Il 20-22 luglio si terrà a Genova il vertice dei rappresentanti dei più
ricchi paesi del mondo, per prendere importanti decisioni in materia di economia
e politica che riguarderanno tutto il mondo.
Questi paesi, che sono USA, Germania, Giappone, Inghilterra, Russia, Francia,
Canada e Italia, detengono un potere smisurato nei confronti del resto del
pianeta, sostengono che un vertice a questi livelli sia necessario e anzi,
indispensabile per unificare le politiche nell'ottica della globalizzazione.
Insomma, la fanno per il bene del pianeta questa benedetta riunione. E allora
perchè centinaia di organizzazioni di tutto il mondo confluiranno nel capoluogo
ligure per manifestare la loro avversità verso l'istituzione stessa del G8?
Perchè lo stato ha schierato 18.000 tra polizia, reparti speciali, servizi
segreti come "prevenzione"? Insomma, perchè tutto questo casino?
Cos'è il G8
Il primo grande vertice dei potenti del mondo risale al 1975, anno in cui sei
potenti - Canada e URSS non parteciparono - si trovarono dal 15 al 17 novembre a
Ramboillet, in Francia, per discutere della crisi petrolifera che stava
affliggendo l'economia. Si decise così di fare una rimpatriata ogni anno, per
discutere dei grandi temi politici ed economici della comunità internazionale,
e già dall'anno seguente entrò nel vertice il settimo paese, il Canada. Questo
G7 rimase stabile fin quando l'ex URSS partecipò come presenza politica al
summit di Napoli, e nel 1998 entrò a far parte ufficialmente del club dei
paperoni. Nacque così il G8.
Le priorità sono stabilite di anno in anno, comunque le discussioni sono
rivolte ad argomenti economici di grande rilievo, tra i quali: cancellazione del
debito - i paesi poveri devono ai paesi ricchi qualcosa come 25.000 miliardi di
dollari, nell'ultimo summit hanno magnanimamente deciso di abbuonarne 25 -,
liberalizzazione del commercio, biotecnologie.
Oltre ai grandi temi dell'economia, dovrebbero essere affrontate le grandi
piaghe che affliggono il mondo quali droga, terrorismo, disastri ambientali.
Alla fine di ogni summit viene stilato un protocollo dei risultati raggiunti e
dei buoni propositi, quello di Okinawa 2000 è visibile cliccando
qui.
Questo G8: un vespaio di polemiche
Insomma, i potenti del mondo si preoccupano per noi. E allora torna la domanda: perchè
a tanta gente il G8 sta sul gozzo?
Innanzitutto va da sè che le circa trecento organizzazioni del GSF - Genoa
Social Forum - non sono tutte uguali, e non tutte reclamano le stesse cose: ci
sono gli ecologisti che pretendono più attenzione per le problematiche
ambientali - alle quali evidentemente in 25 anni di duri summit non si è
provveduto e anzi, il buco dell'ozono e la foresta amazzonica si,
rispettivamente, allargano e restringono - ci sarà Rifondazione Comunista, i
centri sociali, l'ARCI, gli anarchici, ATTAC, Ya Basta!, Amnesty International,
i nudisti, le mamme che vogliono esser
certe di quel che si mangia, esponenti del mondo intellettuale, per un totale di
centinaia di associazioni, oltre a tantissima gente comune che, semplicemente,
pensa a agisce secondo la
propria coscienza, ma che non è allineata.
Il tema di fondo che ne accomuna molte è però la contarietà all'essenza
stessa del G8, alla sua istituzione. Essi dicono: e chi ve l'ha chiesto?
Dicono inoltre: la logica del capitalismo ha portato ad una condizione
estremamente grave, per cui la ricchezza è sempre di più distribuita
inequamente. Calcolate che vent'anni fa i paesi ricchi avevano il 70% della
ricchezza contro il 30% posseduto dai paesi poveri, mentre oggi le cifre sono di
80% e 20%. Senza calcolare che la ricchezza, anche nei paesi ricchi è
distribuita non equamente: c'è chi ha difficoltà a sbarcare il lunario, e chi
si cruccia su che colore far dipingere il jet privato. Si calcoli che secondo un
calcolo di Jeremy Rifkin, presidente della Foundation of Economic Trends, 366
persone detengono il 40% delle ricchezze del mondo. Vi sembra giusto?
Gli interessi economici entrano sempre di più nella sfera politica, le ultime
elezioni politiche in Italia ne sono un esempio.La polemica sulla stampa
internazionale a proposito del conflitto d'interessi di Silvio Berlusconi -
"Berlusconi is unfit to lead Italy", scriveva l'autorevole The
Economist - era incentrata proprio sull'enorme questione dell'eccessiva
vicinanza tra potere politico ed economia, tra interesse privato e interesse
pubblico. Se le nazioni iniziano a fare gli interessi delle aziende, si solleva
un problema enorme, poichè le stesse aziende non sono vincolate da problemi
etici, non si devono preoccupare delle sorti del mondo, mentre lo stato dovrebbe
agire secondo il bene comune.
In USA è noto come il tesserino dell'azienda di appartenenza sia quasi
più importante della carta d'identità; secondo alcuni futurologi, il mondo si
avvia verso una totale mercificazione della vita umana. Questo però accade in
paesi economicamente molto evoluti: è impressionante, invece, notare che il
60% della popolazione mondiale non abbia accesso
ad un servizio per noi scontato come il telefono.
Il divario tra paesi ricchi e poveri è uno dei punti chiave: le organizzazioni
che sono contro il vertice, accusano i potenti di non voler azzerare il debito
dei PVS - paesi in via di sviluppo. Questo fatto del debito è fondamentale,
perchè l'economia di questi paesi non potrà mai stare al passo - e magari sono
paesi ricchissimi di tesori ambientali - con quella
dei più ricchi, è un po' come cercare di far competere una ferrari con una
cinquecento che per di più è ingolfata.
Le dichiarazioni
Leggendo le conclusioni stilate alla fine dei passati G8, si apprendono i
risultati raggiunti in materia di ambiente, sviluppo dei PVS, attenzione ai
diritti umani, e si viene a conoscenza dei buoni propositi per l'anno a venire.
Intanto, da pochissimo Bush ha rifiutato il già scialbo protocollo di Kyoto, ha
riavviato lo sviluppo del nucleare, i paesi poveri impoveriscono e quelli ricchi
lo diventano sempre più,
le multinazionali vengono accusate di sfruttamento del lavoro - spesso anche di
minori - nel terzo mondo.
I potenti del mondo non danno segni di reale attenzione verso le problematiche -
enormi, che riguardano l'80% della popolazione mondiale che ha avuto la sfiga di
non nascere in un paese ricco - che stanno al di fuori dei loro confini.
Da quando c'è il G8 - e più in generale a causa delle logiche imperanti del
neoliberismo - le cose, lungi dal migliorare, peggiorano: è pieno di guerre,
non si sa ciò che si mangia, stiamo distruggendo in poco tempo ciò che la
natura ha creato in MILIONI di anni...
Guerra e pace
Così, più di centomila - forse duecentomila - persone si stanno organizzando
per contrastare questo summit. In comunione spirituale con il popolo di Seattle,
si scenderà e si manifesterà. Ma in che modo?
Luca Casarini, un trentaduenne di Padova coordinatore dei centri sociali del
nord-est e già assistente nel '93 del ministro Livia Turco, ha formalmente
dichiarato guerra agli otto grandi:
"Dalle periferie dell'impero, dai molti mondi che resistono e crescono con
il sogno di una esistenza migliore per tutti, oggi, noi piccoli sudditi ribelli
vi dichiariamo formalmente guerra. E' una scelta che voi avete provocato, perchè
noi preferiamo la pace, è una decisione che per noi significa sfidare la vostra
arroganza e la vostra forza, ma siamo costretti a farlo."
Questa eloquente - e un po' grottesca - affermazione è stata fatta quando il
ministro Bianco ha dichiarato di voler far scendere in piazza 18.000 agenti tra
cui anche i "marines" - folgore, reparti speciali, servizi segreti -
per contrastare gli estremisti del popolo di Seattle. La città potrebbe essere
tra l'altro inaccessibile, blindata, e lo stesso accesso al "suolo
pubblico"
della città di Genova per ora sembra negato dal governo.
"Noi bloccheremo questo G8", ha detto Casarini. Come, ancora non si
sa, ma sul tema fondamentale della resistenza attiva se attaccati il dibattito
è acceso.