G8: la verità nei colloqui radio

Distruggiamoli tutti". Frasi come queste sono contenute nelle registrazioni dei colloqui radio tra agenti e centrale, prima del blitz alla scuola Diaz. La magistratura ne ha chiesto l'acquisizione.

GENOVA - “Dai ragazzi distruggiamoli tutti”. Potrebbe essere contenuta nelle registrazioni dei colloqui tra gli agenti e la centrale operativa la verità sull’ormai famigerato blitz notturno nella scuola Diaz. Quell’operazione, accusano ora in molti, sarebbe stata preparata a tavolino, insieme al suo tragico risultato: 66 feriti.

A dimostrarlo vi sarebbe l’avviso alla centrale operativa del 118, inviato dalle volanti che si preparavano alla spedizione, nel quale si chiedeva  l’invio di un numero ingente di ambulanze, proprio poco prima che gli agenti entrassero nella scuola. Ma anche una frase determinata:”Distruggiamoli tutti”, registrata nei colloqui tra le volanti. Parole che lascerebbero immaginare la volontà di abbandonarsi a pestaggi e violenze. Le frasi sono già nero su bianco, nei fascicoli giunti davanti alla commissione d’indagine conoscitiva avviata in Parlamento. Ma adesso, a chiederne l’acquisizione, è anche la magistratura genovese, alla quale tocca il difficile compito di indagare sugli eventuali abusi commessi dai poliziotti.

Sulla liceità del blitz insomma,  le perplessità dei magistrati sono tante, e il provvedimento di acquisizione dei nastri, emanato oggi sembra confermarlo. Difficile riuscire a capire fino in fondo cosa si dicano gli agenti in quelle conversazioni, pochi minuti prima che inizi l’assalto. Di fatto, chi le ha lette assicura che hanno il potere di convincere i magistrati che la perquisizione, e i pestaggi che ne derivarono, potrebbero essere stati programmati.

A suscitare dubbi, oltre alle frasi incriminate, vi sarebbero altri elementi. Gli agenti infatti sostengono di essersi trovati di fronte a una strenua resistenza da parte dei ragazzi che dormivano nella scuola. Nei locali però, furono sequestrate due molotov che, sia pur accusati di bersagliare di sassi e altri oggetti gli agenti, i manifestanti avrebbero inspiegabilmente rinunciato ad usare.

E ancora:  la coltellata che avrebbe rischiato di ferire un agente che, stando a quanto emerso all’indomani del blitz, si sarebbe salvato solo grazie a una protezione in plastica che utilizzava, resta alquanto misteriosa. Quel gesto, secondo le forze dell’ordine, avvenuto al buio mentre gli agenti entravano, avrebbe giustificato tutte le violenze successive.

Stando alla testimonianza di alcuni agenti però, il poliziotto aggredito avrebbe notato il taglio sulla sua giubba soltanto in un secondo momento, rispetto  quello dell’entrata. Nodi che i magistrati devono ancora sciogliere. Le intercettazioni dei colloqui radio però, potrebbero fornire la chiave giusta agli inquirenti.