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La parola ad Amnesty

Rapporto Annuale 2001

Israel (the State of) and the Occupied Territories, and Palestinian AuthorityMap of Israel (the State of) and the Occupied Territories

Più di 300 palestinesi sono stati uccisi dalle forze di sicurezza israeliane, molti sono stati uccisi illegalmente durante la nuova Intifada. Più di 2500 palestinesi e israeliani sono stati arrestati per motivi politici. Almeno 25 palestinesi sono stati trattenuti in detenzione amministrativa. Sono stati rilasciati tutti i cittadini libanesi trattenuti nel centro di detenzione di Khiam, nel Libano meridionale sotto occupazione israeliana. Centinaia di palestinesi dei Territori occupati sono stati processati da tribunali militari, in processi le cui procedure non sono state conformi agli standard internazionali. Continuano a essere demolite case nei Territori occupati a seguito di una politica discriminatoria, che nega a molti palestinesi le licenze edilizie.

Contesto

Il conflitto militare in Libano tra le Forze di difesa israeliane (Idf) e la milizia alleata, l'Esercito del Libano del Sud, da una parte e gli Hezbullah dall'altra, è continuato fino a maggio, quando Israele ha ritirato le sue forze dal Libano meridionale. Ai palestinesi dei Territori occupati continua a essere costantemente impedito di entrare a Gerusalemme o in qualsiasi altro luogo al di fuori dell'Area A - sotto la giurisdizione civile e militare dell'Autorità palestinese (PA) - e l'Area B, la cui giurisdizione civile ricade sotto l'Autorità palestinese e quella militare sotto l'autorità di Israele. Nei periodi di tensione Israele ha regolarmente chiuso i confini tra l'Area C e le Aree A e B, nonché quelli tra le stesse Aree A e B. I negoziati tra Israele e l'Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) sono ripresi a luglio a Camp David negli Usa, interrotti nel mese di ottobre, a seguito della ripresa dell'Intifada e ripresi a dicembre (vedi Autorità Palestinese).

L'Intifada

Il 29 settembre l'uso eccessivo della forza da parte della polizia israeliana ha causato la morte di cinque palestinesi e il ferimento di oltre 200, presso la Moschea di al-Aqsa a Gerusalemme. Queste uccisioni hanno provocato dimostrazioni e rivolte che sono proseguite fino alla fine dell'anno.

I servizi di sicurezza israeliani hanno ucciso almeno 300 palestinesi e ne hanno feriti più di 10.000. La maggioranza delle vittime o dei feriti erano dimostranti che lanciavano pietre o usavano delle fionde. Almeno 100 degli uccisi erano minori di 18 anni.

La polizia israeliana, le guardie di frontiera, i reparti speciali e le Idf hanno fatto ricorso a un uso letale della forza sparando proiettili di gomma con l'anima in metallo e munizioni attive, compresi proiettili ad alta velocità sparati contro i dimostranti. Alcuni palestinesi sono stati deliberatamente fatti oggetto di esecuzioni extragiudiziali. L'aviazione e la marina israeliane hanno massicciamente fatto uso di elicotteri da combattimento, carri armati e mezzi navali per bombardare le zone palestinesi da cui gruppi armati palestinesi avevano aperto il fuoco. Hanno inoltre portato a termine frequenti raid nei territori dell'Autorità palestinese.

Palestinesi armati, compresi membri del tanzimat, un gruppo paramilitare palestinese legato a Fatah, la principale fazione dell'Olp, hanno portato a termine attacchi contro civili e militari israeliani nei Territori occupati. Un certo numero di scontri sono avvenuti fra le Idf da un lato e i servizi di sicurezza e i gruppi paramilitari palestinesi dall'altro. Gruppi armati di opposizione palestinesi come la Jihad islamica hanno piazzato bombe, che hanno provocato la morte di sei civili israeliani. I coloni israeliani sono stati accusati di aver ucciso altri sei civili palestinesi.

*Nel mese di ottobre l'undicenne Sami Abu Jazzar è stato colpito a morte durante una sassaiola a Rafah, nella Striscia di Gaza, dai militari israeliani che si trovavano a un posto di blocco a 100 metri di distanza e in quel momento non erano in situazione di pericolo.

*Hussein 'Abayat, un comandante locale del tanzimat, è stato ucciso extragiudizialmente a Beit Sahur in Cisgiordania, da un missile lanciato da un elicottero da combattimento israeliano, che ha ucciso due donne che si trovavano vicino al suo furgone, ferendone altre nove. Un portavoce delle Idf ha ammesso che Hussein 'Abayat è stato colpito presumibilmente perché si stava accingendo ad attaccare l'insediamento ebraico di Gilo.

*Due civili israeliani, un uomo e una donna, sono stati uccisi il 2 novembre in un attentato vicino al mercato Mahan Yehuda di Gerusalemme, rivendicato dalla Jihad islamica.

In un incontro a Sharm al-Sheikh nel mese di ottobre, Israele e l'Autorità palestinese si sono accordate affinché una commissione di ricerca studiasse le cause delle violenze e riferisse poi sul lavoro svolto al governo americano. La commissione ha cominciato il suoi lavori a novembre. Sempre in ottobre, durante una sessione speciale, la Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani ha creato una Commissione di inchiesta sulle violazioni dei diritti umani in Israele e nei Territori occupati. A novembre il governo israeliano ha creato una Commissione giudiziaria di inchiesta per indagare "sugli scontri con le forze di sicurezza in cui cittadini arabi ed ebrei siano stati feriti o uccisi".

Arresti

Più di 2000 persone, in gran parte palestinesi, sono stati arrestati durante l'anno, perlopiù con l'accusa di coinvolgimento in violenza politica. Almeno 900 palestinesi provenienti da Israele o da Gerusalemme Est e 300 ebrei cittadini israeliani sono stati arrestati durante l'Intifada e accusati di "lancio di pietre", molti di questi erano minorenni. Gli arresti sono spesso effettuati di notte con un grosso dispiegamento di personale delle forze di sicurezza. Alcuni degli arrestati hanno riferito di essere stati picchiati o presi a calci subito dopo l'arresto.

In seguito a una decisione della Corte Suprema, in ottobre la libertà su cauzione è stata rifiutata alla maggioranza degli arrestati. A novembre questa decisione è stata modificata, permettendo ad alcuni detenuti di essere rilasciati su cauzione.

Decine di palestinesi di Gerusalemme Est, con diritto di residenza in Israele arrestati dopo il 29 settembre sono stati arrestati sulla base dell'ordinanza militare n. 378, precedentemente applicata ai soli palestinesi residenti in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza.

Decine di palestinesi della Cisgiordania e di Gaza sono stati arrestati durante l'anno ai posti di blocco israeliani. Almeno 600 palestinesi sono stati arrestati negli ultimi tre mesi dell'anno, mentre passavano dall'Area B all'Area C e trattenuti in incommunicado per giorni o settimane prima di essere accusati sulla base di regolamenti d'emergenza vigenti all'epoca del mandato britannico o ai sensi di ordinanze militari israeliane.

Detenzione amministrativa

Il numero di palestinesi in detenzione amministrativa, pur diminuito di quattro unità da settembre, alla fine dell'anno ammontava a 12. Sono stati trattenuti senza accusa, né processo né diritto di appello. Ad aprile l'Alta Corte di giustizia ha stabilito che lo stato non può trattenere un sospettato in detenzione amministrativa a meno che il detenuto non costituisca personalmente una minaccia alla sicurezza. Gli appelli contro questa sentenza sono stati respinti, cosicché sono stati rilasciati 13 cittadini libanesi che erano stati trattenuti per più di 12 anni, dal momento del primo provvedimento, senza accusa né processo, ovvero oltre la scadenza della loro condanna. Sono tornati tutti in Libano.

Un progetto di legge che permette la detenzione senza processo dei "combattenti illegali", è passato in prima lettura alla Knesset (il parlamento) in luglio, ma alla fine dell'anno non era ancora diventato legge.

*Due cittadini libanesi, Shaikh 'Abd al-Rahman 'Ubayd e Mustafa al-Dirani, hanno continuato a essere trattenuti in incommunicado in un centro di detenzione segreto come ostaggi. L'Alta Corte di giustizia ha respinto un appello contro la loro prolungata detenzione amministrativa in settembre.

Tortura e maltrattamenti

Una proposta di legge sottoposta all'esame della Knesset da singoli parlamentari, che avrebbe permesso ai Servizi di sicurezza generali (Gss) di usare "speciali misure" per interrogare i detenuti è stata respinta a febbraio. I detenuti palestinesi sotto interrogatorio sono spesso trattenuti in incommunicado per più di 20 giorni e a volte fino a 90 giorni. Molti detenuti hanno riferito di essere stati picchiati subito dopo il loro arresto da agenti delle forze di sicurezza, che godono costantemente di impunità.

*Nidal Daghlas è stato arrestato durante un fallito attentato dalle unità israeliane durante un'operazione sotto copertura tesa alla cattura di Mohamud Abu Hanud (vedi Autorità Palestinese). Ha dichiarato di essere stato torturato nel suo villaggio per quattro ore da membri delle Idf e dei Gss, prima di essere portato alla stazione di polizia di Petah Tikvah. Ha poi raccontato che gli agenti lo hanno preso a sassate, tirato dell'acqua sporca in faccia, preso a calci ai genitali e sbattuto la testa contro un volante. é stato trattenuto in incommunicado per 14 giorni prima che gli fosse permesso di vedere un avvocato.

*Qadr al-Wa'el di Sh'ab, ha dichiarato che alcuni agenti di polizia lo hanno picchiato con i calci dei loro fucili mentre lo stavano trasferendo alla stazione di polizia di Misgav dopo il suo arresto avvenuto in ottobre; ha inoltre riferito d'esser stato picchiato da due agenti anche dopo il suo ingresso nella stazione di polizia. Sembra che abbiano testimoniato il pestaggio cinque agenti che erano presenti o in ogni modo nelle vicinanze della sua cella. In tribunale ha riferito a un giudice di essere stato picchiato e in seguito rilasciato su cauzione.

Processi iniqui

Centinaia di palestinesi sono stati processati da tribunali militari le cui procedure non sono conformi agli standard internazionali.

Obiettori di coscienza

Almeno tre obiettori di coscienza che hanno rifiutato di prestare il servizio militare o di svolgerlo nei Territori occupati, sono stati condannati a pene detentive. Sono tutti prigionieri di coscienza.

Prigionieri politici

Israele ha continuato a mantenere detenuti 1600 palestinesi dei Territori occupati e 29 palestinesi di Israele, condannati in anni precedenti dai tribunali militari per reati quali attentato a cittadini israeliani. Circa 120 sono stati rilasciati durante l'anno. Continuano a restare detenuti un certo numero di cittadini stranieri, tra cui 16 libanesi e quattro giordani, condannati dai tribunali militari negli anni precedenti. Alcuni hanno riferito di esser stati torturati e di aver subito processi iniqui. Mordechai Vanunu continua a scontare una condanna a 18 anni, per "rivelazione di informazioni sulle potenzialità dell'armamento nucleare israeliano", comminata in un processo segreto nel 1987.

Libano meridionale

Sono stati uccisi almeno nove civili libanesi, un siriano e due palestinesi, per la maggior parte a causa di attacchi deliberati e indiscriminati contro civili ad opera delle forze israeliane. A maggio, prima del ritiro israeliano dal Libano meridionale, gli Hezbullah hanno lanciato attacchi contro aree occupate da civili nel Nord di Israele. Prima del ritiro israeliano, alcuni cittadini libanesi hanno continuato a esser detenuti al di fuori di ogni legalità presso il centro di detenzione di Khiam, dove le condizioni detentive si configuravano come trattamento crudele inumano e degradante e la tortura era sistematica. Dopo il ritiro israeliano gli abitanti del villaggio di Khiam hanno invaso la prigione e liberato i restanti 144 detenuti.

*Sulayman Ramadan è stato arrestato nel settembre 1985. Gli è stata amputata una gamba per mancanza di cure mediche dopo il suo arresto. Durante l'interrogatorio è stato picchiato e sottoposto a scariche elettriche. é stato detenuto, senza accusa né processo, fino al momento del rilascio nel maggio del 2000. In ottobre gli Hezbullah hanno annunciato la cattura di due militari e un imprenditore israeliano, che avrebbero scambiato con libanesi e altri prigionieri arabi detenuti in Israele. Alla fine dell'anno non gli era stato consentito di incontrare il Comitato internazionale della Croce Rossa. Durante il ritiro israeliano circa 6000 cittadini libanesi, inclusi quasi 2000 membri dell'Esercito del Libano del Sud e i loro parenti, hanno lasciato Israele, dove avevano acquisito il diritto alla residenza e al lavoro.

Demolizione di case

Sono state demolite almeno otto case in Cisgiordania e 23 a Gerusalemme Est, perché i proprietari non avevano ottenuto la licenza di costruzione dalle autorità israeliane. Le licenze di costruzione sono regolarmente negate ai palestinesi nell'ambito di una politica discriminatoria volta a impedire che i palestinesi costruiscano a Gerusalemme Est e nelle zone della Cisgiordania sotto il controllo di Israele.

Abusi sulle donne vittime di tratta di esseri umani

Le donne vittime della tratta di esseri umani, provenienti dai paesi dell'ex Unione Sovietica, portate in Israele per lavorare nell'industria del sesso, hanno continuato a essere soggette ad abusi dei diritti umani, quali violenze e riduzione in schiavitù. La Knesset ha creato uno speciale comitato per indagare sulla situazione delle donne vittime di questo traffico. A luglio la Knesset ha approvato una modifica del codice penale, creando il reato di "compravendita di esseri umani a scopo di prostituzione", rendendolo punibile con un minimo di 16 anni di carcere.

Nazioni Unite

A marzo Amnesty International ha fatto una dichiarazione verbale alla Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani, chiedendo al governo israeliano di cessare le torture nel centro detentivo di Khiam e a ottobre, durante la quinta sessione speciale della Commissione delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha chiesto al governo israeliano di cessare l'uso eccessivo della forza letale.

Rapporti e missioni di Amnesty International

Israel: Human Rights Abuses on women trafficked from countries of former Soviet Union into Israel's sex industry (AI Index: MDE 15/017/2000)

Israel/Lebanon: Attacks on Lebanese civilians in south Lebanon by Israeli forces (AI Index: MDE 02/006/2000)

Israel and the Occupied Territories: Excessive use of the lethal force (AI Index: MDE 15/041/2000)

Israel and the Occupied Territories: Mass arrests and police brutality (AI Index: MDE 15/058/2000)

I delegati di Amnesty International hanno visitato Israele e i Territori occupati ad aprile e novembre, incontrando ufficiali delle Idf e altri funzionari.