McDonald’s? Strikeda LA REPUBBLICA 2/11/00
I lavoratori: "Ci trattano come schiavi" Improvviso sciopero nella succursale GraArdeatina. "Ritmi di lavoro impossibili"
MARINO BISSO
SI considerano i «nuovi schiavi del Duemila». Una ventina di dipendenti McDonald’s, dell’area di servizio del Gra, all’altezza dell’Ardeatina, hanno deciso di incrociare le braccia e di scioperare contro le «condizioni disumane di lavoro, il divieto di bere e andare in bagno durante le ore di servizio». L’agitazione è scattata alle 13.50 di ieri quando il punto ristoro affiliato alla McDonald’s accoglieva centinaia di clienti. A far scattare la rivolta è stato l’appunto mosso ad alcuni dipendenti sulla loro «lentezza» nelle operazioni di cassa. L’astensione dal lavoro è stata decisa senza preavviso. È la seconda volta che il colosso statunitense si trova davanti a uno sciopero "nostrano". I primi a entrare in agitazione sono stati, lo scorso 3 ottobre, gli addetti di un locale di Firenze. Ieri, alla protesta sul Gra non hanno aderito tutti i lavoratori ma solo i rappresentanti e gli iscritti della Cisl, mentre quelli della Uil sono rimasti dietro il bancone con il gestore e alcuni suoi stretti collaboratori garantendo l’apertura del locale. Il punto ristoro, "H.P. Hamburger e patatine Spa", si trova in un’area di servizio nei pressi dell’uscita Ardeatina. Una posizione strategica per l’esercizio (come tanti altri anche questo McDonald’s è in franchising) che conta un’ottantina di dipendenti tra parttime e fulltime. I turni di lavoro quotidiani variano dalle quattro alle otto ore. Gli stipendi oscillano dalle 750 mila lire al milione e 300 mila al mese. Con gli straordinari nessuno supera il milione e 600 mila. I lavoratori , tra i 20 ed i 25 anni, hanno manifestano davanti alle vetrine colorate formando un serpentone e scandendo slogan: «Kunta Kinte è tornato», riferendosi allo schiavo del romanzo «Radici». Sui cartelli, improvvisati, altre proteste: «Abbiamo solo braccia non siamo piovre. Chiediamo scusa». «Ogni giorno tra pullman e comitive di turisti transitano migliaia di persone da noi. Non c’è verso, però, di aumentare il personale anzi tendono a tagliarlo scaricando maggiori carichi di lavoro su chi è in servizio spiega Roberta Migliaccio, rappresentante della Cisl E così siamo controllati col cronometro come se fossimo alle Olimpiadi. Ci sono standard precisi a cui dobbiamo attenerci. Per servire un cliente non bisogna superare il minuto e mezzo…». I ritmi di lavoro, considerati troppo pesanti, sono la principale ragione della mobilitazione. «Ci chiedono sempre di essere più veloci. Ci controllano se bevi e se vai al bagno aggiungono altri ragazzi Se ci chiedono di prolungare i turni diciamo sempre di sì anche se spesso ci sono problemi per il pagamento delle ore di straordinario». Ai carichi di lavoro si aggiungono accuse di comportamenti poco rispettosi dello statuto dei lavoratori. «Siamo costretti addirittura ad adeguarci al look che la McDonald’s richiede aggiunge la rappresentante della Cisl Un conto è la divisa. Un'altra cosa, invece, è non poter indossare l’orecchino. Ai nostri colleghi viene, addirittura, vietato di farsi crescere la barba o il pizzetto. Si tratta di comportamenti autoritari che non sono previsti da alcuno statuto…». Alla contestazione replica il titolare del locale che butta acqua sul fuoco e ridimensiona i toni della protesta. «Ho parlato con i ragazzi che stanno scioperando e ho sentito le loro lamentele. Fino ad oggi non ho mai potuto rendermi conto degli eventuali problemi. Ho promesso di parlarne con i miei collaboratori che si occupano della gestione personale spiega Francesco Fuga, gestore del McDonald’s Voglio far chiarezza. Il rispetto nei confronti dei dipendenti deve essere garantito ed è fondamentale. Anche perché se chi lavora è contento anche il cliente resta più soddisfatto…».
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