La Digos nell'abitazione di un giovane contestatore dove è ospite Luca Casarini. Fermato un giornalista

Genova, perquisita la casa del leader delle "tute bianche"
Cominciati i controlli a tappeto in vista del G8 Violante (Ds): "Attenti a non montare dei casi"

GENOVA - La Digos ha perquisito l'abitazione genovese di Luca Casarini, leader storico delle tute bianche del Nordest, uno dei gruppi antagonisti ai G8. Ieri pomeriggio, mentre i giovani contestatori avevano radunato la stampa presso uno de campi sportivi allestiti dal Comune per offrire ospitalità ai centomila contestatori che raggiungeranno Genova tra due settimane, gli agenti della Digos hanno perquisito la casa nel centro storico di Matteo Jade, leader genovese del movimento antiG8 delle tute bianche dove è appunto ospitato Luca Casarini.

La notizia ha fatto salire la tensione nella prima giornata di controlli a tappeto attuati a Genova dalle forze dell'ordine. Controlli di documenti, in primo luogo, per molti cittadini che si sono trovati a passare nel centro cittadino. E poi la perquisizione, giustificata da un articolo della legge Reale che permette di perquisire le abitazioni di chi è sospettato di detenere armi o esplosivi. Nella casa di Jade c'erano solo volantini del Genoa Social Forum, la sigla che raggruppa le organizzazioni pacifiste che manifesteranno contro gli incontri di palazzo Ducale. "A venti giorni dall'inizio del vertice ha detto Matteo Jade sentiamo forte sul collo il fiato della Digos".

La perquisizione è stata preceduta dal fermo per "comportamenti sospetti" di Pulika Calzini, giornalista del Manifesto, e di una ragazza francese giunta in Italia per manifestare contro i G8. Entrambi avevano trovato ospitalità nella casa di Jade, in via San Donato.

Appena quindici giorni fa, la Digos era entrata nelle abitazioni di altri cinque autonomi; neppure allora aveva trovato nulla. Le perquisizioni erano state ordinate, come ieri pomeriggio, in base al cosiddetto articolo 41 della legge Reale che permette alle forze dell'ordine di agire senza avere la preventiva autorizzazione dall'autorità giudiziaria qualora ci siano fondati sospetti che l'inquisito detenga armi o esplosivi.

Un commento "istituzionale" sull'opera della Polizia nei confronti delle cosiddette Tute Bianche è stato espresso anche dal capogruppo dei Ds alla Camera Luciano Violante, in visita a Genova proprio ieri pomeriggio per assistere ad un dibattito organizzato dalla rivista Limes sulla globalizzazione. Violante si è limitato a dire: "Non bisogna montare casi prima di conoscere come stanno le cose".

Meno istituzionale la protesta dell'Ordine e dell'Associazione liguri dei giornalisti sul fermo del collega del Manifesto. "La libertà di fare informazione è scritto nel comunicato congiunto e di essere informati. Qualsiasi opinione il fare informazione esprima, non può essere soggetto ad alcuna blindatura. E nessuna "zona rossa" potrà impedire ai giornalisti di svolgere la loro attività, senza distinzioni di testata e di opinioni".

Altre reazioni sono giunte dai giovani contestatori che hanno saputo della perquisizione nella casa del loro associato mentre stavano intrattenendo i giornalisti sul laboratorio allestito dagli anti G8 per confezionare le protezioni contro i probabili scontri con le forze dell'ordine. Una ventina di tute bianche hanno raggiunto l'appartamento di Jade insieme ad altrettanti giornalisti, fotografi e cameraman che seguivano, ai campi sportivi del Lagaccio la conferenza stampa.

La tensione tra i contestatori e gli agenti della Digos in via San Donato è stata alta; aspro lo scambio di battute con i poliziotti. La contestazione non è però mai trascesa; gli agenti si sono allontanati intorno alle 18 portando via solo dei volantini e le stampate di alcuni file conservati nei computer di Jade.

Sembra che il giornalista del Manifesto e la sua amica francese conservassero in tasca un elenco di materiali da acquistare per le azioni difensive contro le forze dell'ordine: maschere antigas, fogli di plexiglas e di sughero, giubbotti di salvataggio da barca e altro. Questo potrebbe essere stato il cosiddetto "comportamento sospetto" che ha giustificato prima il fermo poi la perquisizione nella casa dove i due avevano trovato ospitalità. "Questo è il dialogo che il governo Berlusconi ci propone", ha commentato Luca Casarini, leader storico delle Tute Bianche. "Vorrei conoscere l'opinione del Ministro degli esteri Ruggiero su questa perquisizione?"