Vigili Urbani si arriva, secondo i nostri calcoli, a uno ogni centosettanta cittadini. Ma i risultati li conosciamo, sono nei numeri dei reati che abbiamo appena ricordato.

Cosa si deve fare allora? Credo che il primo rimedio, il primo passo minimo, sia quello di allestire, come e' stato tentato di fare a Milano, un'unica centrale operativa tra le forze dell'ordine. Sapete che oggi i cittadini possono telefonare a tre numeri, il 112, il 113 e il 117. Ciascuno dei vari corpi opera indipendentemente dagli altri, ci sono sovrapposizioni, ci sono situazioni che rimangono senza intervento, ci sono rivalita'. Credo che il primo passo vero sia quello di arrivare nell'immediato a operare in modo congiunto, affinche' le denunce pervengano a una centrale operativa unica dove si decide chi deve intervenire, se la volante, se la gazzella, quale corpo debba assumersi la responsabilità immediata dell’intervento a seguito della richiesta dei cittadini.

Il controllo del territorio da parte dello Stato

Un altro intervento basilare e'quello del recupero del controllo del territorio da parte dello Stato. Gli operatori della sicurezza devono stare tra la gente, nelle piazze e nelle strade, a proteggere la gente. Bisogna quindi togliere quei troppi addetti alla sicurezza che operano negli uffici. I conti che conosciamo ci dicono che quasi la meta' degli addetti e' oggi impiegata in pratiche amministrative. Devono essere sostituiti da personale civile e devono restare negli uffici quegli operatori della sicurezza che abbiano motivi fondati per richiederlo, che abbiano per esempio raggiunto una certa eta'.

C'e' poi un'altra situazione che io ritengo scandalosa, e che si deve risolvere. E' l'abitudine e la pratica delle scorte. C'e' una miriade di dirigenti pubblici, di direttori dei ministeri, di uomini politici, di magistrati, che non corrono in effetti nessun rischio reale, che non corrono più rischi di un qualsiasi cittadino, che hanno fatto ormai delle scorte uno status symbol. Arrivano sgommando ovunque, danno esibizione pubblica della loro importanza, fruiscono delle auto blu, dei telefonini blu, degli elicotteri blu, degli aerei blu, dei motoscafi blu, perche' si fanno seguire anche in ferie e anche al mare. Ciascuno di loro tiene impegnati per il giorno, per la notte, per il fine settimana, per i periodi feriali, ventidue agenti. Molto spesso per portare a spasso i bambini, fare la baby-sitter e fare la spesa, con una demoralizzazione degli agenti incaricati alle scorte che ho potuto personalmente constatare!

Secondo Berlusconi nessuno ha bisogno della scorta, tranne lui, che si sente minacciato dalle BR.

Poi, naturalmente, e lo dico sapendo che verro' criticato, credo che se la smettessimo di impiegare tanti Carabinieri nel cercare di controllare, volevo dire spiare, quarantaquattromila telefoni degli italiani, anche queste forze potrebbero essere impiegate non per combattere i cittadini, ma per combattere i criminali.

L'altro pilastro di questa ristrutturazione del nostro apparato di sicurezza e' dunque quello della presenza e della vicinanza delle forze dell'ordine alla gente: la nostra proposta e' quella di aumentare i commissariati di quartiere e le stazioni dei Carabinieri. Ogni commissariato, ogni stazione dei Carabinieri dovrebbero essere aperti ventiquattr'ore su ventiquattro, pronti a ricevere le richieste di intervento dei cittadini, le denunce dei cittadini che si devono poter fare, come avviene in Spagna, anche e soltanto per telefono. Ricordiamoci che oggi le denunce dei furti impongono riti che sono un calvario, e si fanno non perche' si creda che poi verranno acciuffati i ladri, e verra' restituito il maltolto, ma si fanno perche' si deve presentare un documento all'assicurazione.

A Milano e nelle citta' dove amministriamo abbiamo dato vita a una istituzione, che funziona benissimo nelle piu' antiche democrazie, in Inghilterra e negli Stati Uniti. Parliamo del vigile, il carabiniere, il poliziotto di quartiere, l'amico del quartiere, l'amico della gente, che sta tra la gente, che e' l’occhio della pubblica amministrazione per gli interventi di manutenzione, che con la sola sua presenza allontana i malintenzionati.

Si auspica qui la militarizzazione delle città.

Crediamo fortissimamente in questo istituto. A Milano i cittadini sono entusiasti di quello che e' stato fatto. Mi sembra siano gia' molti, quasi duecento, i Vigili gia' operativi, e saranno cinquecento alla fine del primo mandato del sindaco Albertini. Insieme alle pattuglie di perlustrazione, che anch'esse dovranno aumentare nel numero, riusciranno a riconquistare allo Stato il territorio, quartiere per quartiere, isolato per isolato, strada per strada, casa per casa!

FI progetta uno stato di Polizia.

Istituzione del giudice territoriale

Oltre ai commissariati di quartiere noi proponiamo che ci debba essere anche un insediamento dell’apparato giudiziario che sia più vicino alla gente. Proponiamo l'istituzione di un giudice territoriale, che si dedichi a uno o a piu' quartieri, che giudichera' per direttissima i cosiddetti "reati di strada", gli autori dei quali, in caso di rapina, di estorsione, di reati violenti contro la persona e i beni delle persone, dovranno restare in carcere, in custodia cautelare fino al processo che si dovra' svolgere subito per direttissima! In tutti i Paesi dove cio' avviene questo intervento si e' dimostrato un deterrente efficacissimo contro la criminalità diffusa.

Affidamento dell'attività investigativa alle forze dell'ordine

Infine un altro punto fondamentale. Le forze dell'ordine devono recuperare il pieno diritto a quella attivita' che prima ho definito trascurata dal nostro Stato, l'attivita' investigativa, che e' fondamentale per la prevenzione dei reati.

Dopo l'approvazione nel 1989 della modifica del codice di procedura penale, di fatto la responsabilita' delle indagini e' passata dalla Polizia giudiziaria alle Procure. La Polizia deve denunciare entro ventiquattr'ore l'indagine al procuratore e da quel momento il procuratore diviene il dominus delle indagini e da' le istruzioni per la loro continuazione. Questo ha provocato, essendosi trattato in effetti di una capitis diminutio, una diminuzione dell’interesse della Polizia nella prosecuzione dell’indagine o nel proseguirla in un certo modo.

Noi proponiamo che ritorni alla Polizia il diritto pieno di indagine, proponiamo che le forze di polizia debbano avere un tempo, che non sia quello attuale delle ventiquattr'ore, per poter continuare e approfondire le loro indagini. La nostra proposta e' che, come avviene negli altri Paesi, questo tempo debba essere indicato in tre mesi. Proponiamo che la Polizia abbia l'obbligo di proseguire le indagini anche dopo l’informativa al PM, proponiamo che la Polizia possa ritornare a utilizzare confidenti e informatori segreti che sono indispensabili per delle vere indagini. Proponiamo che, cosi' come deve essere per i pentiti, le notizie fornite da questi informatori non possano essere utilizzate come prove nei processi, anche perche' si deve salvaguardare la segretezza della loro identita'. Queste notizie devono servire semplicemente come spunti per le attivita' di indagine.

Prende sempre più corpo il progetto di uno stato di Polizia.

Poiche' nello stesso Paese non si possono avere due giustizie, una diversa dall'altra, proponiamo inoltre di istituire corpi specializzati per specifici e pericolosi reati come i sequestri di persona. Oggi succede che un PM a Trento blocca i beni della famiglia del rapito e che un PM in un'altra localita' faccia esattamente il contrario. Ma soprattutto - dobbiamo dircelo chiaro - la pratica, l'esperienza dell'indagine e' qualche cosa che non si può acquisire dall'oggi al domani. Questo codice di procedura penale ha trovato alcuni procuratori, pur validi, del tutto impreparati alle investigazioni. Io credo che questa impreparazione sia stata una delle cause, insieme alla sottrazione del potere di indagine alla Polizia, dell'aumento della criminalita'.

Separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri

Sui pubblici ministeri sapete bene che abbiamo idee precise: insistiamo affinche' avvenga anche in Italia quello che succede negli altri Paesi d'Europa: che ci sia nella formazione, nella carriera, nell'organo di autogoverno, una distinzione ben precisa, una separazione tra i magistrati che giudicano e i magistrati dell'accusa.

Solo cosi' si potra' avere nel processo - il processo di un vero Stato di diritto - quella vigorosa dialettica tra l'avvocato della difesa e il PM, che vorremmo si chiamasse "avvocato dell’accusa", con un giudice terzo sopra le parti, che e' la garanzia prima e vera di un processo giusto. E' un'idea che portiamo innanzi da molto tempo, e persevereremo nel nostro intento.

Ma questo non deve diminuire le funzioni del pubblico ministero. Egli e' un magistrato, e deve restare tale, deve restare come tale indipendente dal potere politico, indipendente dall’esecutivo. Noi siamo gelosi difensori di questa indipendenza, ma il PM non deve intervenire nella direzione delle indagini. Lo voglio precisare meglio: il PM deve dare un ordine logico, tecnico, processuale, ai risultati delle indagini eseguite dalle forze dell'ordine, deve restare un magistrato, non deve diventare un super-poliziotto.

Adeguamento degli stipendi e riconoscimento dei meriti delle forze dell'ordine

Infine l'altra innovazione chiave e' quella che occorre introdurre nella gestione del personale delle forze dell'ordine: la cultura della responsabilita' e del merito.

Guardiamo senza infingimenti e senza paura alla situazione attuale. Ho parlato con centinaia di agenti: sono demotivati, non e' possibile sostenere il contrario, i loro stipendi sono inadeguati e non consentono alle loro famiglie di vivere dignitosamente, anche per il costo della vita per chi opera nelle grandi citta'. Un assistente di Pubblica Sicurezza o un appuntato dei Carabinieri con venti anni di servizio riceve poco piu' di due milioni netti al mese, un ispettore e un brigadiere con venti anni di servizio due milioni e trecentomila lire al mese. Noi siamo convinti che queste retribuzioni si devono adeguare alla pericolosità del compito che e' svolto da questi emeriti operatori della sicurezza, e proponiamo di introdurre una misura gia' introdotta con successo in altri Paesi, quella della incentivazione del merito.

In pratica chi più arresta più guadagna...

A ogni commissariato di zona dovrà essere fissato un obiettivo da raggiungere in termini di abbattimento del numero di reati commessi nella zona di competenza. Il raggiungimento di questo obiettivo fara' scattare, a favore dei componenti di quel commissariato, un aumento dello stipendio che potra' arrivare al 25, al 33 e in certi casi addirittura al 50 per cento dello stesso stipendio. Questo e' il sistema della responsabilità e del premio, il sistema del riconoscimento del merito. Dovra' anche essere fissato uno speciale premio di produttivita' per gli agenti più bravi e attivi, che si saranno distinti nel lavoro sul territorio. Proponiamo altresì che si remuneri adeguatamente la mobilita' del personale di Polizia: il Presidente della Regione Lombardia e il sindaco di Milano hanno qui ricordato una decisione, quella di mettere nei prossimi anni a disposizione delle famiglie delle forze dell’ordine mille alloggi a condizione di estremo favore. È un esempio che spero possa essere imitato. Aggiungiamo ancora che deve essere garantito quello che oggi non lo e': occorrono stanziamenti adeguati per le missioni e per gli straordinari che questi agenti si trovano a compiere e che molto spesso non vengono neppure retribuiti.

Mezzi, tecnologie e formazione delle forze dell'ordine

Infine bisogna tutelare gli agenti dai rischi connessi alla loro attivita' operativa. Forse non tutti lo sanno, ma i nostri agenti sono obbligati a rimborsare allo Stato i costi di eventuali danneggiamenti che, durante un'azione di polizia, possono provocare alle macchine di cui sono dotati! Non ci credevo neppure io, ma questa e' la verita', sono loro a dover risarcire i danni che possono provocare a cittadini terzi. Se durante un’azione di polizia succede qualche cosa che va al di là della norma, se vengono accusati di un eccesso da parte di coloro su cui esercitano la loro azione di polizia, si possono ritrovare di fronte a un magistrato e, se non appartengono a un sindacato, devono anche pagarsi personalmente l’avvocato: lo Stato non dà loro alcuna difesa. Spesso, mi dicono, si trovano tra l’incudine del delinquente e il martello del magistrato. Ho sentito troppe volte questa frase: «Durante le azioni, qualche volta abbiamo dovuto decidere tra un bel funerale e un brutto processo». Non credo si possa permettere che questo accada ancora!

Chi abusa però deve pagare, altrimenti i poliziotti possono tutto sui cittadini!

per ora ci fermiamo qua... ma questo  programma è pieno di porcate!