Distruzione ambientale
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Amazzonia
in Agonia
Gli
scienziati americani lanciano l'allarme definitivo: l'Amazzonia distrutta entro
20 anni
SAN
PAOLO, 19 GENNAIO - Tra vent'anni l'Amazzonia sarà definitivamente distrutta.
Lo afferma il maggiore studio indipendente condotto finora.
Secondo
la ricerca dell'Istituto brasiliano di Ricerche Amazzoniche (Inpa) assieme ad
alcuni istituti di ricerche ambientali internazionali, entro il 2020, con gli
attuali ritmi di sviluppo e di disboscamento, in Amazzonia resterà appena il 5
per cento della vegetazione originaria e il 42 per cento del bacino amazzonico
sarà completamente disboscato.
Il programma 'Avanza Brasile', lanciato di recente dal governo di Brasilia,
potrebbe incentivare l'insediamento nell'area e la distruzione della foresta e
peggiorare le previsioni della ricerca. Lo studio sarà pubblicato il mese
prossimo sulla prestigiosa rivista Science.
"Se oggi si distruggono due milioni di ettari di foresta all'anno, la
distruzione potrebbe crescere in forma esponenziale con le strade asfaltate
previste dai piani di sviluppo, mentre le condizioni di vita della popolazione
non farebbero che peggiorare, perchè l'ambiente va verso il tracollo", ha
dichiarato William Laurance, ricercatore dello Smithsonian Tropical Research
Institute, uno degli enti che hanno collaborato alla ricerca.
Ruspe e allarmi in Amazzonia vanno di pari passo da qualche tempo.
Gli alberi vengono abbattuti a ritmo frenetico, spariscono lembi di foresta, e
il riscaldamento della Terra aumenta. La 'civilizzazione'-devastazione-sfruttamento
della foresta tropicale si accompagnano agli sos lanciati a più riprese dalla
comunità scientifica sui rischi climatici e ambientali che distruggere
l'Amazzonia porta con sé.
Non solo per il Brasile, ma per l'intera comunità mondiale.
L'ultima battaglia dei ricercatori e degli scienziati è contro 'Advance Brazil',
il piano di sviluppo lanciato un anno e mezzo fa dal governo brasiliano del
presidente Cardoso, che con un impegno di 40 miliardi di dollari in sette anni
prevede tra l'altro una serie di interventi 'pesanti' proprio nel cuore della
foresta: La costruzione di strade, autostrade, oleodotti, la realizzazione di
ranch e impianti idroelettrici, lo scavo di nuove miniere, la trivellazione del
terreno in cerca di petrolio, con i necessari, massicci spostamenti di
lavoratori e popolazione verso e oltre i confini dell'Amazzonia dalle zone più
povere del paese: uno scenario 'apocalittico' a giudizio degli ecologisti, che
spaventa enormemente anche alcuni scienziati americani:
"Già adesso ogni anno - denuncia il pool di ricercatori formato da William
Laurance dello Smithsonian, Mark Cochrane dell'università del Michigan e dai
gruppi dell'università dell'Oregon e del Progetto foreste - nell'Amazzonia
brasiliana viene distrutta un'area di foresta di circa due milioni di ettari, 5
milioni di acri, grande quanto l'intero stato del Rhode Island".
L'Amazzonia - spiegano allarmati gli scienziati e i biologi del pool - contiene
il 40% di quanto rimane delle foreste pluviali del mondo e svolge un ruolo
fondamentale nel mantenere la biodiversità, il clima e le risorse d'acqua
dell'intero Brasile. Non solo. Le nuove strade in progetto e l'invasione di
uomini e impianti industriali al seguito devasteranno le foreste, rendendole più
deboli ed esposte agli incendi: questo avrà come conseguenza l'impoverimento
della fauna ma anche l'incremento dei gas serra nell'atmosfera di tutta la
Terra.
Il team di scienziati sta usando dati rilevati dai satelliti sia per
approfondire la conoscenza dell'impatto sulla foresta amazzonica degli
interventi di sviluppo già attuati, sia per prevedere cosa accadrà nei
prossimi 20 anni.
"Quando le foreste aggredite dalle strade vengono osservate da una certa
distanza - afferma Cochrane - sembrano in pena salute. Basta però studiarle
dall'interno per accorgersi che sono più rade, che sono cambiate in peggio,
come se qualcuno le avesse smangiucchiate qua e là, provocando dei larghi buchi
privi di piante che appunto le rendono più vulnerabili al fuoco"
Le strade, che fino a tempi recenti si fermavano ai confini dell'Amazzonia,
sempre più spesso adesso penetrano nella foresta pluviale: "I
disboscamenti illegali si stanno espandendo a macchia d'olio - commenta
preoccupato il dr. Laurence - Il processo di urbanizzazione legato allo sviluppo
del sistema di comunicazioni e allo sfruttamento delle terre è praticamente
impossibile da bloccare.
L'unico modo di controllare questo fenomeno è controllare la proliferazione e
la localizzazione delle nuove strade".
Scott Bergen, uno scienziato forestale dell'università dell'Oregon che ha
lavorato con la Nasa per comprendere cosa sta accadendo in Brasile, sostiene che
il mondo intero è a rischio se l'attuale trend di sviluppo proseguirà a questo
ritmo.
Per gli scienziati americani, la comunità internazionale dovrebbe aiutare
concretamente il Brasile a trovare una via alternativa di sviluppo: la scommessa
è il destino a breve termine della più vasta estensione verde del pianeta.