Come
si
potrebbe
risolvere
la
situazione
di
squilibrio
tra
Nord
e
Sud
del
mondo?
Oggi
più
che
mai,
l’educazione
e
l’istruzione
a
partire
dalla
nascita,
sono
necessari
per
far
crescere
una
società
costituita
in
maggioranza
da
persone
equilibrate
e
serene,
perché
con
il
progredire
vertiginoso
della
scienza,
di
fronte
a
tanti
problemi
e
scelte
etiche
(ad
esempio
manipolazioni
genetiche),
queste
doti
saranno
essenziali
per
le
persone
che
insieme
dovranno
affrontarli.
Riguardo
ai
problemi
è
meglio
conoscerne
l’esistenza
e
non
fuggirli
e
specialmente
chi
ha
grandi
responsabilità,
può
almeno
comportarsi
in
modo
da
non
aggravarli,
dando
invece
un
contributo
alla
loro
soluzione
ogni
volta
che
ne
ha
la
possibilità.
Tutte
le
guerre
che
scoppiano
tra
i
paesi
poveri
hanno
almeno
una
causa
in
comune:
questi
popoli
vogliono
colmare
il
divario
di
alcuni
secoli,
come
mentalità
e
benessere,
che
li
divide
dai
paesi
più
ricchi
e
non
essendo
in
grado
di
attaccarci,
combattono
tra
loro.
Noi
paesi
ricchi
dobbiamo
mettere
sotto
ferreo
controllo
le
nostre
industrie
di
armi,
perché
è
tra
queste
che
si
trovano
quelle
poche
persone
interessate
a
far
scoppiare
le
guerre.
Poi
dobbiamo
favorire
nei
paesi
poveri
le
fazioni
più
vicine
alla
democrazia.
Infatti
questi
popoli
non
capiscono
che
il
nostro
benessere,
ai
nostri
avi
è
costato
guerre,
rivoluzione
industriale,
lavoro
minorile,
16-18
ore
di
lavoro
al
giorno,
cioè
svariati
secoli
di
lavoro,
fatiche
e
sangue,
senza
contare
che
gran
parte
di
ciò
che
desiderano
è
anche
per
noi
un
problema,
cioè
una
degenerazione
del
sistema
capitalistico
in
consumismo,
che
produce
solitudine
e
mancanza
di
valori
umani.
Così,
da
noi
si
può
fermare
l’innalzarsi
del
livello
di
vita
inteso
come
quantità
di
beni
ed
oggetti
posseduti
per
concentrarci
sui
problemi
sociali
ed
ambientali,
e
le
nostre
industrie
che
non
possono
cambiare
di
colpo
possono
indirizzare
il
surplus
di
produzione
verso
il
terzo
mondo,
trasformandolo
in
trattori,
depuratori,
centrali
elettriche,
impianti
di
riciclaggio
dei
rifiuti,
insomma
in
ciò
che
serve
a
quei
popoli
a
seconda
dello
stadio
di
evoluzione
a
cui
si
trovano
(agricolo,
industriale,
terziario).
Poiché
siamo
arrivati
al
punto
in
cui
l’unica
strada
possibile
è
quella
di
riequilibrare
(con
questo
termine
intendo
portare
i
vari
paesi
del
terzo
e
quarto
mondo
ad
uno
livello
di
sviluppo
simile
a
quello
dei
paesi
occidentali)
il
pianeta
prima
di
proseguire
in
questa
avventura
verso
l’ignoto,
dobbiamo
fare
ciò
nel
modo
più
veloce
possibile,
guidando
i
loro
governi,
smorzando
gli
eccessi
loro
e
nostri
ed
insegnando
loro
prima
di
tutto
una
procreazione
responsabile
e
a
fare
un’agricoltura
che
non
inaridisca
il
suolo
sul
lungo
termine
(quando
parlo
di
lungo
termine
intendo
1000
anni,
medio
termine
100
anni
e
breve
termine
10
anni)
e
dia
a
tutti
il
pane
quotidiano,
cosa
che
contribuirebbe
moltissimo
a
risolvere
problemi
come
le
guerre
locali
e
le
grandi
ondate
migratorie.
Infatti,
la
maggior
parte
delle
persone
che
hanno
il
necessario,
libertà
e
dignità
economica,
non
hanno
voglia
di
fare
guerre
e
se
viaggiano
lo
fanno
per
curiosità
o
svago.
Così,
mentre
gli
facciamo
percorrere
la
strada
scientifica
e
tecnologica
verso
di
noi,
chiudendo
loro
quelle
strade
che
noi
abbiamo
già
provato
e
che
sappiamo
dove
portano,
per
esempio
nazismo
e
comunismo,
possiamo
osservare
come
si
sviluppano
questi
paesi,
mediando
tra
la
loro
cultura
e
le
regole
che
gli
diamo,
ossia
le
strade
da
non
imboccare.
Osservare
lo
sviluppo
di
questi
popoli
con
la
loro
cultura
può
aiutare
ed
arricchire
anche
noi
di
nuovi
elementi
e
concetti
da
usare
nella
scelta
delle
nuove
strade
che
dovremo
di
volta
in
volta
percorrere.
Naturalmente,
con
il
progredire
del
livello
di
istruzione,
certe
categorie
di
lavori
richiedenti
bassi
livelli
di
ragionamento
verranno
evitati
dagli
studenti
futuri
lavoratori.
Per
non
creare
dei
movimenti
migratori
dai
paesi
poveri
verso
quelli
ricchi,
riguardo
questi
lavori,
bisognerà
che
essi
vengano
coperti
dal
servizio
civile
che
sostituirà
gradualmente
il
servizio
militare.
Questo
servizio
sarà
come
un
lavoro
pagato
normalmente
che
durerà
il
tempo
necessario
a
coprire
il
fabbisogno
di
questi
lavori
umili.
Esso
aiuterà
anche
il
giovane
a
conoscere
concretamente
le
fondamenta
su
cui
poggia
la
società.
Bisogna
iniziare
a
pensare
ad
un
organismo
sovranazionale
per
le
grandi
multinazionali
americane,
asiatiche
ed
europee
che
fissi
un’etica
di
comportamento
con
delle
regole
da
seguire
che
valgano
per
tutti.
Mi
riferisco
in
particolare
al
lavoro
minorile
e
alla
questione
ambientale
da
valutare
sul
lungo
termine.
La
questione
ambientale
deve
avere
un’attenzione
prioritaria,
altrimenti
queste
multinazionali
cercheranno
di
vincere
la
competizione
globale
premendo
sui
governi
dei
paesi
poveri.
Questi
governi
illuderanno
le
persone
di
creare
più
velocemente
benessere
per
dieci,
venti
o
trent’anni
creando
però
contemporaneamente
giganteschi
problemi
ambientali
che
quelle
popolazioni,
e
non
solo
loro,
pagheranno
con
altissimi
interessi,
prima
ambientali
e
poi
economici,
in
un
futuro
a
medio
termine.
Con
un
organismo
delle
imprese,
queste
possono
(e
se
non
vogliono
DEVONO
farlo)
invece
autodettarsi
delle
regole,
in
modo
che
poi
abbiano
interesse
a
controllarsi
tra
loro,
trasformando
l’ambiente
visto
come
depurazione,
riciclaggio,
turismo,
in
un’ulteriore
fonte
di
guadagno
ed
occupazione.
Queste
popolazioni
avranno
così
una
crescita
della
qualità
della
loro
vita,
leggermente
rallentata
dal
punto
di
vista
economico,
ma
migliorata
sia
come
ambiente
che
come
salute
con
garanzie
per
il
loro
futuro,
e
di
riflesso
il
futuro
di
tutti
gli
abitanti
del
pianeta.