Speciale in Medioriente

Palestinesi torturati

Betselem, centro israeliano per i Diritti umani: «Ai prigionieri spezzano le dita dei piedi»

La tortura viene praticata durante gli interrogatori dei palestinesi detenuti nel campo militare di Ofer, alla periferia di Betunia, un sobborgo di Ramallah. Lo ha denunciato Betselem, l'autorevole centro israeliano per i diritti umani nei Territori Occupati, da sempre impegnata contro la tortura in Israele, che afferma di aver ottenuto queste informazioni da «una fonte israeliana sicura», evidemente militare, che ha chiesto di rimanere anonima. «Al momento non possiamo fornire molte informazioni - ci ha detto ieri Lior Livne, portavoce di Betselem - ma sappiamo che i casi di tortura non sono isolati, sappiamo che gli interrogatori sono durissimi, sappiamo che in qualche caso ai detenuti sono state spezzate le dita dei piedi per costringerli a confessare o dare le informazioni che i servizi di sicurezza stanno cercando».

Livne è stato categorico nel affermare che la notizia è di fonte israeliana e molto autorevole e che altri particolari verranno resi noti nei prossimi giorni. «Stiamo cercando di conoscere il numero dei palestinesi portati a Ofer - ha aggiunto il portavoce di Betselem - non è semplice. Crediamo che lo stesso esercito israeliano non sia a conoscenza del numero esatto dei palestinesi nel campo di detenzione». L'avvocato Yossi Wolson dell'associazione per i diritti civili HaMoked, ha contattato uno degli assistenti legali dell'esercito israeliano in Cisgiordania per ottenere un permesso di ingresso nel campo, ma senza alcun risultato. Un ordine militare, ha appreso, impedisce a tutti i detenuti di parlare agli avvocati. «Quest'ordine è illegale perché non puo' riguardare, collettivamente, tutti i detenuti - ha spiegato Livne - le disposizioni militari prevedono che questo divieto venga applicato solo individualmente».

Per questo motivo Betselem, HaMoked, il Centro per la difesa dell'individuo, l'Associazione per i diritti civili in Israele e Medici per i diritti umani presenteranno una petizione all'Alta corte di Giustizia per ottenere il permesso di entrare nel campo di detenzione di Ofer e visitare i prigionieri. Sul numero complessivo dei palestinesi al momento incarcerati, non si hanno dati precisi. Venerdì un portavoce militare ha riferito che circa 900 palestinesi sono arrestati durante l'offensiva «Muraglia di difesa» che ha portato alla rioccupazione di tutte le città palestinesi in Cisgiordania (ad eccezione, finora, di Gerico e di parte di Hebron).

Il numero tuttavia sarebbe in realtà ben più alto secondo fonti palestinesi: almeno 1300-1400. Una parte finiranno nel campo di detenzione di Ketziot (Ansar) nel deserto del Negev, usato durante la prima Intifada per centinaia di prigionieri politici palestinesi, spesso agli «arresti amministrativi» (sei mesi di carcere senza processo decisi dalle corti militari su semplice richiesta dei servizi di sicurezza). Ketziot, secondo indiscrezioni, sarà di nuovo «operativo» a metà settimana. Betselem ha tuttavia precisato di non essere al corrente dell'espulsione dalla Cisgiordania verso Gaza di almeno un centinaio di palestinesi (poliziotti e funzionari dell'Anp) che pure è stata riferita non solo da fonti palestinesi, ma anche israeliane.